Di Giovanni Pizzo
In Sicilia si sta discutendo di finanziaria, e quando arriva questo momento è difficile capire quale maggioranza sia in piedi e per cosa. I partiti, gli ordini di scuderia dei capigruppo, i confini squagliano come neve al sole. I deputati vanno in ordine sparso e cercano voti per provvedimenti esclusivamente personali, senza una logica di schieramento. Dopo il voto il centrodestra, che ha vinto le elezioni, si è subito trovato frammentato, con una parte di Forza Italia, partito che esprime il presidente Schifani, capitanata da Miccichè andata sull’Aventino. Leggi anche: Sicilia, quasi 4 milioni di euro per la rassegna cinematografica a Cannes
Situazione ingarbugliata in Sicilia
Il problema in Assemblea regionale è stato tamponato con la colla del potere, promesse e sottogoverni. Più complicato sarà gestire le divergenze alle Amministrative prossime, soprattutto a Catania. Tra qualche giorno le candidature alla carica di sindaco della città Etnea dovranno essere ufficialmente dichiarate e lì emergeranno i conflitti latenti. Da un lato il fortissimo, elettoralmente parlando, vicepresidente della Regione, il leghista Sammartino, tenterà di giocare il jolly Valeria Sudano, sua compagna di vita e di partito. Dall’altro la forza crescente di un altro Golden boy siciliano, il presidente dell’ARS Galvagno cercherà di affermare la forza della destra che a Catania ha storicamente registrato consensi maggiori che a Palermo.
E nella stessa destra c’è più di un contendente capace di richiedere la poltrona di Salvo Pogliese, sindaco decaduto anticipatamente. E poi c’è l’eterno arbitro della partita di piazza del Liotro. Quella sfinge enigmatica di Raffaele Lombardo, leader degli autonomisti, che non vede di buon occhio ad oggi nessuno dei nomi vagheggiati dal centrodestra, e che è capace di scombinare i giochi.
Se il centrodestra, che sulla carta è nettamente maggioranza a Catania, si spaccasse, ciò avrebbe immediatamente ripercussioni sul governo regionale. Motivo anche della visita del presidente Schifani a Catania per la festa di Sant’Agata, una delle processioni più partecipate al mondo. Tutto questo in attesa dei risultati della Lombardia e del Lazio, altro banco di prova della tenuta del centrodestra nazionale. Andrà tutto secondo le previsioni? Quien sabe è il caso di dire. Le maggioranze in Sicilia sono come il vento e se la bolina non è ben manovrata o si vira o si scuffia.
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