Operatori balneari avviliti di fronte alle nuove regole di sicurezza sulle spiagge italiane. Non bastava il coronavirus a mandare in crisi il settore, ci si è messo di mezzo anche il governo, per mano dell’Inail. Le nuove regole da tenere in spiaggia sembrano paradossali: la guerra dello spazio sotto sotto l’ombrellone, con i cinque metri di distanza tra le file e quattro e mezzo tra l’uno e l’altro, fissati da Istituto superiore della sanità (Iss) e Inail, sono piovuti come una mazzata sul mondo dei bagni tricolori. “In autobus basta un metro e mezzo – ha sostenuto Fabrizio Licordari, presidente di Assobalneari – . Perché al mare dovrebbe essere diverso?”. Il rischio delle norme “allontana-sdraio”, dice il tam-tam dei 30 mila stabilimenti italiani, è chiaro: “Se queste indicazioni passeranno molti di noi semplicemente non apriranno”. Ed ecco che quei protocolli sul distanziamento sono stati bollati come “insostenibili” dai titolari degli stabilimenti balneari: ridurrebbero di un terzo i posti al ristorante e ancora di più negli stabilimenti balneari, provocando “gravi danni” a tutto il settore. Un messaggio trapelato ieri, dalle associazioni delle imprese al governo, al termine dell’incontro con il ministro Stefano Patuanelli. La protesta, dunque, è già scattata.



Una delle regole sulla sicurezza che sta già facendo molto discutere nel settore è sul web, è una parte forse solo apparentemente marginale. Quella sui bagnini, addetti, tra le altre cose, anche al “salvamento”. A loro l’Inail chiede di non avvicinarsi troppo in caso di bagnante con problemi di annegamento.
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