La Lega annuncia querela contro l’Espresso e La Stampa che denunciano pagamenti al partito di Salvini da parte di un esponente russo. Nel mirino del settimanale, diretto fino a pochi giorni fa Da Marco Damilano, sono finiti gli esponenti del Carroccio Gianluca Savoini e il senatore Paolo Tosato. Entrambi sospettati di essere la quinta colonna di Mosca a Roma. I leghisti negano tutto e passano alle vie legali.
La Lega denuncia in una nota le “inaccettabili falsità”, pubblicate dai due giornali. “Il senatore Paolo Tosato non ha mai preso un centesimo da Mosca, né ha mai assecondato richieste del Cremlino. – scrivono i leghisti – Il senatore Tosato, che non è mai stato in Russia in vita sua, aveva presentato una interrogazione al governo, cioè una semplice domanda, con l’obiettivo di ricevere rassicurazioni sulle esportazioni italiane (e in particolare del suo Veneto) verso Est”.
“Anche per questi motivi, sia il senatore che la Lega hanno dato mandato ai legali di difendere la propria onorabilità. – prosegue la nota del Carroccio – Tosato e la Lega chiederanno un milione di risarcimento danni a testa: la cifra sarà interamente devoluta agli orfani di guerra ucraini”. Secondo i suoi accusatori, il senatore Tosato avrebbe svolto il compito di intermediario tra Italia e Russia, con il compito specifico di fare propaganda pro Putin in Parlamento.
Tra i vari documenti pubblicati da l’Espresso, infatti, uno in particolare riporta una comunicazione avvenuta tra lo stesso Tosato ed una collaboratrice del miliardario russo Konstantin Malofeev, ritenuto un fedelissimo di Vladimir Putin. In questa conversazione si parlerebbe di un compenso di 20mila euro. C’è da aggiungere che lo stesso senatore leghista, secondo quanto riporta Fanpage, nel 2014 si fece portatore della richiesta al governo italiano di annullare le sanzioni contro la Russia, adottate subito dopo l’occupazione della Crimea.
Potrebbe interessarti anche: Russia, deputato Lega: “Sono a San Pietroburgo, pronto per andare in Donbass”