Nonostante la dura presa di posizione del leader del M5S Giuseppe Conte contro l’aumento delle spese militari, il governo guidato da Mario Draghi sembra deciso ad andare dritto per la sua strada. Come riferisce Repubblica, l’incremento di queste spese fino al 2% del Pil sarà segnalato già nel Def (Documento di Economia e Finanza). Se poi Conte dovesse decidere di tirare troppo la corda e di andare dritto per la sua strada, aggiunge il quotidiano, il premier chiederà alla maggioranza che lo sostiene di “contarsi in Parlamento”.
Insomma, un ipotetico voto di fiducia in Parlamento sull’aumento delle spese militari rischia di stravolgere l’attuale maggioranza. Bisogna infatti considerare che sia il Pd che Fratelli d’Italia sono totalmente favorevoli a questa scelta. Inoltre, lo stesso M5S rischierebbe di spaccarsi tra favorevoli e contrari, tra i sostenitori della linea del ministro degli Esteri Luigi Di Maio e quelli di Conte, tanto per essere chiari.
Un potenziale spartiacque sul destino del governo Draghi è rappresentato dall’incontro avvenuto ieri tra il premier e il leader pentastellato. Draghi si sarebbe reso conto, sempre secondo la versione di Repubblica, che Conte “continua a minacciare una crisi di governo, pretendendo che si rinneghino patti internazionali già sottoscritti”. A quel punto l’ex banchiere avrebbe perso la pazienza avvertendo il suo interlocutore che Palazzo Chigi intende “rispettare e ribadire con decisione gli impegni” presi sulle spese militari.
“In un momento così delicato alle porte dell’Europa” non si può mettere in discussione questa decisione. “Se ciò avvenisse verrebbe meno il patto che tiene in piedi la maggioranza”, avrebbe minacciato Draghi. Dopo questo sfogo il premier è salito anche al Quirinale dove si è trovato in “totale sintonia” con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. E così ora tra lui e Conte la tensione è ai massimi livelli. Entrambi infatti sembrano intenzionati a non cedere. “Il presidente del Consiglio non ha fatto un passo in avanti ma io non ne ho fatto uno indietro. Le posizioni restano distanti”, si sfoga Conte con i suoi.
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