Smart working: cambia tutto dal 1° aprile. Tornano infatti in vigore le regole ordinarie per poter prestare servizio nella modalità del lavoro agile. Il prossimo 31 marzo scadono le procedure semplificate per i lavoratori fragili e per quelli che hanno figli sotto i 14 anni di età. Nell’ultimo decreto Milleproroghe approvato dal governo Meloni, sono stati bocciati tutti gli emendamenti per prorogare o rendere strutturale lo smart working per alcune categorie di lavoratori, sia del settore pubblico che di quello privato. Insomma, si torna esclusivamente agli accordi individuali. E inoltre sarà alto il rischio di prendere multe da 100 a 500 euro.
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Smart working, cosa cambia da aprile
Insomma, a partire dal 1° aprile i datori di lavoro non potranno più accedere in modo semplificato alla possibilità di assegnare lo smart working ai propri dipendenti. Compresi come appena accennato anche quelli che sono in una condizione di fragilità e i genitori con figli sotto i 14 anni di età. Sarà obbligatorio sottoscrivere un accordo individuale per il lavoro da remoto, pena sanzioni per l’azienda.
L’accordo individuale, che dovrà necessariamente essere stipulato tra azienda e lavoratore, dovrà contenere le indicazioni specifiche nel caso di alternanza del lavoro in presenza e quello da casa. E dovrà prevedere specifiche regole sul luogo in cui il lavoratore potrà svolgere la propria mansione da remoto. Garantito anche il diritto alla disconnessione a tutela del lavoratore che presta servizio da casa.
Le multe
Importante infine anche il tema delle multe che le aziende potranno subire a partire da aprile. Obbligo del datore di lavoro sarà procedere entro cinque giorni al massimo dall’inizio della prestazione a comunicare l’inizio dello smart working tramite il portale Servizi Lavoro secondo la procedura standard. Chi non rispetterà questa regola incorrerà in una multa da 100 a 500 euro per ogni lavoratore. Inoltre l’impresa è obbligata a procedere alla conservazione dei documenti di accordo con i lavoratori in smart working per un periodo di almeno cinque anni.
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