Un caso sfortunato e comunque un fenomeno temporaneo. Il destino dello smartphone è quindi già segnato. Uno strumento passeggero, in quanto in futuro non sarà più indicato per fare molte cose: “Bisogna avere un display più ampio delle proprie mani messe una a fianco a l’altra. Presto vedremo un altro tipo di dispositivo affermarsi”. La teoria futuristica sui telefonini di nuova generazione è stata esposta, in un intervista esclusiva per il giornale La Repubblica, dal celebre informatico statunitense Nicholas Negroponte, famoso soprattutto per i suoi studi innovativi nel campo delle interfacce tra l’uomo e il computer, in occasione della conferenza Shaping a sustainable digital future. Durante l’evento, che è stato ospitato ieri da Prada nella sua Fondazione Milanese, esperti internazionali e giovani talenti hanno discusso sulle intersezioni tra innovazione digitale e sostenibilità, intesa non solo come rispetto dell’ambiente ma anche come sostenibilità sociale. L’idea dell’incontro (ormai giunto alla sua seconda edizione) nasce con l’obbiettivo di prendere le misure a questo futuro digitale di cui non conosciamo la forma definitiva.
L’informatico americano ha inoltre parlato di biotecnologia e di quale peso secondo lui potrebbe avere sul futuro prossimo dell’uomo: “Per anni abbiamo continuato a costruire cose in una scala sempre più microscopica e nanoscopica. A quel livello si opera nel regno molecolare che è alla base della natura. E ingegnerizzare a dimensioni tanto ridotte significa quindi unire il mondo naturale con quello artificiale. Un salto non da poco”. Quello che invece l’esperto di tecnologia non si aspettava dall’avvento di internet sono i Social Media, o meglio il modo in cui questi si sono sviluppati: “Non pensavo che le persone li avrebbero usati per condividere cose tanto triviali”.
Considerando i cambiamenti ai quali il mondo sta andando incontro, con il rischio di perdere milioni di posti di lavoro a causa dell’automazione, Negroponte ha lanciato uno spunto di riflessione per i genitori delle nuove generazioni, selezionando quali insegnamenti bisognerebbe dare ai propri figli per aiutarli ad affrontare il futuro: “Al liceo ero bravo a disegnare ed ero bravo a matematica. Mi dissero: fai architettura, combina le due cose. Così mi sono laureato ma poi ho fatto altro. Non credo che sia necessario insegnare una certa materia ai bambini, piuttosto come fare ad apprendere. Capire come acquisire delle conoscenze e come risolvere problemi è cosa ben diversa da imparare una certa materia. A sette o otto anni non serve un indottrinamento in un campo specifico e qualsiasi materia comunque un domani potrebbe rivelarsi utile. In altre parole si insegna a programmare perché programmare insegna a pensare.”
L’utilizzo di internet quindi è ormai fondamentale per tutti, dai grandi ai piccini, eppure come ha ricordato Negroponte,“Ci sono aree dell’Africa dove solo il cinquanta per cento dei bambini frequenta una classe e dove i maestri sanno ben poco dell’insegnamento. Connettere la prima metà del genere umano è stato molto più semplice di quel che richiederà dare accesso al Web a quelli che restano fuori perché vivono in condizioni e in luoghi dove l’accesso è fantascienza. L’accesso alla rete è fondamentale e lo è soprattutto per chi ancora non ce l’ha”.
In sostanza secondo Negroponte, la connessione alla Rete dovrebbe essere uno dei diritti umani riconosciuto dalle Nazioni Unite. Un tema molto a cuore all’informatico americano, al punto da rientrare tra uno dei suoi futuri progetti, sostenuto dall’appoggio di Romano Prodi. Il secondo piano che vorrebbe realizzare, con l’aiuto dell’architetto Norman Foster, mira a sviluppare soluzioni urbanistiche ad alta tecnologia per le baraccopoli e il miglioramento delle condizioni di vita di queste aree che sono sempre più estese nel mondo. Quindi secondo Negroponte, la connessione alla Rete dovrebbe essere uno dei diritti umani riconosciuto dalle Nazioni Unite. Un tema molto a cuore all’informatico americano, al punto da rientrare tra uno dei suoi futuri progetti, sostenuto dall’appoggio di Romano Prodi. Il secondo piano che vorrebbe realizzare, con l’aiuto dell’architetto Norman Foster, mira a sviluppare soluzioni urbanistiche ad alta tecnologia per le baraccopoli e il miglioramento delle condizioni di vita di queste aree che sono sempre più estese nel mondo.
Ti potrebbe interessare anche: Samsung cambia il logo e suggerisce l’uscita del primo smartphone pieghevole