La commissione Bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla manovra che equipara le atlete ai colleghi maschi: una modifica grazie alla quale vengono estese alle donne le tutele previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportivo e in più le società sportive femminili che stipulano con le atlete contratti di lavoro sportivo avranno diritto a un esonero dei contributi previdenziali e assistenziali al 100% per tre anni, fino al 2022.
emendamento grazie al quale le atlete italiane diventano professioniste a tutti gli effetti. Un traguardo questo raggiunto non a caso nell’anno del boom del calcio femminile, con una nazionale che ai mondiali in Francia ha tenuto milioni di appassionati davanti agli schermi.
A commentare la notizia è stata l’ex presidente della Camera e deputata dem Laura Boldrini che, attraverso le pagine di Fanpage, ha definito questo “un importante passo avanti” nella lotta per la parità dei sessi. “Questo emendamento rappresenta un cambio di passo, che cancella quella che fino ad ora era una discriminazione insopportabile nel mondo dello sport, e non solo . Si tratta di un’ulteriore tappa di un percorso che era già stato avviato durante il governo Conte I. Io avevo proposto degli emendamenti al disegno di legge del governo in materia di ordinamento sportivo”.
L’introduzione del professionismo femminile è stata per Boldrini un’occasione per rilanciare più i generale la questione del “gender pay gap”, ovvero della differenza salariale tra uomo e donna. Nel nostro Paese questa può arrivare anche al 20% di differenza nella retribuzione fra uomo e donna, a parità di mansione e di ore lavorate: nella classifica del World Economic Forum siamo all’82 esimo posto.
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