La notizia ha preso a circolare veloce e ha subito creato un fiume di polemiche. Il Senato ha dato il suo benestare e quindi Roberto Formigoni ha diritto ad incassare ancora il vitalizio da parlamentare nonostante la condanna che sta scontando ai domiciliari. Lo ha stabilito, votando all’unanimità, la commissione Contenziosa del Senato accogliendo il ricorso presentato contro la sospensione dall’ex presidente della Regione Lombardia. Stessa sorte anche per Del Turco. (Continua a leggere dopo la foto)
Come immaginabile, la reazione del Movimento 5 Stelle è stata durissima: “Una vergogna inaudita”, urla la vicepresidente del Senato Paola Taverna: “Gli italiani che ogni giorno lavorano e cercano di arrivare a fine mese ringraziano di cuore Caliendo, Pillon e Riccardi (oltre a due tecnici, ndr) che hanno detto sì alla pensione-vitalizio per il condannato Formigoni”. E ancor più duro l’ex viceministro Stefano Buffagni: “Che schifo”.
Ma – come riporta il Corriere – dalla commissione presieduta dal senatore di Forza Italia Giacomo Caliendo si fa sapere che non sarebbe stata adottata una “scelta politica”, ma applicata una legge. “In particolare, alla luce della legge del 2019 che ha convertito il dl sul Reddito di cittadinanza, i cittadini a cui va sospeso il pagamento dei trattamenti previdenziali sono coloro che, condannati in via definitiva (per reati che non sono di stampo mafioso o terroristico) si siano resi latitanti o siano evasi. E questo non è il caso di Formigoni che sta scontando la sua pena ai domiciliari”.
Da Formigoni arrivano parole di soddisfazione: “Una decisione giusta, che pone rimedio ad un errore clamoroso”. L’ex presidente della Regione Lombardia, raggiunto al telefono dall’Adnkronos, spiega di aver raccolto la decisione “senza nessuna particolare reazione. Ero convinto del mio diritto, per cui ringrazio che si sia posto rimedio ad un errore clamoroso, non solo nei miei confronti, ma anche nei confronti di tanti”.
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