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Liberazione di Silvia Romano, Di Maio chiarisce: “Non risultano riscatti pagati”

Nel mondo di bassa lega di politica, giornalismo e social si è fatto un gran vociare sulla presunta somma pagata dall’Italia per liberare Silvia Romano. A frenare le polemiche, però, ci ha pensato direttamente il ministro degli Esteri Luigi Di Maio che ha dichiarato: “A me non risultano riscatti” per la sua liberazione, “altrimenti dovrei dirlo”. Lo ha detto Di Maio alla trasmissione ‘Fuori dal Coro’ su Rete 4. “Perché la parola di un terrorista che viene intervistato vale più di quella dello Stato italiano?”, ha aggiunto riferendosi all’intervista di oggi al portavoce degli Shabaab che parlava del pagamento di un riscatto da parte dell’Italia.

A dargli man forte, poi, un altro ministro, Speranza: “Non voglio fare la morale” ma “nessuno di noi sa cosa significa restare un anno e mezzo in mano ad una cellula terroristica che arruola i bambini, dei criminali. Aspettiamo che questa ragazza possa ritrovare una sua serenità: si sono invece scatenate una serie di minacce che rischiano di farle avere una scorta in Italia dopo che l’abbiamo liberata da una cellula terroristica”, ha sottolineato Speranza. “Non sappiamo cosa c’era dietro il suo sorriso quando è scesa dall’aereo”, ha aggiunto.

Intanto a Milano è stata aperta un’inchiesta per gli insulti sui social e le frasi minacciose rivolte a Silvia Romano. Il responsabile dell’antiterrorismo milanese, Albero Nobili ha aperto una indagine. L’ipotesi, contro ignoti, è di minacce aggravate. Il profilo Facebook di Silvia Romano non è più visibile, è stato chiuso. Attorno alla giovane cooperante rapita in Kenya il 20 novembre 2018 e liberata in Somalia sabato scorso, già da domenica, al suo arrivo in Italia, è sorta una campagna di odio.

Per questo la Prefettura di Milano, città in cui lei vive con la famiglia e dove ieri è rientrata, sta valutando misure di protezione e il palazzo del Casoretto in cui abita è già sorvegliato dalle forze dell’ordine. Lo riferisce l’Ansa. Perché dopo gli insulti, sono iniziate ad arrivare anche le minacce di morte (vicino a casa della ragazza è stato trovato anche un volantino) legate in particolare alla conversione all’Islam, maturata dalla ragazza durante la prigionia, il pm Nobili ha aperto un’inchiesta.

 

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