La proposta di uno scudo fiscale per gli evasori – arrivati in giudicato e che abbiano rimesso interamente la somma dovuta – sarà effettivamente inserito nel decreto “salva calcio”, probabilmente insieme al tetto definitivo “anti pos”.
L’accordo sarebbe avvenuto grazie a un vero e proprio blitz di Forza Italia che si sarebbe concluso con successo nelle prime ore del pomeriggio.
Poco dopo la fuga di notizie dalla commissione bilancio, però, Roberto Pella, tra i relatori della manovra per Forza Italia, ha detto ai cronisti che “non c’è alcun emendamento” in questo senso.
A questo punto il Pd ha esultato: “Vittoria, lo scudo penale non c’è”. Lo ha detto la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani uscendo dalla commissione Bilancio.
Cosa prevedeva la norma che al momento sembra definitivamente bocciata? Gli evasori, compresi i dirigenti delle società sportive, potranno pagare in sessanta rate entro il 2023 e in alcuni casi in deroga al 2024.
Il “salva calcio” diventa ufficialmente un “salva imprese” e un vero e proprio scudo penale.
I contribuenti che non hanno versato le imposte tra il 1° gennaio e il 30 ottobre 2022, avranno la possibilità di accedere ad una tregua fiscale per i versamenti non effettuati, legata a quella già prevista dall’art. 28 della bozza della manovra di bilancio.
La scadenza per il versamento è fissata al 22 dicembre ma, grazie a questa proposta, le imprese che non hanno ancora pagato avrebbero la possibilità, una volta ricevuto l’avviso bonario d’urgenza, di frammentare il pagamento del dovuto fino ad un massimo di 60 rate. Di queste, le prime tre dovranno essere liquidate nel 2023, le successive entro cinque anni, e la sanzione prevista sarà solamente del 3% dell’importo non versato. Nonostante l’estensione di questa agevolazione a tutte le imprese, ad essere particolarmente saranno le società di calcio, che dovrebbero versare entro due giorni quasi 800 milioni.
La sanzione permetterebbe di estinguere diversi reati fiscali. Il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto (Fi) starebbe spingendo per queste soluzioni, che interesserebbero anche l’omessa e infedele dichiarazione, gli omessi versamenti di Iva e le ritenute e indebite compensazioni.