Le previsioni del governo gialloverde sulla crescita del Paese sono troppo ottimiste. A dirlo non è l’opposizione ma l’agenzia di rating internazionale Standard & Poor’s. La posizione degli analisti sul prodotto interno lordo nazionale nel 2019 si riassume così: il capoeconomista per l’Europa dell’agenzia di rating Usa Sylvain Broyer, a Milano per una presentazione, ha detto che la previsione dell’esecutivo di crescere dell’1% nell’anno “è ottimistica”, mentre S&p vede un incremento “più lento, al ritmo dello 0,7%, con consumi stabili ma qualche problema sull’offerta, e prospettive più basse di altri paesi Ue sugli investimenti”.
Secondo Broyer la prospettiva sarà più chiara dopo i dati sulla produzione industriale di dicembre e gennaio, che comunque potrebbero essere meno negativi rispetto a novembre”, chiuso con un calo del 2,6%. “Siamo in una fase discendente del ciclo ma siamo ancora lontani, nello scenario base, da una recessione e anche da una stagnazione a meno che i fattori temporanei che hanno pesato sulla produzione si rivelino permanenti”.
Difficile e complicato, secondo Mirko Sanna, director financial institutions di S&P, un consolidamento “con operazioni di tipo industriale”, anche perché “internamente siamo in una situazione di emergenza” in cui, negli ultimi due anni, hanno prevalso acquisizioni “per default, per liquidazione”.
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Sanna evidenzia che “internamente ancora siamo in una situazione di emergenza” che è caratterizzata da istituti di credito che “hanno considerato un buon metodo” acquisire delle banche “gratis” e “completamente ripulite per aumentare le proprie economie di scala senza avere costi di acquisizione e di pulizia”.
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