Una vera e propria moda, terribile, agghiacciante. Purtroppo ancora seguita. Quella che ha visto l’Italia riempirsi di colpo di scritte antisemite come “Calpesta l’ebreo” e “Anna Frank brucia”, puntualmente accompagnate da varie svastiche e croci celtiche. Sono apparse a Pomezia, nella città metropolitana di Roma, davanti a due scuole che avevano svolto varie iniziative sulla Shoah. Un caso purtroppo non isolato, dopo altri, analoghi, avvenuti in diverse città tra cui Torino e Mondovì, in provincia di Cuneo.
Il direttore dell’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) Triantafillos Loukarelis è stato chiaro in merito: “È in atto un’escalation da parte di gruppi organizzati”. A fargli eco, attraverso l’Ansa, la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello: “Lo Stato intervenga per sgominare questi gruppi organizzati. Quanto avvenuto è un episodio ancora più grave in quanto viola la sacralità di un luogo di istruzione. Scritte vili, segno di una violenza che diventa sempre più palese e arrogante”.
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“Non basta più una risposta solo culturale – ha aggiunto Dureghello – serve intervenire per reprimere. Non ci lasciamo intimidire, continueremo ad andare nelle scuole a tramandare la memoria”. Il comitato provinciale dell’Anpi di Roma ha parlato di fascismo che “tenta di rialzare la testa approfittando della crisi economica, culturale e sociale che attanaglia il nostro Paese, ma sarà nuovamente sconfitto”.
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Sul muro di cinta dell’impianto della Polisportiva Montespaccato di Roma era apparsa, nei giorni scorsi, la scritta “Vile ebreo”. Nelle scorse settimane, a Bologna, una stella di David era invece comparsa sulla porta del discendente di una famiglia di deportati. Alla fine di gennaio, la scritta nazista “Sieg Heil” e una svastica avevano fatto capolino sulla casa della figlia di un partigiano a Torino. Sempre nel capoluogo piemontese, una donna di origine ebraica aveva trovato davanti la sua casa la scritta “Crepa sporca ebrea”.
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