Il governo Meloni contro il Superbonus compie una mossa decisa per rafforzare la sicurezza dei conti pubblici. Introduce un nuovo decreto che pone fine all’era dei benefici fiscali connessi al Superbonus, specificando il 4 aprile 2024 come data limite per la presentazione delle comunicazioni relative agli sconti in fattura e alle cessioni di crediti per l’anno 2023. Questo provvedimento segna anche il termine per l’uso della compensazione dei bonus edilizi per coloro che hanno debiti con l’Erario, e stabilisce che l’omessa trasmissione di informazioni su interventi già avviati sarà punita con una sanzione di 10 mila euro.
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Stop agli sconti in fattura
Il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha enfatizzato l’importanza di eliminare “ogni tipo di sconti in fattura e di cessione di tipologie di credito” per garantire la stabilità finanziaria dello Stato, eliminando anche l’Aiuto alla Crescita Economica (Ace), una misura che offriva sconti fiscali alle imprese che aumentavano il loro capitale. Un’altra vittima del decreto è la possibilità per il Terzo settore e le aree terremotate di beneficiare di certi tipi di cessioni di credito, limitando severamente le opzioni disponibili per queste entità.
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Il nuovo regolamento cambia anche le regole per gli investimenti di Transizione 4.0, introducendo l’obbligo di comunicazione preventiva e prevedendo sanzioni per le dichiarazioni tardive. Inoltre, il divieto di cessione del bonus per le barriere architettoniche del 75% diventa più stringente, chiudendo le scappatoie precedentemente sfruttate da enti del Terzo settore e non applicando alle ricostruzioni nelle zone colpite da terremoti.
Data ultima per richiedere lo sconto in fattura il 4 aprile
Il 4 aprile è quindi designato come il giorno finale per la cessione dei crediti, ponendo fine alla possibilità di utilizzare la remissione in bonis, una misura che permetteva di presentare la documentazione necessaria per accedere ai bonus edilizi pagando una sanzione di 250 euro oltre il termine normale. Questa decisione mira a fare chiarezza sull’ammontare complessivo delle opzioni esercitate e delle cessioni effettuate entro la fine dell’anno precedente.
L’ultimo report di Enea a febbraio calcola una spesa a carico dello Stato di 144 miliardi di euro per il Superbonus, con un incremento di 7 miliardi rispetto a gennaio, evidenziando l’importanza di questa misura nella finanza pubblica italiana e sottolineando le ragioni dietro le recenti decisioni restrittive.