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Sigarette elettroniche, l’Ue impone il divieto assoluto

L’Unione Europea appare sempre più simile a un insieme di commissari rigidi, incapaci di ascoltare e decisi a controllare ogni dettaglio della vita quotidiana dei cittadini, attraverso una serie di restrizioni. Questa mancanza di visione sta causando gravi danni a settori fondamentali della nostra economia, a partire dall’automobilismo.

Ora, Bruxelles si prepara a introdurre un nuovo divieto che si prospetta come un’altra imposizione calata dall’alto, ignorando i segnali di dissenso espressi da cittadini, imprese e Stati membri. La Commissione europea ha infatti stabilito di ampliare le limitazioni sul fumo e sullo svapo, adottando un approccio che appare più incline a “imporre” piuttosto che “discutere,” mentre polemiche e critiche aumentano.

Divieti Senza Confronto La proposta di estendere i divieti di fumo anche agli spazi esterni, come parchi giochi, fermate degli autobus e, in particolare, i dehor di bar e ristoranti, sembra non tenere conto delle esigenze degli operatori del settore e degli utenti di questi spazi. Le autorità europee procedono a ritmo serrato, senza dimostrare alcuna apertura al confronto.

Hotrec, l’associazione rappresentativa della ristorazione e dell’ospitalità, ha espresso forti perplessità sia sui regolamenti in arrivo che sull’efficacia di tali misure nel raggiungere gli obiettivi sanitari. Nonostante l’allarme lanciato in Italia da Fipe-Confcommercio riguardo alle possibili ricadute economiche, sembra che nessuno a Bruxelles sia disposto ad ascoltare.

Perché svapo ed e-cig? L’idea di intervenire non solo sulle sigarette tradizionali ma anche sui prodotti da svapo, come le sigarette elettroniche e i dispositivi a tabacco riscaldato, solleva dubbi sul pragmatismo e sulle motivazioni alla base di queste politiche.

A differenza delle sigarette, svapo ed e-cig non producono fumi tossici per chi si trova nelle vicinanze. Tuttavia, la Commissione ha deciso di colpire anche questi dispositivi, adottando un atteggiamento punitivo verso il consumatore, anziché favorire una maggiore consapevolezza nelle scelte individuali.

Un’Urgente Ingiustificata L’urgenza di risolvere la questione entro il 6 novembre, persino utilizzando una “procedura silente” che escluderebbe la discussione con gli Stati membri, solleva preoccupazioni sul rispetto dei principi democratici. Se non ci sono scadenze immediate per aggiornare la normativa, perché accelerare l’attuazione di restrizioni che, in luoghi dove sono già state introdotte, non hanno portato ai risultati sperati?

Effetti Trascurati La Commissione Ue sembra ignorare l’impatto devastante che queste politiche potrebbero avere sugli esercizi commerciali. Mentre l’Europa cerca di contrastare il “vizio” del fumo e dello svapo, trascura le ripercussioni economiche delle sue decisioni. La tutela della salute pubblica è certamente cruciale, ma si rischia di ottenere l’effetto contrario, danneggiando le attività economiche e, di conseguenza, l’occupazione.

Imposizioni Senza Ascolto L’approccio dell’Unione Europea su queste tematiche evidenzia una scarsa capacità di ascolto, mancanza di praticità e una certa incoerenza di fondo. Invece di promuovere un dialogo costruttivo e prendere in considerazione le opinioni di chi opera nel settore, Bruxelles sembra seguire una strada fatta di imposizioni, rischiando di allontanare sempre di più i cittadini.

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