Le elezioni del 4 marzo 2018 hanno segnato uno spartiacque per la politica italiana. Ma oggi chi voterebbero gli italiani? Gli ultimi sondaggi elettorali. Le polemiche sul decreto fiscale collegato alla manovra sembrano aver favorito un balzo in avanti del Movimento Cinque Stelle, mentre la Lega resta stabile nei consensi degli italiani. Secondo il sondaggio settimanale di Swg per il TgLa7, il movimento guidato da Luigi Di Maio ha guadagnato un punto percentuale nell’ultima settimana arrivando al 29,1 per cento.
Si assottiglia dunque il vantaggio della Lega, che resta comunque la prima forza politica del paese, con un consenso pari al 30,4 per cento (-0,1 per cento nell’ultima settimana). Il Partito democratico guadagna 0,4 punti e si piazza al 17,5 per cento, mentre Forza Italia e Fratelli d’Italia perdono terreno.
I risultati in sintesi: Lega 30,4 per cento; M5S 29,1 per cento; Pd 17,5 per cento; Forza Italia 7,5 per cento; Fratelli d’Italia 3,7 per cento; Liberi e Uguali 2,7 per cento; Più Europa 2,7 per cento; Potere al Polo 2,3 per cento. Questo trend non fa altro che confermare, in realtà, quanto si vocifera in queste ore: visto il caos a livello europeo e il fiato sul collo di Commissione e mercati finanziari, Lega e Movimento 5 Stelle sarebbero intenzionati a staccare la spina.
Votare prima salverebbe l’esecutivo dalla quasi certa crisi finanziaria e bancaria (anche se continuano a urlare contro Europa e mercati). I prossimi quindici giorni saranno fondamentali per capire se il voto anticipato sarà un’ipotesi concreta.
L’ipotesi di un commissariamento dell’Italia, al momento, non è così azzardata come loro vogliono in realtà far sembrare. Quindi ecco la via più semplice: una campagna elettorale giocata tutta all’attacco di Bruxelles, con il bilancio italiano nel frattempo congelato e in esercizio provvisorio. Uno scenario estremo, al sangue per gli italiani, ma che nella spietata e cinica logica politica porterebbe sono vantaggio ai due leader attualmente al comando, Salvini e Di Maio.
Salvini, oltre al suo enorme consenso, potrebbe ricompattare il centrodestra da padrone assoluto della scena e fagocitare altri voti, raggiungendo una maggioranza molto forte. I 5 Stelle, invece, resterebbero al loro solitario 30%. E il PD? Sarebbe preso alla sprovvista: a febbraio presumibilmente sarà ancora senza leader e senza una coalizione. Tutto di guadagnato, no?
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