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Strage di Palermo, la svolta, arrestata la figlia Miriam: “Anche lei ha partecipato alle torture”

strage Palermo arrestata Miriam

Iniziano a delinearsi i contorni della agghiacciante strage di Altavilla Milicia. L’attenzione degli investigatori si concentra adesso sul ruolo di Miriam, l’unica figlia sopravvissuta. Ed emerge un’importante novità. È notizia di questi momenti infatti che la Procura di Termini Imerese ha prima iscritto Miriam Barreca nel registro degli indagati. Gli atti sono quindi stati trasmessi al tribunale dei minori che ne ha disposto il fermo, poi il gip lo ha convalidato e la ragazza è stata arrestata ed è ora in carcere .«La superstite, la figlia primogenita ha partecipato alle torture dei riti di purificazione. Ho trasmesso gli atti alla procura per i minorenni che ha competenza», spiega il procuratore Ambrogio Cartosio nel corso di una conferenza stampa. Per la strage sono già in carcere Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime, e una coppia di Palermo Sabrina Fina Massimo Carandente.
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Il procuratore: “Una scena straziante”

«È una terribile tragedia, quando ci siamo trovati lì è stato uno strazio. Vedere i corpi in quelle condizioni è stato un dramma. Non c’è alcun motivo di enfatizzare quanto è successo. Il padre è un soggetto che da anni vive un delirio mistico dominato da una fanatica religiosità. Che pesa molto sui figli», ha aggiunto il procuratore. “La figlia ha dato il suo contributo per conoscere la verità. Quello che posso dire è che non è una ragazza qualunque, non è di una comune intelligenza e di una comune sensibilità». Così Ambrogio Cartosio, procuratore di Termini Imerese, parlando della figlia 17enne di Giovanni Barreca sfuggita alla strage in cui sono stati uccisi la madre, Antonella Salamone, e i fratelli, Kevin Emanuel.

Una vicina: ” Giovanni mi sembrava diabolico, avevo paura di lui”

È al Giornale di Sicilia che una vicina di casa confessa: «Frequentavo la famiglia Barreca, almeno fino a quando Giovanni ha cambiato atteggiamento con me; a quel punto Antonella non veniva più da me. Giovanni mi sembrava diabolico, avevo paura di lui. Parlava del diavolo, una volta spense la luce di una Madonnina che avevo nel mio giardino, perché diceva che esisteva solo Dio. Diceva che i gatti sono il diavolo. La bambina più piccola parlava poco, Kevin amava gli uccelli, Miriam molto riservata. Antonella era una brava persona, mi raccontava che il marito la picchiava. Lei non stava bene ad Altavilla Milicia, voleva tornare a Novara».

“I presunti complici erano in casa durante gli omicidi”

I due coniugi palermitani, Sabrina Fina Massimo Carandente, «erano presenti nella casa di Altavilla al momento dell’omicidio». ha spiegato il sostituto procuratore di Termini Imerese Manfredi Lanza. «Non abbiamo ancora i risultati dell’autopsia e quindi non sappiamo ancora come sono morti Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel – ha aggiunto Cartosio – Possiamo però dire che la morte è stata causata da comportamenti messi in atto da Giovanni Barreca e dai due coniugi palermitani che per giorni hanno operato all’interno di quella casa».

Riti satanici e torture andavano avanti da un mese

I riti di esorcismo e le torture, nella casa di Altavilla dove vivevano i Barreca, duravano da circa un mese. È quanto emerso nella conferenza stampa sulla strage. «Sembra che la partecipazione alle torture – ha aggiunto il procuratore Cartosio – sia stata corale, l’unica che mi sento di escludere è la madre».
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