Di fronte alla bufera di polemiche che si è scatenata intorno alla sua persona, Fabrizio Pregliasco decide di uscire dall’angolo. Il direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano aveva inviato una circolare ai dipendenti dell’ospedale per informarli dello stop alle operazioni chirurgiche dei pazienti non vaccinati. Anche se per un periodo limitato di tempo e a tutela degli stessi no vax. Ma il documento è finito nelle mani di Mario Giordano e dei giornalisti de La Verità suscitando un polverone. Per questo Pregliasco decide di scrivere una lettera aperta proprio al direttore del quotidiano, Maurizio Belpietro, per scusarsi di quanto accaduto e annunciare il ritiro della circolare.
“Dopo diversi giorni di polemiche nate in seguito a una disposizione a mia firma, ho ritenuto opportuno fare chiarezza. – scrive Pregliasco a Belpietro – Anche a tutela dei pazienti che ogni giorno si affidano con fiducia all’Istituto Galeazzi e dei professionisti che vi operano. La disposizione del 3 gennaio scorso, considerata lesiva dei diritti dei pazienti non vaccinati, è nata in un contesto di particolare emergenza, determinata dalla allora crescente pressione sull’attività ospedaliera, causata dalla quarta ondata dell’emergenza Covid”, si giustifica il medico.
“In quel preciso momento, le due evidenze erano l’incremento esponenziale di ricoveri di pazienti Covid positivi e l’aumento del personale sanitario costretto in quarantena. – prosegue la missiva di Pregliasco – In quella situazione, in qualità di direttore sanitario, avevo il dovere di garantire il mantenimento dell’attività chirurgica e di ricovero non procrastinabile, nonché dell’attività di pronto soccorso. Per questa ragione, e solo per un periodo di due settimane, come emerge chiaramente dal testo della circolare, alcuni interventi non urgenti dei pazienti più fragili sono stati rinviati. Tra i pazienti più fragili ho valutato, ancorché non previsto, di includere, tra gli altri, anche coloro che non erano in possesso del green pass rafforzato. Ciò per proteggere da un’eventuale infezione proprio i soggetti vulnerabili che più facilmente la contraggono e per non rischiare di vedere crescere l’occupazione dei letti in terapia intensiva”.
“Ora vorrei rassicurare lei e i suoi lettori – Pregliasco si rivolge a Belpietro – rispetto al fatto che tale disposizione è decaduta, avendo dato indicazioni in merito e assumendomi la responsabilità di aver preso a suo tempo una decisione ora non più necessaria vista l’attuale situazione epidemiologica. Al contempo mi preme sottolineare che le nostre liste d’attesa rispecchiano unicamente il requisito di urgenza clinica e chirurgica, seguendo la normativa vigente, nella più totale trasparenza. Inoltre, sono sinceramente dispiaciuto per i disagi arrecati ad alcuni nostri pazienti, non per nostra volontà, ma a causa dell’emergenza verificatasi due settimane fa, e ho già dato disposizione perché siano ricontattati per riprogrammare gli interventi. Con queste righe spero di aver dato un contributo per chiarire definitivamente la vicenda”, conclude.
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