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Stupro di Palermo, la vittima attaccata anche dalla sua amica: “Perché hai denunciato?”

Sullo stupro di gruppo di Palermo: vittima attaccata dalla sua amica per aver denunciato. La sua risposta. Il Corriere attribuisce un nome di fantasia, Francesca, alla vittima di 19 anni che ha subito uno stupro di gruppo da sette ragazzi lo scorso 7 luglio e ha deciso di denunciare. Quella notte, la ragazza era con un’amica. A quel che si dice, intuito il pericolo, la coetanea avrebbe lasciato da sola Francesca. Rintracciata e coperta d’insulti sul web, la ragazza ha dato degli “infami” ai carabinieri, aggiungendo di non condividere la scelta della sua amica di denunciare. Lei le risponde con amarezza.
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Immagini dalle telecamere per lo stupro di gruppo a Palermo
Un frammento della serata del 7 luglio dalle videocamere di sicurezza

Palermo, stupro di gruppo: vittima attaccata dall’amica per aver denunciato

Continuano le polemiche seguite allo stupro di gruppo a Palermo. La vittima è stata attaccata dalla sua amica per aver denunciato. “Dopo tutto quel che dici torno sempre a piangere per te anche se tu non versi una lacrima“. La risposta di Francesca alla ragazza che era con lei e che non ha condiviso la scelta di denunciare.

La situazione per la diciannovenne è molto delicata. Dopo la denuncia, ha scelto di restare nello stesso quartiere in cui vive Angelo Flores, il conoscente che si è trasformato in aguzzino. E dove vivono le famiglie di Gabriele Di Trapani, il ventenne che l’ha fatta ubriacare, e di Christian Barone, l’unico dei sette arrestati che ha scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.
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Già dai primissimi giorni della denuncia, la ragazza, che non ha più la mamma, è stata “raggiunta, seppure indirettamente, da espresse minacce di morte da parte di persone vicine agli indagati, che le hanno fatto sapere di essere pronte a gesti violenti nei suoi confronti”, scrivono i magistrati.
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Intorno a lei si è creata una vera e propria rete di protezione. A partire dagli amici stretti, per arrivare agli stessi carabinieri. “Capita che con le giovani vittime di abusi si instaurino rapporti particolari e che le ragazze si rivolgano a noi per consigli e problemi”, spiega uno degli investigatori. La ragazza si è poi fatta fotografare con il cappello dei carabinieri in testa. Un gesto molto forte in certi ambienti.
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Francesca sembra essere molto forte e già sabato scorso si è esposta mediaticamente, lanciando un messaggio di esasperazione e consapevolezza insieme. “Mettiamo caso che abbia avuto diverse relazioni, questo giustifica le persone con cui non volevo farlo ad abusare di me? A lasciarmi agonizzante?”. “Sono stanca di essere educata”. “Me ne dovrei fregare, ma non lo dico per me di non sparare stronzate. Più che altro se andate a scrivere cose del genere a persone a cui succedono vicende come la mia, potrebbero ammazzarsi“.

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