Mille euro in meno all’anno di stipendio rispetto a dieci anni fa. Questo è il conto salato per gli insegnanti italiani. Passando per diversi governi, da Berlusconi a Conte, i professori hanno sempre e solo perso reddito. E nessuno sembra ancora rendersi conto di quanto questo sia un lavoro fondamentale per la società: è qui che si formano le nuove generazioni e se la scuola è in crisi, vuol dire che lo Stato è in crisi.
La spesa statale destinata al personale docente e ata, cioè il personale ausiliario, tecnico e amministrativo, nel 2017 è molto al di sotto rispetto a quella del 2008: 4 miliardi di euro in meno secondo la stima del sindacato scuola della Cgil.
Sugli stipendi questa è la ricaduta: dieci anni fa guadagnavano 29.280 euro, nel 2017 l’importo è stato pari a 28.440 euro. Un docente italiano di scuola superiore ad inizio carriera guadagna 7.231 euro l’anno in meno rispetto al collega spagnolo, mentre al culmine della carriera la distanza è di 6.417 euro.
Se si prende come termine di paragone un docente tedesco la distanza a inizio carriera è addirittura di 28.227 euro l’anno e al culmine della carriera è di 37.877 euro. Cifre pazzesche, che danno l’idea di quanto il ruolo dell’insegnante sia sottovalutato e sottopagato in Italia.
Intanto il Ministro Bussetti ha parlato ancora una volta di aumenti di stipendio per gli insegnanti. Purtroppo non ci sono novità all’orizzonte. “Per le maggiori possibilità di carriera noi sappiamo che bisogna fare di più. L’obiettivo è sempre quello di pensare agli studenti”. Non mancano da parte del Ministro le attestazioni di stima e fiducia nei confronti del lavoro degli insegnanti, ma la situazione stipendi non si sblocca.
Un innalzamento, quello di 8 euro, che non è certo corrispondente alla richiesta dei docenti che lo scorso anno, tramite una petizione che ha raggiunto ottantamila sostenitori, chiedevano un aumento di 200 euro netti mensili. Un aumento che terrebbe comunque l’Italia lontana dagli standard dei Paesi europei più sviluppati. Là dove la scuola viene ancora considerata un’istituzione fondamentale.
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