Agevolazioni fiscali 2018 Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/agevolazioni-fiscali-e-finanziamenti/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Thu, 19 Jan 2023 11:17:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg Agevolazioni fiscali 2018 Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/agevolazioni-fiscali-e-finanziamenti/ 32 32 Bonus pubblicità imprese 2018: tutto quello che c’è da sapere https://www.business.it/bonus-pubblicita-imprese-2018/ Thu, 07 Jun 2018 15:26:06 +0000 https://www.business.it/?p=28122 Il bonus pubblicità per le imprese, in vigore dal 2018, è uno dei provvedimenti del governo Gentiloni più apprezzati. Almeno, così si direbbe dall’attenzione che desta ogni nuova notizia su questo argomento. In questo articolo proviamo a fare una sintesi di tutto quello che c’è da sapere sul provvedimento per poterne usufruire appieno. Insomma una… Leggi tutto »Bonus pubblicità imprese 2018: tutto quello che c’è da sapere

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Il bonus pubblicità per le imprese, in vigore dal 2018, è uno dei provvedimenti del governo Gentiloni più apprezzati. Almeno, così si direbbe dall’attenzione che desta ogni nuova notizia su questo argomento. In questo articolo proviamo a fare una sintesi di tutto quello che c’è da sapere sul provvedimento per poterne usufruire appieno. Insomma una guida, il più completa possibile e aggiornata ad ogni nuova notizia, al bonus pubblicità imprese 2018.

bonus pubblicità 2018 come funziona

Bonus pubblicità 2018: cosa dice il decreto attuativo

Il decreto attuativo del bonus pubblicità 2018, firmato lo scorso 22 maggio 2018 dal governo uscente, definisce puntualmente cosa i titolari d’impresa devono fare per poter usufruire dell’agevolazione fiscale. Innanzitutto occorre chiarire che  il bonus si configura come un tax credit per investimenti pubblicitari incrementali effettuati sulla stampa quotidiana e periodica e sulle emittenti televisive e radiofoniche locali.  E’ bene ricordare, inoltre, che sarà possibile accedere all’incentivo a partire dal sessantesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale (imminente ma non ancora avvenuta) e fino al novantesimo giorno. L’agevolazione fiscale per la spesa pubblicitaria 2018 consiste in un credito d’imposta al 75% sugli investimenti incrementali almeno dell’1% rispetto all’anno precedente: l’incremento deve riguardare il medesimo mezzo di informazione. Per le campagne pubblicitarie effettuate fra il 24 giugno e il 31 dicembre 2017, il riferimento è l’analogo periodo del 2016. Viene dunque recepita la contestazione del Consiglio di Stato sul provvedimento: niente bonus pubblicità se non c’è una base storica su cui misurare l’incremento minimo dell’1%.

Bonus pubblicità 2018: chi può beneficiarne

Potranno beneficiare del bonus pubblicità i soggetti titolari di reddito d’impresa o di lavoro autonomo e gli enti non commerciali (enti no profit). Come detto in precedenza, la misura è riservata ai titolari d’impresa che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie, il cui valore superi di almeno l’1% gli analoghi investimenti effettuati nell’anno precedente sugli stessi mezzi di informazione. In tutti i casi, è necessaria l’iscrizione al Registro degli operatori di comunicazione di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a, regola numero 5, della legge 249/1997, oppure al Tribunale, ai sensi dell’articolo 5 della legge 47/1948. Il credito d’imposta pari al 75% del valore incrementale degli investimenti è elevato al 90% per le microimprese, piccole e medie imprese e start-up innovative. Sono ammissibili al credito d’imposta gli investimenti riferiti all’acquisto di spazi pubblicitari e inserzioni commerciali su giornali quotidiani e periodici, nazionali e locali, ovvero nell’ambito della programmazione di emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali.

Bonus pubblicità 2018: le risorse stanziate

Le risorse stanziate per il bonus pubblicità 2018 ammontano a 62,5 milioni di euro. Di questi 50 milioni sono per gli investimenti sulla stampa (20 milioni per gli investimenti effettuati nel secondo semestre del 2017, più 30 milioni per quelli da effettuare nel 2018) e 12,5 milioni per gli investimenti da effettuare nel 2018 sulle emittenti radio-televisive.

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Bonus mamma domani 2018, cosa occorre e quali sono i requisiti per fare domanda https://www.business.it/bonus-mamma-domani-2018-cosa-occorre-quali-requisiti-domanda/ Tue, 22 May 2018 12:15:14 +0000 https://www.business.it/?p=25621 Aspettare un bambino è sempre un momento emozionante per i genitori. Si tratta del periodo dell’attesa, durante il quale si pianifica tutto ciò che avverrà dopo la nascita. I desideri e le speranze riposte nel nascituro si accompagnano a programmi più pragmatici, di naturale concretezza, come le uscite economiche, le spese da effettuare, il necessario… Leggi tutto »Bonus mamma domani 2018, cosa occorre e quali sono i requisiti per fare domanda

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Aspettare un bambino è sempre un momento emozionante per i genitori. Si tratta del periodo dell’attesa, durante il quale si pianifica tutto ciò che avverrà dopo la nascita. I desideri e le speranze riposte nel nascituro si accompagnano a programmi più pragmatici, di naturale concretezza, come le uscite economiche, le spese da effettuare, il necessario per l’infanzia da comprare.

In questo contesto di calcoli e conti, un aiuto viene senza dubbio dal bonus mamme domani, istruito nel 2017, detto anche “premio alla nascita”: un valido supporto economico per le famiglie che si trovano ad affrontare la nascita di un bambino.

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mammeCos’è il bonus mamma domani

Il Bonus mamma domani è entrato in vigore per la prima volta nel gennaio 2017. Si tratta di un corrispettivo economico di circa 800 euro, offerto in un’unica soluzione dall’Inps per la nascita, l’affido o l’adozione di un minore, a partire dal 1° gennaio 2017 e valido tuttoggi.

Il Bonus mamma domani è perciò facile da richiedere e può rappresentare un sussidio unico per far fronte alle spese iniziali alla nascita di un bimbo.

Quali sono i requisiti richiesti

Ovviamente il bonus è rivolto alle donne che sono in attesa, e a tutti i genitori che adottano un bambino. Il bonus è riferito in merito ad ogni figlio, quindi ad esempio raddoppia se si è in attesa di due gemelli.

I requisiti richiesti sono:

  • possedere la cittadinanza italiana o la cittadinanza italiana/comunitaria
  • possedere lo status di rifugiato politico
  • essere in possesso del permesso di soggiorno UE per lunghi periodi

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mammeCome  e quando presentare la domanda

La domanda per richiedere il bonus mamma va presentata dopo il compimento del settimo mese di gravidanza, quindi dopo la 32esima settimana di gestazione. Nel caso di parto prematuro, affidamento o adozione, i documenti vanno allegati alla domanda e presentati direttamente online. 

La domanda va infatti presentata attraverso la documentazione fornita dalla rete, improrogabilmente entro un anno dalla nascita/adozione. Basta contattare:

– il servizio per i cittadini

– il servizio per gli enti di patronato

– il Contact center Integrato

Quali documenti occorrono

Oltre a compilare il modulo che si trova online, sul sito dell’Inps, è necessario portare una certificazione sanitaria, che deve essere rilasciata da un medico del Servizio Sanitario Nazionale, dove viene specificata la presunta data del parto.

Cosa presentare in caso di parto gemellare

La domanda va presentata per ogni figlio, quindi per un parto gemellare la domanda è doppia, ed è cmq valida per ogni figlio adottato o ricevuto in affidamento. 

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mammeCome verrà accreditato il bonus

Gli 800 euro verrano versati tramite bonifico domiciliato presso ufficio postale, oppure tramite accredito su conto corrente bancario, o accredito su conto corrente postale, o libretto postale o infine, tramite carta prepagata con l’IBAN di riferimento.

Per ulteriori informazioni, chiarimenti o dettagli basta visitare il sito dell’Inps (www.inps.it) e cliccare su premio alla nascita.

2017Bonus Mamma Domani: dal 4 maggio sarà possibile richiederlo all’Inps

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Bonus pubblicità 2018: come beneficiare del credito d'imposta https://www.business.it/bonus-pubblicita-2018-come-beneficiare-credito-imposta/ Tue, 22 May 2018 11:15:51 +0000 https://www.business.it/?p=25613 Il Bonus pubblicità 2018, è la nuova agevolazione fiscale introdotta dalla Manovra Correttiva del 2017, circa l’inserimento di nuovi benefici fiscali per gli “investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali” mediante il riconoscimento di “un particolare beneficio agli inserzionisti di micro, piccola o media dimensione e alle start… Leggi tutto »Bonus pubblicità 2018: come beneficiare del credito d'imposta

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Il Bonus pubblicità 2018, è la nuova agevolazione fiscale introdotta dalla Manovra Correttiva del 2017, circa l’inserimento di nuovi benefici fiscali per gli “investimenti pubblicitari incrementali su quotidiani e periodici nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali” mediante il riconoscimento di “un particolare beneficio agli inserzionisti di micro, piccola o media dimensione e alle start up innovative”. Il bonus pubblicità è stato firmato dal Ministero dello Sviluppo Economico di concerto con il MEF e la Presidenza del Consiglio. Vediamo quindi nel dettaglio il regolamento e come funziona  il bonus pubblicità 2018.

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Bonus pubblicità 2018: a chi spetta?

E’ un bonus fiscale, introdotto dalla Manovra Correttiva che definisce le regole per beneficiare del credito d’imposta per investimenti pubblicitari ai professionisti, ai lavoratori autonomi e alle imprese (ditte individuali, società, startup e Pmi innovative) che investono in campagne pubblicitarie sulla stampa, anche online, e anche per la pubblicità in TV o in radio. Grazie al decreto attuativo sono stati quindi definiti i soggetti beneficiari, quali sono gli investimenti ammissibili e quali quelli esclusi, i limiti delle condizioni di agevolazione, le procedure e i controlli.

Una notizia, questa, da non far passare inosservata perché riguarda direttamente tutto il mondo della comunicazione e del marketing, anche quello digitale. Si, perché questa volta rispetto agli anni precedenti le agevolazioni riguardano anche l’advertising on line. Per il bonus pubblicità sono stati stanziati 62,5 milioni di euro di cui 50 milioni sono destinati per gli investimenti sulla stampa (20 per quelli effettuati nel secondo semestre 2017 più 30 da effettuare nel 2018) e 12,5 milioni per gli investimenti sulle emittenti radio-televisive nel 2018.

Nel dettaglio verrà riconosciuto un credito di imposta pari: al 75% della quota incrementale dell’investimento rispetto all’anno precedente, al 90% della quota incrementale dell’investimento rispetto all’anno precedente nel caso di microimprese, Pmi e start-up innovative. Uno dei più importanti requisiti richiesti per beneficiare del bonus pubblicità 2018 è quindi quello di effettuare investimenti in campagne pubblicitarie in misura maggiore almeno dell’1% rispetto a quanto investito per lo stesso settore nell’anno precedente. Per cui se nel 2017 si è investito 10.000 euro, per beneficiare del bonus occorre che nel 2018 venga speso almeno l’1% in più rispetto ai 10.000 dell’anno prima, per cui almeno 10.100 euro.

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Come presentare domanda e beneficiare del credito d’imposta 2018

Il credito d’imposta per coloro che effettuano investimenti in campagne pubblicitarie è concesso per l’acquisto di spazi pubblicitari, al netto quindi di tutte le altre spese accessorie (agenzie, creativi, costi di intermediazione) nel limite massimo complessivo dello stanziamento di spesa stabilito dalla legge. Al fine di ricevere l’agevolazione il contribuente dovrà inviare una richiesta all’Agenzia delle Entrate compilando un modello che sarà fornito dalla stessa nei prossimi giorni.

Bisogna specificare che l’incentivo potrà essere utilizzato solo in compensazione e che sono escluse dal credito d’imposta le spese sostenute per l’acquisto di spazi destinati a televendite, servizi di pronostici, giochi o scommesse con vincite in denaro, di messaggeria vocale o chat-line con servizi a sovrapprezzo.

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Imprenditoria femminile: i finanziamenti agevolati per le donne https://www.business.it/imprenditoria-femminile-finanziamenti-agevolati-donne/ Sat, 24 Feb 2018 07:00:45 +0000 https://www.business.it/?p=19143 Si parla molto si imprenditoria nel mondo femminile e di startup create sempre più da professioniste donne. L’Italia sta assistendo ad una forte spinta in questo senso. Quali sono dunque i finanziamenti agevolati che possono aiutare le donne ad avviare un’attività? Quali quelle previste nel 2018? La voglia di rischiare mettendosi in proprio è forte,… Leggi tutto »Imprenditoria femminile: i finanziamenti agevolati per le donne

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Si parla molto si imprenditoria nel mondo femminile e di startup create sempre più da professioniste donne. L’Italia sta assistendo ad una forte spinta in questo senso. Quali sono dunque i finanziamenti agevolati che possono aiutare le donne ad avviare un’attività? Quali quelle previste nel 2018?

La voglia di rischiare mettendosi in proprio è forte, in particolare in un momento di crisi economica come quella che stiamo attraversando.

Visto che le donne sono una fetta della popolazione piena di creatività e competenza e molto professionale, è giusto creare opportunità che sfruttino al meglio le proprie doti. Infatti non solo questo sarà utile per chi saprà mettersi in gioco, ma anche per migliorare la società e portare indotto.

Esistono quindi finanziamenti mirati e agevolati, che fanno proprio al caso loro.

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Requisiti

Per avere accesso ai finanziamenti stanziati per il 2018, l’Italia ha previsto una legge (215/92), denominata Azioni positive per l’imprenditoria femminile. Cosa prevede?

In primo luogo dà accesso a numerose agevolazioni per aziende o startup che siano formate da una maggioranza femminile. I requisiti fondamentali sono quelli per cui: la ditta individuale che presenta la domanda deve avere come titolare necessariamente una donna. La società di persone  o una cooperativa deve presentare almeno una situazione che presenta il 60% di soci donne, mentre le società di Capitali devono avere almeno 2/3 delle quote in possesso di donne e l’amministrazione deve essere composta almeno da 1/3 di donne.

donne-agevolazioni-finanziamentiQuesto per quanto riguarda le piccole e medie imprese.

Per quanto invece concerne le piccole, i requisiti sono quelli dove si richiedono meno di 50 dipendenti, un fatturato inferiore a 7 milioni di euro o 5 milioni di totale di bilancio e il non essere dipendenti da imprese partecipanti.

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Agevolazioni

A seconda del bando a cui partecipano e al tipo di Ente a cui si rivolgono, spettano corrispondentemente Contributi a fondo perduto, Fondi di garanzia e Microcredito. I primi sono incentivi mirati ad avviare un’impresa femminile, per cui presuppongono che una parte del capitale iniziale venga poi restituito. Ciò serve sia ad avviare una nuova azienda, sia per mettere in piedi progetti, espandere nuove aree etcc.

Per quanto riguarda invece il Fondo di garanzia, si tratta di un finanziamento garantito dallo Stato, che per le PMI avviene attraverso garanzie reali assicurative e bancarie si può effettuare alla banca e al Fondo di Stato. Infine anche per il Microcredito non si tratta di un contributo economico ma è una garanzia su un’eventuale presto che le aziende a maggioranza femminile hanno richiesto.

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Bandi

Basta verificare l’uscita dei Bandi sul sito MISE (Ministero dello sviluppo economico) o sul sito della regione interessata.

I bandi di finanziamento 2018 sono disponibili anche presso l’IF imprendiotorialità femminile UnionCamere; l’Imprenditoria femminile e lavoro autonomo bando ABI; come già accennato sul MISE: finanziamenti giovani e donne, dove è stato pubblicato in GU il decreto che prevede la concessione di finanziamenti e agevolazioni. Tutto ciò ha lo scopo di promuovere e sostenere il settore della nuova imprenditorialità in Italia, tramite  la nascita e lo sviluppo di micro,  piccole e medie imprese formate soprattutto da donne e giovani donne.

Infine per chi volesse creare una startup esistono finanzanziamenti ad hoc denominati Incentivi Smart&Start: si tratta di agevolazioni start up innovative Italia disponibili su: guidafisco.it.

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ISEE 2018 per le famiglie italiane, strumento fondamentale per il reddito: ecco come funziona https://www.business.it/isee-2018-per-le-famiglie-italiane-strumento-fondamentale-per-il-reddito-ecco-come-funziona/ Thu, 01 Feb 2018 06:30:37 +0000 https://www.business.it/?p=17832 Da quando è stato istituito il nuovo ISEE si sono semplificate le procedure per ottenere dei vantaggi dallo Stato. È uno strumento che consente alla Pubblica Amministrazione di comprendere il reddito reale

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Aggiornare la DSU per l’ISEE 2018

La DSU, Dichiarazione Sostitutiva Unica, è quel documento che bisogna compilare per consentire all’INPS di dedurre il vero reddito di una famiglia. È da queste informazioni che viene calcolato l’ISEE 2018 che tanto impatta sulla vita di ogni cittadino. Tra i dati richiesti rientrano quelli anagrafici di ogni componente e la situazione economica complessiva.
Con tale documento si può accedere a delle agevolazioni o rinnovare quelle pluriennali di cui già si usufruisce. In entrambi i casi la DSU va aggiornata per evitare di perdere quelli che sono i propri diritti. I dati reddituali richiesti, il CU per esempio, fanno riferimento all’anno 2016, mentre i dati patrimoniali mobiliari, come la giacenza media sul proprio conto corrente, e immobiliari, per esempio l’appartamento di proprietà, devono essere riferiti al 2017.
La DSU va presentata presso un CAF di fiducia che verificherà la completezza delle informazioni e inserirà i dati nella banca dati della Pubblica Amministrazione tramite il sito dedicato. Si può provvedere autonomamente alla compilazione e alla trasmissione dei dati richiesti tramite i Servizi al Cittadino presenti sul sito INPS. Per accedere agevolmente e in tutta sicurezza è consigliato l’uso dello SPID, cioè l’autenticazione unica per i servizi pubblici.
Leggi anche: Tanti bonus e agevolazioni con la nuova legge di bilancio 2018

isee-2018-famiglie-italiane-1Le agevolazioni per la famiglia

L’asilo nido rappresenta una delle spese più rilevanti per le famiglie. Le rette variano in base all’ISEE che va presentato ogni anno all’ufficio comunale competente o al Protocollo Generale dell’ente. I comuni solitamente prevedono anche la possibilità dell’esenzione al pagamento della TARI, la nettezza urbana, per i soggetti pensionati con ISEE inferiore a € 8.000,00 se soli, o € 12.000,00 per i coniugi. Ogni Comune può decidere di rivedere tali limiti.
Durante gli ultimi anni si sono moltiplicate le iniziative dello Stato a sostegno delle locazioni. In particolare quelle agevolate, ex canone concordato, sono frutto di accordi sindacali territoriali che spesso prevedono anche dei contributi agli inquilini per pagare l’affitto. Un altro aiuto legato all’ISEE 2018 riguarda il parziale pagamento delle bollette luce, acqua e gas.
I cittadini che abbiano superato i 75 anni di età, che siano pensionati o con capofamiglia disoccupato, possono ottenere la riduzione del 50% del canone Telecom. Le persone non autosufficienti possono accedere a un contributo mensile per la cura domiciliare grazie all’ICD, l’Impegnativa di Cura Domiciliare.
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I vantaggi per i figli

L’ISEE 2018, qualora si rientrasse nei parametri previsti, permette di accedere al Bonus bebè, che va da € 960,00 a € 1.920,00 per ogni bimbo nato dal 2015 al 2017 e con validità per 3 anni. Per il 2018 è previsto al momento un solo anno. Entro 6 mesi dalla nascita del bambino è possibile richiedere l’Assegno di maternità per tutte quelle madri che sono prive di altre garanzie assicurative.
Esistono diversi contributi riguardanti i libri di testo necessari per frequentare le scuole secondarie di primo e secondo grado, statali, paritarie o non paritarie. A seconda del proprio ISEE si ha diritto a dei contributi per il loro acquisto. Si tratta di agevolazioni statali e regionali che variano in base al luogo di residenza.
Per gli studenti universitari sono previsti degli sconti sulle tasse annuali in base all’ISEE 2018 e ai risultati scolastici, come la media voto e il numero di esami superati. Inoltre si ha la possibilità di accedere alle collaborazioni studentesche, cioè a lavori part time per le stesse università, e alle borse di studio.
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Bonus gas e luce: i requisiti necessari per fare domanda https://www.business.it/bonus-gas-e-luce-i-requisiti-necessari-per-fare-domanda/ Sun, 28 Jan 2018 11:00:47 +0000 https://www.business.it/?p=17626 Il Bonus gas e luce è un'agevolazione sulle bollette. Possono farne richiesta le famiglie numerose o a basso reddito per ottenere una riduzione dei costi in bolletta.

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Il Bonus luce e gas: cos’è e chi può richiederlo

Il Bonus luce e gas è un’agevolazione che permette di ottenere una riduzione dei costi della bolletta. Non tutti, però, possono fare richiesta del Bonus, visto che esso è stato pensato e realizzato per le famiglie con reddito basso.
Ma cosa si intende per reddito basso? Il Bonus luce e gas 2018 può essere richiesto da quei clienti con contratto residenziale, ossia per consumi domestici che presentano un reddito inferiore a 8.107,50 euro all’anno. Tale reddito deve essere dimostrato tramite presentazione di documentazione ISEE. Se il nucleo famigliare presenta un numero di figli maggiore di tre, il reddito massimo per poter chiedere il Bonus sale a 20mila euro all’anno.
La durata dell’agevolazione è annuale e, per poterne usufruire negli anni successivi è necessario effettuare una nuova richiesta, presentando nuovamente tutta la documentazione. Va sottolineato che presentare la domanda è gratis e inoltre il Bonus non crea reddito. L’ammontare dell’importo che viene offerto alle famiglie che ne fanno richiesta non è costante, ma dipende da una serie di fattori. Inoltre, nel caso del bonus del gas, esso dipende anche dalla zona climatica di appartenenza.
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bonus-e-agevolazioni-fiscaliCome fare richiesta del Bonus luce e gas

Tutte le informazioni relative alle modalità di richiesta del Bonus luce e gas sono disponibili presso il sito dell’ARERA (Autorità di Regolazione per Energia, Reti e Ambiente). Si potrà pertanto verificare che per presentare la domanda è necessario allegare un documento d’identità, un attestato ISEE valido, un eventuale allegato (l’allegato FN) nel caso in cui si faccia richiesta non per reddito inferiore agli 8.107.5 euro ma per famiglia numerosa, e un’autocertificazione in cui si riportano le informazioni relative alle utenze di gas e luce. Queste, sono rappresentate dai codici POD e PDR dei contatori.
La domanda deve essere presentata dall’intestatario dell’utenza. Nel caso in cui l’intestatario fosse impossibilitato a presentare la domanda, sarà necessario produrre una delega, nella quale vengono riportati i dati dell’intestatario dei contratti e quelli della persona alla quale viene richiesto di effettuare la domanda. Nel caso di grave impedimento fisico, ossia di condizioni critiche di salute, è possibile richiedere un’ulteriore agevolazione, ma esclusivamente per quanto riguarda il bonus luce.
La documentazione, una volta raccolta, deve essere consegnata al proprio Comune di residenza. Un’altra possibilità è quella di recarsi presso un CAF, dove può essere richiesta anche un’assistenza per la corretta compilazione della richiesta di agevolazione per luce e gas.
bonus-e-agevolazioni-fiscali-3Leggi anche: Tanti bonus e agevolazioni con la nuova legge di bilancio 2018

Come viene corrisposto il Bonus

Esistono due modalità principali per poter ricevere l’agevolazione relativa alla fornitura di luce e gas: tramite erogazione in bolletta o tramite bonifico domiciliato. Nel caso di erogazione in bolletta, essa avviene durante l’anno successivo a quello per il quale si è fatta richiesta dell’agevolazione. La somma non viene corrisposta in un’unica soluzione, ma suddivisa in parti uguali e corrisposta sulle diverse fatture emesse durante l’anno.
Quando invece si richiede il bonifico domiciliato, il cliente può effettuare il ritiro della somma corrispondente al bonus presso un ufficio postale. In tal caso sarà necessario presentare un documento di riconoscimento e il codice fiscale.

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Grazie alla manovra 2018 debutta il "bonus verde" https://www.business.it/grazie-alla-manovra-2018-debutta-bonus-verde/ Fri, 12 Jan 2018 06:30:22 +0000 http://www.business.it/?p=16572 La manovra 2018 prevede una detrazione chiamata bonus verde. Di cosa si tratta? É una detrazione Irpef del 36% sulle spese effettuate per interventi definiti a “sistemazione verde”. Interessa cioè ogni esborso utilizzato per intervenire in aree vuote, in singole unità immobiliari, in recinzioni e in pertinenze. Il bonus verde vale solo per il 2018.… Leggi tutto »Grazie alla manovra 2018 debutta il "bonus verde"

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La manovra 2018 prevede una detrazione chiamata bonus verde. Di cosa si tratta? É una detrazione Irpef del 36% sulle spese effettuate per interventi definiti a “sistemazione verde”. Interessa cioè ogni esborso utilizzato per intervenire in aree vuote, in singole unità immobiliari, in recinzioni e in pertinenze. Il bonus verde vale solo per il 2018. L’anno in corso sarà infatti una prova anche per ipotizzare eventuali proroghe negli anni a venire.

Una buona soluzione e un indubbio vantaggio per chi necessita di attività di aggiustamento o ristrutturazione da effettuare, ad esempio, nella propria casa.

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bonus-verdeCosa rientra nella detrazione bonus verde?

Sono previsti sconti per l’acquisto di piante, impianti di irrigazione, strutture di copertura, comprese spese di nuove progettazioni e manutenzione del materiale esistente. Oltre ad essere inclusi ristrutturazione di cortili privati, giardini, balconi e terrazzi che potranno sottostare la categoria incentivo pubblico su verde privato.

A quanto ammonta il limite di spesa?

La richiesta del bonus casa per il verde privato ammonta a un massimo di 5mila euro per unità immobiliare. Nel caso in cui si desidera intervenire su un bene condominiale, la cifra può essere rapportate al numero delle unità presenti del condominio.

I pagamenti inerenti l’intervento dovranno poi essere effettuati rispettando i termini del pagamento ed entro la data di scadenza della dichiarazione dei redditi.

La detrazione del 36% Irpef spetta ovviamente a coloro che sono possessori della unità immobiliare dove verranno effettuati gli interventi, siano essi inquilini affittuari o proprietari in pieno titolo.

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bonus-verdeLa manovra 2018 prevede anche una precisazione in più: «i pagamenti siano effettuati con strumenti idonei a consentire la tracciabilità delle operazioni». Ciò significa che dovranno essere utilizzati bonifici e fatture al fine di evidenziare nero su bianco l’effettivo pagamento all’Agenzia delle Entrate. Lo strumento della detrazione serve infatti anche per incentivare il cittadino a dichiarare i lavori, che così non potranno essere pagati in nero, e a risparmiare notevolmente.

I nuovi dettagli sulla manovra saranno definiti nelle prossime settimane. Un’occasione in più per pensare a ridare nuovo aspetto al verde della nostra casa.

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Novità sulle pensioni: ecco cosa cambia nel 2018 https://www.business.it/novita-sulle-pensioni-ecco-cosa-cambia-nel-2018/ Sun, 07 Jan 2018 06:30:01 +0000 http://www.business.it/?p=16330 Le novità sulle pensioni contenute nella legge di stabilità recentemente approvata ha portato a cambiamenti sul cumulo contributivo, l'età pensionistica e tanto altro

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Tutte le novità sulle pensioni per il 2018

Le principali novità sulle pensioni per il 2018 riguardano l’aumento dell’età pensionabile, una piccola crescita dell’importo mensile, la restituzione dello 0.1% ricevuto in più sull’inflazione del 2014 e le date di accredito delle pensioni. Nel nuovo anno si passa ad un eguagliamento dell’età minima per richiedere la pensione, tra uomini e donne, novità che porta ad allungamenti lavorativi per le lavoratrici sia del settore pubblico che di quello privato, a livello imprenditoriale o in qualità di dipendenti aziendali. Nello specifico nel 2018 per richiedere le pensioni si deve aver maturato un’anzianità contributiva minima ventennale ed avere un’età non inferiore a 66 anni e sette mesi. Le più svantaggiate sono le donne lavoratrici, del settore privato, nate nel 1953 che non possono inoltrare richiesta di pensione prima del 2020. Inoltre l’aumento dell’età minima a 66 anni e sette mesi è destinato a continuare a salire portando il requisito a 67 anni con l’inizio del 2019. Dal 2018 entra in vigore anche il cumulo contributivo per i professionisti che permette di riunire i contributi corrisposti nel corso degli anni a diversi enti previdenziali.
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Le ultime novità sulle pensioni riportano un aumento dell’importo mensile

Dal nuovo anno le pensioni corrisposte sono di importo leggermente superiore rispetto al 2017 grazie al ritorno in positivo dell’inflazione. A beneficiare dell’ adeguamento pensionistico per intero saranno le pensioni minime e quelle fino a tre volte il minimo, diminuendo sui trattamenti pensionistici superiori a questa soglia. Nel dettaglio gli assegni sociali aumentano di circa 5 euro al mese, le pensioni minime di circa 6 euro e quelle più alte registrano un aumento di circa 15 euro mensili.
Gli aumenti vengono applicati a tutte le mensilità, tredicesima inclusa, portando un incremento totale tra i 72 euro e i 260 euro nell’intero anno.
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novita-sulle-pensioni-3Le novità sulle pensioni portano anche cattive notizie

Dopo vari rinvii sul recupero dell’importo riguardante l’aumento pensionistico legato all’inflazione del 2014 nella legge di bilancio sono state definite le modalità con cui i pensionati devono restituire l’importo dello 0.1% ricevuto in più nel 2015 nel nuovo anno. In pratica il recupero dell’importo si riferisce ad un adeguamento stimato dello 0.3% che in realtà è stato registrato ad un + 0.2%. Anche se si tratta di importi minimi la somma ricevuta in eccedenza deve essere rimborsata in un’unica rata, nel mese di gennaio, per gli importi inferiori a 6 euro, mentre viene suddivisa in due rateazioni per quelli superiori.
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Nuove date per i pagamenti delle pensioni nel 2018

Dal mese di gennaio del nuovo anno i pensionati possono beneficiare dell’accredito della pensione dal primo giorno bancabile di ogni mese o in quello successivo in caso di festività. Nello specifico dal mese di gennaio 2018 le pensioni vengono erogate mercoledì tre gennaio, giovedì primo febbraio, giovedì primo marzo, martedì tre aprile, mercoledì due maggio, venerdì primo giugno, lunedì due luglio, mercoledì primo agosto, sabato primo settembre, lunedì primo ottobre, venerdì due novembre e sabato primo dicembre. Le date di accredito sono le stesse sia per i correntisti di poste italiane che per quelli di istituti di credito bancari, ad eccezione dei mesi di settembre e di dicembre in cui per tutti i rapporti con altri istituti creditizi la pensione sarà accreditata il giorno tre.
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Tanti bonus e agevolazioni con la nuova legge di bilancio 2018 https://www.business.it/tanti-bonus-e-agevolazioni-con-la-nuova-legge-di-bilancio-2018/ Wed, 03 Jan 2018 06:30:40 +0000 http://www.business.it/?p=16253 Aiuti alle famiglie e alle imprese con i bonus e le agevolazioni approvate dal governo Gentiloni per il 2018, dalla conferma del bonus bebè all'aumento delle detrazioni per i figli a carico

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Bonus e agevolazioni previsti per il 2018

Poco prima della chiusura dell’anno è stata approvata la legge di bilancio 2018 contenente importanti misure di aiuto con bonus e agevolazioni rivolte a famiglie e imprese. Tra i bonus confermati e le nuove agevolazioni ci sono il bonus bebè, il bonus mamme domani, il reddito d’inclusione, le detrazioni per i figli a carico, le agevolazioni per nuove assunzioni e i bonus per la casa.

Bonus e agevolazioni: il reddito d’inclusione per le famiglie in difficoltà

Il reddito d’inclusione è una delle misure più importanti contenute nella legge di bilancio 2018, fondamentale per sostenere la fascia della popolazione più debole e favorire un reinserimento nel mondo del lavoro con progetti d’inclusione sociali e lavorativi. La carta REI consente ai beneficiari di ottenere un assegno mensile variabile da un minimo di 187 euro a un massimo di 485 euro mensili, in base al numero di componenti del nucleo familiare. La domanda per il reddito d’inclusione può essere presentata dal primo dicembre 2017 da tutti i cittadini con un reddito complessivo inferiore a 6 mila euro e la presenza di un minore, un disabile, una donna in stato di gravidanza o un disoccupato, con età superiore a 55 anni, in famiglia.
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bonus-e-agevolazioni-fiscali-3Tra le agevolazioni per la famiglia confermati il bonus bebè e il bonus mamme domani

Nella nuova legge di bilancio trova spazio anche la discussa conferma del bonus bebè pari ad 80 euro al mese per tutte le famiglie con reddito isee inferiore a 25 mila euro annui e a 160 euro per i nuclei familiari con reddito inferiore a 7 mila euro annui. A differenza degli anni precedenti per i nuovi nati il bonus non verrà più corrisposto per i primi 36 mesi ma solo per un anno. Inoltre per tutte le mamme in dolce attesa che hanno raggiunto l’ottavo mese di gestazione dal primo gennaio 2018 è possibile richiedere il bonus mamme domani, 800 euro erogati in un’unica soluzione per aiutare a sostenere le spese durante la gravidanza.

Aumento delle detrazioni per i figli a carico

L’approvazione della nuova legge di bilancio ha portato ad aumenti nelle detrazioni per i figli a carico, una misura nata per favorire la ripresa ed aiutare principalmente le famiglie a basso reddito. In particolare dal 2019 tutti i giovani con un’età inferiore a 24 anni e un reddito non superiore a 4 mila euro annui possono essere considerati a carico delle famiglie, mentre per ogni figlio con età superiore a 25 anni il limite massimo di reddito non deve essere superiore a 2 mila ottocento quaranta/51 euro.

Bonus e agevolazioni per assunzioni under 35

Nel 2018 tutti gli imprenditori che assumono giovani disoccupati possono beneficiare di un bonus under 35 pari al 50%. Nello specifico le aziende che nel nuovo anno assumono a tempo indeterminato giovani fino ai 35 anni di età hanno diritto ad una riduzione del 50% sui contributi inps per i primi tre anni ed un importo massimo annuale pari a 3 mila duecento cinquanta euro, misura che nel 2019 interesserà solo gli under 30. Inoltre per il nuovo anno sono previsti anche bonus assunzioni per il sud con sgravi contributivi per un anno, totali per contratti a tempo indeterminato e parziali per quelli a tempo determinato, destinati a tutte le imprese con sede nelle regioni in cui è presente una maggiore percentuale di disoccupazione come la Campania, la Calabria, la Puglia, la Basilicata e la Sicilia, e in quelle di transizione come l’Abruzzo, il Molise e la Sardegna.
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Età pensionabile per i giovani e aspettativa di vita: ecco il futuro delle nuove generazioni https://www.business.it/eta-pensionabile-per-i-giovani-e-aspettativa-di-vita-ecco-il-futuro-delle-nuove-generazioni/ Sat, 16 Dec 2017 06:29:20 +0000 http://www.business.it/?p=15874 Aumento dell'età pensionabile per i giovani italiani e aspettativa di vita: quali misure attuare, secondo l'OCSE, per garantire un futuro in cui la sostenibilità dei conti pubblici sposi coesione ed equità sociale

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Ocse: l’età pensionabile dei giovani italiani sarà tra le più alte fra i Paesi industrializzati
Insieme alla prospettiva di vita aumenta l’età pensionabile per i giovani che entrano nel mondo del lavoro. È l’altra faccia di una medaglia che vede l’Italia tra i Paesi con la migliore aspettativa di vita. Alla base del calcolo dell’OCSE secondo cui un ventenne entrato nel mondo del lavoro nel 2016 non potrebbe andare in pensione prima di avere compiuto 71,2 anni è il meccanismo di aumento progressivo ed automatico dell’età pensionabile.
Un espediente introdotto dalla cosiddetta “riforma Fornero” per contenere in modo incisivo i costi legati alla spesa previdenziale. La valutazione dell’OCSE considera una carriera priva di interruzioni e per questo è indicativa e suscettibile di variazioni.

Pensioni e sostenibilità dei conti italiani

Non è un mistero che ormai da diversi anni la UE tenga i conti Italiani sotto la lente d’ingrandimento e proprio la spesa previdenziale rappresenta una delle più impegnative voci di bilancio, costituendo circa il 15% del Pil. Una cifra imponente che registra, però, un netto calo rispetto al 16% del 2013 proprio grazie alle riforme avviate negli anni scorsi.
L’OCSE conferma che tale riduzione sarà ancora più incisiva nei prossimi anni, per scendere fino al 13,8% nel 2060. L’Italia, infatti, insieme a Danimarca e Olanda, fa parte del ristretto numero di Paesi europei che porterà l’età pensionabile oltre i 68 anni.
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eta-pensionabile-giovani-italianiPensioni: il terreno di scontro fra generazioni

Quella dell’aumento dell’età pensionabile per i giovani non è semplicemente una questione di conti da far quadrare. È invece un vero e proprio terreno di conflitto fra generazioni. Se in passato era possibile andare in pensione dopo soltanto 20 anni di lavoro, i nostri giovani hanno oggi prospettive assai più difficili e incerte, dovendo scontare le conseguenze di politiche davvero poco lungimiranti.
Tutto ciò tenendo conto che che l’età effettiva di pensionamento è oggi di 63 anni, ben 4 anni e 4 mesi inferiore all’età legale fissata a 66,7 anni. Un divario rilevante, il maggiore dell’area OCSE, che vede in media una differenza molto più contenuta: 0,2 anni per le donne e 0,8 per gli uomini.

L’Italia nel contesto OCSE: le misure per un migliore equilibrio sociale

Tra i 35 Paesi dell’area OCSE non è solo l’Italia a fare i conti con l’esigenza di aumentare l’età pensionabile per i giovani lavoratori. Longevità e bassa natalità costringono anche la Danimarca, l’Olanda, la Finlandia, la Slovacchia e il Portogallo a considerare l’aspettativa di vita nei calcoli per la spesa previdenziale.
Soltanto in Danimarca, però, l’età pensionabile sarà superiore a quella dei lavoratori italiani e salirà a 74 anni.
Nonostante ciò il tasso di dipendenza degli anziani dalle giovani generazioni raddoppierà: significa che la percentuale di over 65 rispetto agli individui di età compresa tra 15 e 64 anni salirà oltre il 72%. Per questo l’OCSE mette l’accento sulla necessità di intervenire per riformare l’intero assetto sociale italiano, affinché i nostri giovani possano godere dei frutti del proprio lavoro.
Occorrono dunque politiche che prevedano migliori investimenti nel mondo del lavoro e concrete agevolazioni fiscali e finanziamenti per le aziende che assumono giovani. Garantire un’occupazione più diffusa e un ingresso tempestivo nel mondo del lavoro è l’obiettivo che il nostro Paese deve imporsi per vincere la sfida della sostenibilità e dell’equità del nostro sistema pensionistico.
Leggi anche: Pensioni, ancora nessun accordo tra Gentiloni e i sindacati
 

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Pensioni, ancora nessun accordo tra Gentiloni e i sindacati https://www.business.it/pensioni-ancora-nessun-accordo-tra-gentiloni-e-i-sindacati/ Thu, 07 Dec 2017 06:29:24 +0000 http://www.business.it/?p=15602 Gentiloni prova a chiudere con i Sindacati. La CGIL storce il naso, le altre sigle sembrano essere d'accordo. E l'intesa non è stata raggiunta

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Pensioni, Gentiloni lancia un segnale ai sindacati

Doveva essere un confronto risolutivo, invece ha portato altro caos. L’incontro tra Sindacati e Governo ha portato ad un nuovo scossone sul tema pensioni: infatti attualmente c’è ancora una spaccatura tra le proposte avanzate in merito dalle autorità e le richieste da parte dei sindacati.
Nell’ultimo incontro il Premier Gentiloni ha rilanciato ancora una volta sul tema pensioni, proponendo 300 milioni di stanziamento per il sistema previdenziale. Ma a quanto pare la partita si gioca tutta sulla questione pensioni delle donne. È proprio su questo argomento che non sembrano esserci delle idee congrue da parte del Governo.
La leader della CGIL Susanna Camusso continua a non voler accettare la Riforma delle Pensioni, parlando addirittura di Grande insufficienza. Tutto lo sforzo compiuto dal Governo fino a questo momento sembra essere inutile: ricominciare da capo e prolungare ancora i tempi oppure trattare ancora per cercare di diminuire le distanze? I dubbi a quanto pare sono ancora molti.
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gentiloni-annuncio-su-laurea-in-scienze-gastronomichePensioni: mossa politica della CGIL?

Questo stallo sempre più frequente da parte dei sindacati sembra essere dovuto alle richieste sempre più esigenti, ma c’è chi parla di un’astuta mossa politica. A quanto pare i movimenti della stessa Camusso sembrano essere delle mosse politiche per poter facilitare la corsa del Movimento Democratico e Progressista, ma la stessa leader del Sindacato ha respinto le accuse al mittente.
A quanto pare la CGIL è un organo troppo grande per poter essere affiancato ad un partito. C’è distacco dalla politica, ma i continui rifiuti potrebbero insospettire gli addetti ai lavori, che stanno cercando di presentare una Riforma sempre migliore per poter ottenere un sì definitivo.
A quanto pare la contestazione arriverebbe sulle cifre: i lavoratori a quota 76 non sono 20.000, ma soltanto 4.000. Anche le risorse hanno ricevuto una critica: i 63 milioni sono troppi pochi, ne servono dei più. Al momento lo sforzo del Governo sarebbe comunque troppo ampio per poter raggiungere tutte le cifre richieste: i prossimi incontri divetteranno decisivi ai fini di una risoluzione positiva, ma stando alle ultime parole della Camusso, le parti sono molto lontane.
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Il pacchetto di provvedimenti sulle pensioni proposto dal Governo

Ma quali sono i provvedimenti proposti dal Governo su questa Riforma pensioni? Sono ben dodici i punti, con l’esenzione di 15 categorie per quanto riguarda i lavori usuranti, l’allargamento all’Ape Social, un anno di sconto per ogni figlio riguardo alle lavoratrici e impegno sugli incontri per giovani e donne.
Al momento la Camusso non vuole ancora accettare nessun provvedimento, mentre Anna Maria Furlan, segretario della Cisl, ha accettato questo pacchetto proposto. Qualche dubbio per Carmelo Barbagallo, che non è pienamente d’accordo sulla questione.
Gentiloni lo ha definito un provvedimento molto buono, ma a quanto pare la CIGL rimane la sigla dei sindacati più difficile da affrontare. Nei prossimi giorni si giocheranno partite fondamentali, ma se la distanza con alcune sigle è minima, con quella della Camusso potrebbe creare uno strappo notevole. Bisogna assolutamente chiudere, altrimenti si rischieranno anche eventuali sanzioni da parte dell’Unione Europea. Nei prossimi giorni capiremo come agirà il Governo su uno dei temi più delicati.

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Pensioni, ecco quale sarà il nuovo piano di Macron https://www.business.it/pensioni-ecco-quale-sara-il-nuovo-piano-di-macron/ Mon, 04 Dec 2017 06:30:00 +0000 http://www.business.it/?p=15450 Pensioni, il Premier Macron cerca una nuova svolta. Ecco quali saranno le mosse per il prossimo futuro e per poter evitare le critiche

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La riforma pensionistica di Macron passa attraverso i cervelli dell’informatica

I giovani non pensano alla pensione, soprattutto in un mondo come quello moderno, dove il lavoro è sempre più poliedrico. Nonostante questo, è proprio a un gruppo di giovani che il presidente francese Macron ha affidato la progettazione del nuovo sistema pensionistico francese. Si tratta degli studenti di informatica della prestigiosa scuola parigina Ecole 42. I tecnici informatici specializzati che si formano in questa scuola possono, secondo Macron, dar vita a un modo rivoluzionario e 2.0 per concepire il sistema delle pensioni d’oltralpe.
A metà del mese di novembre Macron ha promosso un hackaton, cioè un evento di 2 giorni in cui tutti gli informatici selezionati hanno dovuto lavorare in modo comune su questo progetto di riforma. Le idee emerse in questo brainstorming andranno a comporre il nuovo regolamento di corresponsione delle pensioni della CNAIV, la Cassa nazionale di assicurazione per la vecchiaia.
La Francia ha poco meno di 20 milioni di contribuenti, e circa 14 milioni di pensionati che potranno beneficiare di queste modalità innovative. Insieme agli studenti si sono adoperate anche diverse decine di volontari della Cassa nazionale per la creazione del progetto.
L’idea pensionistica di Macron, nemmeno a dirlo, punta tutto sulla digitalizzazione. Gli informatici dell’Ecole 42, infatti, sono stati contattati proprio per pensare a un nuovo sito e a nuovi applicativi per la gestione delle pensioni online.Macron-su-riforme-pensionistiche

Il progetto di alcuni studenti

Alcuni studenti hanno iniziato progettando una home page altamente responsiva, cioè in grado di andare il più possibile incontro all’utente facilitando l’utilizzo del sito. Molto tempo durante l’hackaton è stato dedicato anche a pensare ad applicazioni e a community di socializzazione.
In questo modo l’utente si sente parte di un mondo in cui ha la sua area riservata per l’accredito della pensione e il controllo della contribuzione, ma in cui ci sono tante altre persone simili a lui con cui confrontarsi.
Uno sforzo ancora maggiore è stato compiuto nella direzione della semplificazione burocratica. Tutti i moduli e i questionari, secondo i nerd della scuola di informatica più prestigiosa di Francia, dovranno essere di tipo virtuale. Grazie ad essi, il pensionato potrà compilare tutte le domande da casa propria ed eviterà lunghe ed estenuanti code agli sportelli.
Il confronto tra gli informatici non è solo ai fini della proposizione di idee: in esso è contenuta anche una dimensione agonistica. Le migliori idee e progetti, infatti, verranno giudicati da un’apposita commissione che selezionerà alcune figure professionali.
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La collaborazione con il CNAIV

I tecnici avranno così l’opportunità di collaborare con il CNAIV direttamente, andando a lavorare proprio sui loro sistemi informatici. Questo permetterà alla Cassa di far partire il nuovo sistema pensionistico completamente informatizzato già dalla primavera 2018.
La riforma delle pensioni è sempre un tasto dolente, che rischia di mettere in crisi il consenso popolare nei confronti del presidente Macron. Quest’ultimo, nei primi sei mesi del suo mandato, ha avuto alterni rovesci di fortuna: proprio nelle ultime settimane, centinaia di migliaia di cittadini francesi si sono riversati nelle piazze di Parigi per protestare contro le sue idee proprio in materia di pensioni e di sussidio di disoccupazione.
Per questo il presidente ha scelto di rinnovare la collaborazione tra istituzioni francesi ed Ecole 42. Già nei mesi e negli anni precedenti, infatti, i cervelloni informatici si erano riuniti in diversi meeting per progetti di primaria importanza, come la lotta al terrorismo. Questo segnale forte di incentivo ai giovani per progetti di sicurezza e di welfare nazionale è la strategia di Macron per riacquisire consenso popolare.
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Bonus Bebè: novità sulla legge di Bilancio 2018 https://www.business.it/bonus-bebe-novita-sulla-legge-bilancio-2018/ Sun, 03 Dec 2017 06:30:42 +0000 http://www.business.it/?p=15431 Nella nuova legge di Bilancio è stato introdotto un emendamento che si trova attualmente in discussione al Senato: il bonus bebè (il già conosciuto come “assegno di natalità” è stato prorogato per altri 3 anni. La novità importante è che potrà essere richiesto anche per i nati dal 1 gennaio 2018 e non andare ad… Leggi tutto »Bonus Bebè: novità sulla legge di Bilancio 2018

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Nella nuova legge di Bilancio è stato introdotto un emendamento che si trova attualmente in discussione al Senato: il bonus bebè (il già conosciuto come “assegno di natalità” è stato prorogato per altri 3 anni. La novità importante è che potrà essere richiesto anche per i nati dal 1 gennaio 2018 e non andare ad esaurirsi con l’anno 2017.

L’emendamento, approvato dalla Commissione Bilancio del Senato, è un assegno mensile destinato alle famiglie che hanno appena accolto un bambino in casa, si esso nato, adottato o in affido. I requisiti richiedono un ISEE non superiore a 25mila euro e la domanda deve essere presentata fino a tre mesi dopo la nascita (l’adozione o l’affido).

bonus bebeLeggi anche: Il bonus asili nido: un contributo dell’INPS utile per tutti i neo genitori

Per quanto riguarda il bonus bebè, il rilascio dell’assegno è legato alla situazione economica e, mentre il bonus mamme domani 2017 viene erogata a favore di tutte le donne dal 7mo mese di gravidanza in poi, il bonus bebè è di 80 euro al mese, che raddoppia a 160 se il reddito risulta addirittura inferiore a 7mila euro. La cifra complessiva è di 960 euro e 1920 per i redditi compresi tra i 7 e i 25mila euro.

Infatti, la quota viene erogata mensilmente fino al compimento del 3o anno del figlio. Per chi dovesse presentare la domanda in ritardo, la quota verrà erogata dal momento i cui viene presentata la domanda. Le quote precedenti andranno dunque perse e non potranno essere rimborsate.

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bonus-bebeIl modello Isee andrà dunque presentato subito dopo la nascita del figlio e non prima. Infatti la domanda prevede anche l’inserimento dei dati anagrafici del bambino.

Per quanto riguarda invece il bonus per i figli a carico è salito a 3500 euro. Quindi i genitori che avrebbero diritto ad una detrazione fiscale fino a 950 euro aumentano, mentre il limite d’età per i figli resta invariato a 25 anni compresi. 

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Pensioni e attualità: Tito Boeri sull'adeguamento dell'età pensionabile https://www.business.it/pensioni-e-attualita-tito-boeri-sulladeguamento-delleta-pensionabile/ Fri, 01 Dec 2017 06:30:44 +0000 http://www.business.it/?p=15302 L'adeguamento delle pensioni è sempre di attualità. Secondo il presidente Inps Boeri si rischia una maggiore spesa che potrebbe arrivare fino a 140 miliardi di euro nei prossimi 20 anni

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Pensioni, sull’adeguamento dell’età pensionabile c’è l’intervento di Boeri

Le pensioni e l’adeguamento dell’età pensionabile sono uno degli argomenti di maggiore attualità in questi giorni in cui si stanno portando avanti le trattative tra il governo e i sindacati, con posizioni che sembrano piuttosto distanti.
Sulla questione che riguarda l’adeguamento per la cosiddetta “aspettativa di vita”, prevista dalla Legge Fornero, è intervenuto anche Tito Boeri, nella sua veste di presidente dell’Inps, che ha minacciato maggiori spese se non si procederà con l’adeguamento delle pensioni.
Una cifra che potrebbe arrivare a 140 miliardi di euro entro il 2040 quella che Boeri ha indicato parlando a Roma, dove era impegnato in un convegno che verteva sulla povertà dei bambini. Proprio alle famiglie con bambini e non ai pensionati, ha dichiarato Boeri, dovrebbe andare il pensiero degli italiani, asserendo che quella degli over 65 è la fascia della popolazione meno colpita dalla crisi che si è abbattuta sul nostro Paese in qusti ultimi anni.
Boeri si è soffermato sul metodo di suddivisione della spesa sociale in Italia e ha aggiunto che oggi non bastano più nemmeno gli aiuti che in tutte le famiglie i nonni fanno ai nipotini con le risorse della loro pensione. Una situazione che secondo il presidente dell’Inps è dovuta anche al fatto che ci siano meno nipoti all’interno delle famiglie.

La posizione dei sindacati riguardo a questo problema

Riguardo al piano sulla previdenza, con le trattative in corso con il governo per cercare di trovare dei correttivi, la Cgil, per bocca del suo segretario, Susanna Camusso, spera che da parte dei sindacati arrivi, nei confronti dell’esecutivo, un giudizio unitario.
Il piano che è stato avanzato da Palazzo Chigi prevede che dall’aumento dell’età pensionabile siano esentate 15 categorie di lavoratori che sono impegnati in quelli che sono stati individuati come “lavori gravosi”, mentre da parte dei sindacati si chiedono alcune varianti.
Lo scatto in avanti dell’età pensionabile sarà effettivo nel 2019 con la salita sino a 67 anni, e la Cgil ha confermato che se non si troverà un accordo soddisfacente si potrebbe procedere anche con delle manifestazioni di protesta da parte dei lavoratori.
Le cifre annunciate da Tito Boeri e le varie considerazioni delle parti hanno sicuramente un peso per quanto riguarda le trattative tra governo e sindacati ed a quanto sembra in una prima analisi di quanto espresso anche dal ministro Padoan, i margini di manovra per aumentare le categorie esenti sono ridottissimi.
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Tito Boeri all’attacco anche della politica

L’allarme insito nelle parole di Boeri per una possibile “controriforma” chiama in causa anche i politici, con il presidente dell’Inps che sottolinea le ragioni elettorali come uno dei presupposti della mancata chiarezza da parte dei partiti, che tendono a rinviare la scelta di una soluzione.
Secondo Boeri un blocco dell’aumento automatico dell’età pensionabile porterebbe anche ad un aumento dello “spread”, con i giovani che alla fine sarebbero i più colpiti, rischiando di andare in pensione molto più tardi.
Da parte di Boeri sono arrivate parole di critica anche nei confronti dei sindacati, che sono stati accusati di non pensare più ai salari dei lavoratori, che garantirebbero anche maggiori entrate per il pagamento delle pensioni, ma solo a far aumentare la spesa dell’Inps riguardo alle pensioni. Nei confronti dei sindacati Boeri parla di un comportamento con le stesse “logiche” dei politici.
Secondo Boeri al Paese serve un maggior numero di entrate nel mondo del lavoro, che avvengano in modo regolare e con contratti a tempo indeterminato. Con salari più alti per i lavoratori e l’ingresso di immigrati regolari, le entrate dell’Inps sarebbero in grado di garantire le pensioni senza mettere a rischio tutto il sistema.
Leggi anche: Pensioni, si cerca l’accordo tra governo e sindacati, ma le distanze sono ancora ampie

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Milionari degli Stati Uniti chiedono a Trump di non tagliare le tasse sulle loro imprese https://www.business.it/milionari-degli-stati-uniti-chiedono-a-trump-di-non-tagliare-le-tasse-sulle-loro-imprese/ Thu, 30 Nov 2017 06:30:54 +0000 http://www.business.it/?p=15300 I milionari e miliardari statunitensi hanno scritto e inviato una lettera ufficiale a Trump, in cui chiedono al presidente di non diminuire e tagliare le tasse per evitare di aumentare la diseguaglianza sociale

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La richiesta dei milionari degli Stati Uniti

In queste ore sta facendo il giro del mondo la richiesta di più di 400 tra milionari e miliardari americani che hanno deciso di scrivere una lettera al Congresso degli USA. Nel documento si chiede ufficialmente di non approvare la proposta del presidente Trump di tagliare le tasse, perché questo non farebbe altro che alimentare le diseguaglianze sociali e penalizzare un Paese già fortemente danneggiato dalle piaghe della povertà e dalla mancanza di effettive opportunità per i ceti sociali più bassi.
I milionari degli Stati Uniti starebbero cercando di fare il possibile per portare dalla propria parte i deputati e i senatori che, in questi mesi, stanno valutando una riforma fiscale. I repubblicani guidati da Trump hanno richiesto minore pressione sulle grandi imprese, ma gli stessi proprietari vogliono rinunciare a questo diritto, sostenendo che le condizioni del debito pubblico peggiorerebbero ulteriormente.
I firmatari della lettera hanno sostenuto a più riprese che tagliando le tasse ai ricchi i fondi a disposizione del governo diminuirebbero e i tanti interventi necessari già lasciati da parte rischierebbero di non essere mai realizzati. Se non ci sono soldi da investire nella ricerca, nell’istruzione, nell’assistenza e nelle infrastrutture, alleggerire le tasse potrebbe solo diminuire ancora la liquidità a disposizione.

milionari-degli-stati-uniti-lettera-a-trump-2La situazione in parlamento

Attualmente le Camere del parlamento non hanno ancora trovato un accordo ed è in corso un tentativo per cercare di conciliare le due versioni della legge di riforma, in modo da presentare il prima possibile un progetto ufficiale. Nonostante i dissidi, i leader principali della Camera e del Senato sono fiduciosi e affermano con risoluzione che la legge sarà pronta a breve. Molti parlamentari ritengono che entro la fine dell’anno i documenti saranno sulla scrivania del presidente in attesa di una sua firma.
L’ex presidente di Goldman Sachs Gary Cohn, oggi messo a capo del Consiglio Economico della Casa Bianca, cerca di calmare gli animi e dare sicurezze ai milionari che si sono opposti alla riforma fiscale, assicurando il massimo impegno del parlamento.
Nella stesura dei documenti si è già tenuto in considerazione il bisogno di incoraggiare in qualsiasi modo gli investimenti, per migliorare le condizioni economici degli americani meno ricchi. La legge garantirà fondi sufficienti allo Stato, pur riducendo gli oneri fiscali e abolendo le tasse ereditarie per i patrimoni sotto ai 5,5 milioni.

milionari-degli-stati-uniti-lettera-a-trump-3I protagonisti della protesta

I milionari degli Stati Uniti che si stanno opponendo con fermezza alla nuova proposta fiscale appartengono per lo più all’associazione progressista Responsible Wealth che, come suggerisce il nome, si spende per fare in modo che la ricchezza di pochi vada a gravare troppo sugli interessi del Paese.
I membri del gruppo provengono in gran parte da Stati a maggioranza democratica, come New York, Connecticut, California e Massachusetts. Tra i nomi più conosciuti ci sono Rockefeller, Ben Cohen, Jerry Greenfield, George Soros e Eileen Fisher. Accanto a loro ci sono anche firmatari ignoti al grande pubblico, che tuttavia hanno entrate annuali importanti.
Nella lettera si spiega che la maggior parte delle grandi imprese ha già profitti da record e ai ricchi non servono altri soldi, mentre i dati sulle disuguaglianze sociali non erano così negativi da quasi un secolo. Per la prima volta nella storia i ricchi vogliono avere meno denaro.

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Pensioni: incontro tra sindacati e governo, ancora proteste e malcontento https://www.business.it/pensioni-incontro-tra-sindacati-e-governo-ancora-proteste-e-malcontento/ Tue, 28 Nov 2017 06:30:34 +0000 http://www.business.it/?p=15258 Il tema pensioni è tra i più dibattuti in questi mesi e, in vista delle elezioni del prossimo anno, cittadini e sindacati richiedono una revisione delle normative attualmente in vigore, ma il quadro non è affatto roseo

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La situazione attuale

Il tema delle pensioni è da anni al centro del dibattito politico ma, con l’avvicinarsi delle elezioni, i cittadini, alcuni sindacati e i partiti più scaltri che cercano di guadagnare voti, hanno riaperto questioni spinose. Le proposte avanzate sono varie e si è reso noto un incontro tra sindacati e governo, per cercare di trovare un compromesso soddisfacente per tutte le parti.
Le richieste presentate prevedono un abbassamento dell’età pensionabile che, in seguito all’approvazione della legge Fornero, risulta troppo alta. Il problema è che per varare nuove manovre servirebbero dei fondi in grado di coprire la pensione anticipata. Sindacati e autorità competenti si sono subito messe al lavoro, per cercare di capire dove trovare i capitali necessari.
Purtroppo i risultati delle ricerche non hanno dato grandi frutti e le parti sociali interessate hanno trovato solamente 61 milioni di euro da investire nel progetto. La cifra sarebbe sufficiente a coprire appena il 2% dei pensionamenti. Cgil, Cisl e Uil, nonostante gli evidenti disaccordi sul tema pensioni, si sono dichiarati pronti a mobilitarsi. Nonostante questo impegno, al momento le distanze da colmare sembrano davvero eccessive.
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Le dichiarazioni di Cgil

In queste ore il sindacato Cgil ha fatto sapere la propria posizione sul problema pensioni attraverso uno dei suoi esponenti di spicco, Susanna Camusso. La rappresentante ha ufficializzato un comunicato particolarmente aspro e critico verso il governo, sperando in una reazione del parlamento e in una maggiore applicazione da parte dei suoi vertici.
La Camusso boccia senza mezzi termini la proposta del governo sulle pensioni, sia per quanto riguarda le misure presentate che per quanto concerne i lavoratori idealmente coinvolti dalle manovre. I numeri sono troppo bassi e non consentirebbero un’effettiva evoluzione della situazione, perché andrebbero a garantire maggiori diritti solo a una strettissima cerchi di privilegiati.
L’esenzione dall’ulteriore aumento dell’età pensionabile sarebbe applicabile soltanto a circa 4300 persone, che rappresentano appena il 2,2% delle uscite per pensionamento attualmente richieste. In un primo momento il governo aveva parlato di sforzi per arrivare a coprire il 10% delle pensioni per vecchiaia, ma evidentemente c’è stato un grosso passo indietro e le condizioni sono visibilmente cambiate.
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pensioni-ultime-novità-sulla-situazioneIl commento dei lavoratori

Moltissimi lavoratori di età ormai avanzata stanno seguendo con attenzioni le controversie in merito al tema delle pensioni e non sono mancate le proteste o le dichiarazioni velenose da parte di esponenti più o meno conosciuti e influenti. Per la maggior parte è ridicolo pensare che solo 4000 persone possano andare in pensione prima dei 67 anni e, dopo l’innalzamento delle categorie a quindici, tutti si sentono presi in giro.
Roberto Ghiselli ha affermato che la situazione è inaccettabile e le conseguenze potrebbero essere pesanti. L’augurio è che il consiglio esecutivo sfrutti queste ultime ore per trovare soluzioni più sensate e che i documenti presentati all’incontro abbiano contenuti ben diversi dai precedenti per quanto riguarda pensioni, giovani e donne, previdenza complementare e aspettative di vita.
Se i cambiamenti auspicati non dovessero avvenire, i sindacati si troverebbero con le mani legate e non avrebbero più la possibilità di assicurare ai lavoratori e ai pensionati un servizio coerente, venendo meno agli impegni presi. La mobilitazione può essere intensa e continua, ma se dall’altra parte non si ascolta ogni sforzo è vano.
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Aiuti per le PMI: arriva il fondo per la digitalizzazione https://www.business.it/aiuti-per-le-pmi-arriva-il-fondo-per-la-digitalizzazione/ Tue, 28 Nov 2017 06:30:22 +0000 http://www.business.it/?p=15260 Gli aiuti per le PMI per la digitalizzazione e l'ammodernamento tecnologico possono aiutare le aziende a restare sul mercato e far fronte alla concorrenza. Ecco come approfittarne grazie ai fondi del MISE

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Nuove opportunità per le Piccole Medie Imprese: arriva il fondo per la digitalizzazione

Novità in arrivo per le micro, piccole e medie imprese. Dal 30 gennaio 2018 al 9 febbraio potranno prenotare quote degli aiuti per le PMI (Piccole Medie Imprese) messi a disposizione dal Ministero per lo Sviluppo Economico per l’ammodernamento tecnologico e digitale dei processi aziendali e per far fronte all’obsolescenza tecnica dei vecchi dispositivi.
L’Italia è uno dei paesi che ha maggiori difficoltà nell’aggiornare tecniche di produzione e di marketing, proprio per questo il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) ha pensato questa iniziativa volta ad aiutare le aziende che hanno maggiori difficoltà a causa delle dimensioni ridotte. Per poter però accedere a questo fondo è bene prestare molta attenzione alle procedure da seguire.
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In cosa consiste il fondo

Gli aiuti per le PMI previsti dal MISE hanno un ammontare totale di 100 milioni di euro da ripartire fra le aziende che fanno richiesta. Ogni impresa potrà usufruire di un vaucher il cui valore non può superare i 10.000 euro e può coprire massimo il 50% delle spese sostenute per l’ammodernamento tecnologico con acquisto di hardware, software e altri servizi specializzati volti alla digitalizzazione dei servizi offerti dalle aziende stesse.
Per le aziende la prima cosa da fare è prenotare il contributo, questo deve essere fatto nel periodo dal 30 gennaio al 9 febbraio. Il termine è piuttosto breve, ma è bene fare attenzione a non sbagliare nella compilazione della domanda e nell’allegare tutti i documenti necessari, infatti, le domande saranno vagliate e in caso di insufficienza dei fondi disponibili, non saranno favoriti coloro che hanno consegnato prima, ma si valuterà in base alla documentazione allegata.
Leggi anche: Finanziamenti europei alle PMI, all’Italia il 70% dei fondi

aiuti-alle-pmi-per-la-digitalizzazioneCome prenotare il fondo

Solo dopo aver prenotato il vaucher sarà possibile per le PMI sostenere le spese dichiarate. Dopo aver sostenuto le spese le aziende dovranno inviare, entro 30 giorni, la documentazione relativa alle spese affrontate. Nei 30 giorni successivi alla scadenza del bando sarà compito del MISE redigere un documento da cui si desumono le imprese che hanno fatto richiesta del fondo e le quote prenotate. Il documento sarà adottato su base regionale.
Nel caso in cui le richieste pervenute siano di ammontare superiore rispetto al fondo messo a disposizione che è di 100 milioni di euro, si procede con il frazionamento dei contributi erogabili alle singole imprese in base al fabbisogno. Come detto in precedenza non sarà data alcuna rilevanza all’ordine temporale in cui perviene la prenotazione dei fondi, ovviamente deve essere rispettato il termine finale.
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aiuti-alle-pmi-per-la-digitalizzazione-2Erogazione dei contributi

La fase finale della procedura per gli aiuti alle PMI prevede il vaglio di tutte le domande e quindi la ripartizione dei fondi per tutte le domande ritenute ammissibili, fino al totale utilizzo dei fondi. Deve essere infine sottolineato che la delibera CIPE del 10 luglio 2017 pubblicata in Gazzetta Ufficiale e contenente il provvedimento oggetto di disamina, stabilisce che è prevista una riserva del fondo per le micro, piccole e medie imprese che hanno ottenuto il rating di legalità.
Questo riconoscimento può essere chiesto dalle aziende che rispettano determinati criteri economici e che soprattutto possono dimostrare che l’imprenditore e coloro che hanno ruoli rilevanti nell’impresa non hanno avuto comportamenti penalmente rilevanti come ad esempio nel caso in cui siano destinatari di provvedimenti inerenti reati tributari.

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Imprese donna: possibilità e ostacoli per le donne nel mondo del lavoro https://www.business.it/imprese-donna-possibilita-e-ostacoli-per-le-donne-nel-mondo-del-lavoro/ Mon, 27 Nov 2017 06:42:29 +0000 http://www.business.it/?p=15208 Le imprese donna in Italia sono in crescita e il mondo femminile è una risorsa importante in ambito lavorativo, tuttavia ad oggi continuano ad esserci problemi per le donne in carriera

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I dati sull’occupazione femminile

Le imprese donne in Italia e nel mondo continuano ad avere grossi problemi, nonostante i dati parlino di tendenze in crescita per quanto riguarda l’occupazione femminile e le opportunità di carriera. In generale la principale difficoltà sta nel fatto che le donne devono spesso occuparsi anche di casa e famiglia e il mondo del lavoro non tiene abbastanza in considerazione questi fattori, quindi a lungo andare molte mamme e mogli decidono di abbandonare la propria occupazione.
Il desiderio di curare la famiglia è al vertice della classifica sui principali motivi di abbandono del posto di lavoro e circa il 40% delle donne fa questa scelta, mentre tra gli uomini soltanto il 3% imbocca questa via. L’Isfol ha condotto studi approfonditi su un campione di donne tra i 25 e i 45 anni, segnalando un timido miglioramento per quanto riguarda le offerte del mercato del lavoro per il mondo femminile.
Dall’altra parte, va evidenziato un netto calo nell’occupazione delle giovani ragazze, visto che si sono calcolate 45000 lavoratrici in meno rispetto agli ultimi trimestri. Ciò sarebbe dovuto a carenze nei servizi e nella flessibilità che dovrebbe essere garantita ad ogni donna. Per le lavoratrici tra i 25 e i 45 anni dopo la nascita del primo bambino il tasso di occupazione scende dal 63% al 50%. Quando nasce il secondo figlio le percentuali crollano ulteriormente.
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imprese-donna-ostacoli-nel-mondo-del-lavoroLa situazione in altri Paesi

Non sempre le imprese donna nel mondo del lavoro terminano per una scelta volontaria della lavoratrice. In molte sottolineano che la propria attività lavorativa è terminata a causa della scadenza del contratto e, per un’altra buona parte, in seguito al licenziamento o alla chiusura delle aziende.
In altri Paesi la situazione è diversa e ad esempio la Danimarca dimostra come, con pochi semplici accorgimenti, le cose possano migliorare notevolmente. Le politiche sociali danesi prevedono asili e università gratuite e un anno di maternità o paternità retribuiti al 100%. Il premier danese è donna, così come 9 ministri e gran parte dell’esecutivo.
Recenti studi di Banca d’Italia hanno evidenziato che, se gli impegni presi a Lisbona fossero rispettati, l’occupazione femminile raggiungerebbe il 60% e il PIL crescerebbe del 7%. Se nei Paesi del nord questa situazione ideale è da tempo realtà, nel sud dell’Italia la disoccupazione femminile sfiora il 16% e il 64% delle donne non ha la minima intenzione di cercarsi un lavoro.
Leggi anche: Pensioni donne: proposte dei partiti sulle possibilità di anticipare l’età pensionabile

imprese-donne-rischi-ed-ostacoliI benefici dell’assunzione delle donne

Che le imprese donne siano positive per il mondo del lavoro non è certo un mistero e varie ricerche hanno mostrato quanto la vita produttiva possa migliorare con risorse femminili. Nelle aziende in cui le donne raggiungono i vertici e sono in grado di esprimere liberamente la propria originalità, i riscontri sono persino migliori.
Il Rapporto Nazionale sull’Imprenditoria Femminile, diffuso da Unioncamere, dal Ministero dello Sviluppo Economico e dal Dipartimento per le Pari Opportunità, ha reso noto che nel 2011 le imprese italiane gestite da donne sono aumentate di numero e sono cresciute ben di più di quelle gestite da uomini, resistendo meglio alla crisi.
Cerved Group e Manager Italia, dopo aver condotto l’indagine Le donne al vertice delle imprese, hanno dimostrato che una maggiore presenza femminile negli organi decisionali migliora le performance aziendali, riduce i rischi di default, promuove l’impegno delle risorse umane femminili nell’impresa e in tutto il Paese, dando un nuovo stimolo all’intera economia.
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Pensioni donne: proposte dei partiti sulle possibilità di anticipare l'età pensionabile https://www.business.it/pensioni-donne-proposte-dei-partiti-sulle-possibilita-di-anticipare-leta-pensionabile/ Fri, 24 Nov 2017 06:30:36 +0000 http://www.business.it/?p=15140 L'argomento delle pensioni donne è da anni dibattuto in parlamento e ancora non si è trovata una linea comune da seguire, ma in occasione delle imminenti elezioni sono emerse proposte interessanti

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La situazione sul tema pensioni

Il problema dell’età pensionabile è ormai da diversi anni al centro del dibattito politico. In più occasioni partiti del centro destra hanno provato ad abbassare i paletti imposti dalla legge e ad offrire ai già pensionati dei benefit che garantissero una qualità della vita migliore, soprattutto per chi può contare solo sulla pensione minima. Di fatto però nessuna di queste proposte è andata a buon fine e, al contrario, negli ultimi tempi le normative sulle pensioni donne si sono fatte ancora più severe.
La situazione attuale è indubbiamente motivo di indignazione e sfiducia da parte dei cittadini, che hanno organizzato numerose proteste. La legge Fornero ha costretto migliaia di cittadini in età ormai avanzata a rimanere ancora al lavoro e maturare altri contributi per potersi garantire una vecchiaia un po’ più agiata e, alla luce del malcontento generale, appare molto probabile che questo decreto sarà il primo a cadere dopo le elezioni del 2018. Naturalmente i principali partiti si sono mossi subito, esprimendo il proprio parere e muovendo nuove proposte che possano portare dalla loro parte il maggior numero possibile di voti.
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Le proposte dei partiti

Matteo Salvini, leader affermato della Lega, ha dichiarato senza mezzi termini che il suo primo impegno al governo sarà rivedere completamente e correggere tutte le riforme volute da Monti sul tema delle pensioni donne. Il Movimento Cinquestelle ha cercato di mantenere maggiore cautela, spiegando che è necessario mantenere l’impianto attuale.
Anche per i grillini è comunque necessaria qualche modifica e servirebbe allargare le maglie per l’uscita anticipata soprattutto per le categorie più delicate. Tra gli esperimenti da recuperare ci sarebbe ad esempio l’Opzione Donna della Fornero, per cui le donne di 57 o 58 anni con 35 anni di contributi potrebbero andare subito in quiescenza con perdite secche del 35 o del 30%.
Il governo dovrebbe prorogare queste misure sperimentali, magari usando quelle risorse ancora non sfruttate. In alternativa si possono trovare anche altri fondi, non solo perché sarebbe più giusto. Questi sistemi permettono di risparmiare molto denaro e i capitali non usati nel 2016 ammontano a 58 milioni, stando a quanto dichiarato dall’Istituto di Previdenza. Il rischio è che questi fondi vengano impiegati per altri progetti, ma è intenzione dei Cinquestelle battersi per evitare che ciò succeda.
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pensioni donne partiti proposte

L’opinione dei sindacati

Accanto a numerosi partiti politici, anche i sindacati sono scesi in campo per protestare e richiedere qualche modifica per quanto riguarda le pensioni donne. L’intervento sui dossier attualmente disponibili dovrebbe avvenire il prima possibile e, nonostante le dichiarazioni contrarie del premier Gentiloni, le voci che si uniscono agli appelli continuano a crescere.
Il segretario generale della UIL Carmelo Barbagallo ha recentemente affermato che andare in pensione a settant’anni è un male impensabile contro cui bisogna battersi con tutte le forze. Il sindacato sta sottoponendo all’attenzione del governo delle richieste circa la flessibilità in uscita, domandando anche il congelamento dello scatto automatico dell’aspettativa di vita.
Sempre Salvini ha insistito con la sua linea dura condannando apertamente l’Ape, l’Anticipo Pensionistico sulla bocca di tutti in questi ultimi mesi. Il leader della Lega ha affermato senza peli sulla lingua che si tratta di una fregatura di carattere colossale e che è sua ferma intenzione contrapporsi a tutto ciò.

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Pensioni, si cerca l'accordo tra governo e sindacati, ma le distanze sono ancora ampie https://www.business.it/pensioni-si-cerca-laccordo-tra-governo-e-sindacati-ma-le-distanze-sono-ancora-ampie/ Tue, 21 Nov 2017 06:30:50 +0000 http://www.business.it/?p=14746 Pensioni, la nuova apertura avanzata dall'esecutivo sul calcolo della speranza di vita sembra segnare dei passi in avanti, giudicati però non risolutivi dalle varie centrali sindacali

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La discussione sulla speranza di vita

La questione delle pensioni continua a caratterizzare con grande forza gli scenari politici. L’ultima apertura formulata dall’esecutivo, che si adeguerebbe in tal modo ad una ridefinizione dei criteri di calcolo della speranza di vita su cui si dovrebbe impostare l’età pensionabile, si accompagna infatti ad un giudizio negativo da parte dei sindacati sul complesso delle risposte governative.
In particolare a scavare il solco tra le controparti è la decisione del governo di non allargare l’elenco dei lavori che dovrebbero essere esentati dall’aumento che scatterà nel 2019, quando l’età pensionabile dovrebbe salire a 67 anni e di mantenere il punto su criteri di accesso giudicati punitivi dalle centrali sindacali.
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pensioneIl punto sulla situazione

Per quanto riguarda la prima questione, l’esecutivo non sembra intenzionato a derogare dai quindici lavori previsti, ovvero gli undici che già facevano parte dell’elenco per l’Ape social, più i lavoratori della siderurgia, della pesca, i marittimi e gli agricoltori.
In relazione alla seconda questione, invece, il governo continua a promuovere l’ipotesi che prevede trentasei anni di contributi oltre a sei anni di lavoro gravoso durante gli ultimi sette, condizione quest’ultima che dovrebbe essere dimostrata dai richiedenti.
Inoltre sembra disposto a prendere in considerazione l’ipotesi di un ritorno alla situazione preesistente nel caso invece l’aspettativa di vita facesse registrare una diminuzione soltanto nel biennio successivo a quello in cui avverrebbe la rilevazione.
Nonostante il dissenso formulato dai sindacati, il Ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, si dice invece convinto del fatto che la discussione in atto sulle pensioni sia estremamente positiva.
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pensioniUn giudizio non condiviso dai sindacati

I sindacati dal canto loro non esitano a manifestare il loro scontento per il modo in cui sta procedendo la discussione sulle pensioni. In base alle indiscrezioni emerse sinora, l’esecutivo avrebbe infatti dato la sua disponibilità a salvare circa 20mila lavoratori, un numero giudicato ancora troppo esiguo dalla controparte, che punta decisamente ad allargare la platea dei potenziali beneficiari.
Se da più parti si continua a dare per scontato un accordo finale, va però sottolineato come il tempo a disposizione non sia più molto, considerato che l’ultimo round dovrebbe aver luogo il 14 novembre, quando si terrà il vertice conclusivo tra i sindacati e il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
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pensioniIl mondo politico chiede un rinvio

Mentre va avanti la trattativa, il mondo politico si interroga sulle mosse da mettere in campo per cercare di non rimanere con il cerino in mano a pochi mesi da una tornata elettorale che si preannuncia estremamente complicata.
Va infatti ricordato come l’aumento dell’età pensionabile in base all’aspettativa di vita sia vista con un certo fastidio in un Paese che continua ad essere gravato dal problema di una disoccupazione giovanile troppo elevata.
Sia il centrosinistra che il centrodestra, quindi, propongono un rinvio, almeno di un semestre, per il varo del decreto ministeriale che aumenterebbe l’età pensionabile a 67 anni nel 2019. Un tentativo di neutralizzare gli effetti politici di una questione che potrebbe danneggiare non poco le sorti elettorali dei partiti che hanno votato a favore della legge Fornero.
A trarne ulteriore vantaggio potrebbe essere il Movimento 5 Stelle, il quale non ha appunto partecipato alla votazione del provvedimento e che di conseguenza potrebbe passare all’incasso nel corso delle elezioni politiche che si svolgeranno in primavera. Considerato quanto accaduto con il voto per il rinnovo dell’assemblea regionale siciliana, sembra che i timori di una ulteriore avanzata del movimento fondato da Beppe Grillo siano tutt’altro che infondati.

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Sharing dreams: ecco la nuova campagna di Intesa Sanpaolo pensata su misura per i giovani https://www.business.it/sharing-dreams-ecco-la-nuova-campagna-di-intesa-sanpaolo-pensata-su-misura-per-i-giovani/ Sun, 19 Nov 2017 06:30:05 +0000 http://www.business.it/?p=14592 Con lo spot Sharing dreams, Intesa Sanpaolo ha deciso di puntare dritta ai giovani, pubblicizzando due prodotti in grado di andare perfettamente incontro alle loro esigenze

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Sharing dreams: in arrivo i nuovi prodotti targati Intesa Sanpaolo

Intesa Sanpaolo ha deciso di puntare tutto sul web e per farlo ha dato seguito ad un investimento di ben 5 milioni di euro. Senza alcun dubbio, abbiamo a che fare con una campagna che ha come principali destinatari i giovani. Sharing dreams: è questo il titolo dello spot che verrà trasmesso per quattro settimane articolato in due blocchi rigorosamente da due.
La trasmissione dello spot è prevista sia su internet che in Tv ma c’è da scommettere che sarà proprio il web a fare da catalizzatore. La televisione, però, non è stata del tutto mandata in pensione. Nonostante il mondo del digital abbia raggiunto percentuali altissime, sono in molti a continuare a guardare il piccolo schermo e, pertanto, sarebbe un errore escluderlo dal ventaglio degli investimenti.
Tra l’altro, è interessante tenere conto che una parte dell’investimento è stata destinata anche alla carta stampata e al cinema. Insomma, l’idea è di coinvolgere i giovani cercando di raggiungerli con ogni mezzo di comunicazione. L’obiettivo della campagna è semplice: e giovani sono una delle categorie più colpite dalla crisi economica.
Le loro finanze sono traballanti e, per tale ragione, è necessario che sappiano di poter contare su un istituto di credito in grado di sostenerli in ogni fase della loro vita, sia che siano studenti o giovani intraprendenti desiderosi di mettersi in proprio.

Conto XME e Mutuo giovani: ecco i dettagli

Entrando più nello specifico, per i più giovani Intesa Sanpaolo ha pensato a due diversi prodotti che, come detto in precedenza, saranno opportunamente pubblicizzati e che, tra l’altro, avranno testimonial di rilievo. Conto XME under 30 e Mutuo giovani: sono questi i due prodotti targati Intesa Sanpaolo destinati a rivoluzionare il mondo dei giovani.
Questa iniziativa è legata al fatto che, stando ai dati, Intesa Sanpaolo ha circa 1,7 milioni di clienti al di sotto dei 35 anni e, dunque, deve andare incontro alle loro specifiche esigenze se ha intenzione di riuscire a crescere e continuare a rappresentare un punto di rifermento nel settore del credito.

Prospettive e politiche aziendali

Per quanto riguarda Mutuo giovani, i ragazzi al di sotto dei 40 anni hanno la possibilità di ottenere un finanziamento del 100% con una formula flessibile di rimborso. Le rate, infatti, per i primi 10 anni saranno leggere e, tra l’altro, risulteranno dimezzate se paragonate alle formule tradizionali.
Ad oggi, sono ben 1,8 i miliardi di mutui erogati a ben 20.000 giovani tra cui vi sono anche ben 3.300 lavoratori cosiddetti atipici. Alla banca, infatti, non servono garanzie particolari, nella piena consapevolezza che i giovani non possono darne. Gli studenti, invece, potranno beneficiare del cosiddetto Prestito con lode, una formula che non necessita di alcuna garanzia e che consente di ottenere un massimo di 50.000 euro da restituire in 40 anni.
In merito, poi, al Conto XME under trenta, si tratta di una vera e propria rivisitazione del conto tradizionale di Intesa Sanpaolo ovviamente riadattato tenendo conto delle esigenze dei più giovani. In pratica, si tratta di un conto a zero spese che offre la possibilità di prelevare del tutto gratuitamente ovunque, persino all’estero.
Ad essere gratuiti sono anche i bonifici ed ogni genere di operazione effettuata online o attraverso l‘applicazione. Con Sharing dreams, pertanto, Intesa Sanpaolo ha deciso di parlare ai più giovani, nella convinzione di aver dato forma a prodotti perfetti per le loro necessità.

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Sgravi fiscali per le assunzioni dei giovani under 35 nella manovra economica per il 2018. Via libera da parte del governo https://www.business.it/sgravi-fiscali-per-le-assunzioni-dei-giovani-under-35-nella-manovra-economica-per-il-2018-via-libera-da-parte-del-governo/ Fri, 27 Oct 2017 05:30:27 +0000 http://www.business.it/?p=13780 Gli sgravi fiscali per l'assunzione degli under 35, con la nuova finanziaria sono una realtà

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La manovra di bilancio prevede sgravi fiscali per le assunzioni dei giovani

La finanziaria 2018 è stata varata con una misura molto importante per quanto riguarda il mondo del lavoro. Contiene infatti la possibilità di usufruire di uno sgravio fiscale alle aziende che assumono dei lavoratori under 35. La decontribuzione è pari al 50% dell’importo dovuto e si applica per tre anni dalla data di assunzione.
Un via libera che dovrebbe agevolare l’ingresso nel mondo del lavoro di molti giovani, un impegno che il governo guidato da Paolo Gentiloni si era preso sin dal suo insediamento. Lo stesso Premier, parlando della manovra ha detto “Niente lacrime e sangue, faro su crescita e lavoro per i giovani”.
Nelle regioni del Sud la misura varata dal Governo è ancora più favorevole per la decontribuzione sale al 100% dell’importo. Lo sgravio fiscale vale anche per le assunzioni che saranno effettuate nei due mesi restanti del 2017.
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Le dichiarazioni del governo

Relativamente a questa manovra, che in totale vale 20 miliardi di euro, il premier Gentiloni ha rimarcato che la stessa è “utile per l’economia”, oltre ad essere snella, e arriva dopo che nei mesi precedenti da parte di molti si parlava di una manovra finanziaria che avrebbe portato agli italiani “lacrime e sangue”.
Lo stesso premier ha sottolineato come l’azione di questo governo sia la logica continuazione di quanto era stato portato avanti da quello precedente, guidato da Renzi, e che sicuramente troverà in Parlamento non solo il sostegno dei partiti che compongono la maggioranza, ma anche il “senso di responsabilità” degli altri gruppi.
L’obiettivo di questa manovra era, secondo il premier, quello di non introdurre nuove tasse, evitare l’aumento dell’aliquota IVA ed altri balzelli accessori come le accise.
Un altro impegno che il governo ha mantenuto, secondo Gentiloni, è quello relativo agli aumenti destinati al personale del pubblico impiego, con il rinnovo del contratto che arriva dopo circa 10 anni e va anche incontro alle richieste che erano state presentate da parte dei sindacati. L’aumento sarà di 85 euro al mese, per un totale di spesa pari a 1,7 miliardi di euro.
Anche Carlo Padoan, ministro dell’Economia, ha parlato di “svolta”, dichiarando che questa manovra consente all’Italia di avere una robusta crescita, specialmente per le fasce “più bisognose” della popolazione e quelle che abitano nelle zone meno avanzate.
Il ministro ha espresso la convinzione che il nostro Paese, dopo diverso tempo, sia uscito dalla crisi e si avvii verso una fase di crescita, aiutata anche da investimenti pubblici. Importante, secondo Padoan, anche la misura a favore delle imprese private che possono usufruire, oltre che degli sgravi fiscali anche del superammortamento e dell’iperammortamento.
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sgravi fiscali assunzioni under 35

Le altre misure della finanziaria

Per evitare aumenti di imposte, la finanziaria contiene anche una norma che prolunga, per tutto il 2018, lo stop attualmente in vigore agli aumenti per i tributi locali, oltre che per le addizionali comunali e regionali delle imposte statali.
Una misura che dovrebbe dare nuovi spunti al lavoro è rappresentata dal “Bonus giardini“, con il quale si introducono degli sgravi fiscali, pari al 36%, sulle spese che vengono fatte per curare il verde nelle case private. In questa casistica rientrano sia i giardini che i terrazzi e la validità è estesa anche ai condomini.
Per quanto riguarda l’ambito pensionistico sono stati introdotti dei ritocchi all’Ape Social, che riguardano le donne. Per loro infatti sarà possibile ottenere uno “sconto” di sei mesi per ogni figlio, con un tetto massimo stabilito in 24 mesi. Nel contempo la Rita, “Rendita integrativa temporanea anticipata”, è stata resa più semplice e stabilizzata.
La manovra intende dare anche una maggiore spinta agli investimenti pubblici sia delle amministrazioni locali che di quelle centrali, mediante una maggiore disponibilità di denaro, quantificata in 300 milioni di euro per il prossimo anno, 1,3 miliardi di euro nel 2019 e 1,9 miliardi di euro nel 2020.
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parlamento italiano sgravi fiscali giovani under 35

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Decreto Fiscale editoria italiana: inserite anche le testate online https://www.business.it/decreto-fiscale-editoria-italiana-inserite-anche-le-testate-online/ Tue, 17 Oct 2017 09:43:22 +0000 https://www.business.it/?p=13485 Giornata davvero importante per l’editoria italiana, è stata approvato il decreto che potrebbe aiutare un settore in crisi da diverso tempo, a rialzare la testa. Il Decreto Fiscale, stabilito nella giornata di venerdì 13 ottobre, sancisce infatti gli sgravi fiscali alle aziende che investono pubblicità nel settore editoriale italiano. Una svolta importante che non si ferma… Leggi tutto »Decreto Fiscale editoria italiana: inserite anche le testate online

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Giornata davvero importante per l’editoria italiana, è stata approvato il decreto che potrebbe aiutare un settore in crisi da diverso tempo, a rialzare la testa. Il Decreto Fiscale, stabilito nella giornata di venerdì 13 ottobre, sancisce infatti gli sgravi fiscali alle aziende che investono pubblicità nel settore editoriale italiano. Una svolta importante che non si ferma qui, comprende anche il settore digitale, da sempre escluso da queste discussioni, adesso finalmente riconosciuto  e posto alla pari di quotidiani e periodici cartacei.

Importante il confronto tra il ministro Luca Lotti, il presidente di Anso, Marco Giovannelli, ed il direttore de ‘Il Post’, Luca Sofri. È stata risolta una situazione che sembrava veder spazzate via tutte le speranze delle testate digitali di poter usufruire del decreto.

decreto fiscale testate online 1

Il Consiglio dei Ministri ha, di fatto, inserito i giornali online, all’interno del sistema di agevolazioni, entità che fino ad oggi erano escluse dal progetto. Rientreranno invece nel nel provvedimento che riconosce un credito d’imposta al 75% per le imprese ed i professionisti autonomi, che pensano ad investimenti pubblicitari su quotidiani e periodici, canali televisivi e radio locali. Le agevolazioni possono arrivare addirittura fino al 90%, nei casi di investimenti da parte di piccole e medie imprese o start up innovative.

Dopo forti pressioni ed un chiaro schieramento a favore da parte del Ministro Lotti, il decreto includerà anche gli editoriali digitali e diventerà legge effettiva nei prossimi giorni.

Si è detto molto soddisfatto il presidente di Anso, Marco Giovannelli, dichiarando grande felicità nel vedere le testate online trattate alla pari degli altri giornali, la cosa testimonia un netto passo avanti ed uno sguardo verso il futuro. Riconoscere dignità e professionalità ad un settore in forte espansione è molto importante per il nostro Paese. Il mondo dell’online sicuramente può essere una vera e propria giungla, se percorsa attraverso sentieri sbagliati, si tratta di un universo fortemente accessibile ed in cui è facile poter ottenere visibilità. Ma tra la visibilità e la credibilità c’è un enorme divario, e l’errore più frequente è quello di cadere nello scetticismo e ‘fare di tutta l’erba un fascio’, senza diversificare il grado di attendibilità e sviluppo delle fonti. Inserire gli editoriali digitali in questa manovra testimonia un netto superamento di questo ‘scetticismo digitale’ che ci condannava ad un ritardo congenito, nei confronti di altri Paesi tecnologicamente avanzati.

Ci saranno, naturalmente, dei criteri da rispettare e delle norme da osservare per poter rientrare nel Decreto, come la registrazione in Tribunale ed al RocGiovannelli ha affermato che sarà adesso compito delle stesse testate online dimostrare serietà e capacità per beneficiare degli incentivi.

Da un lato è verissimo che l’editoria stampata sta vivendo anni decisamente difficili, e che è necessario che queste norme possano risollevarne le sorti, ma guardando il tutto dalla prospettiva legata al futuro dell’informazione, sappiamo benissimo tutti quanti, che il digitale è destinato a crescere e prosperare.

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ICO: Initial Coin Offering, il finanziamento smart https://www.business.it/ico-initial-coin-offering-finanziamento-smart/ Thu, 12 Oct 2017 05:30:07 +0000 https://www.business.it/?p=12438 ICO è la nuova formula di finanziamento che può rivoluzionare completamente il mondo delle start up. Si tratta di un procedimento rapido e snello per raccogliere finanziamenti per un progetto.  A differenze dei sistemi tradizionali IPO e Crowfounding, una azienda decisa a decollare può ottenere denaro utile in modo più semplice e veloce, e soprattutto… Leggi tutto »ICO: Initial Coin Offering, il finanziamento smart

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ICO è la nuova formula di finanziamento che può rivoluzionare completamente il mondo delle start up.

Si tratta di un procedimento rapido e snello per raccogliere finanziamenti per un progetto. 

A differenze dei sistemi tradizionali IPO e Crowfounding, una azienda decisa a decollare può ottenere denaro utile in modo più semplice e veloce, e soprattutto non solo nella sua fase di crescita, bensì anche nella sua fase di nascita.

Non necessitando di tutto l’iter-processuale previsto dagli altri metodi di raccolta fondi, ICO coinvolge anche l’apparato dei venture capitalist. 

Questa rapidità è dovuta essenzialmente alla totale assenza di revisioni e controlli sul richiedente ed al fatto che gira intorno ad un ambito di cryptovalute.

Il fatto che non ci siano controlli da parte degli organi tradizionali come Consob e Sec, né la costosissima e lentissima consulenza di notai e mediatori, consente ad un progetto si decollare con estrema velocità. Naturalmente, ci sono degli agenti di rischio che non vanno trascurati, l’assenza degli organi di controllo potrebbe portare con sé una catena di truffe e truffatori che approfittano della totale libertà per guadagnare ingannando.

startup fallite IIIPer questo i rapporti tra la stat up e l’investitore sono regolati da un codice che diventa legge, fatto di contratti che però siano “smart”.

Per “smart contract” si intende degli accordi immediati, nel vero senso della parola, direttamente negoziati tra venture capitalist e start up, liberi da quelle decine di clausole e postille che rallentano le procedure.

L’esplosione di ICO, che sta già raggiungendo numeri notevoli, testimonia che il mondo delle cryptovalute è destinato a soppiantare quello della moneta reale, ma soprattutto questo fenomeno ci fa capire come il ruolo di regolatori e mediatori sia messo in discussione.

In un mondo che viaggia alla velocità della luce, dove progresso e tecnologia sono i motori dell’umanità, restare ancorati a strumenti lenti e macchinosi è impensabile.

Quindi anche se, per la sua natura libera da vincoli, ICO non soppianterà IPO e Crowfounding, questa propensione del mondo degli imprenditori per una maggiore rapidità nelle procedure porterà tutto il sistema ad adeguarsi.

Potenzialmente ICO è uno strumento che può accelerare lo sviluppo, come afferma la definizione di Investopedia,  ICO prevede che la start up che la utilizza, offra una percentuale della cryptovaluta ai primi acquirenti interessati, in cambio di valuta tradizionale o di altre cryptovalute, principalmente bitcoin.

Ci sarà da prestare particolare attenzione alle possibilità effettive di realizzazione dei progetti, perché naturalmente ci saranno una serie di presunte start up che si propongono di dare vita a programmi impossibile, vista la semplicità con cui potrebbero ottenere i mezzi di sostentamento.

I numeri sono già elevati, testimonianza di un bisogno di rinnovare e rivoluzionare questo settore.

Senza dubbi, potrà essere una grande occasione per le start up italiane che spesso si ritrovano nelle situazione di velocissime auto da corsa, con grandi piloti, ma che non possono uscire dal garage, perché non hanno una pista su cui correre.

Se l’iter istituzionale per ottenere fondi è difficoltoso in tutto il mondo, in Italia passaggi burocratici, fogli e documentazioni si triplicano e la via del successo per una start up è piena di ostacoli.

ICO potrà essere il sistema di riferimento per tanti giovani italiani che hanno voglia di emergere e realizzare i propri sogni.

bitcoin ICO

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Sharing Dreams, il nuovo format di Intesa San Paolo per incoraggiare la nostra economia https://www.business.it/sharing-dreams-format-intesa-san-paolo-incoraggiare-la-nostra-economia/ Fri, 29 Sep 2017 05:30:32 +0000 https://www.business.it/?p=13039 La crisi economica ha totalmente cambiato il nostro modo di lavorare, di acquistare, di vivere. Molte fonti affermano che stiamo finalmente uscendo dal tunnel che ha bloccato la nostra economia per anni. Anche Intesa San Paolo la pensa così. Stefano Barrese, dichiara convinto che c’è una notevole evidenza di segnali che vanno in direzione di… Leggi tutto »Sharing Dreams, il nuovo format di Intesa San Paolo per incoraggiare la nostra economia

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La crisi economica ha totalmente cambiato il nostro modo di lavorare, di acquistare, di vivere. Molte fonti affermano che stiamo finalmente uscendo dal tunnel che ha bloccato la nostra economia per anni. Anche Intesa San Paolo la pensa così. Stefano Barrese, dichiara convinto che c’è una notevole evidenza di segnali che vanno in direzione di una svolta dell’economia, e spiega: “La fase più dura della crisi sembra essere alle nostre spalle. Ora assistiamo a un significativo rilancio di consumi e investimenti e Intesa Sanpaolo è pronta ancora una volta a svolgere il proprio ruolo di banca per l’economia reale con un programma di erogazione di credito complessivo in Italia per il 2017 pari a 50 miliardi di euro”. Questo aiuto da parte di Intesa San Paolo si concretizza nella campagna promozionale di Sharing Dreams.

Leggi anche: Economia italiana in ripresa? Ecco i dati dell’indagine Centro Einaudi ed Intesa Sanpaolo

Sharing Dreams

Si chiama Sharing Dreams e rimanda alla dimensione del sogno la campagna pubblicitaria di Intesa San Paolo, volta a comunicare come accedere a nuove forme di mutui e conti correnti estremamente vantaggiosi. L’obiettivo? Quello di dare una sferzata di positività e ottimismo incoraggiando la ripresa economica. Sharing Dreams è un progetto inteso come emozione da condividere, dove la banca più famosa d’Italia può effettivamente donare strumenti importanti per garantire stabilità.
Sharing Dreams rappresenta anche un nuovo format di comunicazione, che interessa una diffusione mediatica totale, dal cinema alla tv, passando per i digital media. I due spot sono dedicati al mutuo giovani e al Xme Conto, in quanto la banca intende sottolineare che esiste la reale possibilità di avere rate più leggere e con finanziamenti che arrivano anche al 100%. 

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Intesa San Paolo

Il commento

La campagna promozionale rappresenta un’azione comunicativa alquanto innovativa. Secondo il responsabile della direzione Relazioni esterne di Intesa Sanpaolo Vittorio Meloni: “La campagna ‘SharingDreams’ include nel suo format nuovi linguaggi e le modalità espressive di un mondo sempre più connesso e partecipativo, dove il sogno è il motore emotivo di una fase di sviluppo e di crescita, collettiva e individuale.
I cambiamenti socio-economici degli ultimi anni hanno imposto un’evoluzione del rapporto con la clientela bancaria e noi abbiamo deciso, da tempo, di incoraggiare la fiducia con nuovi schemi di comunicazione, partecipazione e condivisione. Una scelta vincente per accompagnare l’Italia fuori dalla crisi anche attraverso messaggi rassicuranti e coinvolgenti, unendo alla logica della redditività l’obiettivo di fare bene, di dare spazio ai bisogni delle persone”. La banca si pone quindi al servizio della nostra nuova economia.

Fonte: Adnkronos

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Il bonus asili nido: un contributo dell'INPS utile per tutti i neo genitori https://www.business.it/bonus-asili-nido-un-contributo-dellinps-utile-tutti-neo-genitori/ Sat, 19 Aug 2017 06:00:18 +0000 https://www.business.it/?p=12090 Il bonus asili nido: verso una politica in favore della famiglia Il bonus asili nido è finalmente un passo importante che viene fatto in favore della politica per le famiglie. Si tratta di un contributo per pagare un asilo nido che viene assicurato a taluni genitori e viene erogato dall’INPS. È un aiuto importante per… Leggi tutto »Il bonus asili nido: un contributo dell'INPS utile per tutti i neo genitori

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Il bonus asili nido: verso una politica in favore della famiglia

Il bonus asili nido è finalmente un passo importante che viene fatto in favore della politica per le famiglie. Si tratta di un contributo per pagare un asilo nido che viene assicurato a taluni genitori e viene erogato dall’INPS. È un aiuto importante per tantissime famiglie, perché quando nasce un figlio spesso e volentieri non si sa a chi lasciarlo soprattutto quando finisce la pausa dal lavoro dovuta alla maternità. E così i genitori che lavorano hanno come scelta obbligata quella del nido. E sapere che lo Stato garantisce un aiuto economico in questo senso è davvero importante.

 
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Quando si può chiedere il bonus asili nido?

Il bonus asili nido è un contributo che può essere richiesto da quei genitori che hanno avuto, o adottato un figlio a partire dal primo gennaio 2016. Per l’anno 2017 sono stati stanziati 144 milioni di euro in favore di chi richiederà un aiuto per l’asilo nido. Il bonus può essere richiesto fino al 31 dicembre del 2017 da tutti i neo-genitori, al di là del reddito dichiarato nell’anno. Il contributo quindi non verrà erogato sulla base del reddito, ma in ordine di presentazione della richiesta. Questo vuol dire che verosimilmente in brevissimo tempo si esaurirà il fondo messo a disposizione. Basti pensare che già nei primi 10 giorni sono state presentate circa ventimila domande.
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Chi può chiedere il bonus asili nido?

Il bonus quindi può essere richiesto secondo i parametri già indicati. Il contributo funziona a titolo di rimborso quindi verrà erogato in favore del soggetto che ha effettivamente pagato la quota all’asilo nido. Pertanto il soggetto che richiede il bonus deve anche indicare nella stessa richiesta per quali quote mensili intende chiedere il beneficio del rimborso. Può essere richiesto non solo da un genitore che sia cittadino italiano, ma anche da un cittadino comunitario o da un cittadino che possegga già da lungo periodo un permesso di soggiorno. Viene considerato equiparato ad un cittadino italiano anche il cittadino che sia un rifugiato. Il richiedente deve però essere residente in Italia. Qualora si abbiano più figli il contributo può essere richiesto per ciascun figlio separatamente e indipendentemente, con due diverse richieste. Come si è detto, possono chiedere il contributo non solo i genitori dei figli nati o adottati a partire dal gennaio 2016, ma anche i genitori dei bambini che pur essendo più grandicelli, anche se comunque al di sotto dei tre anni, non possono frequentare asili nido, a causa di gravi affezioni patologiche. Il contributo può essere richiesto in questo caso qualora ci si avvalga dell’assistenza domiciliare.

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Come si presenta la richiesta per il bonus asili nido?

La domanda per avere accesso al contributo bonus per asili nido si può presentare per via telematica, cioè attraverso il sito dell’INPS, con il PIN specifico, o con la Carta Nazionale dei Servizi, o ancora usando il cd. sistema SPID. In alternativa la richiesta può essere fatta anche telefonicamente, o per mezzo del numero verde, qualora si chiami da rete fissa (il numero verde è 803 164), o chiamando lo 06 164 164. In questo caso però la telefonata non è gratuita, ma il suo costo varia da operatore ad operatore. Infine è possibile rivolgersi ad un ente di patronato.

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Valore Paese-Cammini e Percorsi: 43 immobili gratis del demanio per giovani pronti a lanciare una start up https://www.business.it/43-immobili-gratis-del-demanio-giovani-pronti-lanciare-start/ Fri, 04 Aug 2017 06:03:24 +0000 https://www.business.it/?p=11818 Pronto un bando aperto fino all’11 dicembre per assicurare a giovani under 40, edifici senza alcun canone d’affitto. Valore Paese-Cammini e Percorsi: un’occasione per molti giovani startupper. Il Demanio prova ad aiutare alcuni giovani italiani, con l’intento di riqualificare degli edifici abbandonati. Finalmente una mossa volta a rinforzare il settore turistico, finalmente una proposta in… Leggi tutto »Valore Paese-Cammini e Percorsi: 43 immobili gratis del demanio per giovani pronti a lanciare una start up

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Pronto un bando aperto fino all’11 dicembre per assicurare a giovani under 40, edifici senza alcun canone d’affitto. Valore Paese-Cammini e Percorsi: un’occasione per molti giovani startupper.

Il Demanio prova ad aiutare alcuni giovani italiani, con l’intento di riqualificare degli edifici abbandonati. Finalmente una mossa volta a rinforzare il settore turistico, finalmente una proposta in stile europeo, che supera tutti gli infiniti cavilli burocratici italiani, puntando ad una valorizzazione del territorio e del lavoro giovanile.

Potrebbe essere un primo passo verso un nuovo modo di concepire gli innumerevoli spazi abbandonati del nostro Paese, pieno zeppo di vecchie strutture fatiscenti, che non possono essere ristrutturate ed utilizzate sia per mancanza di fondi, sia per la ‘mission impossible’ di ottenere permessi ed autorizzazioni da parte degli organi governativi.

edifici abbandonati da riqualificareIl bando

Si chiama Valore Paese-Cammini e Percorsi, sarà aperto fino all’11 dicembre ed è un’iniziativa volta a riqualificare edifici abbandonati di proprietà dello Stato e di altri Enti Pubblici, con l’obiettivo di valorizzare il turismo sostenibile, tema caldo per Mibact (Ministero dei beni culturali e del turismo) e Mit (Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), che sostengono l’iniziativa in prima linea. Gli edifici coinvolti si trovano lungo cammini storici e religiosi, e la ristrutturazione prevede la possibilità di migliorare i percorsi di pellegrini e ciclisti, costituendo un vero e proprio turismo del settore, molto praticato.

Gli immobili abbandonati

Si tratta di edifici lungo la Via Appia, case cantoniere in Basilicata, vecchi conventi in Campania o nel modenese, ma anche ex caselli ferroviari nel pugliese e molti casolari che furono di proprietà privata e adesso appartengono al Demanio. Le strutture dovranno diventare turistico-ricettive, dovranno essere presentati dei progetti da parte di team, prevalentemente composti da giovani under 40, che avranno tutto il tempo di visitare le case ed elaborare le proposte.Come detto, c’è tempo per presentare un business plan con il lancio di una start up nel settore turistico, fino all’11 dicembre 2017.

ex caselli ferroviari nel pugliese da ristrutturare

L’Ente Nazionale per il Microcredito

È stato sottoscritto anche un accordo con l’Ente Nazionale per il Microcredito che prevede la possibilità di ottenere dei finanziamenti per quegli startupper che, pur avendo una buona idea, non hanno le possibilità finanziarie per avviare il progetto. Sono previsti anche nuovi sviluppi del bando Valore Paese-Cammini e Percorsi, con l’inclusione di diversi nuovi edifici da ristrutturare e valorizzare, con molti immobili di prestigio da affidare in concessione anche per 50 anni, in questi casi però, dietro al pagamento di un affitto concordato.

Innovazione e turismo sostenibile, un riuso moderno dell’edificio, senza snaturare l’identità storica ed il patrimonio tradizionale dell’immobile e del luogo in cui si trova: una bella sfida per molti giovani che potranno ottenere, gratuitamente, queste strutture. Le decisioni finali per l’assegnazione prevedranno la valutazione del progetto in termini di ecosostenibilità, (utilizzo di materiali ed energie rinnovabili), valorizzazione del territorio e sviluppo turistico.

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Bolletta salata? Scopri come risparmiare sull’energia elettrica https://www.business.it/bolletta-salata-scopri-come-risparmiare-sullenergia-elettrica-guida/ Fri, 28 Jul 2017 06:10:59 +0000 https://www.business.it/?p=11414 Risparmiare sulla bolletta è possibile cambiando innanzitutto alcuni comportamenti quotidiani e poi ovviamente informandosi sulle migliori offerte presenti sul mercato. Uno noto spot televisivo di qualche anno fa , proponeva per combattere l’insonnia notturna dovuta al caldo di tenere il cuscino in frigo. Non si trattava però di un frigo qualunque, ma fu uno dei primi frigoriferi… Leggi tutto »Bolletta salata? Scopri come risparmiare sull’energia elettrica

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Risparmiare sulla bolletta è possibile cambiando innanzitutto alcuni comportamenti quotidiani e poi ovviamente informandosi sulle migliori offerte presenti sul mercato.

Uno noto spot televisivo di qualche anno fa , proponeva per combattere l’insonnia notturna dovuta al caldo di tenere il cuscino in frigo. Non si trattava però di un frigo qualunque, ma fu uno dei primi frigoriferi capaci di raffreddare bene in modo intelligente risparmiando energia. In questa guida vedremo alcuni pratici consigli per tenere le nostre spese energetiche ad un livello contenuto.
L’ondata di caldo degli ultimi giorni, che tra l’altro dopo una breve tregua sembra debba ripresentarsi anche ad Agosto, ci spinge a cercare refrigerio ricorrendo a condizionatori.  Purtroppo però, a fine mese si rischierà di ritrovarsi con una bolletta salata che sicuramente ci lascerà di ghiaccio…quando ormai con il fresco di settembre e ottobre non ne avremmo neanche più bisogno!
Come risparmiare sulla bolletta della luce

Come è possibile risparmiare trovando un compromesso tra fabbisogno energetico e consumi?

Cominciamo dalle tariffe, bisogna scegliere con accortezza il nostro gestore. Oggi il mercato dell’energia è stato liberalizzato, ciò implica che non essendo più un mercato monopolistico la concorrenza abbia un effetto calmieratore sui prezzi. Esistono numerose aziende multiutility che, essendo nuove, propongono offerte vantaggiose al fine di conquistarsi clienti.
Se è vero che siamo stufi di ricevere telefonate dai call center che ci propongono un cambio di gestore e verso cui, a ragione, nutriamo poca fiducia nulla ci vieta però di informarci per conto nostro e con calma in modo da trovare la tariffa e/o il pacchetto più adatti a noi e alle nostre specifiche esigenze. Nella scelta ci viene in aiuto l’Autorità per l’energia il gas e il sistema idrico che nella sezione Trova Offerte permette di confrontare tutte le varie opzioni disponibili. E’ possibile inoltre servirsi dei comparatori online, ad esempio sostariffe.itfacile.it, supermoney.it e tanti altri.
Se il pacchetto servizi che il gestore ci offre è molto importante è bene comunque limitare i consumi, posto che la vita quotidiana nell’era moderna richiede energia elettrica in grande quantità per tutti gli utilizzi ai quali assolutamente non vogliamo rinunciare.
– Scegliendo gli elettrodomestici giusti di sicuro possiamo ottenere un risparmio.  La classe energetica che ci consente di risparmiare è la classe A. Possiamo trovare elettrodomestici che presentano una classe A+, A++, A+++. All’aumentare delle ”+”  tanto più basso sarà il consumo. Gli elettrodomestici di classe A hanno un costo più alto rispetto agli altri ma viene ammortizzato facilmente dal minor consumo e oggi nuove marchi nati di recente sul mercato offrono prezzi accessibili. Gli optional e le tipologie dei singoli elettrodomestici ovviamente fanno la differenza, e in questi casi c’è da valutare il costo opportunità, ad esempio un frigorifero no frost, che vi evita la seccatura di sbrinare il freezer ogni due per tre, presenta un consumo energetico di gran lunga maggiore rispetto ai frigoriferi a raffreddamento statico.
– Occhio alla dispersione di energia  e alla manutenzione. Sbrinate il freezer con regolarità e pulite i filtri di condizionamento almeno una volta all’anno. Anche se la noia, più che fame vera e propria, e il caldo vi spingono ad aprire il frigo spesso, cercate di trattenervi, ne beneficerà sia il portafogli che la vostra linea!
– Durante il giorno tenete le imposte chiuse, bisogna evitare che il sole filtri attraverso i vetri generando più calore, vi ricordate la leggenda di Archimede e degli specchi ustori con i quali incendiò le navi romane?  Ecco, magari il sole attraverso i vetri delle vostre finestre non vi incendierà il divano ma di sicuro creerà più calore. Aprite le imposte al calare del sole e fate arieggiare la casa alla sera e al mattino
Altre accortezze in pillole per risparmiare circa il 30% di energia
Lasciate respirare gli elettrodomestici, non poggiateli alla parete ma assicuratevi che ne distino almeno 10 cm. Produrranno meno calore e consumeranno meno energia.
Sostituite le lampadine a incandescenza con quelle a basso consumo, il costo è maggiore ma viene ammortizzato nel tempo con i risparmi.
risparmio energetico
Non lasciate gli apparecchi in stand-by, il famoso puntino rosso luminoso del televisore che resta acceso  quando lo spegniamo con il telecomando, anche quello assorbe energia. Così anche quando la lavastoviglie ha terminato il ciclo e non viene spenta e rimane il pulsantino lampeggiante.
Lavatrici e lavastoviglie fatele andare sempre a pieno carico, a temperature non eccessive quando il tipo di carico lo consente. Per i bianchi non sono necessari 90°, ne bastano 60° o 40° più disinfettante apposito. Con la tariffa bioraria, è bene concentrare il maggior numero di utilizzi di elettrodomestici durante  la fascia oraria in cui il costo dell’energia è inferiore per l’utente, ossia dalle 19:00 alle 8:00 del mattino e nei  week end. Godetevi il fine settimana ma ricordatevi anche di fare la lavatrice e di stirare!
– I nostri smartphone hanno la batteria perennemente scarica, consumano molta energia per via delle applicazioni che utilizziamo, in pratica, per qualsiasi cosa! La loro batteria richiede delle cariche frequenti, ricordiamoci però di staccare il carica batteria dalla presa una volta che il ciclo di carica è completo.
– Sembra banale ma...ricordiamoci di spegnare le luci! Se non è necessario non accendiamo la luce per abitudine, se la luce naturale è sufficiente e noi non stiamo facendo nulla per cui sia necessario un’illuminazione maggiore, evitiamo di accenderla. Quando ci spostiamo da una stanza all’altra, prendiamo l’abitudine di spegnere le luci.
– Come detto in precedenza, tutti gli elettrodomestici andrebbero spenti del tutto o ne andrebbe staccata la spina ma se ci rendiamo conto che ci addormentiamo con la TV accesa, meglio programmarne l’autospegnimento e lasciarla con il ”pallino rosso” piuttosto che lasciarla accesa del tutto.
telvisori risparmio standbay
Queste sono piccole accortezze che realmente ci aiutano a risparmiare, diversamente accade per alcuni dispositivi che vengono venduti in rete e che promettono un risparmio energetico. Si tratta di dispositivi, simili a una scatola con qualche led lampeggiante, che se attaccati alla presa elettrica riducono il consumo di corrente, alleggerendo di conseguenza la bolletta. In realtà non sono nient’altro che condensatori che lievemente possono influire sull’intensità di corrente ma non sul consumo della potenza reale sulla quale viene calcolata la bolletta.
L’organizzazione di consumatori Altroconsumo ha testato uno di questi dispositivi, facendo una prova prima e dopo con lo stesso quantitativo di elettrodomestici accesi per lo stesso tempo. Risultato? Nessuna differenza, quindi per risparmiare davvero è bene non acquistare questo dispositivo.

Altre guide al vivere quotidiano

Ristrutturazione edilizia: https://www.business.it/ristrutturazione-edilizia-e-ecobonus-come-usufruire-delle-detrazioni/
Dichiarazione dei redditi: https://www.business.it/dichiarazione-dei-redditi-indicazioni-e-scadenze-per-presentazione-modello-730/
Credito d’imposta: https://www.business.it/il-credito-di-imposta-nella-legge-di-stabilita-2017-come-usufruirne-guida/

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Ristrutturazione edilizia e ecobonus: come usufruire delle detrazioni https://www.business.it/ristrutturazione-edilizia-e-ecobonus-come-usufruire-delle-detrazioni/ Fri, 21 Jul 2017 08:00:47 +0000 https://www.business.it/?p=11076 Ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica: tutto quello che c’è da sapere per non fare errori ed arrivare preparati in sede di 730 e  beneficiare degli incentivi fiscali sul risparmio energetico e il recupero del patrimonio edilizio. La bella stagione è il periodo più gettonato per chi deve ristrutturare casa ed è appunto quando si iniziano… Leggi tutto »Ristrutturazione edilizia e ecobonus: come usufruire delle detrazioni

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Ristrutturazione edilizia e riqualificazione energetica: tutto quello che c’è da sapere per non fare errori ed arrivare preparati in sede di 730 e  beneficiare degli incentivi fiscali sul risparmio energetico e il recupero del patrimonio edilizio.

La bella stagione è il periodo più gettonato per chi deve ristrutturare casa ed è appunto quando si iniziano i lavori che è necessario assolvere ad una serie di adempimenti affinché si possausufruire delle detrazioni fiscali l’anno successivo in sede di 730.
riqualificazione energetica
Il governo ha prorogato la detrazione  fiscale del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici fino al 31 Dicembre 2017 e a fine 2021 per gli interventi di efficientamento di parti comuni degli edifici condominiali o che interessino tutte le unità immobiliari di cui si compone il singolo condominio.
Per quanto riguarda le ristrutturazioni edilizie, salvo diverse disposizioni, il 2017 è l’ultimo anno in cui si potrà usufruire della maggior detrazione al 50%, infatti dal 1 Gennaio 2018 la detrazione tornerà allo storico 36% con il limite massimo di 48.000,00 euro per unità immobiliare. Pertanto chi ha in programma di iniziare dei lavori è bene che si affretti.

Come funziona l’incentivo fiscale?

Sia per  gli interventi di riqualificazione edilizia che di riqualificazione energetica, la detrazione, rispettivamente, spetta nella misura del 50% e del 65% sulla spesa sostenuta, da ripartire però in 10 anni. Facciamo un esempio pratico per evitare di rimanere poi delusi in sede di 730. Molti contribuenti si aspettano, infatti, di recuperare la metà e oltre della spesa in un unica soluzione, ma non è assolutamente così.
Esempio:      
Un contribuente, conduttore di un immobile con contratto registrato, nel 2016 ha sostenuto spese per interventi di ristrutturazione edilizia pari a 15000 euro pagate con bonifico.
Calcolo della detrazione spettante:
Importo rata: 15000,00/10= 1500,00  €
Importo detrazione: 1500,00*50%= 750,00

Chi può detrarre?

Per entrambe le tipologie di detrazione i soggetti che possono detrarre la spesa sono i medesimi, ossia:
Il contribuente che ha effettivamente sostenuto la spesa e che possiede o detiene in Italia, in virtù di un titolo tra quelli previsti dalla norma, l’immobile su cui sono stati effettuati i lavori. Quindi:

  1. Il proprietario, l’usufruttuario, il titolare del diritto di abitazione;
  2. Il nudo proprietario, che può detrarre senza essere tenuto a dichiarare il reddito del fabbricato;
  3. Il conduttore di un contratto di locazione o comodato in virtù di contratti registrati;
  4. I soci di cooperative a proprietà divisa assegnatari degli alloggi. I soci di cooperative a proprietà indivisa assegnatari di alloggi in qualità di detentori.
  5. Il promissario acquirente dell’immobile a condizione che: sia stato immesso nel possesso dell’immobile e sostenga effettivamente le spese; sia stato registrato il contratto di compravendita.

Sono ammessi alla detrazione, purché sostengano la spesa, anche i familiari, coniuge e parenti entro il terzo grado e affini, che all’avvio dei lavori sono conviventi con il possessore o detentore.

Tipologie di interventi ammessi alla detrazione per ristrutturazione edilizia e adempimenti necessari

Interventi di manutenzione ordinaria, che consistono in opere di riparazione, rinnovamento o sostituzione delle finiture degli edifici (co.1 lett.a) art.3 D.P.R. 380/2001) tra cui, a titolo di esempio:
ristrutturazione edilizia ed ecobonus

  • Rifacimento intonaci interni e tinteggiature, rifacimenti esterni solo per manutenzione senza modifiche della situazione preesistente;
  • Riparazioni impianto idraulico e smaltimento acque bianche e nere;
  • Sostituzione di pavimenti, integrale o parziale;
  • Riparazioni di balconi, terrazze e relative pavimentazioni;
  • Riparazioni di recinzioni;
  • Sostituzione di infissi e serramenti o persiane senza modifica della tipologia di infisso;

Interventi di manutenzione straordinaria, ossia interventi che si rendono necessari per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare e integrare servizi igienico-sanitari sempre che non alterino la volumetria complessiva degli edifici e non modifichino le destinazioni d’uso ((co.1 lett.b) art.3 D.P.R. 380/2001) tra cui, a titolo di esempio:

  • Sostituzione di infissi esterni con modifica di materiale o tipologia;
  • Rifacimento di scale e rampe;
  • Sostituzione di solai di copertura con materiali diversi dai preesistenti;
  • Sostituzione caldaia in quanto elemento essenziale del sistema di riscaldamento;
  • Realizzazione di chiusure/aperture interne che non modifichino lo schema distributivo delle unità immobiliari e dell’edificio;
  • Realizzazione e integrazione di servizi igienico-sanitari;

Interventi per il restauro conservativo ((co.1 lett.c) art.3 D.P.R. 380/2001) Ossia gli interventi volti a conservare l’immobile e assicurarne la funzionalità nel rispetto degli elementi tipologici, formali e strutturali dell’immobile stesso, ad esempio:

  • Ripristino dell’aspetto storico-architettonico
  • Adeguamento dell’altezza dei solai

Interventi di ristrutturazione edilizia ((co.1 lett.d) art.3 D.P.R. 380/2001) si tratta di interventi rivolti a trasformare gli immobili che per mezzo di un insieme di opere possono portare ad un immobile in tutto o in parte diverso dall’originale, ad esempio:

  • Trasformazioni di locali accessori in locali residenziali
  • Demolizioni e ricostruzioni nella stessa volumetria

Interventi per la costruzione di autorimesse pertinenziali ((co.1 lett.d) art.16-bis DPR 917/1986)
Immobili facenti parte di edifici interamente ristrutturati ((co.3  art.16-bis DPR 917/1986) la detrazione per quanto la ristrutturazione di interi fabbricati da parte di imprese di costruzione che alienino l’edificio entro 18 mesi dalla fine dei lavori, spetta al successivo acquirente per un importo pari al 25% del prezzo dell’unità immobiliare risultante dall’atto di compravendita.

Adempimenti necessari:

  1.  Indicazione, nell’apposita sezione del 730, dei dati catastali dell’immobile oppure gli estremi della domanda di accatastamento; gli estremi di registrazione del contratto di locazione o comodato se i lavori sono effettuati dal conduttore;
  2. Comunicazione alla ASL, l’interessato deve inviare tramite raccomandata A/R una comunicazione preventiva all’Azienda Sanitaria Locale in tutti quei casi in cui i decreti legislativi relativi alle condizioni di sicurezza nei cantieri ne prevedono l’obbligo. 
  3.  Modalità di pagamento, il pagamento delle spese sostenute deve essere effettuato tramite bonifico bancario o postale dal quale     risultino con certezza la causale del versamento o i dati                 identificativi sia di chi effettua il versamento sia di riceve la               somma. La causale deve contenere l’indicazione della legge di           riferimento L.449/1997o Art.16bis DPR 917/1986.

Da quest’anno, in caso la legge non sia indicata è possibile detrarre purché il beneficiario dell’accredito attesti nella dichiarazione di atto notorio di aver ricevuto le somme e averle incluse nella contabilità dell’impresa.
Da porre particolare attenzione al fatto che chi, a seguito di interventi di recupero del patrimonio edilizio, acquista mobili e grandi elettrodomestici di classe energetica non inferiore ad A+ al fine di arredare l’immobile ristrutturato può beneficiare entro l’importo massimo di spesa di 10000,00 euro della detrazione al 50%. La data di inizio lavori deve essere anteriore alla data di acquisto mobili. 

Tipologie di interventi ammessi alla detrazione per riqualificazione energetica e adempimenti necessari.

  1. Interventi di riqualificazione energetica di edifici esistenti volti a conseguire un risparmio del fabbisogno di energia primaria (co.344 art.1 L.296/2006);
  2. Interventi su edifici esistenti riguardanti strutture opache verticali, strutture opache orizzontali(coperture e pavimenti), finestre comprensive di infissi ((co.345 art.1 L.296/2006);
  3. Interventi di riqualificazione relativi all’installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda per usi domestici o industriali ((co.346 art.1 L.296/2006);
  4. Sostituzione impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaia a condensazione e contestuale messa a punto del sistema di distribuzione ((co.347 art.1 L.296/2006);

Alcuni interventi sono comuni alle due fattispecie, ma per beneficiare della maggior detrazione al 65%  sono necessari adempimenti più stringenti, pena la decadenza dal beneficio.

Adempimenti necessari:

  1. Asseverazione di un tecnico abilitato, che consiste in un documento nel quale il tecnico, ingegnere, architetto, certifica la corrispondenza degli interventi effettuati ai requisiti tecnici previsti. In taluni casi, l’asseverazione può essere sostituita da una certificazione rilasciata dai produttori. Inoltre dal 2009 è prevista la possibilità di sostituire l’asseverazione del tecnico con quella prodotta dal direttore dei lavori.
  2. Attestato di qualificazione energetica, una volta eseguiti gli interventi il contribuente deve richiedere a un tecnico abilitato di certificare la qualificazione energetica dell’edificio. Non è più necessario, dal 2008/2009 per gli interventi di sostituzione di infissi, installazione di pannelli solari per la produzione di acqua calda e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con caldaia a condensazione.
  3. Scheda informativa relativa agli interventi realizzati in attuazione del decreto attuativo e secondo lo schema da esso predisposto la scheda informativa deve contenere i dati di chi ha sostenuto le spese, dati identificativi dell’edificio, tipologia di intervento eseguito, risparmio annuo di energia ottenuto, il costo delle spese professionali, l’importo utilizzato per il calcolo delle detrazioni.
  4. Invio documentazione all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori, chi intende detrarre la spesa deve, inviare all’ENEA copia dell’attestato di qualificazione energetica e la scheda informativa relativa agli interventi realizzati. Qualora ci si renda conto di non aver inviato la documentazione è prevista la ”remissione in bonis” tramite la quale versando una sanzione pari a 258 euro è possibile sanare la situazione e non perdere il diritto alla detrazione. L’invio della documentazione può avvenire per via telematica o a mezzo raccomandata.

 
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EasyTax Assistant. Le tasse a portata di app https://www.business.it/easytax-assistant-le-tasse-a-portata-di-app/ Thu, 13 Jul 2017 06:10:58 +0000 https://www.business.it/?p=10421 Tutte le tasse a portata di app. È la scommessa di EasyTass Assistant, progetto IBC srl, per fare i conti con le tasse in modo più semplice e immediato. La fiscalità in Italia è una giungla ed è sempre più difficile tenere a mente le scadenze, gestire i documenti, approfittare degli sgravi e delle agevolazioni… Leggi tutto »EasyTax Assistant. Le tasse a portata di app

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Tutte le tasse a portata di app. È la scommessa di EasyTass Assistant, progetto IBC srl, per fare i conti con le tasse in modo più semplice e immediato.

La fiscalità in Italia è una giungla ed è sempre più difficile tenere a mente le scadenze, gestire i documenti, approfittare degli sgravi e delle agevolazioni fiscali che pure la normativa prevede. Per fare luce in questo mondo oscuro, adesso c’è EasyTax Assistant, una app prodotta e realizzata dalla startup innovativa, specializza in sviluppo di soluzioni tecnologiche, IBC srl. EasyTax promette la gestione delle tasse a porta di app: un click sul telefonino, o sul proprio pc, per avere sempre chiara la proprio posizione contributiva e non solo. La app è pensata sia per i lavoratori dipendenti che per i liberi professionisti.

Le tasse a portata di app. Tutte le funzionalità di EasyTax Assistant

se a portata di app sono già disponibili su App Store e Google Play. Basta scaricare la app, registrarsi, definire il proprio profilo fiscale e cominciare ad usufruire delle funzionalità disponibili. Tutti quanti i dati e i documenti sono conservati su un database protetto che garantisce i massimi standard in termini di sicurezza e protezione dei dati. EasyTax Assistent offre una serie di servizi:

  • informativa fiscale semplificata. È la sezione dedicata che spiega quali e quante tasse pagare, in base al profilo fiscale immesso;
  • avvisi scadenze e aggiornamenti. Ogni volta che si avvicina una scadenza fiscale o c’è un aggiornamento alla normativa, EasyTax invia una notifica;
  • acquisizione scontrini e fatture. Permette di acquisire diverse tipologie di documenti e con diverse modalità: scattando una foto, recuperando un’immagine sul tuo dispositivo o caricando un file in formato PDF;
  • calcolo del risparmio fiscale. È possibile scoprire, in tempo reale, quale può essere il risparmio fiscale previsto (RFP) di ogni spesa;
  • monitoraggio soglie. È la sezione dedicata dove tenere costantemente sotto controllo lo stato di avanzamento delle spese e del RFP, divisi per area e per categoria;
  • simulatori. I simulatori EasyTax permettono di calcolare la paga mensile, il TFR, il calcolo del Lordo/Netto fattura dei liberi professionisti;
  • dizionario EasyTax. È la guida ai prodotti e ai servizi della fiscalità. Permette di capire se un prodotto o un servizio rientra o meno nelle categorie di detrazione o deduzione.

EasyTax Assistant. Una rivoluzione sociale

Niente più commercialista, allora, con le tasse a portata di app. «Con EasyTax Assistant è stata invertita la modalità di approccio al mondo delle tasse: per la prima volta la prospettiva è quella del contribuente. Si tratta di un importante rivoluzione sociale: utilizzando l’applicazione, la spinosa materia fiscale diventa più comprensibile; il contribuente più consapevole, informato e, di conseguenza, migliora la sua gestione ottenendo un reale risparmio fiscale», commenta Daniele Pace, founder e amministratore delegato di IBC.
(fonte: Wired)

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Dichiarazione dei redditi: indicazioni e scadenze per presentazione modello 730 https://www.business.it/dichiarazione-dei-redditi-indicazioni-e-scadenze-per-presentazione-modello-730/ Wed, 05 Jul 2017 06:00:27 +0000 https://www.business.it/?p=10009 Chi deve presentare la dichiarazione dei redditi? Quali documenti sono necessari? Cosa bisogna fare? Come ogni anno aprile è stato il mese di inizio della campagna fiscale per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Se siete tra gli ultimi ritardatari che non hanno ancora assolto questa incombenza è il caso di affrettarsi. La scadenza per… Leggi tutto »Dichiarazione dei redditi: indicazioni e scadenze per presentazione modello 730

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Chi deve presentare la dichiarazione dei redditi? Quali documenti sono necessari? Cosa bisogna fare?

Come ogni anno aprile è stato il mese di inizio della campagna fiscale per la presentazione della dichiarazione dei redditi. Se siete tra gli ultimi ritardatari che non hanno ancora assolto questa incombenza è il caso di affrettarsi. La scadenza per la presentazione del modello 730/2017 è fissata per il 7 Luglio.

COME PRESENTARE LA DICHIARAZIONE DEI REDDITIdichiarazione-redditi.it

Se siete lavoratori dipendenti o pensionati e ritenete di essere dei contribuenti esperti avete ancora tempo fino al 24 luglio per accettare/integrare la dichiarazione predisposta direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Bisogna prestare attenzione al fatto che qualora si accetti la precompilata proposta dall’Agenzia delle Entrate senza effettuare alcuna modifica si è al riparo da accertamenti fiscali, qualora invece vi sia integrazione o modifica dei dati si potrà essere sottoposti ad accertamento.
Se al contrario, la normativa fiscale è per voi un mistero assoluto o siete dei neofiti, è preferibile che vi rivolgiate ad un Caaf oppure a un professionista abilitato entro il 7 luglio che si occuperà di redigere la vostra dichiarazione.  In questo caso avrete due possibilità:
1.  Affidarvi  totalmente al Centro di Assistenza Fiscale o al professionista che redigerà da zero la vostra dichiarazione;
oppure
2.  Presentare al Caaf un modello autocompilato, allegando tutta la documentazione utile, affinché  apponga il visto di conformità e lo trasmetta all’Agenzia dell’Entrate. Ricordate che il visto di          conformità apposto dal Caaf vi pone al riparo da eventuali sanzioni derivanti da errori nella compilazione.  Anche i professionisti abilitati dispongono di un’assicurazione in caso di errori  commessi ma in questo caso l’onere della prova per imputare l’errore al professionista è a carico  vostro.
soldi
L’assistenza ricevuta dal Caaf o dal professionista abilitato ha un costo, una tariffa ridotta viene applicata se vi presentate al Caaf con la dichiarazione autocompilata o se siete iscritti al sindacato a cui il Caaf appartiene. C’è da dire che se la scelta di tesserarsi è compiuta solo in funzione di un risparmio di spesa per la redazione del 730, desistete. In termini economici non vi conviene. Se invece sostenete il sindacato per convinzione e/o durante l’anno dovete ricorrere all’assistenza del Caaf anche per altre pratiche come ad esempio  il calcolo dell’Imu, in questo caso forse un piccolo risparmio di spesa si può ottenere.

CHI DEVE PRESENTARE IL 730 E CHI PUO’ FARLO PER OTTENERE RIMBORSI

Tra coloro che devono obbligatoriamente presentare il 730 rientrano i contribuenti che nel corso del 2016 hanno avuto più rapporti di lavoro, pertanto più Certificazioni uniche, non conguagliate.
Chi ha percepito il bonus degli ottanta euro ma non ha raggiunto nel corso dell’anno redditi pari ad 8001,00 euro o che, al contrario, ha percepito un reddito superiore  a 26000,00 euro e pertanto, secondo la normativa, è tenuto alla restituzione del  bonus ricevuto ma in realtà non spettante.
Chi possiede terreni e fabbricati, compresa l’abitazione principale, che superino i 500,00 euro di rendita  catastale.
Quanto sopra esposto sono alcune delle risposte più frequenti alla domanda posta dai contribuenti nei caaf ”Devo presentare il 730?” ma ci  sono molte più fattispecie ovviamente.
esonero1
 
esonero2
Per un elenco  esaustivo dei casi di obbligo di presentazione e di esonero è possibile consultare le istruzioni per la compilazione sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Inoltre, anche chi non è obbligato può decidere comunque di presentare la dichiarazione in funzione di una detrazione fiscale rilevante o pluriennale purché abbia percepito almeno un reddito da quadro C . Il caso ricorre quando, ad esempio,  un lavoratore dipendente abbia rifiutato il bonus delle 80 euro in busta paga, lo recupererà se spettante in fase di presentazione del 730.
Coloro che posseggono redditi di impresa, escluse le prestazioni occasionali senza partita iva, o che devono presentare dichiarazione dei redditi per una persona deceduta non possono presentare il modello 730 ma dovranno compilare il modello Redditi.

QUALI DOCUMENTI SONO NECESSARI?

Se vi recate per la prima volta in un nuovo Caaf o da un professionista abilitato, anche qualora abbiate presentato tutta la documentazione multianno (ad esempio i contratti di mutuo e compravendita dell’abitazione adibita a prima casa) negli anni precedenti dovete riportare tutto di nuovo.
1. Documento di identità valido e tessera sanitaria del dichiarante e dei familiari a carico.  Per essere considerato a carico un familiare non deve aver percepito redditi superiori a 2841 euro. Se trattasi di familiari diversi dal coniuge e dai figli, devono essere conviventi con il dichiarante.
2. Se vi rivolgete ad un Caaf vi verrà chiesto di firmare la Delega per l’accesso alla precompilata e il modulo per il consenso sulla privacy. Richiedono firma autografa;
3. Visure catastali aggiornate per terreni e fabbricati;
4. Dichiarazione dei redditi dell’anno precedente e 730/2015, tutte le certificazioni uniche relative ai compensi percepiti nell’anno 2016;
5. In caso di mutuo: contratto di mutuo, contratto di compravendita, certificazione interessi pagati nell’anno 2016;
6. Se si è in affitto o se si è concesso un immobile in locazione: contratto di affitto da cui siano ricavabili gli estremi di registrazione. Per i conduttori di un contratto di locazione affinché si possa beneficiare della detrazione è necessario che l’immobile si adibito ad abitazione principale, e la detrazione, in misura fissa ossia indipendente dal canone di locazione verrà riproporzionata in relazione ai giorni in cui il conduttore vi ha preso la residenza.
7.  Se sono stati effettuati dei lavori di ristrutturazione edilizia:

                            Fatture, Bonifici con indicazione della legge,                                                        comunicazione  di inizio lavori ove richiesta.                                                       Dichiarazione  dell’amministratore di condominio se                                     trattasi di lavori condominiali.

       Se trattasi di ristrutturazione energetica:

                            Comunicazione all’Enea, Scheda tecnica del prodotto,                                 Relazione di conformità di un tecnico abilitato;                          Fatture e Bonifici con indicazione della legge.

8. Ricevute sanitarie, scontrini di farmacia, fatture visite mediche relativi all’anno 2016 propri e dei familiari a carico (sono detraibili anche le spese veterinarie con una franchigia a parte rispetto alle sanitarie e pari, come per queste ultime, a 129,11 euro). In merito a questa tipologia di documentazione è bene chiarire che per il 2017 ci sono stati dei cambiamenti per quanto riguarda i dispositivi medici. Da quest’anno, oltre la marcatura CE rilevabile sullo scontrino o da bugiardino, deve essere rilevabile dalla documentazione anche l’indicazione della Direttiva CEE, per quei dispositivi medici non classificati come dispositivi di uso comune. Inoltre è bene ricordare, onde evitare inutili lotte con gli operatori fiscali, che gli scontrini illeggibili non possono essere accettati e che i parafarmaci non sono detraibili. Per quanto riguarda gli scontrini è consigliabile fare una fotocopia appena emessi in modo da tutelarsi dallo sbiadimento.

9. Se si hanno bambini o figli in età scolare o che frequentano l’università, è possibile detrarre le tasse scolastiche, la mensa (non per tutti gli ordini e gradi di scuola), una percentuale del canone di locazione per i figli a carico che sono conduttori di un contratto di locazione per motivi di studio (entro determinate condizioni di distanza e di collocazione dell’alloggio rispetto all’abitazione principale), spese sportive dei ragazzi; premi pagati per assicurazioni sulla vita o infortuni e per queste ultime è necessario esibire il contratto e la certificazione del premio pagato.

10. Sono detraibili inoltre le donazioni alle Onlus e alle Ong, e in alcuni casi possono essere portate anche in deduzione. Le spese per l’assistenza personale di persone invalide. I contributi versati per colf, badanti e baby sitter.

Attenzione: Anche se è possibile presentare una dichiarazione dei redditi in assenza di sostituto d’imposta nei mesi giugno/luglio 2017 se sussistono le condizioni previste dall’Agenzia delle Entrate, i dati relativi al sostituto di imposta sono molto importanti, è necessario che vi sia certezza sull’assenza qualora non vi sia effettivamente un sostituto d’imposta. E’ bene prestare molta attenzione quando ci sono situazioni di transizione, ad esempio, cambio lavoro, pensionamenti, stato di disoccupazione.

RISULTATO DELLA DICHIARAZIONE

Dalla dichiarazione dei redditi potrà emergere un credito o un debito, in relazione alle imposte trattenute durante l’anno in busta paga e alle spese soggette  a detrazione o deduzione che vanno ad abbattere rispettivamente l’imposta lorda o il reddito imponibile.
Se dalla dichiarazione emerge un credito, l’importo risultante verrà rimborsato nella busta paga di luglio per i lavoratori dipendenti dal datore di lavoro in veste di sostituto d’imposta. Se il contribuente è pensionato verrà rimborsato nella pensione di agosto. Le trattenute derivanti da una situazione a debito verranno effettuate negli stessi mesi per quanto riguarda il primo acconto e a novembre per il secondo acconto. E’ possibile chiedere la rateizzazione del primo acconto, tenendo conto, soprattutto per i pensionati che è preferibile non andare oltre 3 rate al fine di non far coincidere l’addebito dell’ultima rata con l’acconto di novembre.
Per i lavoratori che non hanno un sostituto d’imposto il rimborso sarà erogato direttamente dall’Agenzia delle Entrate mentre gli acconti e il saldo in caso di debito dovranno essere versati dal contribuente tramite modello F24. La scadenza del primo acconto fissata al 30 Giugno, verrà saldata per chi ancora non ha presentato il modello 730 entro fine luglio, con una maggiorazione dello 0.40%.
Solo per i coniugi, è data la possibilità di presentare il 730 in forma congiunta. Da notare che a livello di tariffe applicate non c’è nessuno sconto, si tratta sempre di due dichiarazioni che confluiscono in una solo per la parte finale. Ad esempio, l’utilità di presentare il 730 in forma congiunta si ha quando uno dei due coniugi non ha un sostituto di imposta e potrà avvalersi per i conguagli del sostituto dell’altro coniuge. La dichiarazione congiunta è utile anche nel caso uno dei due coniugi presenti un debito verso l’erario e l’altro un credito, in tal caso entro la concorrenza degli importi si compensano.

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Addio ai libretti al portatore. Le nuove regole sul risparmio https://www.business.it/addio-ai-libretti-al-portatore-le-nuove-regole-sul-risparmio/ Tue, 27 Jun 2017 06:10:26 +0000 https://www.business.it/?p=9786 ADDIO AI LIBRETTI AL PORTATORE. DAL 4 LUGLIO, SOLO LIBRETTI E CONTI CORRENTE NOMINALI. ECCO COSA FARE PER CHI NE HA ANCORA UNO. Addio ai libretti al portatore. La forma di risparmio che ha caratterizzato un’epoca, e una modalità di intendere il risparmio, finisce il 4 luglio, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 90/2017,… Leggi tutto »Addio ai libretti al portatore. Le nuove regole sul risparmio

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ADDIO AI LIBRETTI AL PORTATORE. DAL 4 LUGLIO, SOLO LIBRETTI E CONTI CORRENTE NOMINALI. ECCO COSA FARE PER CHI NE HA ANCORA UNO.

Addio ai libretti al portatore. La forma di risparmio che ha caratterizzato un’epoca, e una modalità di intendere il risparmio, finisce il 4 luglio, con l’entrata in vigore del decreto legislativo 90/2017, che recepisce la direttiva dell’Unione Europea in materia di antiriciclaggio e terrorismo. Secondo il legislatore europeo, i libretti al portatore, così come i contanti, si prestano troppo facilmente ad operazioni poco cristalline come, per esempio, finanziare il terrorismo o riconvertire soldi sporchi in soldi puliti. Poca tracciabilità, insomma, e quindi addio ai libretti al portatore.

Addio ai libretti al portatore. Ecco le nuove norme sul risparmio

Addio ai libretti al portatoreCon l’addio ai libretti al portatore, potranno essere emessi solo libretti nominativi. La norma vale tanto per le banche che per gli istituti postali. Obbligatorio per tutti controllare e identificare chi sarà il titolare del nuovo conto o del nuovo libretto di deposito. In base alla stessa ratio, né le banche né gli uffici postali potranno più aprire conti o libretti di risparmio in forma anonima o con intestazione fittizia. Il divieto vale anche, e forse soprattutto, se i conti o i libretti di risparmio anonimi o intestati a persone fittizie sono stati aperti presso Stati esterni. In questo modo, tutte le operazioni potranno essere tracciabili e tutti i risparmiatori potranno essere riconoscibili: l’esatto opposto della logica del libretto al portatore i cui titoli di credito, per anni, sono stati pagati semplicemente a chi li teneva in tasca.

Cosa fare per i libretti al portatore ancora attivi?

E quanto ai libretti ancora esistenti alla data di martedì 4 luglio, potranno sopravvivere ma solo fino al 31 dicembre 2018, consentendo ai legittimi possessori di far “emergere” in trasparenza il loro contenuto, cioè trasformandoli in nominativi. I libretti al portatore continuano ad avere uno storico appeal in certe fasce di risparmio: nel bilancio al 31 dicembre scorso di Poste italiane, per esempio, i libretti valgono ancora 119 miliardi di euro – anche se per la verità la grande maggioranza ormai è del tipo ‘nominativo’. Già in passato il legislatore aveva tentato di ridurre l’uso di libretti al portatore. In base al decreto salva-Italia del 2011, il limite per l’apertura e il trasferimento dei libretti e dei titoli al portatore era fissato a mille. I libretti con saldo superiore a 999,99 euro avrebbero essere regolarizzati entro il 31 marzo 2012, pena – come successo in migliaia di casi – una multa di minimo 3 mila euro, scoperta quasi sempre solo al momento della liquidazione del libretto.
Fonte originale principale: www.ilsole24ore.com

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Programmi Ue: 101 miliardi di euro per i progetti Interreg https://www.business.it/programmi-ue-101-miliardi-di-euro-per-i-progetti-interreg/ Sat, 17 Jun 2017 06:31:35 +0000 https://www.business.it/?p=9553 La costruzione dell’Europa passa attraverso programmi di cooperazione territoriale a carattere transfrontaliero, transanazionale o transregionale Nel piano di programmazione  economica 2014-2020 la UE ha stanziato 10,1 miliardi di euro per  107 programmi UE denominati Interreg: cooperazioni territoriali a livello europeo per progetti soprattutto focalizzati  su soluzioni di green economy,  per la ricerca e l’ innovazione… Leggi tutto »Programmi Ue: 101 miliardi di euro per i progetti Interreg

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La costruzione dell’Europa passa attraverso programmi di cooperazione territoriale a carattere transfrontaliero, transanazionale o transregionale

Nel piano di programmazione  economica 2014-2020 la UE ha stanziato 10,1 miliardi di euro per  107 programmi UE denominati Interreg: cooperazioni territoriali a livello europeo per progetti soprattutto focalizzati  su soluzioni di green economy,  per la ricerca e l’ innovazione e  volti allo sviluppo delle reti di infrastrutture.
 

Il ruolo dell’Italia

L’Italia partecipa attivamente a questi programmi UE ed attualmente è coinvolta in 17 di essi per un totale di oltre 2 miliardi di euro di finanziamenti. I progetti di cooperazione sono portati avanti con paesi limitrofi come l’Austria, la Francia, la Slovenia o la Svizzera (sebbene non faccia parte della UE) ed anche con nazioni più lontane come la Germania, l’Ungheria, la Polonia,la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Croazia. A queste cooperazioni europee va aggiunto anche il programma di cooperazione con l’Albania e il Montenegro, Paesi in preadesione dell’Ue e non ancora parti integranti.

programmi UE - Chiara Sumiraschi, econimista del Gruppo Clas

Questi strumenti – spiega Chiara Sumiraschi, economista del gruppo Clas – rappresentano un pilastro significativo della costruzione europea, dove l’Italia sta giocando un ruolo chiave, se si pensa che su 13 programmi transfrontalieri e transnazionali ben 8 Autorità di gestione sono Regioni italiane».  Le Regioni coinvolte sono: Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Provincia autonoma di Bolzano, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia: ognuna di queste ha all’attivo la partecipazione in almeno un programma mentre Veneto e Friuli Venezia-Giulia sono le più coinvolte con sette programmi UE ciascuna.

programmi UE - logo Central Europe

I programmi che coinvolgono il numero maggiore di regioni italiane sono tre: Central Europe, Mediterranean e Adriatic-Ionian, tutti e tre a carattere transnazionale. Il programma Central Europe cofinanzia attualmente 85 progetti di cooperazione. Spiega Luca Ferrarese, capo della Segreteria Tecnica del Programma: “Il principale vantaggio per i beneficiari è l’approccio congiunto per condividere problemi e sfide al di là dei confini nazionali. I progetti diventano così veicoli per lo scambio di buone pratiche, per ridurre le disparità regionali e creare nuovi posti di lavoro”.  Il Programma Interreg Mediterraneo coinvolge invece 19 regioni italiane che hanno visto approvati tutti i 61 progetti presentati nell’ultimo bando uscito nel 2015.
programmi UE - logo Programma Mediterranean

Perché partecipare?

La risposta migliore ce la offre Francesco Peroni, assessore alle Finanze del Friuli Venezia-Giulia: “Il primo vantaggio derivante dalla partecipazione a questi programmi è quello finanziario, perché i candidati possono contare su risorse considerevoli, tra fondi Fesr e cofinanziamento nazionale. Ma non solo: il valore aggiunto è la collaborazione con territori confinanti che contribuisce a una maggiore coesione. Basti pensare che nella programmazione precedente grazie alla cooperazione con la Slovenia abbiamo avviato progetti di ricerca scientifica applicata nel settore sanitario e migliorato le infrastrutture di trasporto a vantaggio dell’intera collettività”.

 Info utili

Se da un lato la partecipazione a questi programmi è un modo per attrezzarsi e fare fronte a sfide anche complesse che singolarmente non è possibile cogliere, dall’altro va tenuto di conto che la stesura e la presentazione dei progetti non è semplice poiché partecipano partner provenienti da Paesi diversi.
I programmi Interreg sono di svariate tipologie e i bandi nei diversi settori si susseguono piuttosto rapidamente. Possono richiedere la partecipazione le amministrazioni pubbliche, le agenzie di sviluppo regionale, le imprese, le Camere di Commercio, le Ong e le Università. Per maggiori informazioni è utile consultare il sito dell’Unione Europea, che alla voce ‘Contatti’ indirizza anche agli Sportelli presenti in Italia:  https://europa.eu/european-union/about-eu/funding-grants_it

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Ti serve un prestito per la tua impresa? Ci pensa Amazon! Ecco le indicazioni https://www.business.it/ti-serve-un-prestito-la-tua-impresa-ci-pensa-amazon-ecco-le-indicazioni/ Tue, 13 Jun 2017 16:28:43 +0000 https://www.business.it/?p=9497 Arriva Amazon Lending, la piattaforma che eroga prestiti alle piccole e medie imprese. Amazon presenta l’alternativa al sistema finanziario tradizionale. Prestiti a breve termine, della durata massima di 12 mesi, da una quota minima di $1000 ad un massimo di $750mila, tassi d’interesse che oscillano tra il 6% ed il 17%: la sezione del colosso… Leggi tutto »Ti serve un prestito per la tua impresa? Ci pensa Amazon! Ecco le indicazioni

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Arriva Amazon Lending, la piattaforma che eroga prestiti alle piccole e medie imprese. Amazon presenta l’alternativa al sistema finanziario tradizionale.

Prestiti a breve termine, della durata massima di 12 mesi, da una quota minima di $1000 ad un massimo di $750mila, tassi d’interesse che oscillano tra il 6% ed il 17%: la sezione del colosso delle vendite online che eroga somme di denaro alle PMI, sta riscuotendo un successo importante.

Anche se la curva dei tassi potrebbe avvicinarsi all’usura, sono addirittura più di 20mila le aziende che hanno beneficiato di questo servizio con soddisfazione, i paesi in cui il progetto è decollato sono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna ed il Giappone.

L’obiettivo del marchio statunitense è quello di espandere il servizio anche in Canada, Francia, Italia, Spagna, India e Cina, anche se, naturalmente, l’azienda competitor Alibaba, per quanto riguarda il territorio cinese, non ha esitato a replicare un’iniziativa identica.

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Amazon Lending e le banche

Ma qual’è la differenza tra il sistema proposto da Amazon ed un normale servizio di prestiti bancari?

Velocità, immediatezza, elasticità e precisione nelle analisi, una maggiore comprensione di progetti ed ambizioni, visto che un’impresa sa che cosa significhi ‘fare impresa’ più di una banca.

Ecco come parla di Amazon Lending, il founder Jeff Bezos, che, consolidato ormai il primato mondiale nell’universo dell’e-commerce, è deciso a rivoluzionare anche il sistema finanziario.

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Come funziona

La piattaforma si sviluppa intorno ad un meccanismo ad ‘invito’, un algoritmo analizza i dato delle imprese sotto il profilo finanziario e commerciale ed il sistema, automaticamente, seleziona quelle aziende con un merito di credito, invitandole a richiedere un prestito.

La somma stabilita viene erogata in giornata, prelevandola direttamente dal bilancio di Amazon, gli importi vengono trattenuti automaticamente dal conto di ogni impresa, con cadenza bisettimanale, facilitando il monitoraggio di eventuali difficoltà finanziarie.

Se il conto del rivenditore dovesse risultare insufficiente a coprire le spese, ecco che scatta la particolare forma di garanzia stabilita da Amazon Lending: la merce dell’azienda debitrice viene congelata, bloccando le vendite fino al pagamento della rata dovuta.

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I vantaggi di Amazon

Per Amazon si tratta di un’attività estremamente conveniente, in prima istanza si azzerano completamente tipologie di costi che per banche e altre agenzie di credito risultano ingombranti sia in termini di tempo che di denaro, costi che vengono abbattuti dalla selezione effettuata dal sistema del colosso americano.

Amazon, infatti, incentra le sue valutazione sul database rivenditori già presenti sul suo sito, una banca dati immensa che fornisce indicazioni precise e dettagliate su ogni azienda, in tempo reale.

Ma dove stanno veri vantaggi?

Amazon guadagna sia incassando gli onerosi interessi sulle somme prestate, sia supportando la crescita delle imprese che continueranno a rifornirsi, incrementando le commissioni di intermediazione.

I numeri di Amazon Lending

Il marchio di Seattle ha confermato di aver raggiunto i 3 miliardi di dollari erogati in prestito dal 2011 (anno di inizio del progetto), con una crescita esponenziale che ha portato ad 1 miliardo di dollari concessi solo nell’ultimo anno.

Le azioni di Amazon sono schizzate all’impressionante valore di $1000 ciascuna (20 anni fa un’azione valeva 2 dollari), testimonianza di un titolo in borsa che cresce in maniera spaventosa.

E se Amazon Lending continuerà ad incrementare il suo prestigio ed i suoi clienti, probabilmente per le banche saranno tempi sempre più difficili.

Fonte originale principale: www.businessinsider.com

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Riscatto della laurea gratis per i Millennials: ecco tutti i dettagli https://www.business.it/riscatto-della-laurea-gratis-per-i-millennials-ecco-i-dettagli/ Thu, 11 May 2017 06:00:14 +0000 https://www.business.it/?p=8654 Riscatto della laurea gratis per i millenials, i nati cioè fra il 1980 e il 2000. Nella riforma della pensione 2017, in esame in questi giorni al Governo, potrebbe esserci questa interessante misura per i laureati under 40. L’obiettivo è di rendere più ‘pesante’ la pensione per questi contribuenti, assicurando loro un aiuto per la… Leggi tutto »Riscatto della laurea gratis per i Millennials: ecco tutti i dettagli

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Riscatto della laurea gratis per i millenials, i nati cioè fra il 1980 e il 2000. Nella riforma della pensione 2017, in esame in questi giorni al Governo, potrebbe esserci questa interessante misura per i laureati under 40. L’obiettivo è di rendere più ‘pesante’ la pensione per questi contribuenti, assicurando loro un aiuto per la continuità contributiva. Il riscatto della laurea gratis per i millenials sarebbe una sorta di prestito ponte, del tutto simile all’anticipo pensionistico, la famosa ‘Ape’, concesso però a chi è più vicino alla pensione.

Riscatto della laurea gratis. L’ipotesi allo studio

Alfiere del riscatto della laurea gratis è il sottosegretario dell’Economia Pier Paolo Baretta che ha confermato in più di un’occasione l’ipotesi allo studio del riscatto di laurea gratis ai fini pensionistici, sia per la pensione anticipata, sia per la pensione di vecchiaia. Com’è noto, oggi la normativa italiana prevede il riscatto della laurea a pagamento: gli importi da versare variano in base a diversi parametri, in particolare il numero degli anni di studio e i tempi di richiesta. In generale, prima viene presentata la domanda, minore sarà la somma da pagare. Ma chi ha da poco finito di studiare, e da poco cominciato a lavorare, spesso non ha interesse, né liquidità, per accollarsi la spesa del riscatto, che equivale a un piccolo mutuo. Di qui l’ipotesi del riscatto dalla laurea gratis per i contribuenti nati fra il 1980 e il 2000. Il periodo legato agli studi universitari potrebbe valere come periodo contributivo ai fini pensionistici e quindi essere fiscalizzato, senza però che i millenials paghino il corrispettivo. La norma garantirebbe un assegno pensionistico più dignitoso e una maggiore continuità contributiva. Non solo. Il riscatto della laurea gratis potrebbe essere un toccasana per quanti, nati fra il 1980 e il 2000, si sono trovati ad entrare nel mondo del lavoro negli anni più bui della crisi economica internazionale e che, pertanto, potrebbero avere qualche problema in più ad affrontare la propria vecchiaia. Per contro, chi è ancora sui banchi dell’università, potrebbe essere incentivato a chiudere prima il proprio percorso di studi, anche per poter usufruire di questa agevolazione.

Il riscatto della laura. Cosa è previsto oggi

riscatto della laurea gratisIn attesa, dunque, di avere novità sul riscatto della laurea gratis, ecco le informazioni di base per richiedere, a pagamento, il riscatto degli anni universitari. Oggi può farne richiesta chi è iscritto all’assicurazione generale obbligatoria, cioè i lavoratori dipendenti ed autonomi, e alle forme sostitutive ed esclusive, ovvero i dipendenti pubblici, e, infine, i professionisti iscritti alla gestione separata. Possono essere riscattati gli anni spesi sui banchi dell’università per diplomi universitari, diplomi di laurea, di specializzazione e dottorati di ricerca. Non possono essere riscattati gli anni fuori corso, le borse di studio concesse dalle università per gli anni dei dottorati di ricerca, gli assegni concessi dalle scuole di specializzazione.

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Bonus Mamma Domani: dal 4 maggio sarà possibile richiederlo all'Inps https://www.business.it/bonus-mamma-2017-come-richiederlo-all-inps/ Wed, 03 May 2017 09:13:23 +0000 https://www.business.it/?p=8584 Bonus Mamma Domani: da domani, 4 maggio 2017 tutte le donne che hanno avuto un figlio dal 1 gennaio 2017, e quelle che lo avranno nei prossimi mesi, hanno diritto a richiedere all’Inps un bonus di € 800 netti per bambino nato. Ecco che da domani entrerà in funzione la piattaforma predisposta per tutte le… Leggi tutto »Bonus Mamma Domani: dal 4 maggio sarà possibile richiederlo all'Inps

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Bonus Mamma Domani: da domani, 4 maggio 2017 tutte le donne che hanno avuto un figlio dal 1 gennaio 2017, e quelle che lo avranno nei prossimi mesi, hanno diritto a richiedere all’Inps un bonus di € 800 netti per bambino nato.

Ecco che da domani entrerà in funzione la piattaforma predisposta per tutte le neo e future mamme italiane. La domanda potrà essere inoltrata per la richiesta del bonus attraverso il nuovo portale attivato dall’Inps.

Il premio è attivo anche per le adozioni e potrà essere richiesto già al settimo mese di gravidanza, l’importo corrisposto è appunto di €800 e non ha nessuna limitazione riguardo al reddito complessivo, né della madre, né complessivamente familiare.

Il bonus potrà essere richiesto da tutte le mamme italiane o aventi la cittadinanza italiana ed in numerosi casi, anche comunitaria; la richiesta potrà essere formulata on-line, come detto al settimo mese di gravidanza o dell’atto dell’adozione nazionale o internazionale di un minore.

Le restrizioni per le mamme non aventi cittadinanza italiana, prevedono la possibilità di richiedere il bonus solo nel caso si trattino di ‘rifugiate politiche’ o in stato di ‘protezione sussidiaria’, potranno richiederlo anche coloro che sono in possesso di una permesso di soggiorno UE di lungo periodo, oppure di una carta di soggiorno per familiari di cittadini europei.

Il bonus sarà valido per ogni figlio nato dal 1 gennaio 2017, quindi per quanto riguarderà i parti gemellari, gli €800 saranno corrisposti per ogni figlio, se ad esempio una madre partorisce due gemelli il bonus corrisposto sarà di €1600.

Bonus Mamma Domani Inps è un provvedimento che testimonia la volontà dello stato italiano di favorire le nuove nascite, viste le enormi difficoltà di crescita demografica in cui si trova il Paese.

Bonus Mamme Domani Inps non prevede una cifra eccezionale, tale da poter aiutare le famiglie nella crescita di un figlio, ma è un bonus che può fare molto comodo per ricoprire le spese iniziali alla nascita o all’adozione del figlio.

Notevole passo avanti anche per quanto riguarda la tipologia di ‘crescita’ di un figlio, sono state contemplate, infatti anche le adozioni, dando finalmente importanza anche a questa importante pratica che riguarda sempre più famiglie italiane.

Bonus Mamma Domani Inps sarà disponibile con richieste on-line, altra questione di rilievo in quanto al progresso burocratico, si eviteranno enormi code agli sportelli ed inutili sprechi di energie, di personale e di centinaia di miglia di fogli di carta, come sempre successo in passato, per questa tipologia di pratiche.

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Rottamazione delle liti fiscali, novità in arrivo https://www.business.it/rottamazione-delle-liti-fiscali-novita-in-arrivo/ Thu, 27 Apr 2017 11:13:33 +0000 https://www.business.it/?p=8448 Si va verso la rottamazione delle liti fiscali, misura che potrebbe essere inserita nella cosiddetta manovra-bis che il governo sta varando in questi giorni. L’intervento fiscale, che fa il paio con la rottamazione delle cartelle Equitalia, permetterà ai contribuenti che hanno liti con l’Agenzia delle entrate di saldare il dovuto, senza pagare però sanzioni e more.… Leggi tutto »Rottamazione delle liti fiscali, novità in arrivo

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Si va verso la rottamazione delle liti fiscali, misura che potrebbe essere inserita nella cosiddetta manovra-bis che il governo sta varando in questi giorni. L’intervento fiscale, che fa il paio con la rottamazione delle cartelle Equitalia, permetterà ai contribuenti che hanno liti con l’Agenzia delle entrate di saldare il dovuto, senza pagare però sanzioni e more.
La norma non è ancora legge ma rientra nel pacchetto all’esame del Governo che prevede, fra le altre cose, anche la maximulta per i ‘portoghesi‘ sui mezzi pubblici locali e le cedolare secca per gli affitti brevi, la cosiddetta tassa Airbnb.

Rottamazione delle liti fiscali. Cosa prevede il decreto allo studio del governo

Secondo indiscrezioni di stampa, il decreto allo studio del governo prevede per la rottamazione delle liti fiscali “la possibilità di definire le controversie rientranti nella giurisdizione tributaria in cui è parte l’Agenzia delle entrate, mediante il pagamento degli importi contestati con l’atto impugnato e degli interessi da ritardata iscrizione a ruolo, al netto delle sanzioni e degli interessi di mora”. In pratica, il contribuente che vorrà ricorrere alla rottamazione delle liti fiscali dovrà pagare  tutti gli importi dell’atto impugnato che hanno formato oggetto di contestazione, senza versare le sanzioni e gli interessi che nel frattempo dovessero essere maturati. La rottamazione potrà essere richiesta per ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in cassazione. Sarebbero naturalmente avvantaggiati i contribuenti che hanno un contenzioso perdente, con poche possibilità di vittoria e, per contro, svantaggiati coloro che hanno contenziosi vincenti, in tutto o in parte, ma la cui lite è ancora in attesa di giudizio definitivo. Se l’esito della lite è ancora in forse, il contribuente potrà decidere se rinunciare comunque a una potenziale sentenza sfavorevole, accorciare i tempi e tagliare i costi accessori. Oltre a sgravare il conto di sanzioni e more, la rottamazione delle liti fiscali prevede anche la possibilità di rateizzare gli importi dovuti. 

Come e quanto richiedere la sanatoria sulle liti fiscali pendenti

Rottamazione liti fiscaliChi vorrà richiedere la rottamazione delle liti fiscali, avrà tempo fino al 30 settembre. Con un importo superiore ai 2 mila euro, si potranno chiedere fino a tre rate, da saldare per l’80% nel 2017 e la restante parte entro giugno 2018. La richiesta potrà riguardare le controversie il cui primo grado è stato celebrato entro il 31 dicembre 2016 e, naturalmente, se il processo non è ancora concluso dalla data di presentazione della domanda. Se la lite è nata per interessi di mora o sanzioni non collegate ai tributi, il contribuente che decide per la rottamazione della lite fiscale pagherà il 40% degli importi. La rottamazione sarà totalmente gratuita per more e sanzioni collegati ai tributi. Secondo i dati forniti dalla Agenzie dell’entrate, ci sono 470 mila cause pendenti, di cui 230 mila avviate nel 2016. Quest’enorme mole di lavoro per i giudizi tributari costituisce il 50% di tutte le cause civili in Italia.

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Zipcoin, la moneta verde che premia i comportamenti green https://www.business.it/zipcoin-la-moneta-verde-che-premia-i-comportamenti-green/ Sun, 23 Apr 2017 07:00:47 +0000 https://www.business.it/?p=8333 Una moneta verde, e virtuale, che si guadagna andando in bicicletta, a piedi, o riciclando correttamente. Sono gli Zipcoin: crediti che rappresentano il valore ambientale ed economico generato da un comportamento green di una persona o di un’azienda. Un sistema quindi remunera le scelte sostenibili di comportamento e di consumo di cittadini e imprese. Il [...]

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Una moneta verde, e virtuale, che si guadagna andando in bicicletta, a piedi, o riciclando correttamente. Sono gli Zipcoin: crediti che rappresentano il valore ambientale ed economico generato da un comportamento green di una persona o di un’azienda. Un sistema quindi remunera le scelte sostenibili di comportamento e di consumo di cittadini e imprese.
Il sistema, spiegano i suoi ideatori, “è basato sull’emissione di un titolo ambientale detto Zipcoin,  generato dal consumatore in proporzione alla riduzione di impatto una scelta green, secondo il seguente 1 Zipcoin= 1 bicchiere di petrolio risparmiato“.
L’idea è dunque quella di premiare comportamenti che riducano l’impatto ambientale, come la scelta di una mobilità alternativa, in modo analitico ma facilmente comprensibile a tutti. E sono spendibili per  acquistare prodotti o servizi che hanno un impatto ambientale più basso rispetto ad altri prodotti o servizi presenti sul mercato. Infatti – si legge sul portale  – sono accettati da numerose aziende green-oriented che hanno scelto di investire su un’economia più sostenibile e che “sponsorizzano” i comportamenti green dei cittadini.
moneta verde

Come ottenere la moneta verde

Gli Zipcoin possono essere guadagnati compiendo molte delle attività quotidiane, come camminare o utilizzare mezzi pubblici, ma  anche facendo acquisti “verdi”, come prodotti bio a km 0 o elettrodomestici con un’alta classe energetica, producendo e utilizzando energia ottenuta da fonti rinnovabili.
Per misurare, e poi monetizzare, le azioni green occorre scaricare sullo smartphone l’app gratuita “Vip2Zip”, acronimo di “Very Important Person a Zero Impact People”.
Ogni scelta quindi che produce una riduzione di impatto ambientale rispetto allo standard può quindi essere misurata e monetizzata con gli Zipcoin. I settori economici coinvolti sono i cosiddetti “cleantech” (clean technologies) e il green lifestyle, come la produzione di energie pulite, l’efficienza energetica, trasporti sostenibili, l’economia circolare, la clean industry, la gestione dell’acqua, l’agricoltura, l’alimentazione e la cosmesi biologiche, e l’ecoturismo.
Il programma ZIPCOIN usa diverse modalità per misurare la riduzione di impatto:

  • attraverso i sensori dell’IoT della smartcity e degli smartcitizens (smartphone) per raccogliere i dati utili alla misurazione delle riduzioni di impatto
  • a forfait, ovvero attraverso una quantità convenzionale di riduzione di impatto garantito dall’acquisto di un bene green
  • attraverso altri titoli: per esempio è possibile ottenere ZIPCOIN attraverso la lettura del codice a barre o il QRcode presente nella bolletta della luce).

moneta verde

Il valore dello ZIPCOIN

La moneta verde virtuale ha un duplice valore, ambientale ed economico. Possiede un valore ambientale perché rappresenta il risparmio di consumo di petrolio ottenuto con una scelta green. Il valore ambientale si traduce facilmente in CO2 o in altre unità che misurano l’energia o ulteriori gas serra. E ha un valore economico che corrisponde al valore del petrolio risparmiato, calcolato in base al prezzo di listino del petrolio Brent.

Una moneta verde trasferibile

Lo Zipcoin costituisce l’unità di misura della riduzione dell’impatto sull’ambiente di un comportamento o di un acquisto ecosostenibile. Può essere trasferito a titolo gratuito fra le persone e quindi essere utilizzato da diverse persone per raggiungere un obiettivo ambientale comune o per acquistare un prodotto o un servizio con l’ausilio di amici.

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Cuneo fiscale: cala in media nei paesi Ocse ma aumenta in Italia https://www.business.it/cuneo-fiscale-cala-in-media-nei-paesi-ocse-ma-aumenta-in-italia/ Sat, 15 Apr 2017 07:00:16 +0000 https://www.business.it/?p=8267 Nel 2016 secondo il rapporto Ocse Tax Wages il cuneo fiscale in Italia ha pesato sul costo del lavoro di un dipendente single senza figli per il 47,8% (+0,8 dal 2015), al quinto posto fra i paesi Ocse e quasi 12 punti sopra la media dei paesi sviluppati. Una situazione faticosa, già fatta emergere dalla… Leggi tutto »Cuneo fiscale: cala in media nei paesi Ocse ma aumenta in Italia

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Nel 2016 secondo il rapporto Ocse Tax Wages il cuneo fiscale in Italia ha pesato sul costo del lavoro di un dipendente single senza figli per il 47,8% (+0,8 dal 2015), al quinto posto fra i paesi Ocse e quasi 12 punti sopra la media dei paesi sviluppati.
Una situazione faticosa, già fatta emergere dalla Corte dei Conti nel rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica, che ha evidenziato come il carico fiscale da noi sia superiore a quello che si registra mediamente nel resto d’Europa, con un prelievo imponente tra contributi e imposte, che «colloca al livello più alto la differenza fra costo del lavoro a carico dell’imprenditore e reddito netto del lavoratore».
cuneo fiscale
Il report dell’Ocse mostra un quadro generale di tutti i paesi membri in cui il cuneo fiscale sul reddito del lavoratore medio è leggermente diminuito dal 2016, attestandosi su una media del 36%. Si tratterebbe di un trend pluriennale, che in parte inverte l’andamento degli anni immediatamente post crisi quando si registrarono invece aumenti fiscali. Le riforme adottate da alcuni paesi per ridurre il costo del lavoro inoltre, secondo l’Ocse, avrebbe contribuito a questa riduzione, come ad esempio in Belgio e Austria. Tuttavia, fa notare l’Ocse, le situazioni dei singoli paesi sono diversificate, e sebbene il cuneo fiscale sia diminuito in 14 paesi, negli altri 20 è leggermente aumentato.
Ai primi posti per il maggior carico di tasse e contributi sul reddito dei lavoratori single, secondo l’Ocse, ci sono il Belgio (54%), la Germania (49,4%), l’Ungheria e la Francia (48,1%); l’Italia è passata dal sesto al quinto posto.
Per quanto riguarda le tasse per i nuclei monoreddito con figli, la situazione italiana è ulteriormente peggiorata, passando dal quinto all’attuale terzo posto con un cuneo fiscale del 38,6%, che supera di 12 punti la media Ocse, pari al 26,6%. Davanti a noi ci sono solo Francia, che si attesta al 40%, e Finlandia (39,2%). Agli opposti, Irlanda (8,3%), Cile (7%) e Nuova Zelanda (6,2%).
cuneo fiscale

Il costo del lavoro

In Italia il costo del lavoro medio per ogni singolo lavoratore supera le 52.000 euro, sopra la media dell’area Ocse (oltre 47.000 euro) e al diciassettesimo posto tra i paesi più avanzati. Il salario medio lordo è di poco meno di 40.000 euro, al di sotto di quello medio Ocse che invece li supera.
A reggere il peso maggiore del costo del lavoro in Italia sono sicuramente le imprese, che incidono del 24,2% sul gettito totale. La tassazione sul reddito rappresenta il 16,4% e i contributi dei lavoratori il 7,2%. Proprio su questo dato ha insistito anche la relazione della Corte dei Conti, che ha parlato di «un carico fiscale complessivo (societario, contributivo, per tasse e imposte dirette) che penalizza l’operatore italiano in misura (64,8%) eccedente quasi 25 punti l’onere per l’omologo imprenditore dell’area Ue/Efta». Il solo adempimento degli obblighi tributari costa al piccolo e medio imprenditore italiano 269 ore lavorative, il 55% in più di quanto richiesto ai suoi omologhi europei.

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Home restaurant, l’Antitrust boccia il disegno di legge https://www.business.it/home-restaurant-lantitrust-boccia-il-disegno-di-legge/ Fri, 14 Apr 2017 07:00:05 +0000 https://www.business.it/?p=8235 Limitazioni ingiustificate e, in certi casi discriminatorie, quelle del disegno di legge sugli home restaurant. A dirlo è l’Antitrust per mano del suo presidente Giovanni Pitruzzella che nell’ultimo bollettino pubblicato analizza le criticità della proposta di legge, anche in relazione alla raccomandazione europea che vuole per la sharing economy una legislazione “leggera”, in grado di [...]

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Limitazioni ingiustificate e, in certi casi discriminatorie, quelle del disegno di legge sugli home restaurant. A dirlo è l’Antitrust per mano del suo presidente Giovanni Pitruzzella che nell’ultimo bollettino pubblicato analizza le criticità della proposta di legge, anche in relazione alla raccomandazione europea che vuole per la sharing economy una legislazione “leggera”, in grado di favorirla.

Cos’è l’home restaurant

Fra le ultime espressioni di sharing economy che hanno iniziato a diffondersi in Italia, l’home restaurant non è altro che una ristorazione domestica in cui qualcuno mette a disposizione la sua casa e e le sue doti culinarie per cene da consumare dietro compenso. Cene spesso “veicolate” attraverso piattaforme online.
home restaurant1

Le misure contestate per l’home restaurant

Se da un lato il disegno di legge sull’home restaurant cerca di stabilire regole per tutelare gli utenti, dall’altro prova a stabilire dei paletti per evitare una concorrenza sleale alle attività imprenditoriali di ristorazione.
Per farlo il Ddl, approvato dalla Camera gennaio e in attesa di essere discusso in Senato, stabilisce un tetto massimo annuo di 500 coperti e di 5 mila euro di proventi. Limitazioni che per il Garante della Concorrenza definisce “del tutto ingiustificate” e che nell’intenzione del legislatore dovrebbero servire a garantire l’occasionalità dell’attività.
Fra le misure ritenute discriminatorie dal Garanti anche l’obbligo per coloro che praticano l’home restaurant di operare solo attraverso piattaforme online e di somministrare cene solo previo pagamento anticipato. Una norma che scrive il Garante “crea una discriminazione con i ristoratori tradizionali” escludendo il contatto diretto con gli utenti, e impedendo di raggiungere coloro che sono poco avvezzi all’uso di tecnologie.
“Analoghe considerazioni – prosegue – valgono rispetto all’obbligo di fatto imposto di pagare la prestazione  prima di averne beneficiato” dato che che questa di fatto prevede che “le transazioni  avvengano esclusivamente mediante le piattaforme digitali. Impedendo, o rendendo più oneroso per il cliente di avvalersi, ad esempio, della possibilità di disdire sul posto un servizio rivelatosi inadeguato”.
home restaurant1
Fra le misure previste e contestate dall’Antitrust il divieto di organizzare cene in abitazioni affittate a turisti, come B&B e Case Vacanza in forma non imprenditoriale. Una restrizione che viene definita come “priva di motivazioni” e ingiustificata..
Il disegno di legge prevede inoltre una serie di obblighi per i cuochi domestici, fra cui la la copertura assicurativa su eventuali rischi derivanti dall’attività e sulla responsabilità civile verso terzi (da cui restano esclusi coloro che non superano 50 coperti e 5 cene l’anno). Misure che per il Garante della Concorrenza non risultano necessarie o proporzionate, anche in virtù del fatto che “eventuali obiettivi di tutela della salute dei fruitori sono comunque sufficientemente garantiti dall’obbligo di rispettare le norme sull’igiene degli alimenti e dagli obblighi di copertura assicurativa”.
“In conclusione – scrive Giovanni Pitruzzella – il DDL che disciplina l’attività di home restaurant appare nel suo complesso idoneo a limitare indebitamente una modalità emergente di offerta alternativa del servizio di  ristorazione e, nella misura in cui prevede obblighi che normalmente non sono posti a carico degli operatori tradizionali, risulta discriminare gli operatori di home restaurant, a favore dei primi”.

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Speed Mi Up, è aperto il bando di incubazione per le start up https://www.business.it/speed-mi-up-e-aperto-il-bando-di-incubazione-per-le-start-up/ Mon, 27 Mar 2017 07:00:12 +0000 https://www.business.it/?p=7781 Sarà aperto fino al 14 aprile il bando Speed Mi Up, dedicato alle start up che cercano un incubatore e vogliono stabilirsi a Milano. Speed MI Up è un’iniziativa congiunta della Camera di Commercio di Milano e dell’Università Bocconi che, con il contributo del Comune di Milano, si è posta come soggetto intermedio fra le… Leggi tutto »Speed Mi Up, è aperto il bando di incubazione per le start up

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Sarà aperto fino al 14 aprile il bando Speed Mi Up, dedicato alle start up che cercano un incubatore e vogliono stabilirsi a Milano. Speed MI Up è un’iniziativa congiunta della Camera di Commercio di Milano e dell’Università Bocconi che, con il contributo del Comune di Milano, si è posta come soggetto intermedio fra le startup e il mercato, nell’ottica di supportare i nuovi imprenditori a sviluppare la propria idea di business.
start up
Il bando Speed MI Up è giunto alla sua nona edizione, e come ogni anno premia le idee di business innovative in termini di prodotto, di processo produttivo, di vendita o di distribuzione; ma non necessariamente sotto l’aspetto tecnologico. Le idee devono:

  • basarsi su concezioni innovative e non ancora presenti sul mercato italiano e internazionale.
  • Devono essere solide, quindi con un ampio ed esaustivo business plan, e un piano possibile di come potrebbero svilupparsi rapidamente.
  • Devono avere un respiro potenzialmente internazionale

Speed MI Up offre una serie di servizi articolati fra tutoring, networking e creazione di sinergie; non entra nel capitale delle start up ma le segue in tutti gli aspetti legati alla formazione.

Tutte le consulenze a servizio delle start up

Le consulenze offerte vanno dai temi fiscali e legali, a quelle per l’accesso agevolato al credito, ai servizi per l’innovazione, al supporto nella partecipazione a bandi pubblici di finanziamento, ai piani di comunicazione digitale, comunicazione, media planning e cloud computing.  Le start up del bando di Speed MI Up sono aspiranti imprenditori e imprese attive da meno di 20 mesi. La selezione avviene in base a un elevator pitch (un video di massimo 3 minuti), un business plan, il curriculum di partecipanti e soci.
Una volta effettuata la registrazione, se l’idea proposta è valida le start up possono accedere subito e gratuitamente al video-corso online di 12 ore sul business plan tenuto dalla Prof.ssa Cinzia Parolini della SDA Bocconi School of Management.
start up
Il bando dell’incubatore è stato inaugurato nel 2013 e  fra le sue “storie di successo” vanta esperienze come quella di Cercaofficina.it, che ricerca preventivi online per riparazioni auto, D1 Milano, che opera nel settore dell’orologeria. E ancora  Diferente (drink analcolici), lo “chef in scatola” di My Cooking Box; i vassoi portaoggetti per i check di sicurezza in aeroporto di One Tray, l’e-commerce di occhiali Quattrocento, e il servizio di autolavaggio a domicilio senza acqua Wash Out.
Son già 27 le start up che hanno seguito il percorso di sviluppo accelerato, che prevede, oltre alle consulenze sopra esposte, anche i “tradizionali”  servizi di un incubatore, quindi la fornitura di spazi di lavoro economica e servizi comuni.

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Industria 4.0: che cos’è e come potete sfruttarla https://www.business.it/industria-4-0-che-cose-e-come-potete-sfruttarla-guida/ Fri, 17 Mar 2017 09:00:56 +0000 https://www.business.it/?p=4388 Si parla di “Industria 4.0” con riferimento a una imminente quarta rivoluzione industriale, che si avvale delle più avanzate tecnologie informatiche per aumentare la produttività delle imprese in termini sia qualitativi che quantitativi. Per avvicinarsi al concetto di Industria 4.0 è necessario che le aziende introducano alcune tecnologie “abilitanti” come l’IoT, i big data, il… Leggi tutto »Industria 4.0: che cos’è e come potete sfruttarla

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Si parla di “Industria 4.0” con riferimento a una imminente quarta rivoluzione industriale, che si avvale delle più avanzate tecnologie informatiche per aumentare la produttività delle imprese in termini sia qualitativi che quantitativi.
Per avvicinarsi al concetto di Industria 4.0 è necessario che le aziende introducano alcune tecnologie “abilitanti” come l’IoT, i big data, il cloud computing, la robotica, l’intelligenza artificiale, le interazioni machine-to-machine, in grado di ottimizzare al massimo la produzione manifatturiera, abbassare i costi, aumentare la qualità dei prodotti realizzati e utilizzare macchine e prodotti come fonte di informazione sulle abitudini dei consumatori.
Tecnologie complesse e di non facile applicazione, per le quali il governo ha predisposto importanti investimenti che ne incentivano l’utilizzo da parte delle aziende, troppo spesso sprovviste di strumenti e risorse necessarie per approcciarle e applicarle concretamente.
Oggi la necessità di innovare delle piccole e medie imprese italiane può essere soddisfatta con i numerosi strumenti che il governo e l’Europa hanno reso disponibili, e che costituiscono il Piano Industria 4.0: un insieme di misure organiche e complementari che favoriscono gli investimenti per innovazione e competitività.
Vediamo quali sono le principali e come è possibile accedervi.
Industria 4.0

1 – Industria 4.0 e il Credito di imposta e l’iper e super ammortamento

Introdotto con la Legge di Stabilità 2017 (art. 1, commi 15-15), con il Credito d’imposta per spese di Ricerca & Sviluppo il legislatore ha voluto incentivare in maniera importante la spesa privata delle aziende in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di innovarne processi e prodotti.
Con oltre il 50% di credito d’imposta sulle spese incrementali in ricerca e sviluppo, per un tetto di spesa fino a 20 milioni di euro (quadruplicato dagli attuali 5 mln), la misura prevede un iper e super ammortamento (Legge di bilancio 2017, art. 1, commi 8-13.) per l’acquisto di macchinari e tecnologie abilitanti Industria 4.0.
Nello specifico:

  • Iperammortamento: supervalutazione del 250% degli investimenti in beni materiali nuovi, dispositivi e tecnologie abilitanti la trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing
  • Superammortamento: supervalutazione del 140% degli investimenti in beni strumentali nuovi acquistati o in leasing, inclusi i beni immateriali (software).

Pensati per aumentare la competitività delle imprese, i benefici si rivolgono a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa (imprese, enti non commerciali, consorzi e reti d’impresa), indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico di attività, incluse le imprese italiane residenti all’estero, ma con una oggettiva attività sul territorio italiano o che abbiano commissionato attività di ricerca e sviluppo a imprese italiane.
Per gli investimenti in iper ammortamento superiori a 500.000€ per singolo bene è necessaria una perizia tecnica giurata da parte di ingegneri professionisti che certifichi che il bene possiede le caratteristiche tecniche abilitanti di Industria 4.0 (caratteristiche esplicitate negli allegati A e B della Legge di Stabilità 2017).
Si accede in maniera automatica in fase di redazione di bilancio tramite autocertificazione delle spese sostenute, con la possibilità di cumulare i benefici con le altre misure descritte di seguito.
Per saperne di più leggete il nostro approfondimento.

2 – Industria 4.0 e i finanziamenti alle imprese: La Nuova Sabatini e il credito all’innovazione

In merito all’accesso al credito, le PMI continuano a riscontrare difficoltà nel rapporto con le banche, minimizzando di conseguenza gli investimenti in beni e tecnologie.
La Nuova Sabatini (Legge di bilancio 2017, art. 1, commi 52-57) sostiene le imprese che richiedono finanziamenti bancari per investimenti in tecnologie abilitanti Industria 4.0 con un contributo in conto interessi del 2,75% al 3,57% annuo, maggiorato del 30% nel caso di macchinari certificati per Industria 4.0, sui finanziamenti bancari di importo compreso tra 20.000€ e 2.000.000€.
L’obiettivo della misura è sostenere le imprese che richiedono finanziamenti bancari per investimenti in beni strumentali, macchinari, impianti e attrezzature di fabbrica a uso produttivo, o tecnologie digitali come hardware e software che favoriscano l’innovazione dell’impresa. I beni devono necessariamente essere nuovi. Il contributo copre parte degli interessi pagati dall’impresa sui finanziamenti  erogati da istituti bancari convenzionati con il Mise, che attingono a un apposito plafond della Cassa Depositi e Prestiti o alla provvista ordinaria, e prevede un accesso privilegiato al Fondo centrale di Garanzia nella misura massima dell’80%.
Il beneficio è cumulabile con le altre misure descritte in questo articolo e si rivolge a tutte le PMI italiane, indipendentemente dal settore economico in cui operano.

3 – Industria 4.0, i brevetti e la proprietà intellettuale: il Patent Box

Il Patent Box (Decreto 30 luglio 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico) è una riduzione delle aliquote IRES e IRAP sui redditi derivanti da beni immateriali che arriva fino al 50% del reddito. Per beni immateriali si intendono brevetti industriali, marchi registrati, disegni e modelli industriali, know how e software protetto da copyright, per i quali è prevista una tassazione agevolata sui redditi che derivano dal loro utilizzo.
L’agevolazione consiste nella riduzione delle aliquote IRES e IRAP su tutti i redditi d’impresa connessi all’uso diretto o indiretto di beni immateriali, sia nei confronti di controparti terze che di controparti correlate all’azienda che ne detiene la proprietà intellettuale.
Il beneficio è dato a condizione che il contribuente conduca attività di ricerca e sviluppo connesse allo sviluppo e al mantenimento dei beni immateriali. Possono accedere tutti i soggetti titolari di reddito di impresa di ogni tipologia: società di capitali o di persone, ditte individuali, enti commerciali, inclusi i soggetti residenti all’estero ma con organizzazione stabile in Italia.
L’obiettivo della misura è rendere il mercato italiano attrattivo per gli investimenti nazionali ed esteri in ricerca e sviluppo, e al contempo favorire il rientro in Italia di beni immateriali detenuti da imprese italiane all’estero ed evitarne la ripetizione.
Il beneficio è cumulabile con le altre misure descritte in questo articolo.
Industria 4.0

4 – Industria 4.0, start up e PMI innovative

Con la Legge di Stabilità 2017 (art. 1, commi 66-68), le agevolazioni per Start Up e PMI Innovative sono state estese e rafforzate con l’obiettivo di sostenere le imprese innovative in tutte le fasi del loro ciclo di vita, favorendo l’accrescimento di un ecosistema nazionale che funga da motore all’innovazione, alla crescita e alla competitività.
La misura prevede interventi di vario tipo:

  • agevolazioni pratiche che assimilano le PMI innovative alle Start up, come la possibilità anche per le Srl di emettere piani di incentivazione in equity agevolati fiscalmente, o la possibilità di praticare l’equity crowdfunding per la raccolta di nuovi capitali di rischio
  • misure che favoriscono l’investimento in capitale di rischio, come le detrazioni fiscali fino al 30%, la possibilità di cedere le perdite a società quotate sponsor, o l’esonero dalla disciplina fallimentare ordinaria in caso di insuccesso e da quella sulle società in perdita sistematica
  • la possibilità per le startup di successo di convertirsi agilmente in PMI innovative
  • detrazioni IRPEF per investimenti fino a 1.000.000€ e dell’imponibile IRES fino a 1.800.000€ pari al 30%
  • Altri servizi come la Italia Startup Visa per attrarre imprenditori innovativi.

Maggiori informazioni su Industria 4.0, e la lista completa delle agevolazioni sono disponibili sul sito del Mise.

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Il Credito di Imposta nella Legge di Stabilità 2017: come usufruirne https://www.business.it/il-credito-di-imposta-nella-legge-di-stabilita-2017-come-usufruirne-guida/ Thu, 16 Mar 2017 09:32:06 +0000 https://www.business.it/?p=4412 Nel 2013 il governo italiano ha iniziato un percorso di sostegno alle imprese con misure importanti per incentivare l’innovazione e aumentarne la competitività (art. 3 DL 145/2013), misure rese effettivamente fruibili con la Legge di Stabilità 2015 e ora ulteriormente incrementate e prorogate fino al 2019 con la Legge di Stabilità 2017. Parliamo in particolare… Leggi tutto »Il Credito di Imposta nella Legge di Stabilità 2017: come usufruirne

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Nel 2013 il governo italiano ha iniziato un percorso di sostegno alle imprese con misure importanti per incentivare l’innovazione e aumentarne la competitività (art. 3 DL 145/2013), misure rese effettivamente fruibili con la Legge di Stabilità 2015 e ora ulteriormente incrementate e prorogate fino al 2019 con la Legge di Stabilità 2017.
Parliamo in particolare del Credito di imposta, un’agevolazione fiscale che consente alle imprese di ottenere benefici significativi in termini economici, in presenza di investimenti effettuati per attività di ricerca e sviluppo.
Abbiamo intervistato Luigi Jovacchini, Co-founder e CIO di Consulenza e Risorse Srl, società di consulenza con sede a Milano specializzata in finanza aziendale in particolare per le attività di ricerca e sviluppo, per capire cosa devono fare concretamente le imprese per usufruire del credito di imposta e di tutti gli altri benefici messi a disposizione dallo stato a supporto dell’innovazione. 
Credito di imposta

– Il credito di imposta: chi può usufruirne e come funziona

“La prima cosa da fare è capire se la propria azienda possiede i requisiti per usufruire dei benefici – dice il Dott. Jovacchini. Cosa che non è esattamente semplice da capire: al di là dei settori industriali di riferimento (che nel caso del credito di imposta sono praticamente tutti), alcune aziende devono fare un percorso piuttosto articolato per capire se gli investimenti fatti possono rientrare nella misura agevolativa”.
Ecco alcuni punti nodali:

  • L’attività di ricerca e sviluppo deve essere stata fatta nel triennio 2012-2013-2014. Il beneficio fiscale viene calcolato in maniera incrementale, a partire cioè dall’anno successivo al triennio, pertanto il primo anno nel quale si può valutare un incremento degli investimenti in ricerca e sviluppo è il 2015, mentre il primo anno nel quale si può usufruire del beneficio fiscale è il 2016, con riferimento al 2015
  • Tutte le attività assimilabili a progetti di ricerca e sviluppo devono essere mappate anno per anno. Considerate che lo stesso studio di fattibilità per un progetto di ricerca e sviluppo è considerato di per sé un investimento
  • Oltre alle attività, vanno analizzate e identificate le tipologie di personale impiegato (personale dipendente e consulenti esterni, sia liberi professionisti che aziende), e assegnate a ogni progetto per valutare l’ammontare dell’investimento effettuato.

L’assessment iniziale parte da un’analisi di cosa l’azienda ha effettivamente sviluppato, e il beneficio fiscale viene calcolato sull’incremento rispetto al triennio di riferimento.

– Il credito di imposta copre solo alcune delle spese effettuate: quali sono i costi imputabili?

“Innanzitutto il personale: fino al 31/12/2016 il costo del personale laureato in materie tecnico-scientifiche può essere portato in compensazione al 50%, mentre tutte le altre tipologie di personale (laureati in altre materie o non laureati) fino al 25%, se impiegati in un progetto di ricerca e sviluppo”, ci spiega Jovacchini. Aggiungiamo che dal 2017, con la nuova Legge di Stabilità, questa distinzione è stata abolita, e il costo di tutto il personale è detraibile al 50% indipendentemente dal titolo di studio.
Possono inoltre essere detratti:

  • Brevetti
  • Costi per la realizzazione di prototipi
  • Contratti di consulenza per ricerca e sviluppo stipulati con enti di ricerca, università o società di servizi: ad esempio, i costi sostenuti per la realizzazione di un software sviluppato ad hoc e realizzato da un’azienda di consulenza esterna possono essere recuperati al 50%

E, come già accennato, i costi per gli stessi studi di fattibilità di progetti di ricerca e sviluppo possono essere dedotti e compensati fiscalmente: se prendiamo il caso di un’azienda che volesse internazionalizzarsi, il costo per lo studio di fattibilità iniziale (paese di destinazione, mercato di riferimento, competitors, etc.) potrebbe essere recuperato al 50%.
Credito di imposta

– Il credito di imposta è utilizzabile in compensazione fiscale?

La buona notizia è che, ormai da qualche anno, i benefici fiscali possono essere utilizzati in compensazione con altri tributi, e il credito di imposta non fa eccezione: può essere compensato infatti con i tributi INPS, INAIL IRPEF, IVA, IRES. È sufficiente utilizzare il credito di imposta segnalando sull’F24 per la detrazione fiscale uno dei codici tributo indicati dall’Agenzia delle Entrate.
Tuttavia, arrivare a capire quali sono in totale le imposte detraibili può essere tortuoso, come ci racconta jovacchini. “Spesso lavoriamo insieme a fiscalisti e commercialisti per arrivare al verdetto definitivo che andrà a comporre il dossier che consegniamo al cliente. Considerate che per fare il nostro lavoro bisogna sì conoscere le norme, ma essere anche molto addentro al tema della ricerca e dello sviluppo, che chiaramente cambia per ogni settore di applicazione. Noi ci avvaliamo del manuale di Frascati, lo strumento che usano tutti i paesi Ocse per raccogliere a analizzare i dati relativi a ricerca e sviluppo, e del manuale di Oslo per l’innovazione (documento afferente alla “Frascati family”). Infine, i nostri dossier sono completati da una perizia giurata da ingegneri professionisti, perché per ogni cliente ci assumiamo la responsabilità di quello che diciamo”.

– Il credito di imposta è cumulabile con altri benefici fiscali?

Nel piano Industria 4.0 del Mise sono previste numerose misure a sostegno dell’innovazione e della trasformazione dell’industria tradizionale in Industria 4.0. Tutte le misure sono cumulabili tra di loro: il super e iper ammortamento, la nuova Sabatini, il Fondo centrale di garanzia, il Credito di imposta. È possibile, con una corretta interpretazione delle leggi e una giusta pianificazione delle risorse, progettare e finanziare l’innovazione all’interno sia di aziende manifatturiere che di servizi, grazie ai benefici previsti nell’ottica di Industria 4.0. Per fare un esempio, un’azienda manifatturiera del sud che volesse acquistare un nuovo macchinario potrebbe al contempo beneficiare della Nuova Sabatini per la richiesta di finanziamento, del credito di imposta per l’acquisto di macchinari al sud e del super ammortamento degli stessi, in aggiunta al credito di imposta nel caso di un macchinario certificato Industria 4.0.
A questo proposito, negli allegati A e B della Legge di stabilità 2017 sono specificate le caratteristiche che i macchinari devono avere per essere certificati Industria 4.0 ed essere iper ammortizzabili. È fondamentale che nella fase di assessment iniziale, quando cioè l’azienda analizza gli investimenti effettuati in ricerca e sviluppo, anche i macchinari e le relative certificazioni per Industria 4.0 siano considerati come parte dell’investimento, e perciò ammessi a contribuire al cumulo del beneficio fiscale.
In sintesi, la materia è complessa ma di fatto le agevolazioni per chi vuole innovare e diventare più competitivo ci sono e sono fruibili, non resta che coglierle. Il credito di imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo è una delle più importanti: per conoscere tutte le altre ed entrare nel dettaglio di Industria 4.0 leggete il nostro approfondimento.

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Tutti i finanziamenti per le startup, finalmente in un unico portale https://www.business.it/tutti-i-finanziamenti-per-le-startup-finalmente-in-un-unico-portale/ Wed, 08 Mar 2017 08:00:03 +0000 https://www.business.it/?p=7561 È online il primo portale di monitoraggio dei finanziamenti per le startup: si trova all’indirizzo www.finanziamentistartup.eu e offre in un unico luogo informazioni, bandi e agevolazioni aggiornate. Il monitoraggio comprende bandi pubblici, nazionali e regionali, questi ultimi suddivisi a loro volta in bandi per singole regioni e province autonome italiane, rivolti a sostenere i progetti… Leggi tutto »Tutti i finanziamenti per le startup, finalmente in un unico portale

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È online il primo portale di monitoraggio dei finanziamenti per le startup: si trova all’indirizzo www.finanziamentistartup.eu e offre in un unico luogo informazioni, bandi e agevolazioni aggiornate.
Il monitoraggio comprende bandi pubblici, nazionali e regionali, questi ultimi suddivisi a loro volta in bandi per singole regioni e province autonome italiane, rivolti a sostenere i progetti delle giovani imprese innovative e dei loro partner. Dalla homepage è possibile accedere direttamente alle sezioni delle regioni, oppure visualizzare tutti i bandi disponibili in un’unica lista.
finanziamenti per startup
Uno strumento che facilita notevolmente la ricerca finanziamenti per le startup da parte di giovani aziende, spesso costrette a lunghe ricerche fra siti più o meno istituzionali, con informazioni non aggiornate, incomplete o fuorvianti. Ma che dà modo anche alle istituzioni, in particolare ai governi regionali, di valutare l’impatto sia delle politiche proposte che degli stanziamenti messi a disposizione dagli ecosistemi locali.
Per ogni agevolazione, il portale organizza le informazioni in schede: la prima spiega l’ambito, lo stanziamento, il soggetto gestore e una breve descrizione. La seconda è dedicata ai beneficiari – soggetti, dimensioni e settori -, nonché la tipologia di contributo. La terza scheda infine mostra le tempistiche, con le scadenze e i link per le procedure.

Un’iniziativa di Italia Startup e Warrant Group

Il portale è frutto della collaborazione fra Italia Startup, associazione no-profit che rappresenta l’ecosistema delle startup italiane, e l’azienda associata Warrant Group. Italia Startup conta a  oggi 2105 associati, 520 startup seed, 13 consolidate, 37 fra incubatori e acceleratori; fra i suoi soci compaiono anche aziende, abilitatori e investitori. Vi possono aderire tutti i soggetti, privati e pubblici che agevolano la valorizzazione, la visibilità e la crescita delle imprese innovative e che credono nella creazione di un nuovo tessuto imprenditoriale italiano.
L’assunto di fondo, descritto da Warrant group nella presentazione del portale, è che “mai come oggi è esistita una congiunzione di incentivi alle imprese in grado di fornire reali finanziamenti per le startup, concreto supporto alla necessità imprenditoriale di investire in ricerca e innovazione”. Si tratta di incentivi “per lo più a carattere strutturale che sicuramente segneranno il panorama italiano delle agevolazioni fiscali per almeno i prossimi 5 anni”. Le dotazioni finanziarie sono infatti molto consistenti:
• Horizon 2020 (80 miliardi)
• Credito di imposta Ricerca e Sviluppo 2015-2019 (2,34 miliardi)
• Patent Box (200 milioni)
• agevolazioni regionali
finanziamenti per startup
“Aiutare le start up italiane ad accedere alle opportunità di finanziamento loro dedicate dai diversi contesti istituzionali e finanziari è una sfida impegnativa che Warrant Group ha deciso di intraprendere insieme ad Italia Startup“, afferma Luca Onnis, Direttore Digital di Warrant Group. “Siamo convinti che questo strumento potrà rappresentare un supporto concreto per l’ecosistema delle startup italiane impegnate nella crescita dei loro progetti, anche grazie al quadro normativo del Governo italiano avviato da alcuni anni.”
“Siamo molto soddisfatti di mettere a disposizione degli Associati e di tutto l’ecosistema startup e innovazione italiano – ha aggiunto Federico Barilli, Segretario Generale Italia Startup – il primo portale di monitoraggio dei bandi pubblici, soprattutto regionali, a sostegno delle startup innovative e dei loro partner, incubatori, acceleratori e parchi tecnologici in primis, presenti capillarmente sul territorio”.

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Dieci regole per realizzare un buon crowdfunding https://www.business.it/dieci-regole-per-realizzare-un-buon-crowdfunding-guida/ Fri, 03 Feb 2017 07:45:28 +0000 https://www.business.it/?p=2936 Hai una buona idea e non hai i soldi per realizzarla? Il crowdfunding può essere un buon metodo, a patto che se ne conoscano le possibilità, le regole e i limiti. In questa guida ci occuperemo del crowdfunding reward based, un sistema di finanziamento collettivo che prevede qualcosa in cambio e che si porta avanti… Leggi tutto »Dieci regole per realizzare un buon crowdfunding

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Hai una buona idea e non hai i soldi per realizzarla? Il crowdfunding può essere un buon metodo, a patto che se ne conoscano le possibilità, le regole e i limiti. In questa guida ci occuperemo del crowdfunding reward based, un sistema di finanziamento collettivo che prevede qualcosa in cambio e che si porta avanti su piattaforme online.
Normalmente le campagne durano dai 15 ai 40 giorni, ma dipende dalla piattaforma che avete scelto (Kickstarter, Eppela, Produzionidalbasso, Kendoo, Musicraiser…). Ci sono diversi tipi di finanziamento: “tutto o niente”, campagne in cui si raccoglie il denaro anche se non si raggiunge il budget, o quelle che prevedono solo donazioni. In questa guida proviamo a scoprire come creare una buona campagna in dieci mosse.
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  1. Scegliete la piattaforma. La prima cosa da fare è capire dove volete lanciare il vostro crowdfunding. Ci sono centinaia di piattaforme online, in Italia sono oltre 30. Scegliete in base alla vostra provenienza geografica, al tipo di progetto (prodotto, musicale, sociale…), alle condizioni che vi vengono proposte (percentuale, servizi offerti), all’affidabilità della piattaforma. Guardate sempre le campagne che hanno avuto successo e le iniziative collaterali che la piattaforma propone, come seminari, coaching, fino a strumenti di incubazione per startup.
  2. Un progetto chiaro presentato in modo chiaro. È la base di partenza. Che tu voglia creare un prodotto, una linea di abiti, uno spettacolo, un evento, un libro, un materiale innovativo o qualsiasi altra cosa, è necessario che l’idea sia chiara e comprensibile. Prima di buttarti in una campagna occorre avere a disposizione testi, immagini, video, grafici e altro materiale che ti aiuti a spiegare di cosa si tratta. Un buon titolo, diretto, orecchiabile e che si possa ricordare è l’ingrediente che tiene insieme tutti gli altri.
  3. Personalizzate, rendete la vostra idea unica. Scegli uno stile che rispecchi sia il progetto che il suo team, e mantienilo per tutta la durata della campagna. Lo stile deve essere coerente nei vari canali: testi, foto, comunicati stampa, conversazioni con i sostenitori, eventi.
  4. Un traguardo raggiungibile. L’obiettivo economico dev’essere compatibile con le disponibilità del proprio target (vedi punto 5). È importante infatti sapere non solo quanti soldi si chiedono, ma anche a chi. L’obbiettivo deve essere spiegato in modo analitico: più saranno precisi i dettagli di spesa, più la proposta acquisterà solidità e affidabilità. Tra le voci di costo andranno inseriti quindi i materiali, i costi di produzione, del personale, della stampa, le eventuali percentuali della piattaforma. Da valutare nel piano spese inoltre ci sono anche i costi per le ricompense e per attività connesse alla campagna stessa (eventi offline, offerte speciali e così via: date spazio alla creatività).
  5. Trova e attiva la tua community. Se il tuo progetto nasce come risposta ad una domanda precisa di una community di persone, sicuramente ha più possibilità di successo. È necessario infatti avere chiaro il target a cui ci si rivolge, che va considerato per quello che è: la propria cerchia di sostenitori. Amici, familiari, colleghi, persone che vivono nella stessa città o condividono la stessa passione sono infatti i primi a cui rivolgersi. È altamente consigliabile fare un elenco dei possibili sostenitori e della cifra che potrebbero spendere. La cerchia va raccolta e attivata subito: una buona partenza può influire positivamente su tutta la campagna. Avviare una raccolta con un numero minimo di sostenitori pronti a fare click appena il progetto è online è un buon metodo.
  6. Le ricompense. Creatività, dono, scambio di fiducia con i propri sostenitori. Queste sono i principali elementi che guidano la scelta delle ricompense. Spaziare fra molte opzioni funziona: limitarsi a un “grazie” o mostrarsi avari, no. Le ricompense devono essere proporzionate alla cifra, avere più margini intermedi sapendo che però la spesa più diffusa è quella fra i 10 e i 20 euro. Possono essere pre-ordini di prodotti da voi realizzati, possono comprendere un’interazione personale tra sostenitori e progettisti (ad esempio: una cena, un workshop e così via). Oppure possono puntare sulla personalizzazione, con ricompense ritagliare su misura del sostenitore. Importante: le ricompense non vanno solo promesse, ma vanno anche date. La puntualità e la precisione di questo passaggio sono decisamente premianti.crowdfunding
  7. Cura l’aspetto pubblicitario della tua campagna di crowdfunding. Prima ancora di essere una raccolta fondi, la tua campagna è un’operazione pubblicitaria. I soggetti sono la tua idea e tu (o il team) che la promuovi. Occorre quindi curare il messaggio che emerge dalla campagna durante tutta la sua durata: prima del lancio, in apertura, a cadenza regolare durante la campagna, al termine e dopo. Seguire questa cronologia detta tempi di lavoro e le migliori piattaforme mettono a disposizione i propri team per procedere al meglio. Le parole d’ordine sono: pianificare, aggiornare i propri sostenitori, coinvolgerli (ma senza ammorbarli), ascoltare.
  8. I social: prima, durante e dopo. Una presenza “calda” è di gran lunga preferibile a risposte automatiche, tweet generati da robot, chat che si aprono o valanghe di mail. Basta un po’ di ordine. Qualche settimana prima della partenza si comincia a creare l’attesa sui social già scelti per coerenza con la propria idea, cerchie già attive, gruppi di interesse. Si parte dando gradualmente le informazioni, che devono essere oneste, chiare e corrette. Il giorno del lancio è bene che già si sappia di cosa si sta parlando, in modo da ottimizzare i tempi. Countdown, lanci di hashtag, newsletter o dirette sui social sono alcuni degli strumenti che possono aiutarvi a veicolare al meglio la vostra idea. Sceglieteli in base al contenuto del vostro progetto e alla vostra cerchia di possibili sostenitori. Rispondete a messaggi, commenti, domande. Mostrate immagini del vostro lavoro in diretta, i backstage, i preparativi.
  9. Video. Ne occorre più di uno, fatevene una ragione. Le immagini da raccontare sono tante: il vostro progetto (che può essere un primo “video vetrina”), la storia della vostra idea, alcuni aspetti interessanti della produzione o della vostra biografia. Si può dire molto ed essere efficaci anche con modalità low cost: fatevi aiutare, migliorate la vostra tecnica o usate espedienti creativi. I racconti devono essere onesti e comprensibili, possono descrivere curiosità, competenze e passioni. Ed è preferibile che abbiano durate diverse: brevi per una diffusione più ampia, e più dettagliati per chi cerca informazioni aggiuntive. Anche in questo caso la risposta dei sostenitori indica la direzione migliore.
  10. Trovate testimonial, collaborazioni, partnership
    Se durante la campagna riuscite a intercettare persone diverse dal vostro circuito, vuol dire che state procedendo bene. Sfruttate le nuove situazioni per imparare dagli altri e per allacciare nuove collaborazioni. Artisti che si prestano come testimonial, aziende che potrebbero essere interessate al vostro prodotto o colleghi freelance con cui si potrebbero unire le forze: il motto è collaborare piuttosto che competere. Un atteggiamento aperto favorisce la risoluzione dei problemi, nuove relazioni, quindi più persone da coinvolgere nel vostro progetto e più possibilità di successo.Godetevi il risultato (o imparate dalla sconfitta)

Tempo scaduto: l’obbiettivo non è stato raggiunto. Peccato, ditevi con onestà quali sono stati gli errori. Oppure: l’obbiettivo è stato raggiunto o addirittura superato. Benissimo: tenetevi stretti i sostenitori, coccolateli e continuate il vostro viaggio insieme. Lavorate sulla cura delle relazioni e sullo sviluppo della vostra idea.

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107 milioni di finanziamenti per l’industria di cultura e turismo https://www.business.it/107-milioni-di-finanziamenti-per-lindustria-di-cultura-e-turismo/ Tue, 17 Jan 2017 10:49:43 +0000 https://www.business.it/?p=2399 Cinque regioni e un programma di incentivi per per creare e sviluppare iniziative imprenditoriali nei settori di cultura e turismo. Si tratta di “Cultura crea”, il piano promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per sostenere la filiera culturale e creativa di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e consolidare… Leggi tutto »107 milioni di finanziamenti per l’industria di cultura e turismo

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Cinque regioni e un programma di incentivi per per creare e sviluppare iniziative imprenditoriali nei settori di cultura e turismo.
cultura-e-tursimo-cosaSi tratta di “Cultura crea”, il piano promosso dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per sostenere la filiera culturale e creativa di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, e consolidare i settori produttivi collegati, rafforzando la competitività delle micro, piccole e medie imprese.
107 i milioni di euro messi a disposizione e divisi in tre diversi settori di intervento: 42 milioni per la nascita di nuove imprese, 38 milioni per il sostegno alle imprese già attive, 27 milioni per il terzo settore. A cui si aggiunge una dotazione finanziaria aggiuntiva di 7 milioni di euro da ridistribuire proporzionalmente sui tre filoni.

Le linee di intervento per cultura e turismo

“Cultura crea” prevede tre diversi settori di intervento, finalizzati a:

  • supportare la nascita di nuove imprese nei settori centrali delle industrie culturali, promuovendo l’innovazione produttiva, lo sviluppo tecnologico e la creatività;
  • consolidare e sostenere l’attività dei soggetti economici esistenti nella filiera di cultura e turismo, in quella creativa, dello spettacolo e dei prodotti tradizionali e tipici;
  • favorire la nascita e la qualificazione di servizi e attività connesse alla gestione degli attrattori e alla fruizione e valorizzazione culturale, realizzate da soggetti del terzo settore

Chi può accedere ai fondi per lo sviluppo di cultura e turismo

Micro, piccole e medie imprese dell’industria culturale e creativa sono i destinatari di “Cultura Crea”. Fra coloro che possono beneficiare dei fondi del programma ci sono anche team di persone che vogliono costituire una società, i soggetti del terzo settore che vogliono realizzare i loro progetti di investimento in Basilicata, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. Vediamo gli incentivi quali interventi e attività sostengono.
Incentivo per la “Creazione di nuove imprese nell’industria culturale” finanzia:

  • team di persone fisiche che vogliono costituire una impresa, purché la costituzione avvenga entro 30 giorni dalla comunicazione di ammissione alle agevolazioni.
    le imprese costituite in forma societaria da non oltre 36 mesi, comprese le cooperative

cultura-e-turismo-settoriIn questo settore sono finanziabili programmi di investimento fino a 400 mila euro che prevedono la creazione o l’introduzione di prodotti o servizi innovativi nei campi della

  • conoscenza – sviluppo o applicazione di tecnologie che permettano di creare, organizzare, archiviare e accedere a dati e informazioni sull’industria culturale;
  • conservazione –  sviluppo o applicazione di modalità e processi innovativi per le attività legate a restauro, manutenzione e recupero del patrimonio culturale;
  • fruizione – modalità e strumenti innovativi di offerta di beni, processi innovativi per la gestione, acquisizione, classificazione, valorizzazione e diffusione del patrimonio culturale e e risorse del territorio. Ma anche piattaforme digitali, prodotti hardware e software per nuove modalità di fruizione e nuovi format narrativi di comunicazione e promozione;
  • gestione- sviluppo di strumenti e soluzioni applicative in grado di ingegnerizzare le attività di gestione di beni e attività culturali

Incentivo per lo “Sviluppo delle imprese dell’industria culturale” finanzia:

  • le imprese costituite in forma societaria da non meno di 36 mesi, comprese le cooperative

Sono finanziabili programmi di investimento fino a 500.000 euro nei settori dei servizi per la fruizione turistica e culturale, promozione finalizzata alla valorizzazione delle risorse culturali,  recupero e valorizzazione di produzioni tipiche locali
Incentivo per il “Sostegno ai soggetti del terzo settore dell’industria culturale” finanzia imprese e soggetti del terzo settore. In particolare ONLUS e imprese sociali.
Si rivolge alle imprese, cooperative incluse, e ad altri soggetti del terzo settore che hanno programmi di investimento fino a 400.000 euro in una o più delle seguenti aree di intervento:

  • attività collegate alla gestione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio
  • attività collegate alla fruizione degli attrattori e delle risorse culturali del territorio
  • attività di animazione e partecipazione culturale

Come presentare le domande per i fondi a sostegno di cultura e turismo

Per accedere ai finanziamenti è necessario registrarsi ai servizi di Invitalia: la domanda infatti può essere presentata esclusivamente online, ed è necessario disporre di una firma digitale e di un indirizzo di PEC.
[Infografica da Invitalia-Cultura crea]

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Incentivi e contributi con la legge su cinema e audiovisivo https://www.business.it/incentivi-e-contributi-con-la-legge-su-cinema-e-audiovisivo/ Fri, 23 Dec 2016 08:00:05 +0000 https://www.business.it/?p=1882 Il cinema, come attività che contribuisce alla crescita culturale ed economica del Paese, favorendo la crescita industriale, il turismo e l’occupazione, è al centro delle misure di intervento pubblico per la promozione e il sostegno delle attività cinematografiche e audiovisive. Con la  Legge su Cinema e Audiovisivo vengono infatti introdotti incentivi che mirano a favorire… Leggi tutto »Incentivi e contributi con la legge su cinema e audiovisivo

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Il cinema, come attività che contribuisce alla crescita culturale ed economica del Paese, favorendo la crescita industriale, il turismo e l’occupazione, è al centro delle misure di intervento pubblico per la promozione e il sostegno delle attività cinematografiche e audiovisive.
Con la  Legge su Cinema e Audiovisivo vengono infatti introdotti incentivi che mirano a favorire un consolidamento dell’industria cinematografica nazionale.
E si istituisce un fondo completamente autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva, che disporrà – secondo quanto dichiarato dal Ministro Dario Franceschini – di risorse per 400 milioni di euro all’anno. “Verranno introdotti – ha spiegato il Ministro – strumenti automatici di finanziamento con forti incentivi per i giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia dei cinema”.

Le agevolazioni a sostegno del cinema

cinemaLa Legge su Cinema e Audiovisivo mette in campo una serie di incentivi fiscali e contributi automatici (che unificano le attuali risorse del Fus Cinema e del Tax Credit) validi a partire dal 2017,  finanziate attraverso l’apposito Fondo per il cinema e l’audiovisivo. Gli interventi pensati a sostegno della produzione e dell’attività cinematografica si traducono in incentivi e agevolazioni fiscali sotto forma di credito d’imposta; contributi automatici, contributi alle attività e iniziative di promozione cinematografica e audiovisiva.
La nuova Legge Cinema abolisce le commissioni ministeriali per l’attribuzione dei finanziamenti in base al cosiddetto “interesse culturale” , introducendo un sistema di incentivi automatici per le opere di nazionalità italiana.
Le nuove misure a sostegno del settore prevedono inoltre contributi selettivi: fino al 18% del nuovo Fondo Cinema sarà dedicato ogni anno al sostegno di opere prime e seconde, giovani autori, start-up, piccole sale, contributi a favore dei festival e delle rassegne di qualità, contributi per le attività di Biennale di Venezia, Istituto Luce Cinecittà e Centro sperimentale di cinematografia.
Per superare le difficoltà di accesso al credito da parte degli operatori audiovisivi, viene istituita una sezione speciale del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, con una dotazione iniziale di 5 milioni di euro.
Per poter usufruire di queste misure la produzione una volta completata l’opera  dovrà depositarne una copia presso la Cineteca nazionale: in caso contrario i benefici concessi decadranno.

Gli obiettivi della Legge su Cinema e Audiovisivo

Le misure puntano insieme a favorire il pluralismo dell’offerta cinematografica e audiovisiva, e anche il consolidamento dell’industria cinematografica nazionale.
Altro obbiettivo è quello di promuovere le coproduzioni internazionali, la circolazione e la distribuzione della produzione cinematografica e audiovisiva in Italia e all’estero, valorizzando anche il ruolo delle sale cinematografiche e dei festival cinematografici.
Così come sostenere l’educazione all’immagine nelle scuole, favorire iniziative per la formazione del pubblico e promuovere una fruizione più ampia possibile  del cinema e dell’audiovisivo.

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Facebook valuterà la nostra affidabilità creditizia https://www.business.it/facebook-valutera-la-nostra-affidabilita-creditizia/ Fri, 25 Nov 2016 08:00:06 +0000 https://www.business.it/?p=1342 Se abbiamo bisogno di un prestito o di un finanziamento ci rechiamo presso una banca o una finanziaria che deve decidere se concedercelo o meno. Per fare questo tipo di valutazione e capire se riusciremo a restituire la cifra richiesta tengono conto di diversi fattori: valutano il nostro reddito, le spese fisse, lo stato di… Leggi tutto »Facebook valuterà la nostra affidabilità creditizia

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Se abbiamo bisogno di un prestito o di un finanziamento ci rechiamo presso una banca o una finanziaria che deve decidere se concedercelo o meno. Per fare questo tipo di valutazione e capire se riusciremo a restituire la cifra richiesta tengono conto di diversi fattori: valutano il nostro reddito, le spese fisse, lo stato di salute del conto corrente, le spese sulla carta di credito, l’esistenza di altri prestiti in corso e soprattutto si informano sulla nostra affidabilità creditizia.
La nostra reputazione di buoni o cattivi pagatori è conservata nelle banche dati di Centrale dei Rischi e SIC – Sistemi di Informazioni Creditizie – ed è a queste due società che le finanziarie e gli istituti di credito si rivolgono per decidere se erogarci o meno un prestito. Non esser mai stati protestati e aver pagato tutte le rate di debiti passati fa di noi dei pagatori affidabili e ci spiana la strada ad un nuovo accesso al credito, soprattutto se la richiesta è per somme modeste.

La reputazione on line per l’affidabilità creditizia

Questo modello di valutazione delle banche e delle finanziarie però potrebbe essere presto soppiantato, o almeno integrato, da nuovi parametri che tengano in considerazione anche la nostra reputazione on line. Quanti contatti attivi abbiamo sui social? Come li abbiamo selezionati? Sono a loro volta buoni o cattivi pagatori?

Se il brevetto depositato lo scorso anno negli USA da Facebook troverà – come sembra- applicazione anche in Italia, presto dovremo tenere conto anche della qualità delle nostre amicizie sul social network più diffuso al mondo. Tra le varie applicazioni incluse nel brevetto è anche previsto infatti che Facebook offra alle banche un servizio di valutazione dell’affidabilità creditizia di un utente, nel caso che questo richieda un prestito o un finanziamento.

Come sarà calcolata l’affidabilità creditizia?

Il calcolo per la reputazione on line si baserà sull’incrocio dei dati personali e delle informazioni sul richiedente in possesso di Facebook e sulla valutazione delle sue connessioni e del loro personale credit rating . L’incrocio dei dati fornirà un punteggio che, se sarà superiore a quello minimo fissato, offrirà alla banca un elemento in più per decidere l’erogazione del prestito richiesto, oppure, in caso contrario per respingere la richiesta.
[FOTO di Christopher]

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Come far finanziare la vostra idea di business https://www.business.it/come-far-finanziare-la-vostra-idea-di-business/ Sun, 13 Nov 2016 08:00:02 +0000 https://www.business.it/?p=6174 Siete una startup e siete in cerca di finanziamenti per la vostra idea di business. Leggete in continuazione avvisi di call for startup, bandi pubblici, percorsi di incubazione, ma non sapete esattamente come partecipare o come avvicinarvi a queste organizzazioni. Oppure, non siete ancora una startup costituita ma siete un gruppo di persone che condividono… Leggi tutto »Come far finanziare la vostra idea di business

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Siete una startup e siete in cerca di finanziamenti per la vostra idea di business. Leggete in continuazione avvisi di call for startup, bandi pubblici, percorsi di incubazione, ma non sapete esattamente come partecipare o come avvicinarvi a queste organizzazioni.
Oppure, non siete ancora una startup costituita ma siete un gruppo di persone che condividono un progetto e volete capire come fare a portarlo avanti, reperendo non solo risorse economiche ma anche mentorship e supporto logistico.
O ancora, avete appena finito l’università e non sapete ancora cosa fare del vostro futuro: anche in questo caso, pur non avendo un’idea di business, il capitale umano è rappresentato da voi stessi e dovete trovare il mondo di collocarlo sul mercato del lavoro.
In tutti questi casi c’è un iter da seguire, una sorta di screening da fare alla vostra idea e un percorso da seguire per trasformarla in un business o in un lavoro vero. E ci sono anche tantissime risorse on line, off line, pubbliche e private alle quali potete accedere.

Alcune domande preliminari per validare la vostra idea

Che ve le facciate da soli, che ve le faccia qualcuno in un incubatore o il vostro commercialista quando gli chiedete quali sono le possibilità di finanziamento esistenti, dovreste farvi alcune domande prima di raccontare la vostra idea a qualcuno:

  • quale problema risolve la mia idea?
  • migliorerà la vita di qualcuno?
  • come penso di renderla sostenibile a livello economico?

Poi, se avete trovato delle risposte e la cosa sembra ancora avere senso, allora potete iniziare la ricerca di sostenitori o investitori per la vostra idea, non prima però di averne realizzato un MPV (Minimum Viable product): un prototipo cioè, che possa mostrare agli altri di cosa si tratta e, prima ancora, dare a voi de primi e rudimentali feedback da parte dei potenziali clienti.

L’iter per trasformare un’idea in un business

Ci sono alcuni punti chiave che dovete focalizzare e organizzare prima di rivolgervi all’esterno in cerca di supporto.

    • L’idea: l’idea deve essere chiara e ben presentata (per capire come fare una buona presentazione per convincere il vostro potenziale finanziatore leggete qui)
    • Il tema: Il tema è valutato quasi o anche più dell’idea. Deve essere bilanciato e composto da persone dedicate se possibile al 100% sulla realizzazione dell’idea
    • Il business plan: se siete all’inizio non può essere definitivo, è ovvio, ma almeno deve essere abbozzato, e dovete dimostrare di aver speso del tempo nel pensarci su
    • La strategia di marketing: anche qui, la rivedrete innumerevoli volte, ma è proprio questo esercizio che vi porterà sulla strada giusta
    • I competitors: è impossibile che non ne abbiate (e per carità non dite mai “Non abbiamo competitor” a nessun’anima viva), quindi tanto vale individuarli, studiarli e concentrare le vostre energie su come differenziarvi.

A questo punto potete rivolgervi alle numerosissime organizzazioni pubbliche e private che possono supportarvi. Di seguito ne elenchiamo alcune, torneremo di nuovo sull’argomento per darvi ulteriori informazioni.

  • Gli incubatori e gli acceleratori: da H-Farm a Nana Bianca, da Luiss Enlabs a Digital Magics, passando per Digital Borgo e Impact Hub, ce ne sono tantissimi, fisici e virtuali (come Working Capital di TIM che ha più sedi fisiche, o Barcamper di DPixel, che è una sorta di tour itinerante). Potete rivolgervi a loro per presentare la vostra idea, ma non prima di avere in mano i requisiti minimi di cui al punto precedente
  • Le competizioni: dagli Startup Weekend (ne avevamo parlato qui)alle Service Jam, dagli Hackaton alle call for startup dei gruppi bancari, le occasioni di presentare la vostra idea di business e ottenere micro-finanziamenti o l’accesso a programmi di incubazione o accelerazione sono innumerevoli: basta monitorarle e partecipare, partecipare e ancora partecipare. Il confronto con gli altri vi aiuterà a crescere e a raffinare la vostra idea
  • I bandi e le misure pubbliche: anche qui le opportunità sono numerose, sebbene non sempre di facile accesso. Dai grandi fondi di venture capital italiani e internazionali come LVentures, Innogest o Sequoia, alle community europee come Startup Europe Club, fino ai programmi declinati a livello regionale come Garanzia giovani che con la misura 7.1 offre molte opportunità ai Neet, potrete partecipare a bandi e valutare opportunità interessanti. Per prima cosa però, vi suggeriamo di entrare nella mente del legislatore e capire cosa si intende esattamente in Italia per startup innovativa – il sito di Registro Imprese fa una buona sintesi, ma anche quello del Ministero dello sviluppo economico – in modo da capire quali sono i requirements minimi per rispondere ai bandi pubblici.

E infine, in bocca al lupo!

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Jobs Act, la svolta di Poletti: c'è il rinnovo degli incentivi? https://www.business.it/jobs-act-la-svolta-incentivi/ Thu, 22 Sep 2016 09:15:56 +0000 https://www.business.it/?p=5563 Come noto, il 2017 è l’ultimo anno di incentivi previsti dal Jobs Act. Ma con i dati sull’occupazione che peggiorano rilevazione dopo rilevazione, il governo sta valutando la possibilità di rinnovarli anche per il prossimo futuro. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti non nasconde quella che in effetti è un’ipotesi al vaglio dell’esecutivo: «Stiamo ragionando… Leggi tutto »Jobs Act, la svolta di Poletti: c'è il rinnovo degli incentivi?

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Come noto, il 2017 è l’ultimo anno di incentivi previsti dal Jobs Act. Ma con i dati sull’occupazione che peggiorano rilevazione dopo rilevazione, il governo sta valutando la possibilità di rinnovarli anche per il prossimo futuro.

Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti non nasconde quella che in effetti è un’ipotesi al vaglio dell’esecutivo: «Stiamo ragionando se mantenere gli incentivi in termini generali oppure se applicarli con una maggiore selettività, magari riferendoli più ai giovani o alle persone che sono in difficoltà nel trovare una occupazione». Al di là di quale sarà la decisione finale, però, Poletti promette che la questione «verrà chiusa entro qualche giorno al massimo».

poletti ministro

Relativamente all’andamento del mercato del lavoro, invece, Poletti continua a dirsi poco sorpreso dei numeri sopraggiunti in quest’ultimo periodo: «Che quest’anno ci fosse un calo sull’aumento delle assunzioni a tempo indeterminato era prevedibile, perché l’anno scorso abbiamo avuto un record mondiale di queste assunzioni. E’ ovvio che le imprese hanno fatto uso dell’incentivo, ma è anche vero che quelle assunzioni sono ancora oggi in essere».

Il brusco calo degli assunti registrato con la fine degli incentivi sui contratti stabili, insomma, almeno all’apparenza non desta molte preoccupazioni tra i tecnici del Ministero. Ma per la serie “si può sempre fare di meglio”, il governo guarda al futuro con qualche altra misura shock alla mano. E voltandosi indietro, non può fare a meno di lanciare una considerazione: «Da quando siamo al comando del Paese abbiamo 585mila posti di lavori in più, di cui 400mila circa sono a tempo indeterminato».

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Pensioni: slitta incontro governo-sindacati, ma l'accordo c'è https://www.business.it/pensioni-laccordo-ce/ Thu, 22 Sep 2016 09:12:51 +0000 https://www.business.it/?p=5559 Quello fissato per ieri doveva essere l’incontro decisivo per sciogliere definitivamente il nodo pensioni, e invece è tutto rinviato al 27 settembre. Il motivo, spiega una nota diffusa dal Ministero del Lavoro, è legato alla necessità di «approfondire le materie al centro del confronto». Il rinvio lascia supporre che sul fronte pensioni non ci sia… Leggi tutto »Pensioni: slitta incontro governo-sindacati, ma l'accordo c'è

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Quello fissato per ieri doveva essere l’incontro decisivo per sciogliere definitivamente il nodo pensioni, e invece è tutto rinviato al 27 settembre. Il motivo, spiega una nota diffusa dal Ministero del Lavoro, è legato alla necessità di «approfondire le materie al centro del confronto». Il rinvio lascia supporre che sul fronte pensioni non ci sia l’intesa che era stata ventilata nei giorni scorsi.

pensioni camusso

A dire il vero l’accordo è stato raggiunto un po’ su tutte le materie oggetto del confronto coi sindacati, ma ciò che il governo ha difficoltà a farsi digerire pare sia il pensionamento anticipato per i lavoratori precoci, nodo su cui i sindacati fanno pressing ma che l’esecutivo ha definito «assai costoso». La proposta dei sindacati sull’anticipo della pensione ai lavoratori precoci è semplice: concedere loro un bonus di 3 o 4 mesi per ogni anno di lavoro svolto prima dei 18 anni.

Per il resto, invece, l’ok sarebbe stato dato da entrambe le parti: in teoria, Ape (Anticipo Pensionistico), quattordicesime (estese anche ai pensionati che percepiscono mille euro al mese), blocco delle ricongiunzioni onerose, forme di tutela per i lavori usuranti e innalzamento della no tax area dovrebbero essere al sicuro.

Alla luce di ciò, l’incontro del 27 settembre dovrebbe chiudere definitivamente la questione e portare il governo a presentarsi alle Camere con un progetto di riforma sulle pensioni che, dati alla mano, è piuttosto fedele alle origini.

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Lavoratori precoci e pensione: il governo spinge su quota 41 https://www.business.it/lavoratori-precoci-pensione-governo-spinge-quota-41/ Mon, 01 Aug 2016 12:00:54 +0000 https://www.business.it/?p=5291 Governo e sindacati stanno continuando a tenersi in contatto per delineare una riforma delle pensioni che possa dirsi definitiva. In particolare, si stanno studiando degli strumenti che possano porre rimedio al cosiddetto pensionamento anticipato e su questo punto di vista sembra proprio che l’Anticipo Pensionistico (Ape) sia la formula ormai più consolidata. E per i… Leggi tutto »Lavoratori precoci e pensione: il governo spinge su quota 41

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Governo e sindacati stanno continuando a tenersi in contatto per delineare una riforma delle pensioni che possa dirsi definitiva. In particolare, si stanno studiando degli strumenti che possano porre rimedio al cosiddetto pensionamento anticipato e su questo punto di vista sembra proprio che l’Anticipo Pensionistico (Ape) sia la formula ormai più consolidata.

E per i “lavoratori precoci”?

pensioni anticipate discussioni in governo

Ma c’è un altro vuoto da sanare, ossia quello dei lavoratori precoci che hanno cominciato a versare i contributi prima della maggiore età. Ebbene, per questa fascia di popolazione – che si stima riguardi tra le 3.5 e le 4.8 milioni di persone – il governo sembra aver proposto la cosiddetta quota 41, ossia concedere loro la possibilità di andare in pensione una volta versati i 41 anni di contributi senza quindi tenere in considerazione l’età anagrafica.

Quota 52 e/o 104?

pensioni: quota 41 per il pensionamento?

Questa misura, però, ha un costo. L’esecutivo vuole restringere questa agevolazione solo ad una ristretta cerchia di persone: l’idea è quella di applicare questa misura solo a quelle persone che prima dei 18 anni hanno lavorato per 52 o 104 settimane (1 o 2 anni) e non a chiunque.

I sindacati premono invece affinché la quota 41 non sia garantita solo ai lavoratori che hanno iniziato a versare contributi prima della maggiore età, ma anche a quelli che hanno iniziato a lavorare a 19 anni e che hanno lavorato un tempo inferiore rispetto alle 52/104 settimane. Per ora l’intesa non c’è e tutto è rinviato a settembre.

Viviana Bottalico

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Che cos'è la ricongiunzione pensionistica? https://www.business.it/cose-la-ricongiunzione-pensionistica/ Tue, 26 Jul 2016 11:15:07 +0000 https://www.business.it/?p=5197 In questi giorni si è parlato molto di pensioni e di ricongiunzione pensionistica gratuita come di una delle possibili misure che il governo sarebbe pronto ad adottare. Ma che cosa si intende esattamente? Cos’è la ricongiunzione pensionistica La ricongiunzione dei contributi è nient’altro che una possibilità di cui il lavoratore può scegliere di avvalersi che… Leggi tutto »Che cos'è la ricongiunzione pensionistica?

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In questi giorni si è parlato molto di pensioni e di ricongiunzione pensionistica gratuita come di una delle possibili misure che il governo sarebbe pronto ad adottare. Ma che cosa si intende esattamente?

Cos’è la ricongiunzione pensionistica

Ricongiunzione pensionistica gratuita
La ricongiunzione dei contributi è nient’altro che una possibilità di cui il lavoratore può scegliere di avvalersi che riguarda tutti coloro che hanno versato i contributi da lavoro in gestioni differenti. I contributi vengono trasferiti in un’unica gestione, affinché il lavoratore possa ricevere un solo trattamento pensionistico.

La ricongiunzione dei contributi può essere chiesta sia dal diretto interessato che dai suoi eredi, ma perché l’istanza possa dirsi valida nei termini di legge è necessario che si sia in grado di soddisfare determinati requisiti e che si sia disposti ad affrontare una spesa (che in taluni casi può diventare anche cospicua). L’oggetto in discussione vuole rendere gratuito questo trasferimento dei contributi.

Attualmente l’onere da pagare per ricongiungere i contributi viene notificato dall’Inps non appena approvata la domanda di ricongiunzione, e l’importo varia «al variare della collocazione temporale dei periodi ricongiunti e alla loro valutazione ai fini pensionistici».

Antonio Osso

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Pensioni: gratis ricongiunzioni per tutti https://www.business.it/pensioni-gratis-ricongiunzioni-tutti/ Fri, 22 Jul 2016 10:27:04 +0000 https://www.business.it/?p=5144 Buone notizie in arrivo per chi ha intenzione di andare in pensione anticipata. Tra il riconoscimento di un bonus contributivo da 4 o 6 mesi l’anno, la cancellazione delle “finestre” e delle norme che ostacolano il pensionamento anticipato ai lavoratori usuranti, il governo ha messo finalmente mano a tutta una serie di misure che consentiranno di… Leggi tutto »Pensioni: gratis ricongiunzioni per tutti

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Buone notizie in arrivo per chi ha intenzione di andare in pensione anticipata. Tra il riconoscimento di un bonus contributivo da 4 o 6 mesi l’anno, la cancellazione delle “finestre” e delle norme che ostacolano il pensionamento anticipato ai lavoratori usuranti, il governo ha messo finalmente mano a tutta una serie di misure che consentiranno di uscire dal mercato del lavoro senza troppe penalizzazioni.

Pensioni: confronto tra governo e sindacato

pensioni

Queste le misure previdenziali che entreranno in vigore insieme al tanto vociferato Anticipo Pensionistico (Ape), il nuovo prestito-ponte che il governo ha elaborato per garantire il diritto alla pensione anticipata.

Governo e sindacato si stanno confrontando e l’accordo sembra vicino. «Il confronto sta procedendo bene» – ha dichiarato il sottosegretario alla presidenza del consiglio Tommaso Nannicini. «Resta soltanto da trovare un quadro complessivo che sia totalmente condiviso» – ha concluso. A fargli eco è intervenuto il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo che ha parlato di «spunti positivi».

Pensioni: come cambiano le ricongiunzioni

Pensioni: come cambiano le ricongiunzioni

Il nodo sulle ricongiunzioni, in particolare, prevede che venga cancellato il vincolo del requisito minimo in una singola gestione che oggi non permette la ricongiunzione gratuita. Si tratta di una misura particolarmente voluta e sponsorizzata dal presidente dell’Inps Tito Boeri e che, a quanto pare, ha trovato spazio tra le fila di governo.

Pensioni: e la 14esima?

pensioni e quattordicesima

Cambiamenti in vista anche sul fronte delle quattordicesime. Le ipotesi in campo sono due: da una parte si vuol concedere la 14esima mensilità anche a chi ha una pensione molto bassa, e dall’altra si spinge per estendere la no tax area ad una fascia di reddito pensionistico medio-bassa.

Brunello Colli

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Fare impresa: ecco come ottenere un finanziamento pubblico https://www.business.it/impresa-ottenere-un-finanziamento-pubblico/ Thu, 21 Jul 2016 11:32:31 +0000 https://www.business.it/?p=5136 Oggi giorno fare impresa è davvero molto difficile. E lo è tanto per chi vuole iniziare un’impresa nuova (start up), quanto per chi l’attività ce l’ha già e ha come unica preoccupazione quella di riuscire a tenerla in vita. Tutto è un po’ più facile, però, se a una buona idea di business riescono ad… Leggi tutto »Fare impresa: ecco come ottenere un finanziamento pubblico

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Oggi giorno fare impresa è davvero molto difficile. E lo è tanto per chi vuole iniziare un’impresa nuova (start up), quanto per chi l’attività ce l’ha già e ha come unica preoccupazione quella di riuscire a tenerla in vita. Tutto è un po’ più facile, però, se a una buona idea di business riescono ad associarsi dei soldi “terzi”, come un finanziamento ottenuto per mano pubblica che come sapete è utile per dare quello slancio di cui spesso e volentieri c’è bisogno (soprattutto nella fase di start up).

Futuri imprenditori? Ecco come ottenere un finanziamento pubblico

Come ottenere un finanziamento pubblico
Ma come si può fare per ottenere un finanziamento pubblico? In realtà la soluzione è molto semplice. In primo luogo bisogna valutare bene il progetto con una attenzione particolare alla realizzazione effettiva. Il mercato ha spazio per il vostro prodotto? E il luogo in cui intendete lanciarvi, si presenta come terreno fertile per il vostro progetto?
#Bandi regionali e Cameriere di Commercio
Una volta fatte queste prime valutazioni, potete lanciarvi alla ricerca del finanziamento pubblico. In primo luogo dovete controllare i siti regionali e gli annunci della Camera di Commercio che sono le realtà capace di intercettare le risorse statali (e in genere anche le meno esigenti nel valutare un’idea di business).
#Bandi Europei
Se ritenete, invece,  che il vostro progetto sia molto innovativo e davvero ben strutturato, allora proiettatevi pure oltre frontiera e partite alla ricerca dei bandi europei che mettono a disposizione dei fondi spesso consistenti ma che a garanzia del denaro concesso chiedono anche un’idea imprenditoriale particolarmente brillante
#Banche
In ultima istanza troviamo le banche. In genere i bandi coprono solo una parte del fabbisogno finanziario, per cui la rimanente parte di denaro ve la dovrete conquistare con un prestito in banca. Abbiate, dunque, l’accortezza di presentare un progetto valido e ponete a titolo di garanzia una questione che agli istituti di credito sta molto a cuore: le potenzialità che la vostra idea potrebbe avere sul mercato, anche con delle previsioni e delle ricerche di mercato che potreste avere effettuato a monte.
Matteo D’Apolito

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Lavoro: più contratti stabili, ma crescita minore del 2015 https://www.business.it/lavoro-piu-contratti-stabili-crescita-minore-del-2015/ Wed, 20 Jul 2016 09:03:03 +0000 https://www.business.it/?p=5116 Nei primi mesi dell’anno sono stati stipulati 712.007 contratti a tempo indeterminato, mentre i contratti a tempo indeterminato chiusi sono stati 629.936, con un saldo che rimane quindi positivo a +82.017 posti di lavoro creati. Un dato positivo per certi versi ma negativo per altri, avverte l’osservatorio Inps, dato che nello stesso periodo del 2015… Leggi tutto »Lavoro: più contratti stabili, ma crescita minore del 2015

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Nei primi mesi dell’anno sono stati stipulati 712.007 contratti a tempo indeterminato, mentre i contratti a tempo indeterminato chiusi sono stati 629.936, con un saldo che rimane quindi positivo a +82.017 posti di lavoro creati.
Un dato positivo per certi versi ma negativo per altri, avverte l’osservatorio Inps, dato che nello stesso periodo del 2015 il saldo positivo era decisamente più consistente (+379.282 unità). Il dato è persino peggiore rispetto al 2014, quando i posti di lavoro stabili creati erano 122.188 in più. Se si considera il dato su base annua, e quindi si calcola la differenza tra le assunzioni e i licenziamenti dell’ultimo anno, il saldo complessivo rimane positivo di 514.000 unità.

Una brusca frenata nei primi mesi del 2016
I dati sull'occupazione

Durante i primi cinque mesi del 2016 le assunzioni accusano comunque una frenata generale: tra gennaio e maggio, le assunzioni registrate nel mondo del lavoro privato indipendentemente dalla tipologia contrattuale sono state in totale 2.076.000, con una contrazione dell’11.2% rispetto a un anno prima. Questo rallentamento, spiega l’Inps, ha coinvolto in particolar modo coloro i quali avevano un contratto di lavoro a tempo indeterminato: i lavoratori stabili sono scesi di 280.000 unità rispetto ai primi cinque mesi del 2015.
assunzioni in calo nel 2016
«Il calo – spiega l’Inps – è la conseguenza dell’eliminazione dell’abbattimento integrale dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro che era invece in vigore nel 2015».
Viviana Bottalico

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Pensione anticipata, l'Europa frena: le condizioni per la riforma https://www.business.it/pensione-anticipata-leuropa-frena-le-condizioni-per-la-riforma/ Wed, 22 Jun 2016 11:52:08 +0000 https://www.business.it/?p=4234 La pensione anticipata è una riforma che si preannuncia sempre più in salita: se il governo sembrava pronto a raggiungere un’intesa con i maggiori sindacati dei lavoratori a quello che è stato ribattezzato come il “prestito pensionistico”, ecco che dall’Europa arriva un brusco stop al progetto di riforma. Con la pubblicazione di un documento dell’Eurogruppo,… Leggi tutto »Pensione anticipata, l'Europa frena: le condizioni per la riforma

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La pensione anticipata è una riforma che si preannuncia sempre più in salita: se il governo sembrava pronto a raggiungere un’intesa con i maggiori sindacati dei lavoratori a quello che è stato ribattezzato come il “prestito pensionistico”, ecco che dall’Europa arriva un brusco stop al progetto di riforma.

Con la pubblicazione di un documento dell’Eurogruppo, l’Ue si dice molto critica sulle forme di flessibilità in uscita a cui i governi nazionali stanno lavorando, ma il ministro del Lavoro Giuliano Poletti rassicura gli italiani: «La critica dell’Eurogruppo non riguarda soltanto l’Italia ma tutti i Paesi che in qualche modo stanno pensando di concedere la pensione anticipata».

L’Europa, in sostanza, tramite questo documento chiede ai governi di lavorare con più energia sulle politiche occupazionali dei lavoratori anziani anziché concentrarsi sulla loro uscita anticipata dal mercato del lavoro. Per quanto riguarda le Riforme delle Pensioni, quindi, i paesi Ue farebbero bene ad attenersi a quattro linee guida.

Ministro del Lavoro Giuliano Paoletti - riforma delle pensioni

  1. In primo luogo i paesi membri dovrebbero tener conto dell’aumento delle aspettative di vita prevedendo un adeguamento automatico dell’età di accesso alla pensione;
  2. In secondo luogo dovrebbero tenere sotto controllo la spesa aggregata anche facendo sì che i lavoratori più anziani, trovando lavoro anche a tarda età, non pesino sulle casse pubbliche.
  3. E poi, altri due parametri: da una parte l’Ue chiede che ci si sforzi di più sul fronte della produttività;
  4. dall’altra si dice conscia del fatto che i modelli pensionistici nazionali dovrebbero godere di un consenso sociale e politico diffuso considerato l’impatto che queste regole hanno nella vita di ogni singolo cittadino.

La domanda è d’obbligo. Come si muoverà ora il governo Renzi sul fronte della pensione anticipata?

Brunello Colli

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Cassazione, lavoro: per gli statali continua a valere l’ articolo 18 https://www.business.it/cassazione-lavoro-per-gli-statali-continua-a-valere-larticolo-18/ Fri, 10 Jun 2016 10:30:05 +0000 https://www.business.it/?p=3995 Nei licenziamenti del pubblico impiego vale ancora l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e non la disciplina successivamente entrata in vigore con la legge Fornero. Tano meno quella introdotta dal Jobs Act. A confermarlo la Cassazione in seguito a quella che viene definita come ‹‹una approfondita e condivisa riflessione››. In questo modo viene confermata l’esistenza… Leggi tutto »Cassazione, lavoro: per gli statali continua a valere l’ articolo 18

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Nei licenziamenti del pubblico impiego vale ancora l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e non la disciplina successivamente entrata in vigore con la legge Fornero. Tano meno quella introdotta dal Jobs Act. A confermarlo la Cassazione in seguito a quella che viene definita come ‹‹una approfondita e condivisa riflessione››.

In questo modo viene confermata l’esistenza di una doppia corsia tra lavoro pubblico e privato anche sul fronte dei licenziamenti. Inizialmente la riforma Fornero del lavoro aveva ridotto l’applicazione dell’articolo 18, prevedendo che il lavoratore venisse reintegrato solo in caso di licenziamento illegittimo. E con il Jobs Act intervenuto pochi anni dopo, si è sostanzialmente stabilito che il reintegro debba tutt’oggi essere imposto solo in caso di licenziamento discriminatorio, sostituendolo negli altri casi con un indennizzo economico.

Ma la decisione di far valere per i lavoratori pubblici una condizione tutto sommato migliore in fatto di licenziamenti, non trova spaesato il governo dato che, come più volte ha chiarito il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, in realtà né la Fornero e né il Jobs Act hanno mai voluto cambiare le norme sui licenziamenti nel pubblico impiego. Il motivo? Perchè tra pubblico e privato ad essere diverso è il datore di lavoro, e perché nel pubblico si entra solo tramite concorso.

Per sanare queste ambiguità, o meglio, questa doppia legislazione, c’è quindi bisogno di una precisazione scritta su carta. Cosa che dovrebbe arrivare con una modifica al testo unico del pubblico impiego in via di emanazione con l’attuazione della riforma della pubblica amministrazione.

Matteo D’Apolito

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Il ministro Padoan su tasse, debito e ripresa https://www.business.it/il-ministro-padoan-su-tasse-debito-e-ripresa/ Thu, 09 Jun 2016 08:42:08 +0000 https://www.business.it/?p=3976 ‹‹Stiamo uscendo da una trappola infernale che ha congelato l’Italia per venti anni››, queste le parole che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan utilizza per descrivere la ripresa economica che sta investendo il nostro Paese. L’Italia, secondo Padoan, sta ‹‹uscendo da una recessione profonda, ma deve anche liberarsi di quelli che sono gli impedimenti strutturali… Leggi tutto »Il ministro Padoan su tasse, debito e ripresa

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‹‹Stiamo uscendo da una trappola infernale che ha congelato l’Italia per venti anni››, queste le parole che il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan utilizza per descrivere la ripresa economica che sta investendo il nostro Paese. L’Italia, secondo Padoan, sta ‹‹uscendo da una recessione profonda, ma deve anche liberarsi di quelli che sono gli impedimenti strutturali che l’hanno sempre frenata››.

E’ su queste basi che il titolare di via XX Settembre torna a difendere la politica economica del governo, affermando che finalmente ‹‹qualcosa di muove›› e che il tanto auspicato taglio delle tasse avviato sin dai primi istanti di legislatura continuerà senza sosta. Padoan si dice poi soddisfatto dello stato dei conti pubblici, tanto da spingersi nel dire che ‹‹l’Italia sotto questo punto di vista è diventata uno dei Paesi più disciplinati d’Europa››.

Intervistato nel salotto di Porta a Porta, poi, Padoan ha colto l’occasione per ribadire che l’Italia potrebbe tornare ad avere una pressione fiscale sotto il 40% entro pochi anni ritornando alle soglie degli anni ’90, e che anche sul fronte del debito si stanno già cominciando a vedere i primi risultati dal momento in cui i proventi delle privatizzazioni che stanno riguardando diversi gruppi statali – come Poste, Enel e Ferrovie dello Stato – saranno rivolti tutti all’abbattimento di questo enorme mostro.

Di come il governo si sta muovendo sul fronte politico-economico, dunque, il ministro dell’Economia si dice soddisfatto e convinto che ‹‹i risultati delle riforme si vedranno in alcuni anni, anche se in un certo senso si stanno cominciando già a vedere››.

Viviana Bottalico

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Pensione anticipata: come funziona il nuovo APE https://www.business.it/pensione-anticipata-come-funziona-il-nuovo-ape/ Wed, 25 May 2016 05:09:39 +0000 https://www.business.it/?p=3836 Il documento definitivo è ancora al vaglio del governo, ma il progetto di riforma ha sostanzialmente preso corpo: un modo per accedere alla pensione anticipata ci sarà e sarà anche strutturale. L’Anticipo Pensionistico (APE) è lo strumento che il governo Renzi ha deciso di far entrare a regime a partire dal 2017 in poi e… Leggi tutto »Pensione anticipata: come funziona il nuovo APE

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Il documento definitivo è ancora al vaglio del governo, ma il progetto di riforma ha sostanzialmente preso corpo: un modo per accedere alla pensione anticipata ci sarà e sarà anche strutturale. L’Anticipo Pensionistico (APE) è lo strumento che il governo Renzi ha deciso di far entrare a regime a partire dal 2017 in poi e che permetterà, a quanti lo vorranno, di accedere alla pensione pur non avendo maturato i requisiti stabiliti dalla Legge Fornero.

Come funziona l’Anticipo Pensionistico (APE)

L’APE si rivolge ai lavoratori che, avendo compiuto almeno i 63 anni di età, vogliono accedere alla pensione prima del tempo previsto. A loro verrà data la possibilità di uscire dal mercato del lavoro in via anticipata, a condizione che accettino un taglio dell’assegno pensionistico calcolato tra l’1 e il 3% su base annua (sebbene in alcuni casi si potrà arrivare al 4%).

Si tratta di un meccanismo finanziato da banche e assicurazioni che faranno recapitare le mensilità al soggetto interessato tramite l’Inps. Il lavoratore una volta raggiunti i requisiti della pensione di vecchiaia dovrà restituire quanto gli è stato dato in prestito tramite un piano pluriennale studiato ad hoc per il suo specifico caso. Essendo un prestito ci saranno però anche degli interessi da pagare, interessi che saranno tuttavia rimborsati non dai pensionati, quanto invece dallo Stato stesso.

In questa maniera il futuro pensionato dovrà restituire alla banca o all’assicurazione solo i soldi che gli sono stati dati effettivamente in prestito, senza pagare alcunché a titolo di interesse (per lui si tratterà in sostanza di un prestito a tasso zero, anche se nella realtà dei fatti non sarà propriamente così).

Vivaian Bottalico

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Inps, maxi truffa per 17 milioni di euro sugli assegni sociali https://www.business.it/inps-maxi-truffa-per-17-milioni-di-euro-sugli-assegni-sociali/ Tue, 24 May 2016 09:00:12 +0000 https://www.business.it/?p=3833 Altra maxi truffa ai danni dello Stato per oltre 16.5 milioni di euro. Questa la scoperta di cui è venuta a capo la Guardia di Finanza con l’operazione ribattezzata “Italians out” che ha riguardato 19 regioni, 81 province e ben 517 denunce di soggetti accusati di avere avuto una residenza fittizia in Italia ed aver… Leggi tutto »Inps, maxi truffa per 17 milioni di euro sugli assegni sociali

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Altra maxi truffa ai danni dello Stato per oltre 16.5 milioni di euro. Questa la scoperta di cui è venuta a capo la Guardia di Finanza con l’operazione ribattezzata “Italians out” che ha riguardato 19 regioni, 81 province e ben 517 denunce di soggetti accusati di avere avuto una residenza fittizia in Italia ed aver così beneficiato indebitamente degli assegni sociali Inps.

Per anni ci sono state decine (centinaia) di persone che hanno ottenuto l’assegno sociale erogato dall’Inps e che in seguito si sono trasferite all’estero pur continuando a riscuotere illecitamente il contributo. Questi soggetti vivevano all’estero la loro nuova vita e di tanto in tanto tornavano in Italia al solo scopo di ritirare dai loro conti corrente tutte le mensilità erogate sotto forma di assegno sociale dall’Istituto di Previdenza. Si tratta però di una condotta del tutto illecita che ha portato le Fiamme Gialle ad accusare queste persone di truffa continuata ai danni dello Stato e della collettività.

‹‹In relazione ai forniti dall’Inps – spiegano gli investigatori della GdF – siamo stati in grado di individuare ed interrompere un diffuso sistema di percezione indebita della pensione sociale. Oltre all’avvio del recupero di quanto è stato incassato illegittimamente dai diretti responsabili – continua la nota – l’attività permetterà allo Stato di risparmiare all’incirca 3 milioni di euro annui per i prossimi esercizi››.

Le regioni coinvolte sono prevalentemente quelle del Sud: Sicilia in testa con 123 denunciati, a cui seguono Campania (98 soggetti denunciati), Calabria (75 denunciati), Lazio (48 denunciati) e Puglia (29 denunciati).

Viviana Bottalico

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Inps: lavoro stabile a -77% su 2015. Boom dei voucher https://www.business.it/inps-lavoro-stabile-a-77-su-2015-boom-dei-voucher/ Thu, 19 May 2016 11:33:03 +0000 https://www.business.it/?p=3796 Sono stati 428.584 i contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati nel primo trimestre del 2016, mentre le cessazione sempre dei contratti a tempo indeterminato ha raggiunto 377.497 casi. Il saldo è perciò positivo e viaggia su +51.087 unità, ma rispetto ai primi tre mesi del 2015 la situazione è a dir poco catastrofica: i… Leggi tutto »Inps: lavoro stabile a -77% su 2015. Boom dei voucher

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Sono stati 428.584 i contratti di lavoro a tempo indeterminato stipulati nel primo trimestre del 2016, mentre le cessazione sempre dei contratti a tempo indeterminato ha raggiunto 377.497 casi. Il saldo è perciò positivo e viaggia su +51.087 unità, ma rispetto ai primi tre mesi del 2015 la situazione è a dir poco catastrofica: i contratti di lavoro a tempo indeterminati sono caduti a picco del 77% su base annua, risentendo in maniera quanto più evidente della riduzione degli incentivi.

L’anno scorso, infatti, gli incentivi erogati dalla Legge di Stabilità a favore dei datori di lavoro che assumevano con contratti fissi erano ancora piuttosto interessanti. L’agevolazione prevedeva l’abbattimento dei contributi previdenziali a carico del datore per una buona misura del totale (il 40%), mentre in questi mesi del 2016 gli incentivi vanno verso una netta riduzione per poi passare alla loro totale eliminazione. Un effetto boomerang per l’occupazione in Italia, che a questo punto torna a preoccupare politica e osservatori di settore.

Il boom dei voucher

Un motivo di preoccupazione che viene peraltro motivato da un altro dato poco confortante: il boom dei voucher. Nel primo trimestre 2016 sono stati venduti 31.5 milioni di voucher per far fronte al pagamento del cosiddetto “lavoro accessorio”: un incremento del 45.6% rispetto ai primi tre mesi del 2015. Del resto già nello stesso 2015 il dato fu in crescita, dal momento in cui i voucher erogati nel primo trimestre dell’anno scorso furono il 75.4% in più rispetto a quelli staccati nello stesso periodo del 2014.

Alberto Mengora

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Vitalizi, Boeri: ‹‹Riduzione del 40% se si passasse al contributivo›› https://www.business.it/vitalizi-boeri/ Fri, 06 May 2016 09:31:17 +0000 https://www.business.it/?p=3709 Il passaggio dei vitalizi parlamentari al sistema contributivo permetterebbe allo Stato di risparmiare una media di 79 milioni di euro l’anno, ma i risparmi aumenterebbero a 148 milioni qualora il passaggio al contributivo dovesse riguardare anche le somme percepite dai consiglieri regionali. Questo è quanto ha dichiarato il presidente dell’Inps Tito Boeri, intervenuto in un’audizione… Leggi tutto »Vitalizi, Boeri: ‹‹Riduzione del 40% se si passasse al contributivo››

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Il passaggio dei vitalizi parlamentari al sistema contributivo permetterebbe allo Stato di risparmiare una media di 79 milioni di euro l’anno, ma i risparmi aumenterebbero a 148 milioni qualora il passaggio al contributivo dovesse riguardare anche le somme percepite dai consiglieri regionali.

Questo è quanto ha dichiarato il presidente dell’Inps Tito Boeri, intervenuto in un’audizione alla Camera dei Deputati. Boeri ha difatti specificato che ‹‹applicando ai parlamentari le regole del sistema contributivo attualmente in vigore per tutti gli altri lavoratori, la spesa in vigore per i vitalizi si ridurrebbe del 40% scendendo a quota 118 milioni di euro l’anno. Si parla di risparmi attesi nella misura di circa 800 milioni nei prossimi 10 anni››.

Il numero uno dell’Inps auspica che i vitalizi posano venire ricalcolati su base contributiva, approvando iniziative parlamentari che sono già state avanzate in tal senso: ad oggi in Parlamento giacciono le proposte di Scelta Civica e del Partito Democratico che mirano proprio a metter mano a questo sistema.

Un intervento è più che necessario anche perché la spesa per i vitalizi negli ultimi 40 anni ‹‹è sempre stata più alta dei contributi››, fa sapere Boeri, che continua: ‹‹Nonostante l’attuale deriva nei bilanci fosse prevedibile, si è ritenuto per molte legislature di non intervenire. Con le regole attuali la fiscalità generale si ritroverebbe a dover pagare 150 milioni di euro l’anno per sostenere la spesa da vitalizi››.

La Camera dei Deputati, però, precisa che in realtà gli oneri derivanti dal sistema dei vitalizi siano totalmente sulle spalle di Camera e Senato, e non dell’Inps. Montecitorio ricorda inoltre che per le attuali e le future generazioni di parlamentari il vitalizio non esiste più, e che relativamente ai vitalizi maturati prima dell’abolizione ci sono comunque delle ipotesi di riforma in atto.

Viviana Bottalico

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E' intesa sui Tango Bond: da giugno rimborso del 150% https://www.business.it/argentina-e-intesa-sui-bond-italiani-da-giugno-rimborso-del-150/ Tue, 26 Apr 2016 13:30:13 +0000 https://www.business.it/?p=3651 A New York è stato ufficialmente raggiunto l’accordo per dare il via libera al rimborso dei bond argentini (Tango Bond) sottoscritti da circa 50.000 italiani. Il pagamento, pari al 150% dell’importo nominale originario delle obbligazioni, avverrà a partire dal prossimo mese di giugno e rigorosamente in contanti per un importo complessivo di 1.35 miliardi di dollari.… Leggi tutto »E' intesa sui Tango Bond: da giugno rimborso del 150%

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A New York è stato ufficialmente raggiunto l’accordo per dare il via libera al rimborso dei bond argentini (Tango Bond) sottoscritti da circa 50.000 italiani. Il pagamento, pari al 150% dell’importo nominale originario delle obbligazioni, avverrà a partire dal prossimo mese di giugno e rigorosamente in contanti per un importo complessivo di 1.35 miliardi di dollari.

L’ok è arrivato dopo che la Corte di Appello di New York ha revocato le restrizioni vigenti su Buenos Aires e permesso all’Argentina di tornare sul mercato dei capitali per finanziare le proprie misure di politica economica. E complice un rendimento che arriva fino al 9%, inevitabilmente la domanda di Tango bond ha riscosso un successo straordinario: solo nel primo giorno di disponibilità delle sue obbligazioni, l’Argentina ha raccolto preordini per un valore totale di oltre 70 miliardi di dollari.

Si tratta dunque di un ritorno in pompa magna per una nazione che come l’Argentina ha sofferto parecchio la crisi finanziaria e che ora, sotto il governo di Mauricio Macrì, conta di ripartire alla volta degli investimenti e con tutt’altra credibilità dinanzi ai mercati internazionali.

Ad esprimere soddisfazione per l’annunciato rimborso dei titoli è Nicola Stock, presidente della Task Force Argentina, che parla di una ‹‹vicenda durata per troppi anni e che ora è destinata ad una ottima conclusione. Un ringraziamento va agli obbligazionisti italiani – continua Stock – che hanno dato fiducia alla nostra azione ed ora raccoglieranno giustamente i frutti del loro coraggio››.

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L'Inps lancia l'allarme: pensione a 75 anni per i nati negli '80 https://www.business.it/linps-lancia-lallarme-pensione-a-75-anni-per-i-nati-negli-80/ Wed, 20 Apr 2016 10:30:48 +0000 https://www.business.it/?p=3628 La generazione ’80 rischia di andare in pensione a 75 anni. E’ questo l’allarme lanciato dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, durante un intervento tenuto al Graduation Day dell’Altemps Università Cattolica. E la ragione per cui i giovani nati negli anni ’80 rischieranno di andare in pensione così tardi, sottolinea Boeri, è la discontinuità contributiva (ossia… Leggi tutto »L'Inps lancia l'allarme: pensione a 75 anni per i nati negli '80

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La generazione ’80 rischia di andare in pensione a 75 anni. E’ questo l’allarme lanciato dal presidente dell’Inps, Tito Boeri, durante un intervento tenuto al Graduation Day dell’Altemps Università Cattolica. E la ragione per cui i giovani nati negli anni ’80 rischieranno di andare in pensione così tardi, sottolinea Boeri, è la discontinuità contributiva (ossia gli anni “persi” tra un lavoro e l’altro) di cui sono vittime.
In uno studio realizzato prendendo in riferimento proprio la generazione ’80, l’Inps ha rilevato che ‹‹a causa di episodi di disoccupazione, persone che oggi hanno 36 anni, soffrono di una discontinuità contributiva di circa un paio d’anni››. Che tradotto significa che ‹‹anziché andare in pensione a 70 anni così come prevedono le norme, questi lavoratori rischiano di andarci di due, tre o cinque anni dopo perchè non in possesso dei requisiti minimi››.
Boeri invita pertanto la politica a mettere mano a una situazione che in materia pensionistica rimane estremamente compromessa e frammentata: ‹‹Per queste ragioni è meglio aspettarsi una riforma seria e definitiva invece che continuare con questo stillicidio di riforme tampone che creano soltanto disorientamento tra le persone››.
‹‹La politica – continua il presidente dell’Inps – non dà informazioni di questo genere perchè ha paura di venire punita sul piano elettorale››, e antipatica alla politica, proprio per questo motivo, risulterebbe essere anche la famosa misura sulla busta arancione (una lettera tramite cui l’Inps mira a rendere consapevoli i contribuenti sulla loro situazione contributiva e previdenziale).
Gino Cacino

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Dichiarazione dei redditi: le novità del nuovo 730 precompilato https://www.business.it/dichiarazione-dei-redditi-le-novita-del-nuovo-730-precompilato/ Mon, 18 Apr 2016 04:30:26 +0000 https://www.business.it/?p=3611 La dichiarazione dei redditi di quest’anno sarà resa molto più semplice per tutti i contribuenti. E’ questa la promessa che Governo e Agenzia delle Entrate si sentono di poter mantenere grazie all’introduzione del famoso 730 precompilato: rispetto allo scorso anno, infatti, il modello sarà ora molto più ricco di dati e per questo sostanzialmente “pronto all’uso”.… Leggi tutto »Dichiarazione dei redditi: le novità del nuovo 730 precompilato

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La dichiarazione dei redditi di quest’anno sarà resa molto più semplice per tutti i contribuenti. E’ questa la promessa che Governo e Agenzia delle Entrate si sentono di poter mantenere grazie all’introduzione del famoso 730 precompilato: rispetto allo scorso anno, infatti, il modello sarà ora molto più ricco di dati e per questo sostanzialmente “pronto all’uso”.
730 precompilato: i nuovi dati inseriti dall’Agenzia delle Entrate 
Quest’anno i contribuenti troveranno quindi una dichiarazione precompilata senz’altro più ricca. Saranno infatti presenti le spese sanitarie che si sono sostenute durante l’anno di riferimento e i rispettivi rimborsi, le spese universitarie e annessi rimborsi, le spese funebri, i contributi versati a favore della previdenza complementare e le informazioni inerenti spese di ristrutturazione e di riqualificazione energetica; e poi ancora interessi passivi vantati sui mutui, contributi per la previdenza e l’assistenza sociale, contributi versati per i lavoratori domestici e premi assicurativi.
All’interno del 730 precompilato ci saranno poi gli oneri detraibili che sono stati sostenuti dal contribuente e che il sostituto di imposta ha a sua volta riconosciuto, nonché quegli importi ricavati dalla dichiarazione dello scorso anno che hanno dato diritto ad un piano di rimborso protratto su più rate (come per esempio i rimborsi da spese di ristrutturazione edilizia).
Come si accede al modello 730 precompilato
Per accedere al nuovo 730 precompilato occorrerà entrare nella propria area riservata sul sito web dell’Agenzia delle Entrate o dell’Inps, a condizione, ovviamente, di essere in possesso delle credenziali di accesso (che si possono comunque richiedere tramite i suddetti portali Internet).
Andrea Sangó

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Inps: che cosa sono le lettere arancioni? https://www.business.it/inps-busta-arancione/ Thu, 17 Mar 2016 17:07:25 +0000 https://www.business.it/?p=3244 Inps: Le buste arancioni dovrebbero cominciare ad arrivare dalla seconda settimana di aprile, forse prima. A dirlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri  in occasione dell’iniziativa ‹‹Cittadino digitale›››realizzata con l’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale. Entro il 2016, le lettere con la previsione della pensione futura – ha annunciato Boeri – verranno inviate a 7 milioni di lavoratori del settore privato e, con… Leggi tutto »Inps: che cosa sono le lettere arancioni?

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Inps: Le buste arancioni dovrebbero cominciare ad arrivare dalla seconda settimana di aprile, forse prima. A dirlo è il presidente dell’Inps Tito Boeri  in occasione dell’iniziativa ‹‹Cittadino digitale›››realizzata con l’Agid, l’Agenzia per l’Italia Digitale. Entro il 2016, le lettere con la previsione della pensione futura – ha annunciato Boeri – verranno inviate a 7 milioni di lavoratori del settore privato e, con la collaborazione dell’Agid, presto si completerà il lavoro di digitalizzazione.
‹‹La comunicazione – ha continuato Boeri – conterrà un prospetto dell’estratto conto contributivo e la simulazione di base e inviterà appunto i destinatari a digitalizzarsi, richiedendo ‘spia’ (il pin unico per accedere ai servizi on line) per accedere a tutte le funzionalità aggiuntive offerte dal servizio on line di simulazione della pensione››.
Per quanto riguardo i dipendenti pubblici, invece, Boeri ha annunciato che  ‹‹le informazioni arriveranno insieme al cedolino, per posta, in base ad accordi con le pubbliche amministrazioni››. Boeri conta di inviare 150 mila lettere al giorno per ‹‹circa 1,5 milioni di lavoratori pubblici ancora non digitalizzati››.
Agid – ha spiegato il direttore Antonio Samaritani – ha contribuito con 2,5 milioni sul 2016 e sul 2017, da aggiungere al milione di euro dell’Inps, che conta di portare a termine le intese con le diverse amministrazioni entro il 2016.
 

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