La terza ondata agita i sonni del governo, preoccupato all’idea che a gennaio il Paese possa ripiombare nell’incubo coronavirus. E così mentre alcune Regioni si apprestano a cambiare colore, con Lombardia, Piemonte e Calabria che passeranno da zone rosse ad arancioni e Liguria e Sicilia che tornerannogialle, nei pensieri giallorosso l’imperativo resta quello di “non correre rischi”. Nessuna riapertura, dunque, a ridosso delle festività, per evitare che gli assembramenti portino nuove impennate nei contagi.
Il prossimo dpcm, che Palazzo Chigi spera di firmare già il prossimo 2 dicembre, potrebbe così essere all’insegna delle restrizioni, salvo cambiamenti d’idea dell’ultima ora: spostamenti vietati tra le Regioni, anche quelle in fascia gialla, con la sola deroga del rientro a casa dei residenti. Nessuna possibilità, dunque, di andare a trovare anziani e parenti lontani, anche se si ragiona ancora sulla possibilità di introdurre nuove eccezioni. Gli impianti sciistici resteranno chiusi, mentre il coprifuoco potrebbe essere mantenuto alle 6.


A serio rischio anche la possibilità di uscire di casa per Capodanno: la parte più rigorista del governo è infatti convinta della necessità di lasciare il coprifuoco alle 22 sia il 25 che il 31 dicembre, senza concedere eccezioni. Sforzi gravosi, quelli che gli italiani si troveranno ad affrontare. E però considerati necessari dal governo per evitare che gli scenari peggiori possano ripetersi. La parola d’ordine, in questo momento, è “sicurezza”.
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