Sì a Uber-Black, il servizio delle berline nere con autista di Uber. Il tribunale di Roma, revocando la propria stessa ordinanza del 7 aprile scorso, torna a dare il via libera al servizio, attivo al momento solo a Milano e a Roma. Il dietrofront, hanno spiegato i giudici, si spiega con la decisione del Parlamento di sospendere sino al 31 dicembre prossimo alcune norme della legge nazionale che disciplina il settore taxi e noleggio con conducente: si tratta del cosiddetto emendamento Lanzillotta che, a febbraio, aveva scatenato le proteste dei tassisti. In attesa di nuove decisioni del Parlamento, dunque, un risultato positivo per Uber e i suoi utenti.
Uber in tribunale, tutti i passaggi
Il sì a Uber-Black del tribunale di Roma è solo l’ultimo episodio di una lunga trafila giudiziaria e di una complicata vicenda normativa che riguarda, in Italia, tutti i servizi di sharing economy, di cui abbiamo già parlato qui. Fino a quest’ultima sentenza, i giudici avevano sempre dato torto a Uber. Il 26 maggio 2015, il Tribunale di Milano sospese UberPop, il servizio che rende chiunque autista, grazie alla app. Il 22 marzo 2017, il tribunale di Torino confermò lo stop per i servizi UberPop e UberX. Il successivo 7 aprile 2017, fu il tribunale di Roma a dire no a Uber-Black, obbligando la sospensione del servizio, l’oscuramento della app, e disponendo 10 mila euro di multe a chi non si fosse adeguato. Per tutte le sentenze, la motivazione è stata la stessa: ‘concorrenza sleale dei tassisti’. Il primo sì a Uber-Black, incassato in questi giorni, ribalta la prospettiva ma, è bene precisarlo, non riguarda UberPop e UberX che continuano invece ad essere vietati su tutto il territorio nazionale.