La senatrice a vita Liliana Segre, al termine della visita di questa mattina al Memoriale della Shoah di Milano dove si è recata con la presidente del Senato Elisabetta Casellati (insieme sono andate anche al Binario 21, da cui partivano i treni con i deportati), ha commentato il report del Censis secondo cui quasi la metà degli italiani vorrebbe “un uomo forte al potere” che non debba preoccuparsi di Parlamento ed elezioni. Liliana Segre ha detto: “Non l’ha provato, il 48 per cento non c’era quando c’era l’uomo forte al potere quindi parla di quello che non sa”. Il fatto che il 48% degli italiani voglia un solo uomo forte al comando è indizio di un serio pericolo per la democrazia.
Secondo il Centro studi sono 8 milioni gli italiani pessimisti assoluti, già convinti che la democrazia liberale abbia i giorni contati e che a sostituirla sarà una qualche forma di regime autoritario. Impietosa la fotografia: oggi solo il 19 per cento degli italiani parla frequentemente di politica quando si incontra; il 76 per cento non ha fiducia nei partiti (e la percentuale sale all’81 per cento tra gli operai e all’89 per cento tra i disoccupati). E sono proprio questi ultimi gruppi sociali a essere anche più scontenti di come funziona la democrazia in Italia.
Lo sono il 58 per cento degli operai, il 55 per cento dei disoccupati, mentre i valori scendono al 34 per cento tra manager e quadri e al 42 per cento tra imprenditori e lavoratori autonomi. E il 48 per cento che aspira all’uomo forte, spiega il Censis, è composto dal 67 per cento degli operai, il 62 per cento dei soggetti meno istruiti e il 56,4 per cento delle persone con redditi bassi. Esattamente gli stessi strati sociali che videro di buon occhio l’avvento del Fascismo e di Mussolini.
A influenzare l’umore degli italiani ci pensano poi i media. Secondo il Censis, cambiano gli umori a seconda dei mezzi di comunicazione. Gli “arrabbiati” si informano prevalentemente tramite i tg, i giornali radio e i quotidiani. Tra gli utenti dei social network “compulsivi” troviamo punte superiori alla media sia di ottimisti (22,3%) che di pessimisti (24,3%). Per leggere le notizie scelgono Facebook (46%) come seconda fonte, poco lontano dai telegiornali (55,1%), e apprezzano i siti web di informazione (29,4%).
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