Per ben 17 anni, gli astronomi dell’Osservatorio Australiano Parkes, situato nel Nuovo Galles del Sud, hanno scandagliato gli spazi profondi alla ricerca dell’origine di un segnale misterioso proveniente dallo spazio. Il mistero ebbe inizio nel 1998, quando fu captato per la prima volta un segnale che si attivava solo poche volte all’anno e sembrava possedere caratteristiche particolari.
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Gli studiosi, seguendo il consueto protocollo per segnali radio coerenti e ripetuti che potrebbero indicare una provenienza intelligente, misero subito in allerta le antenne dell’osservatorio. Per 17 anni, le indagini si concentrarono nel tentativo di comprendere quale fosse la fonte originaria di quell’emissione.
Con il tempo, gli astronomi si convinsero che la fonte del segnale si trovasse sulla Terra. Tra le ipotesi più accreditate vi era quella che il segnale fosse provocato da tempeste di fulmini o temporali elettrici, che interferivano con la sensibilissima strumentazione dell’osservatorio. Tuttavia, il mistero rimaneva irrisolto e le ricerche proseguivano senza sosta.
Finalmente, il primo gennaio scorso, gli studiosi hanno ottenuto un nuovo decoder in grado di aiutarli a decifrare l’enigma. Dopo 17 anni di sforzi, la tecnologia svelò una verità sconcertante: quel segnale a lungo inseguito e studiato proveniva niente di meno che dal forno a microonde in dotazione ai tecnici dell’osservatorio. “Quando si setta su caldo e apri il forno per dare un’occhiata,” ha spiegato Simon Johnston, capo astrofisico del Parkes, “si genera l’interferenza.”
Per i segnali di qualche lontana civiltà, dunque, gli astronomi dovranno ancora aspettare. Per ora, è opportuno che facciano attenzione a scaldare le pietanze senza aprire il microonde…