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Strage di Mestre, nuovo colpo di scena sull’autista: “Ecco come è morto”

strage Mestre cuore Rizzotto

Si susseguono i colpi di scena nelle indagini sulla strage di Mestre, dove il 3 ottobre scorso un autobus è precipitato da un viadotto provocando la morte di 21 persone. Nelle ultime ore erano diventate virali alcune rivelazioni secondo le quali l’autista del bus navetta, Alberto Rizzotto, soffrisse da qualche tempo di problemi al cuore e, per questo motivo, si fosse sottoposto a diversi esami medici per scoprire se fosse davvero affetto da qualche patologia cardiaca. Una tesi questa, sostenuta da molti, che ha anche alimentato sospetti sull’effetto nocivo avuto dai vaccini anti Covid a cui l’uomo si era sottoposto. Ma ora è la stessa famiglia di Rizzotto a smentire questa versione dei fatti e a rendere note le cause della sua morte. Le indagini però proseguiranno.
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Strage di Mestre: il giallo del cuore di Rizzotto

Alberto Rizzotto, l’autista dell’autobus della società La Linea precipitato dal viadotto di Mestre provocando una strage, era ancora vivo quando il mezzo che guidava ha sfondato il guard rail ed è caduto nel vuoto. Secondo il legale della famiglia Rizzotto, infatti, l’uomo sarebbe morto a seguito dell’impatto con il terreno per una frattura al cranio e non per un attacco di cuore. “È l’unica certezza che c’è in attesa degli esami autoptici”, sottolinea l’avvocato Francesco Stilo.

Intanto emerge la volontà degli inquirenti di effettuare ulteriori esami sul cuore di Alberto Rizzotto, dopo la prima analisi eseguita da Guido Viel, medico legale che si è occupato anche dell’autopsia. La pm Laura Cameli, che si occupa del caso, ha infatti affidato una seconda verifica autoptica a Cristiana Basso, docente dell’Università di Padova.

“Prima della tragedia nessun accesso ospedaliero era stato necessario a causa di ipotetici problemi cardiovascolari. Alberto è stato in ospedale nel giugno scorso per motivi che restano riservati ma che nulla hanno a che fare con problemi al cuore. E, negli anni precedenti, gli ingressi ospedalieri erano avvenuti per motivi di routine, o per controlli legati alla sua professione. Tutta la documentazione sanitaria è a disposizione della procura e fa parte del materiale dell’autopsia che entrerà anche nel nuovo esame al cuore”, conclude l’avvocato Stilo.
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