A una decina giorni dal voto per le europee, circostanza non certo casuale, il Ministero dell’Interno ha diffuso alcuni dati riguardanti la sicurezza in Italia nel primo trimestre del 2019. “Reati -9,2 per cento, -31,87 per cento la presenza di stranieri” recita la nota del Viminale, con l’obiettivo di associare la diminuzione della criminalità con la riduzione del numero di immigrati nel paese che sarebbe stata ottenuta dal ministro Salvini.
In realtà, i dati diffusi dal Ministero dell’Interno risultano essere perfettamente in linea con quelli (-9,5 per cento di delitti e -14 per cento di omicidi) resi noti lo scorso Ferragosto nella consueta presentazione del dossier annuale sulla sicurezza, e riferiti all’attività svolta nel 2017 dal Viminale, quando dunque a rivestire la carica di ministro era Marco Minniti, e non Matteo Salvini”. “I numeri diffusi ieri dal Ministero, inoltre, risultano essere del tutto raffazzonati e privi di valenza statistica reale. Vengono, infatti, sbandierate riduzioni di percentuali (“-9,2 per cento i reati, -15 per cento gli omicidi”) senza però specificare i numeri assoluti a cui si riferiscono, né tanto meno le cifre disaggregate che riguardano i reati denunciati (rapine, furti, spaccio di droga, usura ecc.) e le tipologie di omicidi. Lo stesso vale per i numeri relativi alla presenza di stranieri in accoglienza, in cui si mette persino a confronto una stima (170mila al giorno) con una cifra precisa (115.894).
Infine, sono gli stessi numeri fatti circolare dal Viminale a smentire il principale messaggio della propaganda salviniana, e cioè che la riduzione del numero di reati sarebbe dovuta alla diminuzione della presenza di immigrati nel Paese. Se si guardano con attenzione i comunicati stampa diffusi ieri dal Ministero relativi alle singole regioni, si scopre che sono almeno cinque le province che, pur avendo visto scendere il numero di stranieri ospiti delle strutture di accoglienza, hanno registrato un aumento della criminalità (Modena, Viterbo, Sondrio, Imperia e Pordenone).
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