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Sul Green pass la Lega si spacca: in Aula 63 assenti, tensioni nel partito di Salvini

Mentre i parlamentari leghisti disertavano il voto sul Green Pass a Roma, Salvini da Milano si limitava a commentare: “Sono liberi di esserci o non esserci, ognuno è libero di agire secondo coscienza”. Portando avanti ancora, nonostante la comprensibile insoddisfazione degli elettori, una linea ambigua sul fronte del certificato verde, a tratti difeso e a tratti osteggiato per tentare di intercettare anche il malumore di certa parte della popolazione. A costo di insistere su un percorso a dir poco schizofrenico.

Evidente, d’altronde, che il partito sia ormai pericolosamente scisso in due. Con una fronda guidata dall’economista Claudio Borghi che continua a osteggiare il Green pass, reso obbligatorio dal governo Draghi per tentare di ripartire in sicurezza nonostante la pandemia. E con, dall’altra parte, l’ala governista che fa capo al ministro Giancarlo Giorgetti, della quale fa parte anche il governatore del Friuli Venezia-Giulia Massimiliano Fedriga. Che, non a caso, ha tuonato: “Non c’è spazio per i No Vax nella Lega”.

Matteo Salvini pronto alla svolta moderata

Il grosso problema per la Lega di Salvini resta il rapporto con Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni ha scelto una linea più netta: opposizione dura e pura, anche a un governo che tentati di risollevare il Paese da un’emergenza senza precedenti e che può contare su un consenso bipartisan nello scacchiere politico. Il Carroccio, invece, continua a tenere un piede dentro e uno fuori l’esecutivo, facendo spesso e volentieri imbufalire i suoi stessi elettori, increduli di fronte ai continui cambi di rotta di un partito che sembra avere due, tre, troppe facce.

Sul Green pass la Lega si spacca: in Aula 63 assenti, tensioni nel partito di Salvini

Al momento di votare il Green pass, l’ennesima dimostrazione di totale anarchia: 69 parlamentari presenti in Aula, su 132 eletti. Quasi la metà, a conferma di quanto ambigua continui a essere la posizione della Lega. Non a caso, un’esponente del Carroccio storicamente contraria al certificato verde, Francesca Donato, ha annunciato un passo indietro, ufficializzando il suo addio al partito. Forse nemmeno lei ha capito, in fondo, quale sia il pensiero di Matteo Salvini.

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