Un’ipotesi che prende sempre più piede, quella della nascita di un governo di legislatura tra M5S e Pd, insieme per superare la crisi di governo aperta dalla Lega di Salvini. Con tanto di nomi che già iniziano a circolare per il ruolo più delicato, quello di futuro premier di un’eventuale, nuova maggioranza. Si è parlato a lungo di una personalità non iscritta alle due forze politiche (come Cantone, ma circolano anche i nomi di Enrico Giovannini e Gianmaria Flick) o un Conte bis.
Nel primo caso Di Maio resterebbe vice premier, affiancato da un esponente Pd. Si parla del capogruppo alla Camera Graziano Delrio, renziano ma stimato da tutte le anime del partito, o più probabilmente dell’ex ministro dei beni culturali Dario Franceschini, fin dallo scorso anno propugnatore del governo M5s-Pd. Se sostituito, l’attuale premier Conte sarebbe il candidato naturale per il ruolo di commissario Ue. Ma lui, Conte, vorrebbe guidare anche il nuovo governo, e una parte del Movimento lo sostiene: la sua conferma però declasserebbe Di Maio a ministro, sia pure di peso, e porterebbe a un vice unico, indicato dal Pd.
Oltre ai due già citati si fa anche il nome di Andrea Orlando. In caso di Conte bis il nome del candidato in Europa sarebbe quello dell’attuale ministro degli esteri Moavero Milanesi. Ma si va profilando anche una terza possibilità: che, su impulso del Quirinale l’incarico di formare il governo vada al presidente della Camera, Fico.
Si ritornerebbe a un anno fa, quando proprio Fico ottenne un mandato esplorativo da Mattarella, e il tentativo fu bruscamente stoppato da Renzi in un’intervista tv da Fazio. Si ricomincerebbe da lì, ma con prevedibili sconquassi nell’assetto di vertice del M5s, con tutti gli altri big ridimensionati, a cominciare da Di Maio. E non solo: si libererebbe la poltrona più alta di Montecitorio, a cui Fico fu eletto dopo l’accantonamento del candidato indicato dai 5 stelle, che era Riccardo Fraccaro. Ma di sicuro il Partito Democratico la rivendicherebbe per sé.
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