Il video di Beppe Grillo in difesa del figlio Ciro, accusato di violenza sessuale, ha avuto tanti effetti politici ed extra politici. Ma il dato certo è che il M5S, con quella sparata fuori luogo, ha perso in una settimana un punto interno nei sondaggi. Second Swg, nei sondaggi realizzati per il Tg di La7, il M5s scende al 17,4%: una settimana fa era al 18,4. Cosa è successo negli ultimi sette giorni? Spiega Il Fatto: “È deflagrata la vicenda legata alle accuse di stupro per il figlio del fondatore del M5s. Proprio lunedì scorso Beppe Grillo aveva pubblicato un video sui social per prendere le difese del figlio, sotto inchiesta insieme a tre amici da parte della procura di Tempio Pausania”. (Continua a leggere dopo la foto)
Un filmato molto contestato che ha avuto come effetto quello di trasformare l’indagine sul figlio in un caso politico. I sondaggi rivelano: “Per quanto riguarda gli altri partiti, da segnalare che la Lega ha ripreso terreno proprio nei giorni in cui il pressing per le riaperture di Matteo Salvini si è tradotto in un allentamento delle restrizioni anti contagio. Negli ultimi sette giorni il Carroccio guadagna uno 0,6% che lo porta al 21,8. Perde quattro decimali Fratelli d’Italia che scende dal 18 al 17,6%, la stessa percentuale guadagnata da Forza Italia, che ora è al 6,8”. (Continua a leggere dopo la foto)
Nel centrosinistra, invece, i sondaggi attestano: “Stabile al 19,1% il Pd, mentre guadagna uno 0,3% Sinistra italiana che sfonda il muro del 3 percento. Poco più sopra c’è Azione di Carlo Calenda (al 3,6 in discesa di uno 0,1) mentre toccano i due punti percentuali i Verdi. E Matteo Renzi? Evidentemente il pressing per le riaperture che ha premiato la Lega non ha avuto alcun effetto su Italia viva. Anzi: il partito fondato dall’ex premier perde ancora voti (uno 0,2%) e secondo Swg scende addirittura sotto i due punti percentuali”. (Continua a leggere dopo la foto)
Per i renziani si tratta di un minimo storico, già toccato nell’aprile del 2020. Renzi a questo punto dovrà capire cosa fare, e all’interno del suo partito i malumori crescono. Sono in tanti, ora, a temere di non tornare più in parlamento. È facile ipotizzare, dunque, qualche mossa nei prossimi mesi. Si salvi chi può.
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