Mentre impazza la notizia della sua partecipazione alla manifestazione del 5 settembre dei negazionisti del Covid, Vittorio Sgarbi prende carta e penna e scrive una lettera ai suoi concittadini di Sutri, meraviglioso borgo in provincia di Viterbo di cui è sindaco. La lettera, pubblicata dal quotidiano locale Tusciaweb, ha subito destato altre polemiche. Sgarbi, insieme a Diego Fusaro, Povia, i gilet arancioni, i No-Vax, e con la regia di Forza Nuova, sarà in piazza a Roma per dire no alla mascherina, ai vaccini obbligatori e per invitare la popolazione a disobbedire ai decreti del presidente del consiglio e del governo.
Qualche giorno fa, proprio a Sutri, Sgarbi aveva emesso un’ordinanza in cui annunciava che avrebbe multato coloro che fossero andati in giro con la mascherina. Una misura in totale contrasto con quanto prevede la legge dello Stato. Oggi, nuova bizzarra puntata di questa vicenda. Scrive Sgarbi di buon mattino: “Cittadini, dobbiamo risorgere. Sutri, benedetta dal cielo, è una città sana. Una città santa. Non si deve cedere alla paura. Il mio editto non vuole punire gli impauriti, ma rincuorarli”.
Conclude poi il sindaco: “Come i medici migliori ci hanno sempre insegnato, bisogna respirare aria libera, all’aperto. Cittadini che lavorano, non sudditi che chinano il capo e nascondono il volto. Liberi, non umiliati. Cittadini di Sutri, non abbiate paura. Dio è con noi”. Sulla pagina Facebook del quotidiano locale, dove il virgolettato è apparso per primo, si sono subito scatenati migliaia di utenti con commenti e reazioni.
L’ordinanza firmata dal critico d’arte si richiama alla legge degli anni Settanta che vieta “l’uso di caschi protettivi, o di qualunque altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona, in luogo pubblico o aperto al pubblico, senza giustificato motivo”. La decisione deriva dal fatto che, a suo parere, “appare contraddittorio che dopo aver mangiato senza mascherina ci si alzi da tavola mettendosela”
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