A Bonassola, in provincia di La Spezia, è rivolta dei fedeli contro il vescovo del capoluogo Luigi Ernesto Palletti. A scatenare la rabbia della comunità cattolica è stata la decisione del vescovo di sospendere a tempo indeterminato dall’esercizio delle sua funzioni don Giulio Mignani. La colpa del parroco di Bonassola sarebbe stata quella di essere favorevole a pratiche come aborto, eutanasia o matrimoni gay. Circa 500 le persone che hanno protestato in piazza.
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“Qui ora sarei troppo di ingombro. – dichiara sconsolato don Giulio al Fatto Quotidiano – Ma più che per me, sono dispiaciuto per le persone che mi hanno scritto, sentendosi a loro volta, per l’ennesima volta, colpite ed escluse. Molti preti mi spiegano che, pur pensandola come me, preferiscono non esporsi troppo pubblicamente. Ma non credo sia una questione di ipocrisia: ritengono che sia più importante fare di tutto per restare sacerdoti. Fuori dalla Chiesa perderebbero molte occasioni di sostenere e accompagnare chi ha più bisogno”.
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I fedeli intanto contestano “la severità anacronistica con la quale è stato preso questo provvedimento”. Qualcuno parla del vescovo come di uno che “qui nessuno conosce. Che si è accanito su un ‘prete in uscita’ che senz’altro piacerebbe all’attuale presidente della Cei Matteo Zuppi e a Papa Francesco. È sempre impegnato per gli anziani, i più poveri e chi si sente ai margini, ascolta senza giudicare, segue i giovani con attenzione e cura e tra l’altro, da quando è qui, la chiesa è tornata a essere vissuta e partecipata”.
La scelta del vescovo è ritenuta “autoritaria e non rispettosa della Chiesa, intesa come popolo cristiano in cammino. Un provvedimento preso da qualcuno che forse è esperto di codici di diritto canonico ma certamente non è appassionato del messaggio evangelico di amore, misericordia e accoglienza”. Dal comitato #iostocongiulio spiegano che “don Giulio si è sempre e solo limitato a fare suoi gli interrogativi che si pone buona parte della comunità cristiana su temi etici come matrimoni omosessuali e relativa benedizione, possibilità di rifiutare forme di accanimento terapeutico o decidere sul proprio fine vita, accoglienza e vicinanza alle donne che scelgono di interrompere la propria gravidanza. Non ha mai preteso di imporre un suo punto di vista, né si ha mai messo in discussione dogmi o altri punti centrali del messaggio evangelico”.
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