Vittorio Sgarbi è noto per le sue uscite dirette, senza filtri e quasi sempre al di sopra delle righe. Stavolta ha preso di petto il premier Conte (cosa che capita da quando l'”avvocato del popolo” è salito alla ribalta) sul tema dell’inasprimento delle pene per l’evasione fiscale. Il governo giallorosso, infatti, ha trovato l’intesa per imporre pene più severe per chi non paga le tasse. Ma nel dibattito è piombato Sgarbi, il quale ha sfidato il premier Giuseppe Conte rivangando vicende a lui legate. “Una buona occasione per il presidente del Consiglio di dare l’esempio: accompagni in carcere il suocero e la compagna”.
Come mai questa uscita? A cosa si riferisce Sgarbi? I fatti a cui fa riferimento il critico d’arte li riporta su Facebook la pagina del suo Ufficio stampa. “Tra gli evasori da arrestare, come vuole il presidente Conte, va riservata una cella di prima classe, al padre di Olivia Paladino, sua attuale compagna”. Ma questo è solo l’inizio del post.
Sulla pagina infatti si legge ancora: “Cesare Paladino è il proprietario del Plaza Hotel di Roma di via del Corso. Ora, il padre di Olivia Paladino è stato condannato e ha patteggiato un anno e sei mesi di condanna perché faceva pagare la tassa di soggiorno ai clienti e poi se la intascava”, accusa il deputato, attraverso la sua pagina social.
“L’importo accertato dell’evasione, che è un vero e proprio furto all’erario dello Stato, è di oltre 2 milioni di euro”, prosegue. Sgarbi, sull’evasione, se la prende anche con la compagna di Conte: “Si aggiunga che la figlia (di Paladino, ndr), essendo amministratore del Plaza, non poteva non sapere”.
Cesare Paladino, padre della compagna del premier, come riporta anche Il Giornale, è stato contestato anche il reato di peculato per il mancato versamento della tassa di soggiorno. Paladino ha patteggiato una condanna a un anno e due mesi. La figlia, va detto, non è mai stata indagata, anche se il critico Sgarbi punta il dito anche contro di lei.
Il giornale di Alessandro Sallusti, riprendendo il post di Sgarbi, ricorda pure che anche lo stesso premier Conte aveva avuto problemi con Equitalia. Per una “banale disattenzione”. Gli era stata contestata la mancata documentazione per due cartelle, una del 2009 e una del 2011, per un ammontare complessivo di oltre 50 mila euro. Il caos è scoppiato quando Conte stava per diventare premier e lui ha risolto il contenzioso pagando.
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