Il Sinodo sull’Amazzonia accende le diverse anime del Vaticano. Anche questa mattina sono emerse differenti visioni su una varietà di tematiche. La questione dell’ordinazione sacerdotale di uomini sposati, i cosiddetti viri probati, per esempio, e la possibilità di ordinare anche le donne. Se nell’ala progressista della Chiesa, che da riferimento direttamente a papa Francesco, queste due opzioni sono quantomeno oggetto di riflessione, l’ala più ortodossa, invece, esclude a priori ogni possibilità. E a chiudere tutte le porte ci pensa il prefetto emerito dell’ex Sant’Uffizio.
Gerhard Müller s’interroga sulla possibilità di aprire il sacerdozio ai “viri probati” e risponde lapidariamente: “Né il Pontefice né la maggioranza dei vescovi possono cambiare dogmi o leggi del diritto divino secondo i loro piaceri. Dell’ordinazione sacerdotale delle donne non si può parlare perché è dogmaticamente impossibile”.
La sintesi dei lavori curata da Vatican News, invece, lascia aperto qualche spiraglio: “Ribadendo che il celibato è un gran dono dello Spirito per la Chiesa, alcuni Padri Sinodali – si legge – hanno chiesto di pensare alla consacrazione sacerdotale di alcuni uomini sposati, i così detti ‘viri probati’, valutando poi nel tempo la validità o meno di tale esperienza. Per qualcuno, invece, tale proposta potrebbe portare il sacerdote ad essere un semplice funzionario della Messa e non, invece, un pastore delle comunità, un maestro di vita cristiana, una presenza concreta della vicinanza di Cristo”.
Tra le proposte avanzate nel corso del Sinodo dell’Amazzonia anche quella di pensare alla possibilità di un’ordinazione diaconale per le donne, “così da valorizzarne la vocazione ecclesiale”.
Intanto, stamattina il vescovo tedesco Erwin Krautler – per anni missionario in Amazzonia – ha detto chiaro e tondo che non c’è altra strada ai preti sposati per sopperire alla mancanza di sacerdoti che possano celebrare la messa, garantendola ogni domenica. Krautler ha parlato chiaramente, affermando che “i popoli indigeni non considerano il celibato. Per loro non c’è altra strada rispetto ai viri probati”.
La questione al Sinodo resta un nodo discusso, un tema scivoloso perché a detta di molti potrebbe portare alla abolizione in toto del celibato. Il fatto è che in Amazzonia “ci sono migliaia di indigeni che non hanno l’eucaristia se non due o tre volte l’anno. Noi vogliamo che questi nostri fratelli e sorelle abbiano un tavolo di Parola ma anche di eucaristia. Secondo me la questione eucaristia è superiore al celibato”, conclude Krautler.
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