Per i giovani diplomati di oggi, immaginare il proprio futuro sta diventando sempre più arduo. La società di domani, e non parliamo di un futuro remoto, sarà molto diversa da quella a cui eravamo abituati. Tuttavia, pochi comprendono davvero la portata di questo cambiamento. A lanciare l’allarme è il Professor Pissarides, premio Nobel per l’economia nel 2010 e docente alla London School of Economics. Lo studioso ha avvisato gli studenti che, a suo parere, le facoltà scientifiche, note anche come STEM, hanno un futuro incerto. La ragione è l’avvento delle AI, in particolare le più performanti AGI, progettate per acquisire capacità di ragionamento comparabili a quelle umane. Non stiamo parlando di un avvenire lontano: gli studi in questo campo sono già molto avanzati.
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“Continueremo ad aver bisogno di laureati in scienze, tecnologia, ingegneria e matematica, ma in misura molto minore rispetto a quello che si crede“. Questa, in sintesi, è l’affermazione del Premio Nobel greco. In un’intervista a Repubblica, il Professore ha spiegato che in diversi settori l’Intelligenza Artificiale spazzerà via gli esseri umani, occupando i posti di lavoro ambiti dai giovani che oggi si iscrivono a facoltà scientifiche. A tal proposito, è un segnale preoccupante la decisione di Google di licenziare centinaia di dipendenti, sostituendoli con le AI. E non è l’unico campo in cui si rischia una “sostituzione non umana” delle professioni. Basti pensare ai nuovi punti vendita della grande distribuzione completamente automatizzati e senza personale o alle fabbriche che utilizzano “robot intelligenti” al posto degli operai.
Ma allora, cosa dovrebbero fare i ragazzi? “In futuro”, afferma Pissarides, “ci sarà bisogno di empatia e di soft e social skills“. Tradotto, significa che i lavori del domani saranno legati alla sfera sociale e alla capacità di interagire con il prossimo. I manager dovranno essere, innanzitutto, degli ottimi comunicatori, capaci di coinvolgere i dipendenti, comprendere i problemi altrui e prevedere gli sviluppi dell’economia. Quindi, non si parla di competenze tecniche, ma di capacità umane. Empatia e creatività saranno le competenze più ricercate nel mondo di domani. Le AI, con le loro competenze, non potranno sostituire la creatività e il bisogno di socializzare, che sono parte integrante dell’animo umano.
Secondo il Premio Nobel, il futuro sarà caratterizzato dallo sviluppo dei lavori creativi: nella moda, nell’arte, nell’architettura, nell’intrattenimento. E considerando che viviamo in una società in costante invecchiamento, ci sarà anche una crescente domanda per l’assistenza sanitaria e i servizi ai clienti. È meglio prenderne coscienza, perché il domani è già qui e dal “nuovo mondo” ci separa una porta sempre più sottile.