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Lilli Gruber: “Chi di noi non farebbe un’intervista con Putin? Magari”

Stavolta la protagonista dell’ultima puntata di Otto e mezzo è direttamente la conduttrice Lilli Gruber. Nello studio del talk show di La7, la giornalista si confronta sul tema dell’informazione durante la guerra in Ucraina con la collega Giovanna Vitale di Repubblica e con il conduttore di Dimartedì Giovanni Floris. La tesi della Vitale è che non dovrebbe essere dato spazio a giornalisti e politici russi sulle tv italiane. Ma la sua analisi trova contrari sia Floris che la padrona di casa.

Lilli Gruber

Lilli Gruber segue con attenzione e con un leggero fastidio il lungo intervento della collega di Repubblica. Poi chiede a Floris di commentare le sue parole. “La giornalista britannica Christiane Amanpour ha intervistato il portavoce di Putin. Qual è la libertà del portavoce di Putin? – domanda polemicamente il conduttore di Dimartedì – Noi in una guerra terrificante vogliamo sapere la Russia su quali basi si muove. Sentire Putin è la cosa migliore ovviamente obiettivamente”.

“Magari, mi viene da dire. Chi di noi non farebbe un’intervista con Putin? Chi di noi non farebbe un’intervista col ministro degli Esteri Lavrov?”, interviene entusiasta Lilli Gruber prima di ridare la parole a Floris. “Torno a dire che la Fallaci ha intervistato Gheddafi, si è tolta il velo davanti a Komeini. – insiste lui – Il lavoro del giornalista è diverso da quello del propagandista. Il giornalista si trova a dover affrontare, dal punto di vista delle opinioni, il tema di una guerra. Fa un reportage, manda dei giornalisti, invita delle persone di una parte e dell’altra. Potendo invita i dissenzienti”.

“Io ho avuto molti ospiti che hanno descritto il regime di Putin dall’interno. – spiega ancora Giovanni Floris – Ma soprattutto quando l’ospite russa ha definito la Russia un posto libero per la stampa, lo studio si è messo a ridere perché siamo un punto di confronto libero. Io non mi metto a contestare le ragioni che ti portano a un’idea. La ascolto. Se è grottesca come è quando stata negata la strage di Bucha, li ricopriamo di fonti che ci portano a dire che in Russia non c’è libertà di stampa. Questo è il momento in cui l’idea forte vince contro la debole”, conclude l’ospite di Lilli Gruber.

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