Un accertamento dell’Agenzia delle Entrate per controllare che lei, giornalista e scrittrice che ha scoperto di avere un tumore al seno e sta tentando di curarsi in ogni modo, sia veramente malata. Richieste che hanno fatto sentire Sara Recordati, 47 anni, umiliata. A raccontarlo è lei stessa sulle pagine del Corriere della Sera: “Mi chiedono, oggi, il certificato CEE della parrucca e una richiesta medica che giustifichi il fatto che ne avessi bisogno come supporto in una condizione di grave disagio psicologico perché ero rimasta senza capelli e non, per dire, per andare a una festa di carnevale”.
Sara non si aspettava di ricevere quella lettera, dove le viene chiesto di dimostrare di aver versato 12 mila e 500 euro all’ospedale in cui è stata operata e dimostrare l’acquisto di una parrucca di 300 euro. La donna, dopo aver ricevuto la diagnosi, ha deciso farsi operare privatamente per non dover aspettare mesi che le sarebbero potuti essere preziosi. Dopo l’intervento, si è sottoposta alla chemioterapia ed è ora sulla via della guarigione. Una storia apparentemente come le altre se non fosse per questa richiesta del Fisco.
“Lo Stato – ha detto Sara al Corriere della Sera – si è insospettito delle alte spese mediche che avevo sostenuto quell’anno, ma ci sono state perché purtroppo mi sono ammalata. Inoltre, sembra avere dubbi su una fattura emessa da una struttura pubblica, che quindi allo stato appartiene. E sorvolo sul fatto che mentre ero sotto i ferri mi è stata rubata la borsa dall’armadietto della camera. Non bastasse, la storia della parrucca. Quando nella dichiarazione dei redditi avevo anche allegato la richiesta medica della mia oncologa solo che, essendo piuttosto sconvolta in quel periodo, l’avevo fotocopiata male, si legge solo in parte. Anche se chiaramente si vede che è richiesta per alopecia. Mi era costata 300 euro, anche se una mia assicurazione ne aveva coperto in parte il costo, quindi si parla di 100 euro. Perdere tutti i capelli è tremendo: non mi riconoscevo più allo specchio, non riconoscevo più nemmeno l’odore della mia pelle. Ho scelto questa parrucca simile ai miei capelli”.
Sara ha concluso dicendo: “
Mi piacerebbe incontrare il signore che ha scritto questo accertamento. Ma senza astio, solo per chiedergli a cosa stava pensando, con quale priorità abbia scritto un messaggio del genere. Come fai a chiedermi come mai ho comprato la parrucca? Sembra veramente un caso di ottusità estrema che va a cozzare con una sensibilità ferita. Non ho mai avuto problemi con il Fisco, non ho certo guadagni iperbolici e sono serena per come ho sempre gestito le cose. La sensazione è di essere presi in giro da un apparato che non funziona e si accanisce su cose futili e, sinceramente, avverto della cattiva fede nel sospettare che una donna che voglia truffare il Fisco per qualche decina di euro per una parrucca, dopo che ha fatto la chemioterapia. Questa ottusità mi addolora”.
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