Giovanissima, intraprendente e determinata. Abbiamo intervistato Roberta Musarò, Ceo e co-founder di Medyxcare, la startup che si prende cura dei pazienti attraverso servizi online e mobile per ricordare loro i farmaci da assumere e i controlli periodici da non perdere.
Roberta Musarò racconta a Business come un brutto fatto personale abbia scatenato il desiderio di fare qualcosa di concreto, a servizio della comunità. Con molta fatica e altrettanto coraggio, la giovane donna è riuscita a farsi strada in un settore prettamente maschile, dove inoltre il radicamento alle abitudine e agli strumenti del passato è forte.
Startup Medyxcare: com’è nata?
La nostra startup nel settore del customercare è innovativa e a vocazione sociale. Si tratta di preservare la salute delle persone, che ha in sé una componente sia personale che comunitaria.
Dalle nostre ricerche abbiamo riscontrato che un numero di 7 persone su 10 ha problemi nell’assunzione precisa e corretta di farmaci, e altrettanti problemi nel rispettare i controlli medici. Che si tratti di una terapia post operatoria, oppure di seguire una cura per una malattia, la maggior parte delle persone tende a non rispettare il trattamento in modo adeguato, con il rischio di ricadute o l’insorgenza di problemi seri che ne causano un ulteriore ricovero ospedaliero. Per lo più si tratta di anziani non seguiti, ma non solo: è compresa anche la fascia d’età che comprende persone dai 40 ai 60 anni che lavorano e conducono molto vite frenetiche. Per questo è nata Medyxcare: la nostra startup è capace di offrire assistenza ai pazienti coinvolti, ricordando loro le terapie da seguire e i controlli da fare. Tramite alert, sms o chiamate vocali, sollecitiamo il paziente affinché segua correttamente i trattamenti e si rechi in tempo agli appuntamenti. Il nostro servizio fornisce inoltre anche un report sulla gestione dei pazienti per monitorare l’efficacia dei servizi.
Ciò ha un risvolto positivo non solo per chi viene seguito, che non si sente abbandonato a se stesso, ma anche per gli ospedali e le strutture cliniche, che possono così monitorare le terapie, e per il sistema sanitario in generale, che risparmia non dovendo intervenire più volte su problemi insorti da trattamento discontinuo.
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Lavoriamo con cliniche ed ospedali. Siamo partiti dai reali bisogni dei pazienti per intervenire su una necessità molto sentita, scartando ad esempio farmacie e medici di base perché troppo lontani dal nostro modo di portare avanti il servizio. Forniamo infatti un servizio gratuito per una, due settimane e l’approccio è vincente. I pazienti della nostra epoca possono fare affidamento sui dispositivi che utilizzano quotidianamente e non lo sanno. Noi forniamo gli strumenti più adeguati, per ogni tipologia di utente. Per gli anziani infatti, che non posseggono smartphone e non sanno usare whatsapp, funziona la chiamata vocale. Ogni paziente ha il suo bisogno, e noi cerchiamo di soddisfarlo al meglio secondo la nostra esperienza. Inizialmente avevamo intenzione di partire con un’app, ma quest’ultima non soddisfaceva i bisogni di tutti. Tuttavia è un progetto che tuttora perseguiamo e speriamo di realizzare entro breve. Inoltre stiamo sviluppando una Intelligenza Artificiale che si comporta come un’infermiera in carne e ossa 24h su 24. Attraverso Chatbots dedicate è possibile avere supporto, informazioni e assistenza come con una persona dedicata alle cure. Il mondo medicale, così come quello del paziente, è completamente cambiato e la tecnologia può rappresentare un valido strumento di supporto.
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Vantaggi e svantaggi di realizzare una starnup nel settore customer care
Gli svantaggi sono numerosi, in particolare nell’ambito medicale dove il sistema è saldamente ancorato a solide radici e non si apre così facilmente all’innovazione. I software sono vecchi, e solo obbligando a provare programmi nuovi e costatando che sono più efficaci di quelli passati, si vince la reticenza.
Ma l’apertura verso l’innovazione, le nuove tecnologie e il digital health è un problema ampio che affligge tutto il sistema sanitario. E pensare che una maggiore efficienza, soprattutto in termini di continuità di cure, si traduce in una riduzione dei costi della spesa sanitaria.
I vantaggi si vedono invece nel contatto diretto con il paziente, pensando che si realizza un servizio efficiente e personalizzato.
Essere donna e ricoprire il ruolo di Ceo e co-founder: quanto è difficile realizzarsi nel settore?
Molto, ma io tifo affinché si sviluppi l’imprenditorialità femminile. Noi donne abbiamo tante competenze, siamo brava a gestire più situazioni insieme e siamo molto attente ai dettagli. Nel nostro paese non è facile, c’è un problema che riguarda l’educazione in termini di scuola e famiglia. Le bambine sono spesso indirizzate verso materie umanistiche, abituate a non contrastare l’autorità, a non raccogliere le sfide, a restare indietro invece di essere coraggiose.
Questa è la causa della bassa percentuale di ragazze nel settore tecnologico e più in generale innovativo. Inoltre, molte colleghe non si sentono mai all’altezza, non sono abbastanza incoraggiate e di conseguenza non credono abbastanza in loro stesse.
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Eventi come la Female Founders Dinner di SheTech Italy possono contribuire a cambiare il trend?
Certamente! Credo molto nel network femminile, perché è importante condividere idee, esperienze opinioni e contatti. Le donne hanno bisogno di supportarsi a vicenda e trovare la strada verso l’affermazione personale anche in materie e settori come quello scientifico, visto ancora come prettamente maschile.
L’Intelligenza Artificiale soppianterà il lavoro dell’uomo? Le nuove tecnologie creeranno lavoro o lo sostituiranno?
L’Intelligenza artificiale è creata dall’uomo, quindi non potrà mai farne senza. Vedo un futuro di sviluppo, legato a nuove professioni come data analist o sviluppatori di software. In questo le donne, secondo il mio parere, avranno un ruolo centrale perché all’A.I. serve comunicare e chi meglio delle donne è in grado di farlo rendendo il messaggio più umano possibile?