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Siria, strage senza fine: 40 morti in soli due giorni, la metà sono bambini

Ancora notizie terribili, quelle che arrivano dalla parte nord-ovest della Siria. Dove i bombardamenti aerei dei caccia russi e governativi continuano a mietere vittime innocenti: in 48 ore, nelle campagne di Idlib e Aleppo sono morte almeno 40 persone, la metà minori. È l’ultimo drammatico bilancio dell’offensiva scatenata dall’esercito siriano, con l’appoggio dell’aviazione della Russia sua alleata, per riconquistare le aree ancora in mano agli insorti. Secondo la Rete siriana per i diritti umani (Syrian Network for Human Rights), il 10 febbraio le vittime sono state 22. Altra strage il giorno dopo, quando a perdere la vita sono state 18 persone, tra cui 10 bambini.

Particolarmente delicata la situazione nella città di Idlib, capoluogo dell’omonima provincia del nord-ovest della Siria. Le immagini delle telecamere montate sui caschi dei soccorritori dimostrano ancora una volta i brutali effetti dei raid aerei su aree civili densamente popolate: tre bambini, ricoperti di polvere e sangue, prelevati dalle macerie di una casa distrutta dall’esplosione. Una crudeltà senza fine inflitta ha chi ha l’unica colpa di non essere riuscito a scappare da quell’orrore.Nelle province di Aleppo e Idlib il fronte avanza sempre di più, mentre ai siriani non resta altra soluzione che scappare verso il confine con la Turchia. Ariha, contava circa 80 mila abitanti ma, dopo la campagna di incessanti bombardamenti delle ultime settimane, è ormai ridotta ad una città fantasma. Secondo le Nazioni Unite, dal primo di dicembre sono quasi 700mila gli sfollati: 20.000 solo nelle ultime 24 ore.Tra le tante testimonianze di questi giorni, quella di un padre siriano, Ahmad: “Grazie a Dio i miei figli ed io siamo riusciti a metterci al riparo in una cantina – ha detto Ahmad, un padre siriano – molte persone che hanno dovuto abbandonare le loro case non hanno neppure una tenda dove stare. Ho visto famiglie intere passare la notte nelle proprie auto per poi continuare il loro viaggio la mattina seguente in cerca di un posto sicuro. In tanti vivono in mezzo alla campagna tra gli alberi”.

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