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Starbucks apre a Milano: nuove assunzioni

«Il mio sogno si sta avverando. See you soon». Firmato Howard Schultz. Questa la scritta che campeggia sul maxi-poster svelato in Piazza Cordusio, sulla facciata del Palazzo delle Poste. Perché questa, ormai si sa, sarà la sede del primo Starbucks ad aprire in Italia.

«Ci abbiamo impiegato un po’ di tempo per trovare il luogo adatto. Ma quando mi sono imbattuto nell’ex Palazzo delle Poste, ho saputo che quella sarebbe stata la location perfetta per rendere onore all’arte del caffè e portare rispetto alla cultura italiana unica in cui sarà servito», ha commentato il numero uno di Starbucks incontrando anche il sindaco Giuseppe Sala.

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Come candidarsi?

Sono ufficialmente aperte le selezioni del personale per il nuovo Starbucks (prima assoluta in Italia) che aprirà in Cordusio nell’autunno 2018, a Milano. Le candidature possono essere inviate attraverso il sito ufficiale della Starbucks Reserve Roastery. Si parte con 150 posizioni; altri 150 lavoratori si aggiungeranno le altre caffetterie che la multinazionale prevede di aprire in Lombardia, in collaborazione con il gruppo Percassi. Le candidature andranno inviate entro il 28 febbraio 2018.

E la Milan Reserve Roastery sarà la prima ad aprire in Europa, Medio Oriente e Africa: la caffetteria con torrefazione ha infatti fatto il suo debutto “a casa”, a Seattle, nel 2014, e le prossime dovrebbero arrivare a Shanghai quest’anno e a New York e Tokyo l’anno prossimo, proprio come Milano.

Si tratta di contratti per lo più a tempo indeterminato e full-­time, con benefici speciali. Tra i benefici anche i titoli azionari che Starbucks offre ai propri dipendenti: si chiamano “bean stock”. Ovvero titoli azionari che Starbucks offre ai propri dipendenti con l’intenzione di condividere un percorso anche di valorizzazione in Borsa.

Una vera e propria torrefazione in centro. Ma perché la scelta è stata Milano?

50 anni fa la fiorente cultura milanese del bar e del caffè espresso ispirarono un giovane imprenditore in vacanza in Italia. L’imminente apertura a Milano dello Starbucks Reserve Roastery, Teatro del caffè, segnerà il ritorno in quella città che per prima inspirò il Brand Starbucks. Ma non si tratta del classico Starbucks. Il Reserve Roastery, un vero e proprio omaggio alla cultura del caffè, accoglierà clienti da tutto il mondo, “farà vivere loro un’esperienza unica in un ambiente esclusivo e coinvolgente”, scrive in una nota il gruppo.

Milano ha molto da offrire al Roastery di Starbucks, non solo perché immersa nella cultura del caffè e perché detentrice di una profonda conoscenza di questo prodotto, ma anche per la sua devozione verso l’architettura classica, l’interior design e il suo approccio alla customer experience. Il concetto della Reserve Roastery poi si espanderà nel mondo con altri venti o trenta punti vendita, ma porterà un grosso contributo italiano con sè: i prodotti da forno serviti, infatti, saranno quelli della nostra Princi, a cominciare, naturalmente, dalla caffetteria Starbuck milanese.

Il bartender, grazie alla sua passione per la qualità, la tradizione e l’autenticità, renderà unica ogni singola esperienza. E’ una cosiddetta Roastery, cioè un locale grande e arredato in modo più elegante del solito nel quale viene prodotto il caffè, in modo che i clienti possano vedere le varie fasi della lavorazione, una torrefazione insomma. Costruiranno una vera e propria fabbrica del caffè e un centro di panificazione con l’alleato italiano Princi. Sarà il negozio più grande d’Europa. Sì, perché il primo locale di Starbucks nel capoluogo lombardo sarà diverso da quelli che siamo abituati a vedere negli Stati Uniti e nelle altre parti del mondo: non sarà la classica caffetteria, ma una sorta di torrefazione 2.0.

Lo Starbucks di Milano, quindi, sarà oltre 2.400 metri quadrati – l’intero palazzo delle Poste – e, le parole di Schultz, “sarà il nostro fiore all’occhiello”. “C’è voluto tempo per trovarlo, ma la prima volta che sono passato davanti all’edificio di piazza Cordusio – ha raccontato in una nota l’ad – ho capito che sarebbe stato il posto perfetto per dare onore all’artigianalità del caffè e dare omaggio alla cultura italiana”. Cultura che sarà omaggiata anche con la creazione, firmata Starbucks, di cinque nuovi caffè, oltre al tradizionale – e immancabile – espressoRiconosciamo quanta passione per il caffè e quanti baristi di talento ci siano in Italia e ora possiamo condividere di più sulle opportunità di lavoro che si stanno creando.

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starbucks-milanoPerché i franchising anglosassoni prendono piede in Italia?

È cosa risaputa che dall’America arrivano nuove tendenze, nuove mode e soprattutto moltissime idee di business, ed ovviamente, il franchising non può esimersi dal non prenderle in seria considerazione. Non soltanto per il semplice fatto che la stessa partnership ha chiare origini a stelle e strisce, ma soprattutto perché la maggior parte degli imprenditori italiani tendono ad ispirarsi a nuove idee proprio statunitensi per realizzare la propria attività e finalmente raggiungere il tanto sospirato successo. Ma questa volta sarà l’Italia ad accogliere una delle più famose catene americane di caffetterie più amate al mondo la Starbucks Reserve Roastery.

Nonostante, il nostro Bel Paese sia la patria del buon caffè, tuttavia, molti italiani non vedono l’ora di assaggiare il frappucino senza dover oltrepassare i confini nazionali. Si sa che la moda italiana è celebre in tutto il mondo. La città di Milano è uno dei più importanti e prestigiosi centri della moda mondialePer non parlare del  design italiano, si fa riferimento a tutte le forme di disegno industriale inventate e realizzate in Italia, compresa la progettazione di interni, la progettazione urbana, il design della moda e la progettazione architettonica.

Un franchising che potrebbe destare un clamoroso successo è proprio quello di  Starbucks in Italia. Fra le bevande calde più consumate dagli italiani, l’espresso detiene da sempre il primato assoluto.  La bevanda che la maggior parte degli italiani – e non solo – consuma quotidianamente, uno dei simboli del made in Italy e uno dei prodotti più amati e apprezzati nella Penisola.

Il caffè fece la sua comparsa a Venezia intorno al 1570. Il merito di averlo introdotto in Italia spetta al padovano Prospero Alpino, noto botanico e medico, che ne portò alcuni sacchi dall’Oriente. La sua storia affonda le radici nella Torino di fine Ottocento, in seguito all’invenzione di una macchina brevettata da Angelo Moriondo nel 1884, ma dobbiamo aspettare i primi del Novecento perché l’espresso si diffonda lungo tutto lo Stivale.

Oggi in Italia iniziano a svilupparsi circuiti di baristi molto validi, professionisti appassionati, curiosi e preparati che hanno deciso di restituire valore alla bevanda tanto amata dagli italiani, portando nuovamente alla ribalta la figura del barista, anche per la diffusione della cultura del caffè di qualità. Un sogno che si avvera per Howard Schultz, il presidente esecutivo di Starbucks che si innamorò dei caffè all’italiana durante il suo primo viaggio nel Bel Paese nel 1983 e che 35 anni dopo riuscirà finalmente ad aprire il primo Starbucks «tricolore».

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