Salvini esce dalla crisi d’agosto di governo molto ridimensionato. I numeri parlano chiaro: netto calo della fiducia in lui da parte degli italiani e flessione dei consensi per la Lega. Inoltre, le ultime rilevazioni dicono che le percentuali della coalizione di governo sono più o meno analoghe a quelle dell’opposizione. Alessandra Ghisleri, direttore di Euromedia Research, ha condotto un’analisi del sentiment degli elettori nei confronti della crisi: “A prevalere sono stati confusione e rabbia, unite allo sconcerto per non aver capito”.
“Ai più questa rottura del sodalizio gialloverde è apparsa personale, non sui temi. E Salvini ha pagato in termini di fiducia: dal 40 per cento è sceso al 37 ma soprattutto è stato scavalcato dal premier Conte”. Fabrizio Masia ha fatto una prima rilevazione del consenso delle forze politiche, proprio sul finire della crisi: “Il Pd non è distante dal voto delle Europee (22,7%) e dunque non ha subito sconquassi, mentre i 5Stelle hanno avuto un rimbalzo positivo, attestandosi al 19-20%”. Una sorta di effetto Conte.
La Lega è scesa rispetto alle rilevazioni di inizio agosto, dal 38 al 34: ha perso quello che aveva guadagnato dopo il voto per Strasburgo. Fi e Fdi sono entrambe attorno al 7 per cento”. E soprattutto, conferma Masia, gli ultimi sondaggi testimoniano le perdite di Salvini negli indici di popolarità e fiducia: “Quaranta giorni fa superavano il 50 per cento. Ora siamo 8 punti più giù. Conte, se non ha superato l’ex ministro, lo ha raggiunto”. Salvini, dunque, non ha sofferto semplicemente un errore politico, ma con quello ha perso il suo alone vincente.
Se il nuovo governo riesce a realizzare almeno una parte dei 26 punti, se bloccherà l’aumento dell’Iva e inciderà subito su tasse e lavoro, il trend di crescita di Pd e M5S si accentuerà. Attualmente le distanze fra maggioranza e opposizione non sono forti.
“Il dato certo – commenta Pietro Vento (Demopolis) – è che allo stato attuale Salvini per essere competitivo ha bisogno di Berlusconi. Fino a un mese fa non era così”. Demopolis ha stimato non solo la fiducia in Conte (pari al 53%) ma ha sondato anche il giudizio degli elettori “rosso” e “giallo” nei confronti del nuovo esecutivo: “Lo valuta positivamente il 75 per cento di chi vota il M5S e quasi l’80 per cento degli elettori del Pd.
Elemento non scontato: si tratta di due elettorati che, in un mese, hanno modificato in modo significativo orientamento: ha convinto quasi tutti l’obiettivo di evitare il ritorno alle urne”.
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