L’Italia vive un periodo di difficoltà economica che si riflette soprattutto in una brusca frenata degli stipendi. I salari dei lavoratori italiani registrano infatti l’aumento tendenziale più basso dal 1982, avvero da quando sono cominciate le serie storiche rilevate dall’Istat. Non era sostanzialmente mai accaduto che gli stipendi crescessero su base annua di appena un +0.6%: il minimo storico del +0.7% registrato lo scorso gennaio è perciò stato rotto.
Nel mese di aprile gli stipendi sono rimasti invariati rispetto a marzo, ad eccezione di alcuni specifici settori che sono riusciti a registrare degli incrementi tendenziali sicuramente più positivi: i comparti del tessile, dell’abbigliamento e della lavorazione delle pelli ha visto una crescita degli stipendi del 3.4%, così come anche il settore dell’energia elettrica e del gas ha potuto assistere a un rialzo dei salari nella misura del +1.9%.
Variazioni nulle, invece, per i settori della metalmeccanica, delle telecomunicazioni e di tutte le divisioni della pubblica amministrazione.
L’economia stenta a ripartire come si deve e la deflazione, nonostante tutto, continua a tener banco e a pesare sulla nostra economia. Pesa però anche il blocco della contrattazione che la settimana scorsa, relativamente al comparto pubblico, ha portato in piazza i dipendenti della scuola.
Alberto Mengora