C’è chi fa la corsa agli alimenti, come in Italia, chi alla cannabis, come in Olanda e chi, come negli Stati Uniti, si precipita nei negozi che vendono armi. Ecco come si affronta l’emergenza coronavirus nel mondo. Pistole, mitragliatrici, munizioni: le migliaia di negozi di armi in tutta America (decine e decine solo a Los Angeles) si sono improvvisamente ritrovati con file di 50-100 persone fuori dalle porte dei loro negozi, e scaffali svuotati di ogni munizione e arma, dando adito a tweet di ogni genere, da quelli umoristici del tipo “cosa pensano di fare, sparare al virus per annientarlo?”, a “dovranno sfondare la porta di casa mia con una AK 47 per portarmi via i miei 90 rotoli di carta igienica!”.
Come racconta Repubblica, non mancano i commenti sinceramente spaventati per quella che è sempre stata una fissazione degli americani – il diritto di portare armi – e quella che sembra essere una reazione istintiva e folle alla pandemia e alle prime imposizioni di auto isolamento da parte del governo degli Stati Uniti. In California decine di persone si sono messe in fila – senza necessariamente rispettare il metro di distanza – di fronte al negozio di armi Martin Redding di Culver City.
“I politici e gli anti-armi ci dicono da sempre che non ci servono le pistole”, ha detto uno dei giovani in fila. “Ma al momento tanta gente ha davvero paura e vuole decidere per conto suo”. E ancora: “È la sfiducia nei nostri politici che porta la gente a pensare che si dovrà difendere da solo sia contro la National Guard – che pare verrà messa nelle strade nelle prossime 72 ore – che contro la stessa popolazione, forse temendo furti e incursioni nelle loro case”, osserva un giovane trentenne pro Bernie Sanders che guardava incredulo la fila di clienti in attesa di entrare.
Da Los Angeles a Houston, da Filadelfia a Denver, dunque, i negozi di armi degli Stati Uniti hanno fatto più business che mai. La crescita nella vendita si è registrata particolarmente alta negli stati più colpiti fino ad ora dal coronavirus – California, New York e Washington – ma è cresciuta anche in aree meno colpite, dove anche primi acquirenti temono uno sgretolamento dell’ordine sociale mentre alcuni proprietari di armi temono che il governo possa usare lo stato di emergenza per limitare l’ulteriore acquisto di armi.
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