Sulla strage di Bologna bufera su Meloni, che rifiuta la matrice “neofascista“. La presidente del Consiglio, insieme al ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, si rifiuta di nominare la matrice “neofascista”, parlando soltanto di “atto terroristico”. Oggi, 2 agosto, ricorrono i quarantatré anni dal sanguinoso evento che costò la vita a ottantacinque persone. Per i due rappresentanti dello Stato non esiste il sottostrato ideologico che ha mosso il braccio degli attentatori. Non è un’omissione casuale, che fa eco alla posizione di Forza Italia. Il partito guidato da Tajani ha chiesto l’istituzione di una commissione d’inchiesta sulla strage. Secondo l’opposizione l’obiettivo dell’insediamento sarebbe quello di modificare la verità storica sull’evento.
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Matrice della strage di Bologna, bufera su Meloni
La matrice neofascista della strage di Bologna, bufera su Meloni che non riconosce l’ispirazione ideologica dell’attentato. Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi, ha emesso un comunicato di forte indignazione. “Oggi è il giorno del commosso ricordo delle vittime della strage di Bologna. La magistratura ha accertato le responsabilità dei neofascisti e l’intreccio di poteri occulti dietro quella strage. Eppure sono ancora in corso, in particolare da parte di dirigenti di Fratelli d’Italia, tentativi di negazionismo e più in generale manovre per riscrivere la storia del decennio delle stragi nere. Negli anni scorsi Giorgia Meloni ha più volte messo in discussione le verità accertate dalla magistratura. Oggi è presidente del Consiglio. La sua ambiguità non è più tollerabile”.
Ignazio La Russa, quello che ha i busti di Mussolini in casa, ma ricopre la seconda carica dello stato, persino lui ha dichiarato: “la definitiva verità giudiziaria che ha attribuito alla matrice neofascista la responsabilità di questa strage“. Meloni, però, non parla di fascismo. Il suo messaggio di commemorazione non vi si riferisce. “Il 2 agosto 1980 il terrorismo ha sferrato all’Italia e al suo popolo uno dei suoi colpi più feroci. Sono trascorsi 43 anni ma, nel cuore e nella coscienza della Nazione, risuona ancora con tutta la sua forza la violenza di quella terribile esplosione, che disintegrò la stazione di Bologna e uccise 85 persone e ne ferì oltre duecento”. La presidente si è poi rivolta alla “tenacia” dei famigliari delle vittime, invero piuttosto indignati, nella “ricerca della verità”. E poi fa l’ennesimo appoggio al suo governo, per aver “accelerato e velocizzato il versamento degli atti declassificati”, processo peraltro già avviato dal governo Renzi.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, aveva già dichiarato, questa mattina: “La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”.
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