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Nonostante le accese discussioni politiche riguardanti il caso Almasri e le recenti relazioni parlamentari dei ministri Nordio e Piantedosi, l’ultima Supermedia AGI/YouTrend evidenzia una stabilità nelle intenzioni di voto degli italiani. Fratelli d’Italia si conferma al 29,5%, mantenendo il primato, seguito dal Partito Democratico al 23,3%, con una differenza di poco più di sei punti percentuali. Le polemiche e le proteste dell’opposizione sembrano non aver influenzato significativamente l’opinione pubblica.
Analizzando i dati dei principali istituti demoscopici, emergono variazioni minime:
- Noto: FdI stabile al 30,5%, Pd in lieve calo al 24%.
- SWG: FdI registra un decremento dello 0,3%, mentre il Pd cresce dello 0,4%.
- Ipsos: FdI in aumento dello 0,2%, Pd in crescita dello 0,3%.
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Nel medio termine, si osservano due cambiamenti degni di nota:
- Forza Italia: diminuisce dal 9,5% al 9,2%.
- Movimento 5 Stelle: aumenta leggermente dello 0,2%.
Tra i partiti minori, Azione scende dal 2,9% al 2,6%, avvicinandosi alla soglia di sbarramento del 3%, mentre Italia Viva mostra una tendenza positiva.
Il caso Almasri si inserisce in un contesto di tensione crescente tra governo e magistratura. Secondo il Rapporto “Gli italiani e lo Stato” di Demos, solo il 43% degli italiani ripone fiducia nei magistrati, percentuale che scende al 39% nel sondaggio EMG, dove meno della metà degli intervistati assegna alla magistratura un voto sufficiente.
Interrogati sullo scontro tra la premier Giorgia Meloni e le toghe, il 42% degli intervistati si schiera con la presidente del Consiglio, mentre il 39% sostiene i magistrati. Inoltre, il 46% degli italiani considera l’indagine su Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano inopportuna, mentre il 44% la ritiene legittima.
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Per quanto riguarda le cause della liberazione e del rimpatrio immediato di Almasri, il 52% degli italiani ritiene che sia stata una scelta politica dettata dalla “ragion di Stato”, mentre solo il 21% crede alla versione ufficiale del ministro Nordio, secondo cui si è trattato di un errore burocratico.
Infine, il 43% degli intervistati sostiene che il governo abbia agito nell’interesse dell’Italia, mentre il 35% è di opinione contraria. L’apertura di un’inchiesta da parte della Corte Penale Internazionale sull’operato dell’esecutivo potrebbe influenzare queste percezioni nei prossimi mesi.