In una startup l’idea pesa per l’1% sul successo del business. Il resto è esecuzione, dall’inglese “execution”. Questa è una frase che chi conosce l’ecosistema delle startup ha sentito migliaia di volte. Ed è vera. Nell’era delle startup, avere una buona idea ti porterà solo lontano. È necessario raccogliere fondi, commercializzare la propria attività e attirare i clienti, il che è probabilmente il motivo per cui il 75% delle società falliscono. Esiste una serie comune di motivi per cui le start-up lottano e falliscono, e una serie coerente di fattori che rendono il successo delle startup.
Anche se avere una buona intuizione può fare la differenza saper realizzare i passi giusti per portare un progetto da zero a cento risulta decisivo. Ma come si fa? Per fortuna, l’esecuzione non si svolge in un campo anarchico, ma segue delle regole che possono valere per tutti. Molti startupper hanno idee brillanti e pensano che bastino per far “sognare” gli investitori a occhi aperti. Peccato che chiunque appartiene al mondo finanziario, abbia una visione molto più concreta di un business.
Una regola vale sempre in questa fase: “la perfezione non esiste”. Il prototipo ha un senso proprio perché non è perfetto e va modificato rispetto alle esigenze e alle risposte del mercato.
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Quante startup falliscono?
Nove su dieci. È questa la dura realtà, una realtà sulla quale è utile meditare. Perché riflettere sul fallimento? Perché ogni imprenditore ottimista ha bisogno di affrontare la realtà di tanto in tanto. Dati crudi come questi non devono esser visti come un modo per scoraggiare ma, piuttosto, per spingere a lavorare sodo e in maniera più oculata.
Quando il fondatore di una società di avvio interrompe la propria attività, è consuetudine scrivere un tema che dice al resto della comunità cosa è andato storto. Chiamalo un fallimento post mortem. Nove su 10 startup falliscono, ed è per questo che il fallimento post-mortem è diventato così comune che è praticamente un cliché della Silicon Valley. Alcuni di questi saggi sono onesti, illuminanti e coraggiosi. Altri puntano le dita o rilasciano arretrate non scuse.
Se nessuno vuole il tuo prodotto, la tua azienda non avrà successo. Ma molte start-up costruiscono cose che la gente non vuole con la speranza irrazionale di convincerle altrimenti. L’esempio più importante di questo fenomeno è il telefono cellulare. La gente l’ha liquidata come una novità nei suoi primi giorni. Ovviamente, i telefoni cellulari non sono più una novità. Il noto co-fondatore di Apple, Steve Jobs, ha affermato che “molte volte le persone non sanno quello che vogliono fino a quando non glielo fai vedere”. Il problema è che gli imprenditori lo hanno preso a cuore. Per ogni $ 19 miliardi di aziende come Uber, il servizio di trasporto privato, ci sono innumerevoli prodotti frivoli che non prendono mai piede.
Al di là dell’idea, ci sono più motivi pratici che le startup falliscono. I fondatori sondati hanno anche citato la mancanza di capitale sufficiente (29%), l’assemblaggio della squadra sbagliata per il progetto (23%) e la competizione superiore (19%) come ragioni principali per il fallimento. La “ragione fondamentale” per cui fallisce una startup: “realizzano prodotti che nessuno vuole”. Una ricerca accurata sulle startup fallite ha determinato che il 42% di esse ha identificato “la mancanza di richiesta sul mercato per i loro prodotti” come l’unica e principale ragione del loro fallimento.
Se vuoi dedicarti a realizzare un prodotto, allore investi il tuo tempo per assicurarti che sia il giusto prodotto per il giusto mercato. Sette sono le ragioni principali per cui gli imprenditori hanno avuto un fallimento aziendale:
- Mancanza di concentrazione
- Mancanza di motivazione, impegno e passione
- Troppo orgoglio, con conseguente riluttanza a vedere o ascoltare
- Prendendo consigli dalle persone sbagliate
- Manca buon mentorship
- Mancanza di conoscenze aziendali generali e specifiche del dominio: finanza, operazioni e marketing
- Alzare troppo denaro troppo presto
Tutto ciò si concentra sul processo decisionale dell’imprenditore e sulla conoscenza generale del business.
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Che caratteristiche hanno le Startup di successo?
Gli imprenditori di successo hanno compreso che devono lavorare sul proprio business e non nel proprio business. Essendo alle prese con le minuzie delle presentazioni, le telefonate, i meeting e le email ci si può distrarre dall’essenza del proprio obiettivo di business. Ci sono un gran numero di caratteristiche a far sì che una startup abbia successo. Porsi delle domande prima di realizzare un’idea è una realtà da non sottovalutare o dare per scontato. Conoscere il lessico di base del mondo delle startup è fondamentale, bisogna farsi prima di tutto queste domande:
- Quanto pensi di essere innovativo?
- E’ il momento giusto per fondare la tua startup?
- Sei pronto per fondare legalmente la startup?
- Sei sicuro di volerla fondare in Italia?
- Sei sicuro di avere tutte le informazioni giuste? (legali, fiscali, brevetti, ecc)
- Come ti finanzierai?
- Pensi di avere un buon co-founder e un buon team?
Capire cos’è l’innovazione
L’innovazione è intrinsecamente legata all’impresa e al sistema economico, e si sostanzia nell’introduzione nel mercato di un prodotto nuovo. Deve essere introdotta nel ciclo economico ed essere capace di modificarne lo scenario e generare valore, per l’impresa stessa e per i suoi clienti. Se la creatività è avere delle idee, l’innovazione ne è l’applicazione; un’invenzione, per quanto stupefacente, non è innovazione se non trova una dimensione applicativa che garantisce un progresso sociale. Il ruolo e il dovere, anche etico dunque, di tutte le imprese è di essere innovative.
E’ il momento giusto per la tua startup?
L’idea non sempre conta. Ci sono idee imprenditoriali che sembrano interessanti. A volte però non è il momento giusto per svilupparle o ci si trova in un luogo poco adatto a renderle un progetto vincente. Una tecnologia, per esempio, non sempre giunge sul mercato con l’applicazione giusta; può anche arrivare troppo presto, quando i potenziali utilizzatori non sono pronti, o troppo tardi, quando la competizione è eccessiva. In un progetto imprenditoriale il tempo è tutto. Arrivare al momento giusto può fare la differenza tra successo e insuccesso, o meglio, può generare un vantaggio non da poco.
Pronto a fondare la startup? Ecco il percorso del registro imprese
La startup è, prima di tutto, un’impresa. Quindi nessun motivo osta al fatto che per darle vita legale venga seguita la procedura prevista dal nostro ordinamento per aprire una qualsiasi impresa: scelta della forma giuridica e costituzione di una società, apertura di una partita iva, iscrizione al registro imprese, ecc.
Essere (nella sostanza) impresa innovativa, non scaturisce dall’ iscriversi al Registro delle imprese innovative. L’innovatività è un carattere intrinseco della startup, non un’etichetta. Rimane tuttavia il fatto che l’iscrizione al Registro Imprese come startup innovativa serve a poter essere titolari di determinati vantaggi di natura burocratica e fiscale.
Tra i vantaggi il fatto che solo con l’iscrizione al registro si può accedere al Fondo Centrale di Garanzia per ottenere la garanzia da parte dello Stato nei confronti di un banca a cui si richiede un prestito, fatto che ha reso più semplice anche alle startup trovare finanziamenti presso gli istituti di credito.
Sei sicuro di voler fondare la tua startup in Italia?
Il nostro consiglio è: pensaci bene, ma in modo costruttivo. Valuta il tuo business, il tuo mercato di riferimento, la tua organizzazione societaria, il tuo team, le tue ambizioni in termini d’investimenti.
L’Italia è un Paese in cui si investe ancora poco in startup rispetto a Paesi anche confinanti, la burocrazia e la certezza del diritto rendono difficile la vita di un’impresa e la conquista d’investitori esteri; ma può essere il posto perfetto per il tipo di business della tua startup o per le competenze che servono alla tua startup.
Le informazioni giuste: e se ti servisse un avvocato?
Quando è il momento migliore per rivolgersi a uno studio legale? quando dobbiamo ancora costituire la società o nel momento in cui arrivano gli investitori? in che modo un avvocato può aiutare la start up? Si occupa solo di redigere i contratti o ci sono altri aspetti in cui può essere di supporto?
Come ti finanzierai?
La banca non è l’unico e nemmeno il più indicato strumento di finanziamento per una startup, che è un impresa ad alto tasso di fallimento e deve pertanto trovare forme di finanza alternativa.
Alcune fonti:
- il bootstrapping, vale a dire l’autofinanziamento, che può andare avanti anche per molto tempo se la startup riesce a fatturare e finanziare con la cassa il suo sviluppo; ma difficile che sia sufficiente e opportuno anche per fare il balzo dello scaleup
- Family, Friends & Fools (3F) – i primissimi sostenitori della startup, probabilmente non ti chiederanno nemmeno quote della società
- Business Angels – è una categoria molto ampia e variegata, che può in alcuni casi avvicinarsi ai fool della precedente categoria e in altri ai cugini del Venture Capital. Sono spesso figure imprenditoriali o manageriali a cui piace dare un contributo anche in termini di competenze apportate.
Hai un buon co-founder e un buon team?
Il timing è tutto per una startup, abbiamo detto sopra. Ma anche il team. E’ dal team che dipende l’execution, cioè la capacità di realizzare concretamente la missione dell’impresa, e tradurla in successo. Il team è un’asset della startup, a cui anche gli investitori danno moltissima importanza.
Il team è composto prima di tutto da te che sei il fondatore e probabilmente il leader. Oltre a te, e insieme a te, al timone della startup potrebbe esserci il tuo socio. Quando muove i suoi primi passi la startup è composta generalmente da 2-3 persone, ma già nel corso del primo anno di vita potrebbe avere la necessità di nuovi collaboratori. Le assunzioni in nessuna azienda piccola o grande, sono semplici; ma in una startup sono cruciali, poiché le persone che si cercano oltre ad avere determinate competenze e attitudini, dovranno in qualche modo “sposare” la causa ed essere pronte a lavorare con modalità molto differenti da quelle canoniche. Inoltre dovranno trovare armonia e sinergia con gli altri componenti della squadra.
“Insomma un’idea però non basta. Per farcela bisogna essere veloci, conoscere il mercato in cui si opera, avere un prodotto semplice da capire e un team forte. Con competenze complementari alle tue”.
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