Stangata sull’energia dei condomini. Il primo aprile sono scadute le garanzie del “mercato sotto tutela” dell’energia in Italia. D’ora in poi aziende e condomini sono obbligati a passare al mercato libero. Saranno drammatiche le ricadute per le famiglie italiane e per le aziende di tutte le categorie. Dietro la scadenza, la mera decisione politica del governo, che non fa nulla per evitare una vera stangata. Fino al 31 marzo, infatti, risultavano ben sette milioni di italiani in regime di tutela.
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Governo, la stangata sui consumi dei condomini
Arriva la stangata sull’energia dei condomini. I sette milioni di italiani che erano in regime di tutela fino al 31 marzo, infatti, corrispondono al 36% delle utenze domestiche. E le aziende sotto lo stesso regime sono 4,1 milioni. La distinzione tra mercato sotto tutela e il mercato libero si trova Decreto legislativo del 23 maggio del 2000, numero 164. Era il cosiddetto governo D’Alema, che attuava il decreto liberalizzazioni di Bersani. Nel corso del 2022 si ipotizzava l’entrata in vigore del cambiamento già da gennaio, ma si era pensato a una proroga per uscire dalla fase più dura dell’inverno, con il Decreto Aiuti quater, emanato dal governo Meloni il 18 novembre 2022.
A ottobre 2022, però, il presidente dell’Unione nazionale dei consumatori, Massimiliano Dona, aveva dichiarato: “Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, per la luce una famiglia passa dal +57,3 del Mercato tutelato al +135,9 del Mercato libero“. Più del doppio. Anche il Codacons si è concentrato per fare chiarezza sulla questione. Finora le attività con meno di 10 dipendenti restavano nel mercato tutelato. Il passaggio obbligatorio al mercato libero interesserà, dunque, anche le aziende che fatturano meno di 2 milioni di euro, hanno meno 10 dipendenti e contratti di fornitura con meno di 15 KW di potenza disponibile.
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Mercato libero, quali consumi coinvolgono i condomini e le aziende
Per i condomini, invece, saranno coinvolti ascensori, cancelli elettrici, illuminazione di scale, giardini, cantine e altre aree comuni. I condomini sono stati equiparati alle microimprese con potenza impegnata inferiore ai 15 KW. Secondo il Codacons, il passaggio poterà “diffusi e ovvi rincari in bolletta, particolarmente per i condomini di medie e grandi dimensioni, quelli cioè dove il consumo di energia è più elevato: il solo utilizzo degli ascensori impatta per il 20% sulle spese di condominio”.
Prosegue la nota: “Se per i primi tre mesi dell’anno le condizioni saranno quelle del mercato di tutela senza maggiorazioni, una volta terminato questo periodo, chi non ha ancora trovato un operatore nel mercato libero subirà un rincaro in bolletta che può andare dai 10 ai quasi 19 centesimi/smc“. “Per questo è bene che gli amministratori che ancora non hanno individuato un fornitore sul mercato libero confrontino al più presto tutte le offerte, in modo da trovare quella che garantisce il più alto risparmio sui costi energetici”.
Scadenza del mercato sotto tutela, ulteriori rincari dopo il 30 settembre
I condomini che non sono passati al mercato libero entro il primo aprile 2023 finiranno per pagare bollette più alte. Chi non si sia adeguato, finisce in automatico nel meccanismo detto del “Servizio a tutela graduale”, previsto da Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. I fornitori sono disposti attraverso procedure concorsuali e ogni area territoriale sarà servita da un solo fornitore con le proprie tariffe. Anche Confcommercio, in una nota ufficiale, aveva sottolineato che “il prezzo medio delle offerte nel libero mercato è cresciuto del 78% rispetto a un anno fa” e che “il mercato tutelato offre maggiori garanzie su prezzi”.
E adesso, fino a quando durerà questa situazione? Se gli interventi degli interessati non produrranno effetti, l’aumento durerà fino al 30 settembre. Dopodiché saranno possibili ulteriori rialzi.
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