Alessandro Orsini è indubbiamente uno dei personaggi mediatici del momento, anche se la sua fama ha perso un po’ di smalto negli ultimi giorni. Il professore associato di Sociologia generale all’Università Luiss di Roma è finito al centro delle polemiche, anche politiche, per il contratto firmato con il talk show di Rai 3, Cartabianca, poi stracciato su ordine dei vertici di viale Mazzini. Ma Orsini ha continuato a far discutere di sé in ogni sua uscita televisiva in cui ha parlato della guerra in Ucraina. Oggi un articolo di Claudio Gatti su La Stampa riporta le critiche rivolte al professore da alcuni colleghi universitari.
“Dietro l’assertività di Orsini, nei curriculum che ho potuto visionare online, non trovo una singola pubblicazione scientifica sulla materia in cui si cimenta in televisione. – dichiara il sociologo Francesco Ramella dell’Università di Torino – Allora mi domando: lo si invita per l’originalità o la profondità del suo parere scientifico, o perché sa creare un meccanismo morboso di attenzione mediatica?”, si domanda polemicamente Ramella che critica anche la “commistione che avviene in alcuni talk politici tra il ruolo dell’esperto e quello dell’opinion maker”.
Secondo Franco Salvatori, ex direttore del Dipartimento dell’Università romana di Tor Vergata, a cui era affiliato il Centro di studi strategici ora chiuso, di cui era presidente Orsini fino a qualche giorno fa, la struttura “non ha mai fatto nulla e tutto è rimasto sulla carta”. E ci si mette pure il Dipartimento della Luiss a confermare che il lavoro di Alessandro Orsini “non è supervisionato da noi”.
“Ho l’impressione che, con il suo lavoro, Orsini voglia costruire delle tipologie e dinamiche generali. Per poi applicarle anche in contesti storici dove non funzionano”, punta il dito Brian Sandberg, storico della Northern Illinois University. Secondo Franco Pina infine, docente di Sociologia all’Università di Torino, “Orsini appare più proteso a cercare conferme dei suoi schemi interpretativi, che a mettere alla prova ipotesi teoriche definite sulla scorta della letteratura”.
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