Alla vigilia della partenza di Mario Draghi per Washington, dove incontrerà il presidente americano Joe Biden, le acque della politica italiana si fanno sempre più agitate sul tema della guerra in Ucraina. Sono sempre di più, infatti, gli esponenti dei diversi partiti che cominciano a chiedere di pensare anche alla pace e non solo all’invio di armi. La fronda pacifista va dalla Lega al Pd, passando per M5S e Forza Italia. Una bella gatta da pelare per il premier.
Durante la videoconferenza del G7 alla quale ha preso parte nella giornata di ieri, il premier Draghi ha ribadito la necessità di “continuare a sostenere” l’Ucraina, di “andare avanti con il sesto pacchetto di sanzioni nei confronti della Russia” e “allo stesso tempo di fare ogni sforzo per aiutare a raggiungere quanto prima un cessate il fuoco e per dare nuovo slancio ai negoziati”. Ad ogni modo, Draghi ritiene quella della Russia una “aggressione ingiustificata”.
Ma ormai la discussione in Italia sembra aver preso un’altra piega. Il primo a lamentarsi per la posizione troppo succube dell’Italia rispetto all’alleato a stelle e strisce è stato il leader pentastellato Conte. “È il disarmo l’unica logica”, gli fa eco Graziano Delrio. Secondo l’ex ministro del Pd, Draghi dovrebbe dire a Biden che “l’Italia fa la sua parte, ma vuole promuovere un quadro di sicurezza senza delegarlo” alla Nato. Parole subito apprezzate dal leader leghista Matteo Salvini: “Biden abbassi i toni, basta guerra, Italia ed Europa siano mediatori e portatori di pace”.
Per Delrio, inoltre, “le parole spese dall’Inghilterra o da chi pensa che la pace consista nel piegare Putin mostrano una grande irresponsabilità”. E, sempre dal Pd, Laura Boldrini invoca “più impegno politico per uscire dal tunnel della guerra in Ucraina. Non sta alla Nato stabilire le condizioni negoziali. Nessuna ingerenza”. Tra i Dem ci pensa il segretario Enrico Letta a zittire le voci dissonanti. Ma la richiesta di moderare i toni sulla guerra arriva anche dal fondatore di Azione Carlo Calenda e dal sottosegretario Giorgio Mulè di Forza Italia.
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