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Stipendi fermi e crescita degli impegni finanziari: benessere economico a rischio, soprattutto per le nuove generazioni

Al giorno d’oggi, gli impegni finanziari ricorrenti crescono ad un ritmo maggiore di quel che accade per la propria busta paga. Quanti di voi non hanno la percezione che effettivamente dopo il pagamento di rate e bollette mensili, il conto in banca si svuota prima del prossimo accredito dello stipendio? Se la risposta alla domanda è sì, dovete sapere che non siete i soli a pensalo e non solo in Italia. Scorrendo i dati del barometro Intrum sul benessere finanziario che mette a confronto le risposte di 24mila europei di 24 Paesi, verrebbe da dire che in tema di debiti e risparmio l’Italia se la cava “senza infamia e senza lode”: in base alla classifica Intrum, l’Italia ottiene 6,35 punti in pagella e si piazza nona in una classifica dominata dalla Germania (6,89) e chiusa dalla Grecia (5,3). Il risultato medio è di 6,21 punti per i Paesi europei analizzati. A nostro favore depone il fatto che mercati comparabili come la Francia e la Spagna si trovano alle nostre spalle (14esima e 13esima rispettivamente), mentre il Regno Unito è subito sopra di noi.

Più in generale, gli europei denunciano una crescente pressione del costo della vita, che rischia di mettere a repentaglio i loro standard di vita. Il 45% dei cittadini europei confessa che gli impegni finanziari annui aumentano molto più del reddito percepito e questo, per il 43% del campione, influisce sul loro benessere. Una situazione di stress finanziario la cui percezione aumenta al 48% nel caso in cui gli intervistati siano anche genitori. La crescente ansia da pagamenti e scadenze, incide fortemente su due fattori: il ricorso al debito ed il risparmio. Secondo il sondaggio il 24% dei consumatori europei ha dovuto, negli ultimi 6 mesi, ricorrere ad un prestito o raschiare tutto il plafond della carta di credito per far fronte alle spese ordinarie. Una percentuale che sale di quattro punti rispetto al rapporto 2018 e che vede un’impennata se si considera solo la fascia di età compresa tra i 18 e i 21 anni: il 31%. In generale il 75% dei consumatori riesce ancora a metter da parte una frazione del proprio stipendio, ma più della metà (52%) è consapevole del fatto che non sta facendo abbastanza.Le nuove generazioni le più indebitate
Dunque soprattutto tra i giovani, la ricerca rintraccia una crescita della cultura dell’indebitamento per finanziare le proprie spese vive. Il 24% (dal 20% precedente) dei rispondenti dice di aver richiesto prestiti o utilizzato all’ultimo cent i plafond delle carte di credito per far fronte agli impegni mensili; incidenza che sale al 31% tra i ragazzi di 18-21 anni. “Un numero preoccupante – dice il report – dal momento che i consumatori in questo gruppo di età spesso hanno una disponibilità inferiore rispetto alle generazioni precedenti”. Inoltre, alcuni fenomeni come i social network e gli shop online sonogli impegni finanziari ricorrenti crescono ad un ritmo maggiore di quel che accade per la propria busta paga. Quanti di voi non hanno la percezione che effettivamente dopo il pagamento di rate e bollette mensili, il conto in banca si svuota prima del prossimo accredito dello stipendio? Se la rispost elementi che mettono “pressione” sulle spalle dei ragazzi, inducendoli ad aprire il portafoglio più di quanto sarebbe sano fare. La tecnologia sta infine facilitando l’accesso a forme smart di finanziamento, ma per molti è un’arma a doppio taglio che rischia di fare perdere di vista i propri limiti.

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