E commerce shopping online comprare online Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/e-commerce/ I segreti del potere - Notizie e retroscena Tue, 17 Jan 2023 12:33:29 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.7.1 https://www.business.it/wp-content/uploads/2023/01/cropped-Favicon_Business.it_-32x32.jpg E commerce shopping online comprare online Archivi - Business.it https://www.business.it/tag/e-commerce/ 32 32 Innovazione, Skipper libera i dati di mercato per l’e-commerce https://www.business.it/innovazione-skipper-libera-i-dati-di-mercato-per-le-commerce/ Thu, 15 Sep 2022 16:15:15 +0000 https://www.business.it/?p=97234 Nasce Skipper, la piattaforma digitale che rivoluziona la lettura dei dati di mercato. Lanciata dall’omonima startup, Skipper è la prima mappa dell’e-commerce immersiva e navigabile, che mostra il mercato nella sua forma autentica, poiché libera dai filtri della pubblicità e degli algoritmi presenti sui canali e strumenti di ricerca e comparazione. La mappa presenta funzioni… Leggi tutto »Innovazione, Skipper libera i dati di mercato per l’e-commerce

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Nasce Skipper, la piattaforma digitale che rivoluziona la lettura dei dati di mercato. Lanciata dall’omonima startup, Skipper è la prima mappa dell’e-commerce immersiva e navigabile, che mostra il mercato nella sua forma autentica, poiché libera dai filtri della pubblicità e degli algoritmi presenti sui canali e strumenti di ricerca e comparazione.

1. Come funziona Skipper
Skipper è la prima mappa dell’e-commerce completamente scalabile, immersiva e navigabile.
I business potranno individuare un mercato di riferimento (esempio: italia – elettronica), inserire i dati dei propri prodotti ed esplorare le opportunità del mercato, valorizzando ciò che offrono. Allo stesso tempo, avranno modo di imparare dall’osservazione dell’intera mappa cosa manca al loro business, provvedere, ottimizzare ed ampliare la loro offerta.


La mappa presenta funzioni che si adattano ai bisogni sia dei business che dei consumatori. Si configura come uno strumento di informazione superpartes e di conoscenza: in un semplice sistema di ascisse (prezzi) e ordinate (brand produttore), sintetizza la distribuzione di migliaia di prodotti di qualsiasi marchio divisi per categoria, e delle relative offerte e promozioni sui siti di vendita online. È però ai brand, agli e-commerce e alle agenzie web che Skipper si rivolge in questa prima fase, evidenziando quali vantaggi offre loro l’uso della mappa.

2. Skipper Market Watch
Un esempio facilitato del funzionamento della mappa di Skipper. Vediamo in grigio i dati provenienti dall’intero mercato di riferimento e in fucsia i punti di rilievo per il business: grazie all’analisi che Skipper offre è possibile individuare l’incremento di offerte e sconti in un dato intervallo di tempo; individuare le aree di maggiore o minore presenza di competitor su determinati prodotti; valutare la diminuzione del valore dello sconto medio.


Per un business è vitale conoscere il proprio mercato di riferimento, non solo in termini di competitività basata sui prezzi. Ci sono molte altre variabili che influenzano le vendite e il rapporto tra domanda e offerta, elementi che sulla mappa assumono una forma visibile.
Con Skipper, i business possono effettivamente vedere la forma complessiva e globale del proprio mercato di riferimento, navigare tra gli spazi presidiati e i vuoti al suo interno.

Non solo, ma possono anche:

  • osservare le differenze significative tra loro e i propri competitor;
  • allineare i propri prezzi e offerte;
  • individuare la propria posizione all’interno della mappa;
  • capire come presidiare strategicamente i vuoti al suo interno.


3. Occhio del mercato Skipper
Un pie-chart qui molto semplificato offre dati preziosissimi sulla profondità di ogni segmento di mercato preso in considerazione da Skipper.
Osservandolo dal centro all’esterno, le aziende avranno la possibilità di analizzare tutte le fette o nicchie di mercato più redditizie o meno competitive.


Skipper si presta a essere un prezioso strumento per i business, che possono così compiere le giuste operazioni strategiche di marketing e implementare la propria offerta e il proprio catalogo in modo intelligente e consapevole.

4. Funzionalità completa di Skipper
Il grafico presenta una sintesi del funzionamento di Skipper per produrre analisi e strategie di implementazione del catalogo. Skipper dunque produce dati per la marketing automation, per il monitoraggio distributivo migliorare le revenues, brand protection tutto ciò che riguarda il pricing, e molto altro. Ciò avviene inserendo i dati in un crm, in erp e ovunque si possano produrre risultati di monitoraggio e strategia.
La matrice grigia del dato rappresenta l’organizzazione tramite categorie, fasce di prodotti o brand.
Gli altri due grafici di dati superiori sono ciò che fanno la differenza e che solo Skipper può offrire: inserire sul mercato il catalogo del business evidenziandone pregi e difetti. In questo modo si evidenziano gli spazi liberi, quelli troppo affollati o altre ipotesi.
Il livello superiore presenta i dati emergenti dalla lettura di analisi distributiva e competitiva. In base a questi dati le aziende di e-commerce possono impiegare uno strumento fondamentale per migliorare le loro performance.


“Conoscere la relazione tra i dati all’interno del proprio mercato è il cuore di qualsiasi progetto che voglia funzionare online” – dichiara Davide Lugli, cofondatore e CEO di Skipper, che spiega: “avere un’idea reale e complessiva di come sono collegate le informazioni online senza le distorsioni degli algoritmi e della pubblicità permette di costruire i tratti della propria unicità e di distinguersi efficacemente. E questo è possibile solo conoscendo la forma dell’e-commerce”.

Davide Lugli – CEO di Skipper


È proprio la consapevolezza il valore al centro del progetto di Skipper: una consapevolezza di come funziona il web in quanto spazio ricco di interconnessioni libere, e di tutte le variabili che concorrono al successo di un business.


Diffondere questa consapevolezza è la mission della startup, che, per riuscirci, sa che è necessario partire da una nuova concezione dei dati, visti non più come valori astratti, ma come materia.


Sta in questo la visione innovativa di Skipper, un approccio che la startup promuove anche nel suo manifesto (sottoscrivibile nella sezione dedicata sul sito) e che coltiva grazie a Free! il suo laboratorio di ricerca aperto e interdisciplinare con cui progettare e diffondere la conoscenza di nuovi datashape e rivoluzionare l’espressione dei dati.


La startup Skipper nasce alla fine del 2020 dall’unione di una rete di partner con la stessa visione e una lunga esperienza internazionale e plurisettoriale, tra cui e-commerce, marketing digitale, finanza, logistica e design.

Davide Lugli – Classe ’76 e formazione in ingegneria informatica a Parma tra il ’95 e il 2001. Nato come programmatore Web, dal 2001 al 2012 ha realizzato e tecnicamente montato più di 300 eCommerce. Ha lavorato e visto nascere grandi realtà, come consulente per Yoox in Ferrari e Whirlpool. Nel 2010 ha avviato la sua prima srl con lo scopo di vendere un software di geolocalizzazione commerciale basato su mappe a Gazzetta di Parma. Nel 2014 fonda Competitoor in UK per poi farla approdare in Italia al primo round da 660.000€ raccolti con Primomiglio Ventures. Competitoor è tuttora una società che fa confronto prezzi on-demand, veniva utilizzata soprattutto dai brand moda in un periodo storico dove non c’erano servizi simili in Italia, oggi sono più di 50 le soluzioni che offrono raccolta dati competitivi b2b. Ha venduto le sue quote di Competitoor nel 2020 per dedicarsi a Skipper.
Oltre a Skipper è Ceo di Digital Millers, una holding per investimenti nel settore Web e innovazione; è consigliere in 4ECOM l’associazione italiana dei servizi per eCommerce che conta oggi un centinaio di aziende associate. È sposato, vive a Carpi (Modena), ha un bassotto ed è appassionato di psicologia analitica e retrogaming.

Piero Nanni – Dalla progettazione di microcontrollori all’analisi e scrittura di codici software fino all’ingegneria ed economia dell’informazione. Due strade, parallele. Quella nata dell’ambiente imprenditoriale familiare che lo ha portato a studi ed esperienze in ambito gestionale ed economico e quella professionale in ambito IT Marketing e Service presso diverse realtà nazionali, tra le quali Gaspari, Biolaser ed eShopping Advisor.

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Ecco perché i saldi non attirano più come una volta (e la colpa non è solo dell’ecommerce) https://www.business.it/ecco-perche-i-saldi-non-attirano-piu-come-una-volta-e-la-colpa-non-e-solo-dellecommerce/ Tue, 06 Aug 2019 09:18:40 +0000 https://www.business.it/?p=50583 Che i saldi non decollano più come una volta è ormai un dato di fatto: a poco più di tre settimane dall’inizio dei saldi estivi solo il 43% degli italiani ha approfittato delle vendite di fine stagione e ha comprato almeno un prodotto. Eppure chi non ricorda i vicini anni ’90, quando le troupe Rai… Leggi tutto »Ecco perché i saldi non attirano più come una volta (e la colpa non è solo dell’ecommerce)

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Che i saldi non decollano più come una volta è ormai un dato di fatto: a poco più di tre settimane dall’inizio dei saldi estivi solo il 43% degli italiani ha approfittato delle vendite di fine stagione e ha comprato almeno un prodotto. Eppure chi non ricorda i vicini anni ’90, quando le troupe Rai riprendevano la folla in coda davanti ai negozi prima ancora che aprissero la saracinesca e si aspettava pazienti per prender parte a quel rito stagionale. Dal ricco al povero, tutti partecipavano ai saldi di fine stagione, eppure oggi entrando nei negozi sembra abbastanza chiaro che i saldi, così come sono concepiti, forse non servono più.L’e-commerce ha solo un ruolo marginale
Secondo un recente articolo del Corriere della Sera, non è solo colpa della diffusione dello shopping online, ma un sistema burocratico che è cambiato in peggio: la riforma del titolo V della Costituzione italiana del 2001, ad esempio, ha dato diversi poteri alle Regioni, ma come sottolinea un interessante studio dell’Istituto Bruno Leoni, ha anche consegnato loro quasi interamente la materia della legislazione in fatto di commercio. Con il risultato che ancora oggi, nel 2019, abbiamo differenze regionali sull’avvio e sulle regole dei saldi mentre basta andare in qualsiasi Outlet, in qualsiasi giorno dell’anno, per comprare al 50%.
E non è finita qui. Hanno un ruolo di rilievo anche le vendite promozionali pre-saldi per i clienti fidelizzati, che azzerano qualsiasi vantaggio per tutti gli altri clienti che, quando andranno poi in negozio il primo giorno di saldi, troveranno taglie e merce già dimezzata. Secondo il Corriere, c’è poi il capitolo “Non in saldo”: i negozio hanno ormai sempre più merce di stagione, persino i costumi, esclusa da qualsiasi sconto, generano così il risultato che l’attesa e l’interesse del consumatore anzi che essere spronato dall’acquisto a prezzo pieno del capo, passa direttamente ad altro e si rivolge agli sconti online sui siti di e-commerce.
Meno fidelizzazione, più volatilità
Anche quel rapporto di fiducia tra negoziante e cliente, oggi non esiste quasi più: il consumo è molto più distribuito nelle occasioni della vita e la concorrenza è estremamente aumentata. È aumentata anche la mobilità delle persone che quindi si spostano e vanno negli outlet a caccia dell’affare, senza aver più bisogno di aspettare quel periodo predefinito dei saldi.

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Usare lo smartphone per pagare nei negozi: metodo in espansione che cambia le abitudini di un milione di italiani https://www.business.it/usare-lo-smartphone-per-pagare-nei-negozi-metodo-in-espansione-che-cambia-le-abitudini-di-un-milione-di-italiani/ Fri, 15 Mar 2019 13:10:56 +0000 https://www.business.it/?p=42629 Il numero dei consumatori italiani che decide di pagare al negozio o al ristorante attraverso lo smartphone è sempre più in aumento, spendendo una media di 500 euro all’anno a persona. Questo nuovo metodo di pagamento digitale si chiama Mobile proximity payment, e secondo i dati del nuovo Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico… Leggi tutto »Usare lo smartphone per pagare nei negozi: metodo in espansione che cambia le abitudini di un milione di italiani

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Il numero dei consumatori italiani che decide di pagare al negozio o al ristorante attraverso lo smartphone è sempre più in aumento, spendendo una media di 500 euro all’anno a persona. Questo nuovo metodo di pagamento digitale si chiama Mobile proximity payment, e secondo i dati del nuovo Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, ha segnato una crescita esponenziale per il solo anno 2018 un +650%. Nei 12 mesi si sono registrati 530 milioni di euro transati, con oltre 15,6 milioni di transazioni effettuate. Ad utilizzare il telefono per pagare nei punti vendita è stato circa un milione di italiani, il doppio rispetto al 2017. Raddoppiata anche la spesa annuale media, che ha superato i 500 euro per persona.
Pagamenti e shopping online
Stando ai dati riportati nel documento, nell’ultimo anno è cresciuto del 40% anche il valore degli acquisti completati tramite siti e app, metodo che rientra nella categoria del Mobile remote commerce, per un totale di 8,4 miliardi di euro, pari al 31% del flusso complessivo degli articoli venduti nell’e-commerce, in aumento del 25% rispetto al 2017. I consumatori si rivolgono a questa tipologia di acquisto soprattutto per il settore dell’abbigliamento e alimentare, mentre sono più diffidenti per quanto riguarda la vendita di servizi, come turismo e assicurazioni. La transizione verso il mobile continua in modo inesorabile. Il vecchio assioma secondo cui gli utenti guardano i prodotti da mobile ma poi effettuano l’acquisto da desktop ha ormai i mesi contati. L’acquisto direttamente da app o sito mobile dei venditori è cresciuto del 40% nel 2018 fino a un totale di 8,4 miliardi di euro, il 31% del totale e-commerce, il 32% del settore alimentare e il 45% dell’abbigliamento.
Nonostante la crescita, una buona fetta dei consumatori ancora non si fida dei nuovi metodi di pagamento, in particolare della tecnologia contactless, con quasi 5 milioni di Italiani che hanno scelto consapevolmente di non adottarla, convinti della sua scarsa sicurezza. A essere maggiormente scettica è la fascia di popolazione compresa tra i 35 e i 54 anni, mentre i giovani tra i 18 e 24 anni non vedono particolari pericoli derivanti dal suo utilizzo.

 

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Dal web ai negozi fisici: Amazon aprirà la sua prima catena di supermercati https://www.business.it/dal-web-ai-negozi-fisici-amazon-aprira-la-sua-prima-catena-di-supermercati/ Sat, 09 Mar 2019 12:39:23 +0000 https://www.business.it/?p=41954 Amazon, la regina incontrastata del commercio online con 232,9 miliardi di dollari di fatturato solo nel 2018, espande la sua rete di distribuzione e punta sul settore delle vendite tradizionali: dopo il lancio di Amazon Go, i piccoli supermarket senza casse in cui si può acquistare cibo già pronto, il colosso dell’e-commerce di Bezos è… Leggi tutto »Dal web ai negozi fisici: Amazon aprirà la sua prima catena di supermercati

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Amazon, la regina incontrastata del commercio online con 232,9 miliardi di dollari di fatturato solo nel 2018, espande la sua rete di distribuzione e punta sul settore delle vendite tradizionali: dopo il lancio di Amazon Go, i piccoli supermarket senza casse in cui si può acquistare cibo già pronto, il colosso dell’e-commerce di Bezos è pronto ad aprire una nuova catena di supermercati reali fatti di mattoni e scaffali, e questa volta non automatizzati ma con commessi in carne e ossa. Ad anticipare la notizia è il Wall Street Journal. Stando alla fonte, i contratti d’affitto per alcuni spazi destinati ad ospitare questi negozi sono già pronti, e il primo Store dovrebbe essere inaugurato a Los Angeles già entro la fine di quest’anno, per seguire con altre aperture all’inizio del 2020.

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Dall’online al commercio fisico
Gli investimenti nei punti vendita fisici però sono già da qualche anno nei piani del colosso americano. Il piano di espansione era iniziato già nel 2017, quando la compagnia fondata da Bezos aveva speso quasi 14 miliardi di dollari per acquistare la catena di supermercati “bio” Whole Foods, che si caratterizza per avere un’offerta di prodotti (e di conseguenza una clientela) di fascia alta. Adesso però la nuova catena di Amazon si prospetta molto più in linea con il genere del supermercato tradizionale rispetto a Whole Foods, con una gamma d’offerta più ampia e prezzi più concorrenziali mirati verso un pubblico più tradizionale.
I vantaggi
La mossa di Amazon punta ad ampliare i propri confini al di là del mercato online, dove il colosso dell’e-commerce si è praticamente accaparrato quasi tutto. Del resto, la capacità dell’azienda di adattarsi e operare su canali differenti a quello digitale la colloca già oggi in una categoria a sé stante nel settore della distribuzione. Oltre ai supermercati fisici, il modo per far toccare ai clienti i prodotti dal vivo e allargare il proprio business, negli ultimi mesi il colosso aveva lanciato anche l’idea dei mobili low cost su stile Ikea. Un ulteriore conferma che l’arma vincente su cui Amazon ha deciso di puntare è proprio la grande distribuzione, considerati anche i ricavi che ne potranno derivare.

 

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Meno lettere e più scatole. Nell’era del digitale cambia il mestiere del postino: dalla bicicletta al triciclo-portapacchi, consegna fino a tarda sera https://www.business.it/meno-lettere-e-piu-scatole-nellera-del-digitale-cambia-il-mestiere-del-postino-dalla-bicicletta-al-triciclo-portapacchi-consegna-fino-a-tarda-sera/ Tue, 22 Jan 2019 19:55:24 +0000 https://www.business.it/?p=39265 C’era una volta il postino: il vecchio portalettere, quello che in sella alla bicicletta ogni giorno per mesi e anni percorreva le stesse strade e imparava a memoria tutti i nomi, compresi quelli dei cani, e gli orari dei suoi utenti è in via di estinzione insieme alla classica lettera con francobollo, che dal 2005… Leggi tutto »Meno lettere e più scatole. Nell’era del digitale cambia il mestiere del postino: dalla bicicletta al triciclo-portapacchi, consegna fino a tarda sera

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C’era una volta il postino: il vecchio portalettere, quello che in sella alla bicicletta ogni giorno per mesi e anni percorreva le stesse strade e imparava a memoria tutti i nomi, compresi quelli dei cani, e gli orari dei suoi utenti è in via di estinzione insieme alla classica lettera con francobollo, che dal 2005 ha subito un crollo del 57% e in aumento di anno in anno del 4%. Mentre le cassette si svuotano nell’era del 4.0, anche il mestiere del postino si è evoluto, reinventandosi e cambiando pelle a partire dal suo mezzo di trasporto: al posto del vecchio scooter, c’è oggi un triciclo a motore ecologico dotato di un contenitore sul parabrezza e un altro sul cofano, per trasportare oggetti fino che pesano fino a 55 chili. Ma non è solo il mezzo di trasporto ad essere cambiato: dotato di palmare, stampante e pos, il portalettere si trasforma in una sorta di ufficio postale mobile, offrendo ai clienti l’opportunità di ricevere a domicilio una serie di servizi, dal pagamento dei bollettini di conto corrente alle ricariche telefoniche. Tutti questi elementi raccontano della grande rivoluzione nell’organizzazione del servizio, che permette di prolungare le consegne fino alle 19.45 e attivarle anche il sabato. Perché se è vero che negli ultimi dieci anni la spedizione delle lettere tradizionali è dimezzata, è inevitabile concentrare gli affari su pacchi ed e-commerce.

Nell’era del digitale, la sfida di Poste italiane sembra andare avanti a gonfie vele, forse anche grazie all’accordo con Amazon dell’estate scorsa, per coprire l’ultimo miglio di commesse per il colosso del commercio elettronico. La modifica radicale delle consegne prevede il passaggio dei portalettere con la posta ordinaria e massiva a giorni alterni, per concentrare le energie sui pacchi.
*Per far fronte a questa evoluzione serve anche manodopera giovane e interconnessa: a fronte di 15mila esordi incentivati e pensionamenti il 2022, Poste prevede 4.600 assunzioni, 3.800 stabilizzazioni da contratto a tempo determinato e 1.800 trasformazioni da part-time a full-time.

“Un cambio necessario nell’era dei social e della fatturazione elettronica”, conferma Nicola Di Ceglie, segretario della Slc Cgil, tra i firmatari dell’accordo con l’azienda. “Puntare sui pacchi è una strada obbligata, che sta permettendo di ridurre le perdite ed evitare lo smembramento in bad e best company. L’obbiettivo è ora far viaggiare sulle spalle di centinaia di tricicli almeno cento milioni di pacchi e-commerce all’anno”.

 

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Black Friday 2018: nei supermercati non mancano le offerte tech https://www.business.it/black-friday-2018-supermercati-non-mancano-offerte-tech/ Thu, 22 Nov 2018 11:18:46 +0000 https://www.business.it/?p=35757 Il Black Friday è l’occasione in cui approfittare di offerte e sconti e si sta rapidamente diffondendo anche in Italia. Il venerdì nero è nato negli Stati Uniti e quest’anno si terrà il 23 novembre

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Il Black Friday è l’occasione in cui approfittare di offerte e sconti e si sta rapidamente diffondendo anche in Italia. Il venerdì nero è nato negli Stati Uniti e quest’anno si terrà il 23 novembre, giorno durante il quale si potrà cogliere l’occasione di acquistare articoli a prezzo speciale. Se ti stai domandando quali sono i negozi che aderiranno al Black Friday 2018 in Italia, ecco una lista di supermercati che aderiscono all’iniziativa con offerte dedicate al mondo tech e non solo. La giornata degli sconti sarà precisamente il 23 novembre, anche se diversi negozi hanno già attivato le offerte dal 19 novembre e puntano a proseguire fino al 26. In questa occasione molti negozi fisici e punti vendita offriranno ai propri clienti promozioni e sconti. Si parte dai negozi di abbigliamento fino a quelli di elettrodomestici e supermercati

Da qualche anno anche i supermercati hanno iniziato ad approfittare del Black Friday per offrire sconti su prodotti di tecnologia, prodotti della casa e molto altro. Tra le varie catene che aderiscono all’iniziativa vi sono Carrefour, Auchan, Esselunga, MD Store. Ma vediamo nel dettaglio cosa offrono:

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Auchan che nella sfera tecnologica applica le seguenti offerte: LG G7 ThinQ a 529,99 euro (da 849,99 euro), iPhone X a 959,99 euro (invece che 1199,99 euro) un medio range come Samsung Galaxy A6+ a 219,99 euro (da 349,99 euro) oppure Huawei P20 Lite a 279,99 euro (da 349,99 euro). Per gli entrylevel c’è Samsung Galaxy J3 del 2017 a 119,99 euro (da 169,99 euro) oppure Wiko Sunny 3 a 59,99 euro (da 69,99 euro). Tra le altre offerte la console Nintendo Switch a 289,99 euro (da 329,99 euro) oppure lo smart tv 4k Philips 6000 Series da 65 pollici a 849,99 euro (invece che 999 euro).

Anche Esselunga partecipa al Black Friday 2018: ad esempio Samsung Galaxy S9 a 569 euro, Huawei P20 Lite a 229 euro, Xiaomi Redmi 5 a 149 euro, iPhone X a 898 euro e Huawei Mate Pro 10 a 359 euro. Spazio anche a modelli economici come LG K9 2018 a 79 euro e Nokia 2.1 a 89 euro. C’è inoltre la console Xbox One S a 179,40 euro.

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Non mancano le offerte del punto vendita MD Store con una settimana di promozioni dal 19 al 26 novembre. In generale ci sono sconti fino al 40% e spedizione gratuita acquistando online. Tra le varie offerte già attive si trova la tv oled LG 55EG9A7V a 999 euro (invece che 1339) oppure il modello Samsung UE49NU7170U da 49 pollici 4k a 499 euro (invece che 509 euro). Inoltre, è possibile ricevere uno sconto di 10 euro su una spesa di 99 euro registrandosi sul sito ufficiale.

Black Friday 2018 Carrefour vede diverse offerte che includono anche il 50% di sconto. C’è la console Nintendo Switch anche qui a 289 euro (invece che 329 euro) e lo smartphone di basso range LG K11 marchiato Tim a 90,30 euro (invece che 179,90 euro). Si può trovare il monopattino Nilox a 149 euro o l’hoverboard i-Bike a 104,30 euro infine la tv LG 4k da 49 pollici 49UH620V a 419,30 euro (invece che 599 euro).

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E-commerce: cresce il mercato digitale e raggiunge 65 miliardi di euro https://www.business.it/e-commerce-cresce-mercato-digitale-raggiunge-65-miliardi-euro/ Fri, 16 Nov 2018 10:12:18 +0000 https://www.business.it/?p=35398 L’unico settore che oggi è in grado di registrare un’impressionante crescita a doppia cifra è l’E-commerce e le previsioni contenute nel report confermano questo trend

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L’unico settore che oggi è in grado di registrare un’impressionante crescita a doppia cifra è l’E-commerce e le previsioni contenute nel report confermano questo trend anche per i prossimi anni. La rapidità con cui si è sviluppato questo settore dalla nascita di internet a oggi raddoppierà con l’arrivo delle nuove tecnologie (intelligenza artificiale, blockchain, internet of things…), sviluppandosi in maniera massiva. I dati più recenti relativi alla diffusione dell’e-commerce in Italia e nel mondo ci consentono di individuare quali sono le tendenze in atto, le prospettive e le potenzialità di questo settore. Le statistiche e i report che arrivano da Le infinite possibilità del digitale in Italia , una ricerca congiunta di EY e IAB Italia, confermano che nel 2018 l’industria digitale italiana ha chiuso in crescita per il terzo anno consecutivo. Merito soprattutto della pubblicità online e dell’e-commerce, che hanno fatto registrare incrementi rispettivamente del 13% e del 15% sul 2017, per un peso sul valore complessivo del 4% e 44%,  il mercato arriva a quota 65 miliardi di euro, per un +11,6% rispetto all’anno scorso e un +22% rispetto al 2016. 

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Il 67%, ovvero 2 italiani su 3, ha visitato un e-commerce e il 53% ha acquistato un prodotto o un servizio nell’ultimo mese. Inoltre è aumentata la spesa media dell’8%, raggiungendo i 595 euro a testa, concentrati nell’abbigliamento e nei prodotti cosmetici, seguiti dall’acquisto di viaggi e vacanze, e infine giocattoli. Grazie a questi report, le aziende italiane che non sono ancora al passo con l’evoluzione dell’e-commerce hanno dei validi motivi per destinare risorse a questo ambito, poiché anche nel nostro Paese la crescita dell’e-commerce è senza dubbio inarrestabile.

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L’andamento dell’eCommerce in Italia prosegue quindi a doppia cifra registrando un +15% e si prevede che il valore degli acquisti online possa arrivare a toccare i 27 miliardi di euro quest’anno. Un dato molto positivo che conferma la crescita del trend e preannuncia un futuro sempre più roseo per il commercio elettronico. L’eCommerce registra dunque una crescita costante: la facilità di acquistare prodotti con pochi clic comodamente da casa evitando code, attese e parcheggi rappresenta ormai un’abitudine di consumo e non più un semplice fenomeno online.

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Logistica 4.0: come cambia la logistica italiana, un trend in forte crescita https://www.business.it/logistica-4-0-cambia-logistica-italiana-trend-forte-crescita/ Mon, 12 Nov 2018 08:21:08 +0000 https://www.business.it/?p=35072 Il futuro della logistica, è destinato a subire l’impatto del trend Logistica 4.0, cioè investimenti in tecnologie 4.0 applicate alla movimentazione di fabbrica e agli ambiti di stoccaggio e trasporto.

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Il futuro della logistica, è destinato a subire l’impatto del trend Logistica 4.0, cioè investimenti in tecnologie 4.0 applicate alla movimentazione di fabbrica e agli ambiti di stoccaggio e trasporto. Il concetto di Industria 4.0, rappresenta uno degli elementi chiave per lo sviluppo futuro del settore industriale e produttivo. La tendenza all’automazione produce, infatti, significativi benefici in termini (soprattutto) di performance e monitoraggio attivo, con opportune e inevitabili considerazioni anche sulla sostenibilità dei processi (intesa sia da un punto di vista ambientale che energetico).

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Logistica 4.0 indica uno stravolgimento delle modalità di trasferire ordini nel più breve tempo possibile, grazie ad uno sviluppo tecnologico di gran lunga superiore a quello verificatosi almeno un cinquantennio fa e alla nuova trasformazione della macchina manifatturiera connessa all’industria, così definita della Quarta Rivoluzione. Cambiano i metodi di produzione, così come si trasforma il modo d’intendere i processi logistici di un’azienda: gli ordini devono viaggiare quasi alla velocità della luce, devono essere monitorati in real time e devono raggiungere le destinazioni predefinite in pochissimo tempo. Al fine di mettere in campo nella maniera più adeguata i nuovi concetti di industria e di logistica è doveroso applicare costantemente i nuovi sistemi di inter-connessione sviluppati in campo informatico, tecnologico ed ingegneristico.

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La logistica italiana si conferma in buona salute. Per il terzo anno consecutivo cresce il fatturato di quel nugolo di aziende grandi e piccine che muove le merci nel nostro Paese.  Il mercato dei servizi di logistica conto terzi sale a 82 miliardi di euro, in crescita dello 0,6% rispetto al 2017. In particolare è tornato a crescere dopo molti anni il numero degli operatori (oggi 97mila, sono in aumento soprattutto gestori di magazzino e corrieri, grazie all’eCommerce). Inoltre dall’inizio del 2017 si sono registrate ben 40 operazioni di fusione e acquisizione.

Con i nuovi sistemi di integrazione sviluppati grazie ad una digitalizzazione globale della nuova industria vanno a modificarsi anche le attività lavorative da svolgere per portare a termine adeguatamente la produzione della merce e, soprattutto, la spedizione della medesima in tempi sempre più brevi. Si parla, dunque, di flussi tendenzialmente ottimizzati e della loro importanza all’interno dei concetti di logistica 4.0: i percorsi, i processi produttivi della merce, le destinazioni vengono invase da una nuova ventata di innovazione che non è solo tecnologica ma anche strutturale e sistemica.

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E-commerce: Cina, chi sono i principali concorrenti di Alibaba https://www.business.it/e-commerce-cina-principali-concorrenti-alibaba/ Wed, 07 Nov 2018 11:02:56 +0000 https://www.business.it/?p=34812 Nel mercato globale Alibaba è ancora molto amato, soprattutto a Wall Street dove di 39 analisti tracciati da FactSet che coprono il titolo, tutti e 39 lo considerano un

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Nel mercato globale Alibaba è ancora molto amato, soprattutto a Wall Street dove di 39 analisti tracciati da FactSet che coprono il titolo, tutti e 39 lo considerano un acquisto. La media del target price è di 234.62,36 dollari, il 36 percento sopra i livelli attuali. Secondo le previsioni di eMarketer Alibaba si aggiudicherà la più grossa fetta dell’intera torta del mercato eCommerce cinese, ossia circa il 58%, seguita dal 16% di JD.com.

Alibaba è cresciuta fino a diventare una delle più grandi e preziose società di e-commerce del mondo. Infatti, il primo giorno di trading, Alibaba ha eclissato sia Amazon che eBay. Alibaba.com è una piattaforma di eCommerce per le piccole aziende, ed è il cuore dell’impero dell’Alibaba Group. Mette in contatto milioni di acquirenti e fornitori in tutto il mondo, aiutando le piccole aziende a trovare aziende manifatturiere, esportatori e grossisti. I venditori offrono ogni prodotto immaginabile sul suo sito. Puoi trovarci indumenti, prodotti elettronici, cosmetici, prodotti per l’agricoltura e il cibo, ricambi di apparecchi industriali e utensili. Ogni giorno, acquirenti e venditori si scambiano circa 100000 messaggi.

Alibaba genera entrate principalmente da commissioni di vendita, servizi di evasione ordini, spese pubblicitarie e altre commissioni basate sui servizi, comprese quelle dalla sua piattaforma di pagamento online, Alipay. Nel Marzo 2018, Alibaba ha registrato $ 39,9 miliardi di entrate. Le operazioni interne di e-commerce della società hanno rappresentato il 75,7% delle entrate, mentre le operazioni internazionali di e-commerce hanno contribuito solo all’8,4%. Il restante 15,9% è stato generato dalla sua attività di cloud computing, media digitali e altre operazioni.

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Chi è il principale concorrente di Alibaba

Uno dei principali concorrenti di Alibaba nello spazio e-commerce è JD.com, un rivenditore di vendite dirette nello stampo di Amazon, che si classifica al secondo posto. Il rivenditore cinese online JD.com sta colmando il gap del leader di mercato Alibaba Group Holding ttraverso una forte logistica interna, aumentando le vendite durante una recente promozione che si avvicina al rivale durante lo shopping online dello scorso anno.

JD.com riceverà un investimento di 550 milioni di dollari da Google nell’ambito di una partnership strategica vista in gran parte come un tentativo di resistere a giocatori dominanti come Alibaba e Amazon.com. L’infusione in contanti della società tecnologica statunitense dovrebbe migliorare la già formidabile esperienza di logistica e supply chain di JD.com, cosa che ha aiutato il secondo venditore elettronico online della Cina a mantenere tempi di consegna rapidi. Anche se la differenza di lunghezza ostacola i confronti diretti, quest’anno le vendite di JD.com hanno sorpassato il bottino della compagnia di 127,1 miliardi di yuan rispetto alla promozione del Singles Day dello scorso anno – e hanno raggiunto quasi il 90% della quota di Singapore di 168,2 miliardi di yuan di Alibaba.

Alibaba deteneva una quota del 53% nel mercato dello shopping online rivolto ai consumatori lo scorso anno, quasi invariata rispetto a cinque anni fa, mentre JD.com è salita al 33% dal 22% nello stesso periodo, dice il Centro di ricerca e-commerce cinese. JD.com trae forza dalla gestione in gruppo di tutto, dall’approvvigionamento dei prodotti alla logistica. Alibaba esternalizza il servizio clienti e le operazioni logistiche, al contrario, e le attività commerciali che utilizzano il suo centro commerciale virtuale gestiscono la propria catena di approvvigionamento.

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Una rete di circa 500 magazzini cinesi consente a JD.com di ottenere il 95% o più dei prodotti per i clienti entro 24 ore e il 57% entro sei ore. Questa attualità è molto elogiativa rispetto ad Alibaba, che offre la consegna in 24 ore come regola generale, ma i cui prodotti “arrivano spesso molto tardi”, come diceva uno studente universitario di vent’anni. L’azienda utilizza l’intelligenza artificiale per aiutare con compiti come gestire i reclami dei clienti. L’obiettivo è utilizzare l’intelligenza artificiale e altre tecnologie avanzate per rivoluzionare ulteriormente l’e-commerce, ha affermato il CEO Liu Qiangdong, noto anche come Richard Liu.

JD.com gode del sostegno dei consumatori per il suo servizio di consegna a domicilio di alta qualità, ha affermato Xu Xiangdong della China Market Research and Consulting di Tokyo. Probabilmente il rivenditore online si propone di essere una società più completamente commerciale rispetto ad Alibaba, per cui le tasse del venditore e la pubblicità forniscono reddito, ha aggiunto Xu.

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Concorrenti internazionali

Amazon e Alibaba, i due grandi giganti dell’industria e-commerce competono l’uno contro l’altro per vincere la corona del leader del mercato globale dell’e-commerce.Amazon ha posto la prima pietra nel 1995 come libreria online mentre Alibaba ha iniziato la sua avventura nel 1999, quasi cinque anni dopo la fondazione di Amazon. Ora che entrambe le società hanno stabilito una forte presenza di marchi nei loro territori d’origine, c’è una forte concorrenza tra questi due giganti della tecnologia che stanno cercando nuovi mercati in cui espandersi.

I due titani di e-commerce hanno molte caratteristiche in comune. Una parte importante delle entrate di Amazon proviene da prodotti elettronici, merchandise e contenuti multimediali digitali (tra cui Amazon Prime, una sottoscrizione annuale basata su commissioni che trasmette contenuti video e altri servizi digitali di tendenza).

D’altra parte, Alibaba opera su una serie di siti di e-commerce destinati a diversi tipi di venditori. Il Taobao di Alibaba è uno dei mercati più redditizi del gruppo Alibaba ed è responsabile di oltre l’80% delle vendite di Alibaba. Anche se le modalità di funzionamento di entrambe le società sembrano simili a prima vista, sono piuttosto diverse. Alibaba non è coinvolta nelle vendite dirette e non possiede magazzini come Amazon. Semplicemente aiutano le piccole imprese e i produttori di marca a raggiungere i consumatori. Amazon opera su una piattaforma online gestita che sembra simile a un negozio tradizionale ma rimane online. Esercita il controllo sull’esperienza del cliente. Amazon ha già riconosciuto il fatto che per competere con Alibaba in Cina, è necessario investire una grande quantità di denaro e si è allontanato dalla Cina per concentrarsi su altre regioni importanti.

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Logistica: nell’e-commerce la fase di consegna è fondamentale https://www.business.it/logistica-nelle-commerce-la-fase-di-consegna-e-fondamentale/ Wed, 31 Oct 2018 11:25:50 +0000 https://www.business.it/?p=34429 Nel nuovo quadro competitivo dell’ e-commerce, qualità e ampiezza dei servizi di consegna e di gestione del reso sono cruciali nelle scelte di acquisto del consumatore.

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Nel nuovo quadro competitivo dell’ e-commerce, qualità e ampiezza dei servizi di consegna e di gestione del reso sono cruciali nelle scelte di acquisto del consumatore. Durante il processo decisionale, infatti, l’utente all’interno di un sito eCommerce non valuta soltanto esperienza d’acquisto, prezzi e affidabilità dei prodotti. Velocità e varietà dei servizi di consegna proposti giocano un ruolo altrettanto rilevante. L’acquirente ha aspettative elevate in merito al servizio di consegna dei prodotti acquistati online. Tra queste vi è la velocità. Per garantire consegne veloci c’è bisogno di una logistica interna capace di garantire la disponibilità del maggior numero di prodotti possibile (corretta gestione degli stock) e in grado di ricevere, processare e spedire gli ordini in tempi molto rapidi.

Infatti Valentina Pavan, Parcel Development & Retail Director di Nexive dice che “il 70% degli e-shopper sviluppa fedeltà per un retailer in funzione dell’esperienza di delivery, e il 40% dei consumatori dichiara di evitare acquisti online proprio per timori sulla consegna”. Spiega quindi il quadro di riferimento che ha portato l’ex TNT Post, oggi principale operatore postale privato in Italia, a lanciare “Smooth Delivery”, un programma che punta a ottimizzare il processo logistico a supporto dell’eCommerce.

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“La perfetta integrazione della consegna nell’acquisto deve essere l’obiettivo sia dei merchant, cioè chi vende online, sia degli operatori logistici. L’esperienza dimostra infatti che il cliente tende a percepire come un’unica entità chi vende e chi recapita, e che la consegna rappresenta ormai l’unico vero punto di critica o di sorpresa per chi acquista online”. In ambito logistica distributiva, i merchant eCommerce stanno concentrando gli sforzi su due principali direzioni di lavoro: offrire nuove formule di consegna con livello di servizio più elevato e implementare nuovi strumenti informativi a supporto della consegna stessa.

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L’eCommerce ha contribuito in maniera rilevante alle forti crescite dei volumi di consegna di Nexive, che nel 2015 ha sfiorato i due milioni di pacchi movimentati in tutta Italia (+161% rispetto al 2014), e nel primo trimestre 2016 ha superato quota 760mila pacchi, cioè il 180% dei volumi e il 160% del valore in più rispetto al primo trimestre 2015. Più in dettaglio, tra le iniziative di Nexive a supporto della visione “Smooth Delivery” c’è per esempio RouteSmart, un nuovo software per ottimizzare i percorsi degli addetti alle consegne. Il sistema, spiega Nexive, unisce gli ultimi sviluppi tecnologici di cartografia satellitare (GIS) con potenti algoritmi di ottimizzazione delle attività dell’ultimo miglio. Riceve in input i volumi georeferenziati, elabora lo scenario ottimale in termini di produttività e restituisce i target per il giro di recapito, consentendo di calcolare l’itinerario in funzione del territorio e dei volumi da recapitare.

Altri elementi di Smooth Delivery sono la possibilità di pagare al momento della consegna tramite POS, per superare la resistenza al pagamento online; l’home delivery con possibilità di concordare orari comodi e consegna su appuntamento anche il sabato; e la possibilità di far leva sugli oltre 1200 punti di contatto Nexive sul territorio nazionale per consentire il ritiro fisico della merce e una più semplice gestione dei resi, ma non solo. L’obbiettivo di Smooth Delivery è fare in modo che la consegna diventi talmente fluida, eccellente e superiore alle aspettative che alla fine si arrivi a non parlarne più.

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Tecnologia: l’intelligenza artificiale e la robotica stanno aiutando l’industria dei trasporti merce https://www.business.it/tecnologia-lintelligenza-artificiale-robotica-iutando-lindustria-trasporti-merce/ Tue, 30 Oct 2018 11:09:27 +0000 https://www.business.it/?p=34338 II trasporto merci si trasforma. Il settore della digitalizzazione, infatti, sta migliorando l’efficienza e il flusso dei prodotti dal ritiro alla consegna. Gli algoritmi, che

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II trasporto merci si trasforma. Il settore della digitalizzazione, infatti, sta migliorando l’efficienza e il flusso dei prodotti dal ritiro alla consegna. Gli algoritmi, che ottimizzano il processo e permettono al mittente di risparmiare, consentono ai broker di merci automatici di applicare commissioni significativamente inferiori (5%–10%) rispetto ai broker tradizionali (15%–20%). Il futuro della logistica si basa su quattro elementi chiave: Sostenibilitàtecnologiapersone centralità del cliente. La digitalizzazione che sta alla base delle maggiori trasformazioni del settore, conferma la rilevanza strategica dell’innovazione all’interno del mondo logistico. I trend principali riguardano l’intelligenza artificiale e la robotica.

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Le start-up saranno il fulcro di questa trasformazione perché indirizzano in modo mirato le aree di bisogno con soluzioni all’avanguardia. L’impennata dell’e-commerce negli ultimi anni, combinata con l’appetito dei consumatori per la consegna in giornata, ci ha portato ad un punto critico. Le società di consegna stanno facendo tutto il possibile per consegnare gli ordini ai clienti in modo sempre più rapido. Le soluzioni digitali all’avanguardia costringono quindi le società di consegna tradizionali a evolversi.  Oggi l’Intelligenza Artificiale (AI) è parte integrante delle nostre giornate, anche grazie ai progressi della tecnologia che la rendono sempre più accessibile. Il termine Intelligenza Artificiale è stato coniato nel 1956 da John McCarthy. L’argomento, da allora, ha suscitato grande interesse dando avvio a numerose ricerche e scoperte.

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Si tratta dell’insieme di studi e tecniche per creare macchine in grado di risolvere problemi e riprodurre attività tipiche dell’intelligenza umana, attraverso computer dotati di opportuni software. Ci sono molte ragioni che portano a pensare che questo sia il momento migliore per puntare sull’Intelligenza Artificiale anche nel settore della logistica, per il suo grande potere di ottimizzare l’attività e creare valore aggiunto. In particolare l’Intelligenza Artificiale può aiutare a gestire le informazioni di contatto, verificando che siano costantemente aggiornate e dettagliate. Il rischio di errori dispendiosi per le aziende si riduce notevolmente, e cresce la possibilità di tenere sotto controllo tutti gli aspetti legislativi, ottenendo risultati ottimali. DHL ha sviluppato uno strumento basato sull’apprendimento automatico per evitare ritardi nei tempi di trasporto delle merci: il modello di machine learning è in grado, infatti, di prevedere ritardi nella spedizione, identificando i fattori principali che li determinano, e aiutando i corrieri a pianificare metodologie di intervento mirato.

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L’AI consente agli operatori logistici di interagire con i sistemi informatici proprio come farebbero con un altro essere umano. La capacità di automatizzare input, memorizzare e recuperare informazioni tramite l’interazione vocale riduce tempo e complessità di quelle attività che richiederebbero l’inserimento manuale o la ricerca di informazioni. Cambia anche il rapporto tra fornitori di servizi logistici e clienti finali, perché l’AI può aiutare a personalizzare i punti di contatto fra le due parti, aumentando la fidelizzazione. Un’altra frontiera interessante è quella della logistica anticipata, che consiste nel fare previsioni su ciò che i clienti acquisteranno, accorciando ulteriormente i tempi di consegna. Si tende sempre più verso un paradigma proattivo e predittivoAllo stesso tempo si rende necessario sviluppare standard e regolamenti per garantire il continuo progresso dell’AI e ottenere i massimi benefici da essa.

DHL crede nel grande potenziale della tecnologia in ambito logistico ed è proprio questo il momento di cogliere le notevoli opportunità dell’Intelligenza Artificiale. Tuttavia si evidenzia una crescente consapevolezza sui reali benefici offerti della Digitalizzazione nei processi di Trasporto Merci e, più in generale, della Logistica. Ci sono tutti i presupposti per dare il via ad una vera e propria rivoluzione grazie al digitale e alle tecnologie emergenti. Anche la normativa sembra sempre più indirizzata alla definizione di unMercato Unico Digitale Europeo, con regole comuni a tutti i Paesi dell’UE e volte a stimolare la ripresa economica complessiva; una situazione nemmeno immaginabile pochi anni fa.

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E-commerce: nel 2022 nei paesi emergenti varrà 4000 miliardi https://www.business.it/e-commerce-2022-paesi-emergenti-varra-4000-miliardi/ Mon, 29 Oct 2018 11:15:12 +0000 https://www.business.it/?p=34252 La crescita del mercato online prosegue in maniera lineare rispetto al 2017, ma dietro questo trend si cela un forte cambiamento: le nuove tecnologie hanno modificato

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La crescita del mercato online prosegue in maniera lineare rispetto al 2017, ma dietro questo trend si cela un forte cambiamento: le nuove tecnologie hanno modificato significativamente i comportamenti dei consumatori, i modelli di business e i processi di vendita segnando una nuova era del retail e dell’economia globale. L’e-commerce sta conquistando anche i Paesi emergenti. Il commercio elettronico è destinato a registrare un vero e proprio boom, dove si prevede da qui al 2022 una crescita sostenuta degli utilizzatori di smartphone, che sarà un fattore abilitante per l’impennata delle vendite di beni e servizi online. A prevederlo è una recente ricerca di The Boston Consulting Group, che parla di una crescita degli utenti internet in quelle regioni dai 2,1 miliardi di persone del 2017 ai tre miliardi del 2022, pari a tre volte il numero degli utenti attivi nelle economie sviluppate. Di conseguenza il valore della spesa influenzata dalla rete si aggirerà intorno ai 4mila miliardi di dollari.

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Una crescita rilevante se si confronta con il dato del 2017 che si attesta a 2,1 miliardi di utenti. Secondo il report “Digital Consumers, Emerging Markets, and the $4 Trillion Future” elaborato da The Boston consulting Group, tra quattro anni il totale della spesa fatta in rete nei mercati emergenti si aggirerà intorno ai 4mila miliardi di dollari (circa 3500 miliardi di euro). Nei nove Paesi presi in considerazione dalla ricerca (Brasile, Cina, Filippine, India, Indonesia, Kenya, Marocco, Nigeria e Sudafrica) i livelli di sviluppo digitale sono però differenti, accomunati principalmente dal primato degli smartphone, che diventano sempre più lo strumento principale per l’accesso alla rete per nove utenti su dieci.

Le Filippine insieme ai quattro Stati africani presi in considerazione presentano un livello di sviluppo digitale modesto: sono considerati infatti Paesi “Digitally aware”. Il Brasile, l’Indonesia e l’India invece hanno un livello di sviluppo digitale più avanzato e sono valutati Paesi “Digitally advancing”. La Cina è il Paese emergente dove l’e-commerce ha più seguito: la rete influenza il 40% degli acquisti e i guadagni relativi agli acquisti online rappresenta il 20% del totale. Il Paese asiatico, infatti, è considerato “Digitally advanced” e presenta numeri superiori a quelli degli Stati Uniti e a quelli della Gran Bretagna.

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Nei Paesi dove gli utenti sono più maturi dal punto di vista digitale i beni più acquistati sono vestiti, scarpe, prodotti di bellezza e vacanze, mentre negli altri predominano le prenotazioni dei voli e, in misura minore, gli acquisti di cellulari. La tempesta tecnologica ha trasformato il contesto competitivo: il consumatore guadagna potere e consapevolezza, le tecnologie aprono nuove strade e il mercato diventa sempre più complesso. L’e-commerce continua la sua avanzata con una crescita inarrestabile degli e-shopper, che nel 2022 arriveranno a 2.5 miliardi nel mondo Anche i tassi delle vendite online sono sorprendenti: nel 2021 il loro valore globale sarà di oltre 4.800 miliardi di dollari e la percentuale delle vendite online il 18% del totale. I dati 2018 ci rivelano che il digitale è entrato nella sua fase di rivoluzione, con impatti importanti sullo scenario di mercato e sugli assetti competitivi. Il mercato sta andando proprio in questa direzione, premiando la creazione di esperienze uniche e a misura di ogni singolo consumatore.

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Nexive: una nuova piattaforma digitale a supporto dell’e-commerce https://www.business.it/nexive-nuova-piattaforma-digitale-supporto-ecommerce/ Wed, 03 Oct 2018 09:07:41 +0000 https://www.business.it/?p=32445 Nexive, primo operatore privato del mercato postale nazionale, presenta il nuovo portale “Integrazione”, con cui intende contribuire alla crescita del commercio

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Nexive, primo operatore privato del mercato postale nazionale, presenta il nuovo portale “Integrazione”, con cui intende contribuire alla crescita del commercio elettronico in Italia, supportando le aziende attive online in una gestione più efficiente ed efficace delle attività documentali e di spedizione corollarie all’eCommerce. La piattaforma digitale sviluppata per semplificare la vita ai merchant, consentirà di integrare i sistemi delle aziende italiane con i sistemi Nexive in relazione ai processi di recapito postale, recapito pacchi e stampa, rendendo più fluide le procedure.

Consapevole del ruolo imprescindibile della logistica a supporto dell’eCommerce quale driver di competitività per il Paese, Nexive punta infatti a una “smooth delivery” ovvero alla perfetta integrazione della consegna nell’acquisto per soddisfare a pieno il consumatore finale e incoraggiare gli acquisti online. Un impegno che nell’ultimo anno si è tradotto in una crescita del 74% dei volumi dei propri servizi di delivery: nel 2016 i pacchi movimentati da Nexive in Italia hanno superato i 4,6 milioni di unità, nel 2017 sono raddoppiati, raggiungendo circa 8 milioni di pacchi e per il 2018 si punta ai 12 milioni.

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 A partire dal 1° ottobre, accedendo al Portale Integrazione le aziende clienti di Nexive potranno scoprire le diverse modalità per integrarsi, a disposizione per i prodotti di Recapito Postale, Stampa e Pacchi, e scegliere l’opzione più adatta alle proprie esigenze di business. Un’interessante novità è la possibilità d’integrazione tramite protocollo API, che consente il massimo livello di flessibilità e personalizzazione dei servizi ed è ideale per le aziende che spediscono con frequenza elevata. Integrarsi con Nexive tramite API sarà semplicissimo: accedendo all’area personale, il cliente potrà generare in tempo reale il codice API da inserire nel proprio codice di programmazione, potendo così beneficiare dei servizi Nexive in modo facile e veloce.

Nel complesso, i merchant potranno beneficiare di una maggiore affidabilità nello smistamento dei flussi di spedizione e ottenere una customer experience ottimale. Attraverso il portale e l’integrazione dei sistemi di recapito e stampa sarà infatti ancora più semplice creare nuove spedizioni, gestire gli ordini attivi, vedere lo storico di quelli passati e tracciare le spedizioni in tempo reale, garantendo la massima soddisfazione dei clienti. Non solo, una fluidità garantita anche rispetto al recapito postale, per cui verranno offerte le stesse funzionalità di integrazione del recapito pacchi. Il servizio d’integrazione non supporterà infatti solo il mondo eCommerce, ma in generale tutto il mondo business semplificando i processi dei clienti parcel, ma anche mail. 

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“L’attenzione alle esigenze delle nostre aziende clienti si traduce nella continua innovazione dei prodotti e dei servizi che offriamo: con il nuovo portale di integrazione intendiamo proprio supportare le realtà attive online nel proprio percorso di crescita, semplificando alcune procedure non legate al core business, ma in ogni caso strategiche ai fini del successo della attività commerciali online. L’eCommerce rappresenta un driver di competitività per le realtà del Made-in-Italy e crediamo che la logistica possa fare molto in questo senso, garantendo qualità e puntualità della consegna e sostenendo gli acquisti online. Al nostro impegno per offrire servizi sempre più evoluti a supporto degli eShopper, si associa quindi la nostra costante attenzione verso i merchant e con il Portale Integrazione Nexive si propone di sgravarli da alcuni task operativi, consentendo loro di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto. Questo duplice commitment verso consumatori e aziende, ci ha consentito di crescere nel mercato eCommerce e anche grazie alle nuove soluzioni introdotte quest’anno – oltre al portale, anche Sistema International, Servizio Resi Easy – puntiamo a superare il traguardo dei 12 milioni di pacchi movimentati in tutta Italia entro la fine del 2018”, ha dichiarato Michel Bagli, Marketing & Innovation Director di Nexive. 

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E-commerce: l’Europa promuove l’economia digitale https://www.business.it/e-commerce-europa-promuove-economia-digitale/ Tue, 25 Sep 2018 10:02:10 +0000 https://www.business.it/?p=31913 Acquistare e vendere sono attività che incidono direttamente sull’economia. Grazie a Internet e alle numerose piattaforme digitali, non solo e-commerce ma anche

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Acquistare e vendere sono attività che incidono direttamente sull’economia. Grazie a Internet e alle numerose piattaforme digitali, non solo e-commerce ma anche ai Social Network, il modo di “fare economia” è profondamente cambiato. Così pure è cambiato il comportamento di acquisto e vendita delle famiglie e delle imprese.  È evidente, dunque, come il commercio elettronico assuma un ruolo centrale nell’economia digitale. Così l’Europa si è impegnata ad aiutare aziende e consumatori degli Stati membri per promuovere l’economia digitale, i servizi, l’internazionalizzazione e l’innovazione tecnologica. A Bruxelles è stato presentato il nuovo pacchetto di azioni a favore del commercio elettronico, per semplificare gli acquisti online e tutelare sia i consumatori, sia le imprese: “Per far sì che le nuove regole funzionino correttamente, tutte le parti coinvolte devono essere adeguatamente informate e allo stesso tempo devono impegnarsi ad applicarle nelle loro attività quotidiane”, ha dichiarato in una nota ufficiale il vice presidente della Commissione europea, Andrus Ansip. Questi orientamenti rientrano negli sforzi più ampi della Commissione per incentivare il commercio elettronico, grazie alle proposte di semplificare le norme sull’IVA, facilitare le consegne dei pacchi e i pagamenti transfrontalieri e rafforzare la protezione dei consumatori”.

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È online che le persone acquistano

È online che le persone acquistano e acquisteranno sempre di più, è su Internet che avvengono compravendite Business-to-business (B2B) di prodotti e servizi, e tutto ciò utilizzando soprattutto i device mobili, quali smartphone e tablet, seppur in modo diverso. Affinché si sviluppi una sempre più efficiente economia digitale è necessario soddisfare alcuni presupposti: dotarsi di infrastrutture tecnologiche, fisse e mobili, evolute; diffondere soprattutto tra le PMI italiane una maggiore adozione e utilizzo dell’ICT; ripensare i modelli imprenditoriali; puntare sulla formazione dei lavoratori. Tuttavia il prossimo 3 dicembre, le azioni individuate consentiranno inoltre alle imprese, attive nel settore ecommerce, di adattarsi alle nuove norme che entreranno in vigore in tutta l’Unione europea. Prevista assistenza tecnica sia per i consumatori, sia per le imprese, con l’intento di diffondere informazioni e consigli utili sull’argomento e nuovi strumenti digitali per meglio tutelarsi e favorire da un lato una buona esperienza utente e dall’altro ulteriori opportunità di crescita. In questo modo la Commissione ha effettuato un concreto passo in avanti per rendere più accessibili le consegne transfrontaliere dei pacchi nell’Ue. 

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L’economia digitale rappresenta un importante fattore per la crescita e l’innovazione. Il digitale ha portato a una grande innovazione e a uno sviluppo economico al punto tale da poter affermare che l’economia intera non è più solo globale ma, appunto, anche digitale. Ogni impresa, quindi, è destinata a divenire una tech Company, se finora c’è stata sempre una netta distinzione tra le imprese tecnologiche e quelle “tradizionali”, oggi grazie a strumenti come il data analytics e la diffusione di tecnologie hardware più economiche e compatte anche le cosiddette imprese tradizionali possono ottimizzare i propriprocessi e creare nuovo valore per i consumatori. Un esempio è la grande trasformazione in atto del sistema del retail in cui la digitalizzazione sta abilitando l’integrazione tra store online e negozi fisici. La valorizzazione dell’industria tradizionale passa, quindi, attraverso l’economia digitale, la nuova frontiera per chi vuole fare impresa e avere successo. Le nuove tecnologie sono un elemento importante per lo sviluppo delle imprese e dell’innovazione.

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E-commerce: in continua crescita, un trend destinato a rimanere tale https://www.business.it/e-commerce-continua-crescita-trend-destinato-rimanere-tale/ Fri, 21 Sep 2018 10:00:02 +0000 https://www.business.it/?p=31721 L’e-commerce mantiene le promesse e proseguirà la sua crescita anche nei prossimi anni. Gli acquisti e-commerce di prodotti guadagneranno sempre più terreno facendo

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L’e-commerce mantiene le promesse e proseguirà la sua crescita anche nei prossimi anni. Gli acquisti e-commerce di prodotti guadagneranno sempre più terreno facendo registrare un tasso di crescita quattro volte superiore ai servizi, mentre il ruolo dello smartphone diviene sempre più centrale: un terzo degli acquisti online sarà effettuato attraverso dispositivo mobile e per alcuni merchant l’incidenza degli acquisti da questo device supera i due terzi. Le nuove tecnologie hanno modificato significativamente i comportamenti dei consumatori, i modelli di business e i processi di vendita segnando una nuova era del retail e dell’economia globale.

Il dato emerge dal nuovo report mondiale Nielsen ‘Future opportunities in FMCG e-commerce’. In particolare, in Europa, i prossimi anni vedranno una crescita decisiva del canale e-commerce, soprattutto a causa delle mutate dinamiche sociali. Il report, che esamina gli attuali fattori di crescita dell’eGrocery – l’e-commerce nel largo consumo – in 34 mercati, evidenzia il rapido ritmo con cui il canale si espanderà nei prossimi anni (18,4% crescita percentuale media in un anno) e stima che le vendite globali totali raggiungeranno i 400 miliardi di dollari americani entro il 2022.

Il 26% dei consumatori europei utilizza già piattaforme di eCommerce per la consegna a domicilio dei prodotti di largo consumo. Il Regno Unito è in testa alla classifica delle vendite online (6,3% dei prodotti FMCG venduti sono venduti online), seguito dalla Francia (6,1%), dove la formula “click-and-collect”, presente dall’inizio degli anni 2000, ha reso l’e-commerce un successo. La classifica dei top-5 nell’Europa occidentale continua con Svizzera, Italia e Paesi Bassi (rispettivamente 1,8%, 1,7% e 1,5%). I restanti mercati occidentali inclusi nel report sono Belgio, Spagna, Germania e Portogallo. Nielsen stima che la quota dell’eGrocery in Portogallo (meno dell’1% nel 2017) salirà a 1,6% (430 milioni di dollari) entro il 2022.

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Il futuro dell’e-commerce

In un mercato in continua espansione, la concorrenza si fa di anno in anno sempre più agguerrita. Per sopravvivere è opportuno fornire una piattaforma d’acquisto all’avanguardia, che risponda alle esigenze effettive degli utenti e anticipi quelle future, in un contesto sempre mutevole e indefinito. Il 2018 ha dato il via ad una serie di trend che vedremo perfezionarsi nel corso del prossimo decennio. Alcuni elementi sono attualmente ancora in fase embrionale, ma è praticamente certo che otterranno sempre maggior peso. Sulla scia di colossi quali Amazon, Netflix, Google, Uber ecc… è possibile, considerando con attenzione le funzionalità da loro introdotte, prevedere come si evolverà il mondo eCommerce da qui ai prossimi 10 anni.

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Queste realtà hanno infatti introdotto elementi innovativi che diventeranno presto uno standard e che si evolveranno in qualcosa di più integrato tra fisico e online. Con il costante aumento del mercato online, la sopravvivenza del mercato fisico è a rischio. La soluzione che molte realtà stanno adottando si basa quindi sull’omnicanalità, ovvero essere presenti sia online che offline. Più queste due realtà sanno comunicare tra di loro, più il successo è assicurato. Tale strategia ha già trovato il proprio pioniere in Amazon: con Amazon Go è già possibile effettuare acquisti da un negozio fisico con addebito e pagamento sul conto virtuale di Amazon. Prevedere l’interscambiabilità tra online e offline farà la felicità dell’utente che potrà entrare in contatto con il brand, conoscere il prodotto acquistare quel prodotto indipendentemente se il canale prescelto sia l’eCommerce o il negozio fisico.

Le Chatbot di assistenza sono ormai diffuse, ma si prevede che entro il 2022 l’85% delle interazioni avverrà con esse. Inoltre gli utenti stanno sempre più abituandosi ad utilizzare assistenti vocali per interagire con i dispositivi ed è previsto che entro il 2020, il 40% degli utenti userà un assistente vocale al posto di un sito web. Già abbiamo visto cosa può fare Google Duplex. È possibile quindi prevedere un futuro in cui un nostro assistente vocale interagirà con una chatbot per programmare l’acquisto di un prodotto.

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Startup innovative, l’idea geniale di un’azienda di moda da 1 miliardo di dollari https://www.business.it/startup-innovative-idea-geniale-azienda-moda-1-miliardo-di-dollari/ Wed, 27 Jun 2018 08:58:18 +0000 https://www.business.it/?p=28957 L’industria della moda non è sicuramente un settore per chi è indisciplinato né per i cambiamenti lenti. I clienti cambiano infatti le loro preferenze in modo molto rapido tant’è che casi di marchi americani come Nasty Gal  e American Apparel valgono molto meno di come erano considerati una volta. Il contesto al quale ci approcciamo… Leggi tutto »Startup innovative, l’idea geniale di un’azienda di moda da 1 miliardo di dollari

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L’industria della moda non è sicuramente un settore per chi è indisciplinato né per i cambiamenti lenti.

I clienti cambiano infatti le loro preferenze in modo molto rapido tant’è che casi di marchi americani come Nasty Gal  e American Apparel valgono molto meno di come erano considerati una volta.

Il contesto al quale ci approcciamo rende quindi particolarmente degna di nota la storia del marchio di abbigliamento e-commerce Revolve, di Los Angeles.

Il brand è stato fondato nel 2003 da Michael Mente e Mike Karanikolas. La notizia sorprendente è quella relativa alle vendite 2018, che sono valse ben 1 miliardo di dollari.

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Lo studio dei dati

Il Wall Street Journal ha recentemente riportato che Revolve, casa di moda nota per il suo audace abbigliamento alla moda, potrebbe presto prepararsi ad un’offerta pubblica iniziale già dalla fine di quest’anno.

Devolve rappresenta un caso di studio sul modo in cui la moda è diventata un business non basato solo sullo stile, ma anche sui dati.

A differenza della maggior parte dei fondatori di società di moda, Mente e Karanikolas non avevano esperienza nel settore.

Quello che hanno fatto è stato un approccio analitico: lo studio dei dati e un background in ambito business.

Mente lasciò un programma di imprenditorialità presso la University of Southern California per unirsi ad una startup di software a Los Angeles (che in seguito è fallita), dove incontrò il suo amico cofondatore Karanikolas. Karanikolas, che ha studiato ingegneria informatica presso la Virgina Tech, ha lavorato giorno e notte sui dati dell’azienda, ottenendo numerosi vantaggi.

L’idea iniziale di Revolve era quella di costruire un sito di e-commerce che rifornisse il maggior numero possibile di marchi alla moda, questa la vision del responsabile marketing Raissa Gerona, entrato a far parte dell’azienda dal 2010.

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Un target mirato

La cosa ha funzionato per un po’, poi quando la recessione ha colpito nel 2008, e vedendo i loro concorrenti vendere prodotti alla metà del prezzo iniziale, Revolve ha deciso di arrendersi e concentrarsi sulla creazione di un prodotto speciale per un pubblico molto specifico: le donne che appartengono alla generazione dei millennials.

L’azienda ha così ricercato un design di nicchia, che non possono essere trovato dalle grandi catene come Barneys o Macy’s.

Revolve, attraverso l’analisi dei dati dei suoi clienti, sa dire esattamente ai progettisti ciò che i clienti stessi stanno cercando, come ad esempio più abiti di media lunghezza o un particolare colore della maglietta. La società afferma che i progettisti e gli sviluppatori che sono ricettivi a questi dati vedranno sicuramente migliorare le loro vendite.

“Tutto ciò che l’azienda fa nasce dai dati“, afferma Gerona.

Il processo di inventario della società è un altro esempio, altrettanto calzante per far capire come lavora la scoietà, ma sopratutto come ha fatto ad ottenere tanto successo.

La piattaforma di riordino di Revolve invia automaticamente una notifica agli acquirenti, puntuale ogni giorno, quando un articolo viene venduto rapidamente. In questo modo viene avviato un sistema di tagging, che traccia ogni dettaglio di un capo di abbigliamento dalla lunghezza ai pulsanti, consentendo al team di distinguere o raccogliere facilmente i dati sul designer, sull’aspetto e sul taglio dell’abito.  Mentre l’automazione aiuta, gli umani alla fine intervengono per prendere le decisioni: acquistare i capi.  Se ci prendiamo il rischio su una tendenza, possiamo poi distinguere qualitativamente come saranno venduti gli stili futuri”, dice Gerona.

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E-commerce e produzione originale

Revolve contatterà quindi il marchio di terze parti per informarsi sul riordino, al fine di soddisfare la domanda dei clienti. A volte i marchi non possono consegnare perché non producono più un oggetto di tendenza in bassa stagione. Quando ciò accade, Revolve interviene e produce egli stesso l’oggetto desirato, sopperendo alla mancanza.

Revolve produce e disegna 18 dei propri marchi, una mossa che aiuta a rimanere aggiornato e in anticipo rispetto alle tendenze. Gli abiti sono fabbricati in Cina e in India, ma esiste una sede di produzione anche a Los Angeles.

Gerona afferma che l’azienda può chiedere ai suoi 40 designer di creare qualcosa intorno a ciò che è di tendenza, aspettandosi che i capi arrivino sul suo sito in poche settimane. Revolve può praticamente mirare a tutto ciò che i clienti desiderano.

Questa unione di dati, acquirenti e designer ha avuto un incredibile successo per il business e continua a crescere in modo esponenziale anno dopo anno“, afferma.

Con un back-end basato sui dati, Revolve si distingue anche sul front-end con un’ identità originale anche per i social media. Dal 2009, l’azienda ha utilizzato centinaia di esperti di moda e influencer al posto di modelli professionali per mostrare i propri marchi.

La società attribuisce alla sua strategia di marketing influencer la capacità di aver portato entrate da 650 a 700 milioni di dollari l’anno. Niente male, se pensiamo che i due fondatori non avevano alcuna esperienza di moda, eppure hanno saputo applicare al settore un modello di business vincente.

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Amazon ha bisogno dei droni per sopravvivere https://www.business.it/amazon-ha-bisogno-dei-droni-per-sopravvivere/ Sat, 09 Jun 2018 17:13:01 +0000 https://www.business.it/?p=28253 Un sogno, ma anche una necessità. Amazon ha bisogno dei droni per sopravvivere ed è quindi bene che continui ad implementare gli sforzi per portare a termine tale progetto. Ciò che sembrava essere pura utopia, anzi pura fantascienza, potrà diventare, anzi dovrà diventare ben presto realtà. Il colosso guidato da Bezos arriverà a risparmiare parecchi soldi… Leggi tutto »Amazon ha bisogno dei droni per sopravvivere

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Un sogno, ma anche una necessità. Amazon ha bisogno dei droni per sopravvivere ed è quindi bene che continui ad implementare gli sforzi per portare a termine tale progetto. Ciò che sembrava essere pura utopia, anzi pura fantascienza, potrà diventare, anzi dovrà diventare ben presto realtà. Il colosso guidato da Bezos arriverà a risparmiare parecchi soldi se riuscirà a trovare il modo per consegnare pacchi e pacchetti tramite droni.
Secondo chi ha fatto i conti in tasca ad Amazon pare proprio che l’attività di e-commerce dell’azienda nel Nord America abbia portato a casa, nello scorso trimestre un margine operativo di appena il 3,7%. Il dato riguardante, invece, l’e-commerce internazionale ha segnato una perdita operativa di 622 milioni di dollari. Nello stesso periodo, solo un anno fa, invece, la cifra si era arrestata sui 481 milioni di dollari.
Cosa significa tutto ciò? Ebbene sembrerà strano ma Amazon guadagna molto poco a causa di un rapido aumento dei costi delle spedizioni. Per massimizzare il guadagno è quindi chiaro come Amazon debba abbattere i costi di spedizione. Ecco spiegato quindi il motivo per il quale il colosso, nonostante il continuo successo ottenuto a livello mondiale, debba spingere di più sulla realizzazione delle consegne con i droni. Senza dimenticare gli attriti con l’amministrazione Trump, che indaga su un presunto accordo di favore tra il Servizio Postale Federale e il colosso dell’e-commerce.

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Amazon e il costo delle spedizioni: droni si o droni no?

Bezos avrebbe già risolto gran parte dei suoi problemi ed avrebbe aumentato i guadagni se solo avesse già potuto iniziare a consegnare pacchetti e pacchettini con l’utilizzo dei droni. Perché? Così come dicevamo poco fa, leggendo i bilanci trimestrali di Amazon, emerge come i costi di spedizione abbiano rappresentato circa un quinto del costo riguardante le vendite. Si parla all’incirca di una spesa di 6 miliardi di dollari e di costi aumentati a ritmo allarmante da un trimestre all’altro. Possibile che un’azienda che vuole vendere i propri prodotti su internet e farli recapitare a casa ai propri clienti debba spendere così tanto per poter sostenere il proprio business?
Pare di sì. Oltre a ciò, fino ad ora, Amazon ha potuto solamente rimanere a guardare, inerme, l’aumento delle spese da sostenere. Pare, infatti, che l’azienda non abbia adottato alcuna contro-offensiva o proposto alternative al problema.
L’utilizzo di mongolfiere o droni, che poteva sembrare solamente una trovata pubblicitaria, per colpa dei 6 miliardi di dollari spesi per le spedizioni, però sta diventando sempre di più una forte necessità. Quale delle due soluzioni verrà messa in pratica per prima?
In merito al discorso riguardante la consegna di merce attraverso droni c’è da dire che anche altre aziende abbiano iniziato a costruire progetti interessanti. Grazie all’utilizzo delle moderne tecnologie, infatti, i droni potrebbero essere in grado di portare la spesa quotidiana a casa dei clienti, ma anche il cibo da asporto, volando nei cieli cittadini in qualsiasi condizione meteorologica e senza qualcuno che li guidi. Come? Amazon, ma anche altre aziende, stanno studiando l’utilizzo di GPS e mappe per far volare i droni in solitaria e permettere loro di raggiungere ciascuno il proprio obiettivo senza minare la sicurezza dei cieli ed andare a minacciare le tratte di volo degli aerei passeggeri.

Amazon e i droni: quanto tempo ci vorrà ancora?

Quanto tempo ci vorrà ancora prima che Amazon possa utilizzare i droni in tutto il mondo per consegnare pacchetti e pacchettini? Nel 2016 è stata effettuata la prima consegna in Inghilterra. Dopo, però, tutto si è bloccato.
C’è chi prevede che nel 2019 le cose potranno cambiare notevolmente e che a fine anno si arriverà definitivamente ad una svolta dal sapore rivoluzionario. Amazon, dal canto suo, sta lavorando con grande attenzione al progetto Amazon Prime Air. Secondi i ben informati i dirigenti hanno incontrato personale dell’aviazione per le approvazioni di sicurezza ed il controllo del traffico aereo. Per ora, però, nessuno sa se il progetto sia ancora su carta o se siano già partite le prime sperimentazioni.

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Amazon Echo, Alexa e le registrazioni “furtive”: le spiegazioni di Amazon https://www.business.it/amazon-echo-alexa-le-registrazioni-furtive-le-spiegazioni-amazon/ Thu, 31 May 2018 13:32:01 +0000 https://www.business.it/?p=27467 Amazon Echo e Alexa, sistema di intelligenza artificiale presente all’interno degli speaker intelligenti di Amazon, sono di nuovo sotto i riflettori. Dopo molti dubbi da parte degli utenti a tema privacy, questa volta Alexa e Amazon Echo sembrano essere stati proprio colti in fallo. Pochi giorni fa, infatti, mentre una coppia discuteva animatamente tra le… Leggi tutto »Amazon Echo, Alexa e le registrazioni “furtive”: le spiegazioni di Amazon

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Amazon Echo e Alexa, sistema di intelligenza artificiale presente all’interno degli speaker intelligenti di Amazon, sono di nuovo sotto i riflettori. Dopo molti dubbi da parte degli utenti a tema privacy, questa volta Alexa e Amazon Echo sembrano essere stati proprio colti in fallo.

Pochi giorni fa, infatti, mentre una coppia discuteva animatamente tra le mura della propria abitazione, Alexa sembra aver interpretato male le proprie parole, attivandosi e inviando via mail ad un collega dell’uomo la registrazione della discussione in corso in quel momento. Inevitabile lo scoppio di un caso mediatico, soprattutto alla luce dei recenti avvenimenti che hanno messo in luce le falle di alcuni colossi tecnologici in tema di tutela della privacy dei propri utenti.

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Amazon Echo e Alexa: ecco cosa è successo a Portland

Prima di addentrarci nelle spiegazioni fornite da Amazon, chiariamo cosa è successo ai coniugi di Portland. La coppia dell’Oregon, pochi giorni fa, si trovava nella propria abitazione in preda ad un’accesa discussione. Ad un certo punto, probabilmente a causa di un fraintendimento, un dispositivo Amazon Echo – che la coppia usava abitualmente, in più parti della casa – si è attivato. Non solo: Alexa ha registrato la conversazione privata, inoltrando erroneamente per email ad almeno un conoscente della coppia.

Intervistata ad una TV locale, la donna ha spiegato di aver ricevuto la chiamata di un collega che, convinto fosse colpa di un hacker, ha riportato per filo e per segno la conversazione ascoltata, quindi parte del contenuto della discussione dei coniugi. Il caso ha ovviamente riaperto dubbi e discussioni sul ruolo degli assistenti vocali domestici e sulle pericolosità per la nostra privacy.

Alexa non è però nuova a fraintendimenti o errori di questo genere: da tempo, infatti, molti utenti reclamano di risatine improvvise ed inspiegabili dell’assistente vocale così come risposte ambigue a domande sull’FBI.

Gli errori di Alexa: le spiegazioni di Amazon

Sebbene, almeno in parte, gli assistenti vocali domestici rappresentino una vera e propria rivoluzione, non è da escludere che possano causare anche non pochi problemi. Questo genere di tecnologie, per quanto avanzate, sono ancora agli albori: non è quindi difficile immaginare l’ampio margine di miglioramento.

Sotto i riflettori a causa di quanto avvenuto, l’azienda ha voluto commentare quanto accaduto a Portland dando agli utenti le dovute spiegazioni. Amazon ha parlato di possibili errori di Amazon Echo che hanno portato Alexa ad attivarsi e quindi a capire anche “Invia un messaggio”. Non è difficile, infatti, che durante l’accesa conversazione i coniugi non abbiano fatto caso all’assistente intento a chiedere ordini e/o conferme.

“Nonostante il ripetersi di questa serie di errori sia improbabile, stiamo lavorando perché tutto ciò accada con ancora meno frequenza” – hanno spiegato dall’azienda. Nonostante le scuse e le spiegazioni da parte di Amazon, sono molte le questioni sollevate da quanto accaduto: secondo alcuni esperti, infatti, solo ora le persone – colte dall’entusiasmo iniziale – si stanno rendendo conto di quanto questo genere di dispositivi possano rappresentare una minaccia per la propria privacy ma anche per la propria solitudine.

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Amazon, al via il blocco per gli acquirenti australiani https://www.business.it/amazon-blocco-acquirenti-australiani/ Thu, 31 May 2018 13:08:38 +0000 https://www.business.it/?p=27462 A partire dal prossimo luglio, agli australiani verrà impedito di ordinare prodotti su Amazon. Cosa succede al colosso del commercio online? Perché questo divieto? Il blocco è stato reso ufficiale proprio oggi: amazon.com ha fatto sapere che gli acquirenti che sono residenti in Australia verranno reindirizzati al sito locale, ovvero amazon.com.au, e che i suoi… Leggi tutto »Amazon, al via il blocco per gli acquirenti australiani

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A partire dal prossimo luglio, agli australiani verrà impedito di ordinare prodotti su Amazon.

Cosa succede al colosso del commercio online? Perché questo divieto?

Il blocco è stato reso ufficiale proprio oggi: amazon.com ha fatto sapere che gli acquirenti che sono residenti in Australia verranno reindirizzati al sito locale, ovvero amazon.com.au, e che i suoi siti internazionali, tra cui quello di Amazon.com, non saranno in grado di soddisfare le spedizioni da effettuare agli indirizzi australiani. Il cambiamento è stato fatto in risposta ad un nuovo regolamento fiscale, che entrerà in vigore proprio il 1 ° luglio (e richiede alle imprese di guadagnare oltre $ 75.000 AUD all’anno, al fine di addebitare l’imposta sugli acquisti di beni e servizi, la cosiddetta GST, imposta del 10% in Australia su tutti gli articoli di basso valore importati dai consumatori).

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La cosiddetta “Tassa Amazon”, scopriamo perchè

É stata subito definita la “tassa Amazon”, e ha spaventato molti. D’altronde la nuova politica introdotta in seguito alle preoccupazioni sull’impatto di Amazon ha coinvolto anche altre grandi imprese di e-commerce all’estero sui rivenditori australiani, anch’esse costrette ad applicare la GST a tutti i prodotti che vendono.

C’è un però. La scappatoia a norme fiscali tanto rigide può essere gabbata da un piccolo dettaglio, ovvero: la GST è attualmente applicata solo agli articoli acquistati dai rivenditori oltreoceano se valgono $ 1.000 AUD o più, e molte società locali hanno sostenuto che Amazon, eBay e altri concorrenti esteri ne hanno tratto un vantaggio ingiusto. 

Amazon ha lanciato il suo sito australiano lo scorso dicembre, dunque si tratta di una delle piattaforme più recenti della società. Secondo i dati trapelati, attualmente gestisce 60 milioni di prodotti, una parte più che cospicua dei circa 500 milioni di prodotti che sono elencati sul sito americano di Amazon. Come previsto, i clienti australiani avranno accesso a 4 milioni di prodotti precedentemente disponibili solo su amazon.com, solo attraverso il suo nuovo Global Store.

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La dichiarazione ufficiale di Amazon

Una dichiarazione ufficiale Amazon l’ha pronunciata al sito americano techcrunch, grazie ad portavoce. É stato dichiarato che:

In seguito alle modifiche effettuate sulla legge GST australiana del 1 ° luglio, le opzioni di acquisto internazionali per i clienti australiani cambieranno.

Mentre ci scusiamo per gli eventuali disagi che questo atto potrebbe causare ai clienti, abbiamo dovuto valutare la praticabilità della legislazione come business globale attraverso la collaborazione di più siti internazionali. Sulla base della nostra valutazione, reindirizzeremo i clienti australiani dai nostri siti internazionali ad amazon.com.au, dove possono acquistare i prodotti venduti da Amazon US sul nuovo Global Store, disponibile da oggi. Questo ci consentirà di fornire ai nostri clienti un accesso continuo alla selezione internazionale e di rimanere conformi alla legge che ci impone di raccogliere e rimettere la GST sui prodotti venduti su siti Amazon che vengono spediti dall’estero”.

Dunque la dichiarazione risulta chiara ed esauriente, e non lascia spazio a dubbi o passi indietro del colosso americano.

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Netcomm Forum 2018, l'evento su e-commerce, digital retail e digital transformation https://www.business.it/netcomm-forum-2018-levento-commerce-digital-retail-digital-transformation/ Sat, 26 May 2018 10:00:44 +0000 https://www.business.it/?p=25846 Il 30 e 31 maggio a Milano torna Netcomm Forum, un evento unico in Italia dedicato a e-commerce, digital retail e digital transformation. Quella di quest’anno sarà la tredicesima edizione di quest’evento: una quarantott’ore dedicata al business, alla formazione e al networking per far crescere la tua impresa. Tra i temi che verranno trattati ci sono le trasformazioni… Leggi tutto »Netcomm Forum 2018, l'evento su e-commerce, digital retail e digital transformation

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Il 30 e 31 maggio a Milano torna Netcomm Forum, un evento unico in Italia dedicato a e-commerce, digital retail e digital transformation. Quella di quest’anno sarà la tredicesima edizione di quest’evento: una quarantott’ore dedicata al business, alla formazione e al networking per far crescere la tua impresa. Tra i temi che verranno trattati ci sono le trasformazioni e l’evoluzione del settore del digital retail, oltre ad un focus importante sulla digital transformation che coinvolge aziende italiane e internazionali. L’edizione 2018 del Netcomm Forum dovrebbe ospitare più di 12.000 partecipanti, con 195 espositori che parteciperanno alla manifestazione; i relatori dei convegni e delle sessioni plenarie dovrebbero essere 169 con 91 diversi workshop che attendono i partecipanti. L’evento si terrà a Milano presso il Mico. Andiamo ora a vedere nel dettaglio quale sarà il programma di Netcomm Forum 2018.

netcomm-Milano-programmaL’agenda del Netcomm Forum 2018

Mancano ormai pochi giorni all’inizio del Netcomm Forum 2018 e l’agenda degli appuntamenti è già stata definita. Il 30 maggio ad esempio sono in programma due sessioni plenarie, la prima alle ore 9.00 e la seconda alle ore 16.30. Per quanto riguarda la prima plenaria (ore 9.00 – ore 11.00), il titolo sarà “E-commerce & Next Retail, Come il digitale ridefinisce il contesto competitivo”. Verranno analizzati i dati più aggiornati e i principali trend del mercato e-commerce in Italia e nel mondo, le tecnologie più innovative: quale impatto sulla relazione con il cliente e sui rapporti di filiera, i driver di sviluppo e i nuovi modelli di business in un contesto competitivo in forte evoluzione. Gli speaker della prima plenaria saranno Roberta Cocco – Assessore a Trasformazione Digitale e Servizi Civici, Comune di Milano, Roberto Liscia – Presidente, Netcomm, Riccardo Mangiaracina – Direttore Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C, School of Management, Politecnico di Milano. Sono previsti poi due interventi, uno a cura di Google e uno a cura di Reply. Infine, ultimo intervento, quello di Milo Maneo – Senior Director eCommerce, Adidas. La seconda plenaria del 30 maggio (ore 16.30 – ore 18.00), avrà come titolo “L’innovazione come motore per il successo – Su quali leve deve scommettere un mercato in continua trasformazione. Nel corso di questo incontro verrà trattato come rileggere il proprio posizionamento e il contesto competitivo, come valorizzare i propri asset in chiave digitale, come rispondere alle nuove attese del mercato e rimodulare la propria value proposition. A condurre questo momento sarà Andrea Cabrini, Managing Editor, ClassCNBC. Durante la prima giornata, sono previsti 42 workshop che affronteranno diverse tematiche. Il 31 maggio invece, è prevista una plenaria dalle ore 9.00 alle ore 11.00 dal titolo “L’era del Next Retail e del consumatore unico – Nuovi consumatori e nuove modalità di shopping”. In questo ambito si analizzeranno come i canali di relazione con il cliente assumono nuove forme e nuovi ruoli, come il consumatore guida la trasformazione e ridisegna il retail 4.0 e infine come le tecnologie accelerano il cambiamento anticipando i bisogni del consumatore. Nella giornata conclusiva, sono previsti 37 workshop.

netcomm-milano-programmaGli organizzatori

Netcomm, il Consorzio del Commercio Digitale Italiano, è il punto di riferimento in materia di e-commerce e retail digitale nel panorama nazionale e internazionale. Nato nel 2005, riunisce oltre 300 aziende composte da società internazionali e piccole-medie realtà di eccellenza. Netcomm promuove lo sviluppo dell’e-commerce e dell’evoluzione digitale delle imprese, generando valore per l’intero sistema economico italiano e per i consumatori. Netcomm è uno dei membri fondatori dell’Associazione Europea del Commercio Elettronico, Ecommerce Europe.
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Web eCom 2018 Bari, l'evento dedicato ad eCommerce e Digital Marketing https://www.business.it/web-ecom-2018-bari-levento-dedicato-ecommerce-digital-marketing/ Thu, 03 May 2018 10:00:03 +0000 https://www.business.it/?p=24307 L’Hotel Parco dei Principi di Bari sarà il teatro di Web eCom 2018, la seconda edizione dell’evento dedicato all’eCommerce e al Digital Marketing, organizzato dalla web agency Aproweb. La seconda edizione si terrà l’8 e 9 giugno 2018 e punta a superare il successo di quella precedente che ha visto la partecipazione di oltre 150 persone… Leggi tutto »Web eCom 2018 Bari, l'evento dedicato ad eCommerce e Digital Marketing

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L’Hotel Parco dei Principi di Bari sarà il teatro di Web eCom 2018, la seconda edizione dell’evento dedicato all’eCommerce e al Digital Marketing, organizzato dalla web agency Aproweb. La seconda edizione si terrà l’8 e 9 giugno 2018 e punta a superare il successo di quella precedente che ha visto la partecipazione di oltre 150 persone che hanno avuto la possibilità di ascoltare 10 speaker d’eccezione. Web eCom 2018 è stato concepito per essere un punto di networking, formazione e informazione nel Sud Italia. Andiamo ora a vedere nel dettaglio quale sarà il programma dell’evento.

Programma dell’evento

Web eCom 2018 si terrà come detto in precedenza a Bari, presso l’Hotel Parco dei Principi, l’8 e il 9 giugno 2018. Il programma dell’evento è già quasi completamente definito anche se mancano ancora alcuni dettagli. Di seguito vi riportiamo le informazioni già note.
8 GIUGNO

  • Ore 8:00 – Registrazione
  • Ore 9:15 – Saluti a cura di Daniele Rutigliano
  • Ore 9:30 – Titolo workshop in fase di definizione – A cura di BRT
  • Ore 10:15 – Titolo workshop in fase di definizione – A cura di Gianluca Laterza, Tripadvisor
  • Ore 11:00 – Pausa caffè
  • Ore 11:45 – Workshop: “Modellare l’industria dei Pagamenti Digitali” – A cura di Roberto Galati, ComNpay
  • Ore 12:30 – Tavola rotonda sul fashion
    • Enrico Faraci, galione.com
    • Marcello Magistà, max1980.it
    • Alfredo Giovine, Lancaster
    • Vittorio Ronzitti, sbirulino.it
    • Francesco Morisco, braccialettiaua.com
  • Ore 13:15 – Pausa pranzo
  • Ore 15:30 – Tavola rotonda sul turismo con Vincenzo Picardi, villaggio African Beach
  • Ore 16:15 – Titolo workshop in fase di definizione – A cura di Luigi Ditano, Ditano.com
  • Ore 17:00 – Pausa caffè
  • Ore 17:30 – Tavola rotorna sui pagamenti
    • Roberto Galati, Comnpay
    • Andrea Galdino, Ingenico
    • Angelo Tafuro, Banca Sella
  • Ore 18:15 – Titolo workshop in fase di definizione – A cura di Imad El Kanj, italygotstyle.com
  • Ore 19:00 – Titolo workshop in fase di definizione – A cura di Luca Mastroianni, Prestashop
  • Ore 19:45 – Fine prima giornata

9 GIUGNO

  • Ore 09:00 – Tavola rotonda sulla logistica con Luca Ruggieri di GLS
  • Ore 09:45 – Workshop “Il linguaggio persuasivo nel marketing turistico (oltre lo storytelling)” – A cura di
    Marco Volpe
  • Ore 10:30 – Pausa caffè
  • Ore 11:00 – Workshop “E-commerce Farmaceutico: scenario e mercato” – A cura di Francesco Zaccariello, eFarma
  • Ore 11:45 – Tavola rotonda sul food
    • Nunzia Bellomo, Miele di Lavanda
    • Francesco Altamura, Bis Dolciaria
    • Giuseppe Martinelli, Granoro
  • Ore 12:30 – Workshop in fase di definizione – A cura di MultiSafePay
  • Ore 13:15 – Pausa pranzo
  • Ore 15:30 – Tavola rotonda sul delivery food
    • Andrea Paccapelo, DrinkMe
    • Celero
  • Ore 16:15 – Workshop: “Costruire la fiducia tra cliente e fornitore: il ruolo dei social media” – A cura di Prof. Filippo Lanubile, Dipartimento di Informatica
  • Ore 17:00 – Workshop: “Il potere delle valutazioni: e il suo impatto su SEO, SEA e Marketing online” – A cura di Eva Zanettin di eKomi
  • Ore 17:15 – Pausa caffè
  • Ore 17:45 – Workshop: “Content Strategy: un processo di innovazione basato su creatività e dati per misurare sforzi e risultati” – A cura di Marta Migliore e Emanuele Arosio
  • Ore 18:30 – Workshop “E-commerce B2B: strategie ed opportunità” – A cura di Daniele Rutigliano di Aproweb.it
  • Ore 19:30 – Saluti finali

Chi organizza Web eCom 2018

Ad organizzare Web eCom 2018 sarà ancora Aproweb. Si tratta della web agency guidata da Daniele Rutigliano, specializzata nella realizzazione di piattaforme di ecommerce e strategie di marketing online. Da più di 10 anni Aproweb offre soluzione personalizzate per le aziende B2C e B2B che desiderano avviare o ampliare la loro attività di commercio elettronico. Aproweb progetta e realizza siti web di ecommerce ad hoc o con CMS quali Magento e Prestashop, sviluppa piani di digital marketing per aumentare il fatturato online tramite attività di SEM (Seach Engine Marketing), SEO (Search Engine Optimization), SEA (Search Engine Advertising), Email marketing e marketplace (Amazon ed eBay).
Leggi anche: Avviare un franchise, tre buoni motivi per i quali non bisogna fare questa scelta

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Netcomm Forum 2018, l'evento dedicato all'e-commerce torna a Milano https://www.business.it/the-digital-commerce-retail-event-netcomm-forum-torna-milano/ Thu, 26 Apr 2018 10:00:18 +0000 https://www.business.it/?p=23907 Si rinnova ancora una volta l’appuntamento con il Netcomm Forum, l’evento più significativo in Italia per l’e-commerce, il digital retail e la digital transformation delle aziende. Il 30 e 31 maggio 2018 il Digital Commerce Retail Event torna a Milano, precisamente nei padiglioni del Mico – FieraMilanoCity dove si terrà una due giorni dedicata al business,… Leggi tutto »Netcomm Forum 2018, l'evento dedicato all'e-commerce torna a Milano

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Si rinnova ancora una volta l’appuntamento con il Netcomm Forum, l’evento più significativo in Italia per l’e-commerce, il digital retail e la digital transformation delle aziende. Il 30 e 31 maggio 2018 il Digital Commerce Retail Event torna a Milano, precisamente nei padiglioni del Mico – FieraMilanoCity dove si terrà una due giorni dedicata al business, alla formazione e al networking per far crescere la tua impresa. I temi più caldi saranno dunque quelli legati alle trasformazioni e all’evoluzione del settore del digital retail, oltre ad un focus importante sulla digital transformation che coinvolge aziende italiane e internazionali.

Netcomm Forum 2018, un’edizione da record

I numeri attesi sono ambiziosi ma le premesse sono più che buone visto che ad oggi ci sono già 166 sponsor ed espositori confermati, con un incremento del 40% rispetto all’edizione del 2017. Gli organizzatori prevedono la partecipazione, distribuita sulle due giornate del Netcomm Forum, di più di 12.000 persone. Il programma, che al momento è ancora in fase di definizione, prevede 3 convegni istituzionali e 79 workshop e convegni che affronteranno le tematiche più disparate. Sul palco invece sono attesi 169 diversi relatori. Di seguito entreremo maggiormente nel dettaglio di quelle che saranno le attività previste il 30 e 31 maggio 2018 nel corso di Netcomm Forum, analizzando il panel delle iniziative in programma in modo da darvi un quadro più completo su questo importante evento che si svolgerà a Milano.

L’agenda degli eventi in programma

Manca ancora poco più di un mese al Netcomm Forum 2018 ma sono già stati definiti alcuni momenti nell’arco delle due giornate dell’evento. Il 30 maggio ad esempio sono in programma due sessioni plenarie, la prima alle ore 9.00 e la seconda alle ore 16.30. Per quanto riguarda la prima plenaria (ore 9.00 – ore 11.00), il titolo sarà “E-commerce & Next Retail, Come il digitale ridefinisce il contesto competitivo”. Verranno analizzati i dati più aggiornati e i principali trend del mercato e-commerce in Italia e nel mondo, le tecnologie più innovative: quale impatto sulla relazione con il cliente e sui rapporti di filiera, i driver di sviluppo e i nuovi modelli di business in un contesto competitivo in forte evoluzione. Gli speaker della prima plenaria saranno Roberta Cocco – Assessore a Trasformazione Digitale e Servizi Civici, Comune di Milano, Roberto Liscia – Presidente, Netcomm, Riccardo Mangiaracina – Direttore Scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2C, School of Management, Politecnico di Milano. Sono previsti poi due interventi, uno a cura di Google e uno a cura di Reply. Infine, ultimo intervento, quello di Milo Maneo – Senior Director eCommerce, Adidas. La seconda plenaria del 30 maggio (ore 16.30 – ore 18.00), avrà come titolo “L’innovazione come motore per il successo – Su quali leve deve scommettere un mercato in continua trasformazione. Nel corso di questo incontro verrà trattato come rileggere il proprio posizionamento e il contesto competitivo, come valorizzare i propri asset in chiave digitale, come rispondere alle nuove attese del mercato e rimodulare la propria value proposition. A condurre questo momento sarà Andrea Cabrini, Managing Editor, ClassCNBC. Durante la prima giornata, sono previsti 42 workshop che affronteranno diverse tematiche. Il 31 maggio invece, è prevista una plenaria dalle ore 9.00 alle ore 11.00 dal titolo “L’era del Next Retail e del consumatore unico – Nuovi consumatori e nuove modalità di shopping”. In questo ambito si analizzeranno come i canali di relazione con il cliente assumono nuove forme e nuovi ruoli, come il consumatore guida la trasformazione e ridisegna il retail 4.0 e infine come le tecnologie accelerano il cambiamento anticipando i bisogni del consumatore. Nella giornata conclusiva, sono previsti 37 workshop.
Leggi anche: Cebit 2018 Hannover, l’evento dedicato alla trasformazione digitale

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Mettersi in proprio: l'e-commerce è adatto alla tua attività? I pro e i contro https://www.business.it/mettersi-in-proprio-e-commerceadatto-tua-attivita/ Wed, 25 Apr 2018 20:44:27 +0000 https://www.business.it/?p=23895 L’e-commerce, o l’atto di vendita di beni o servizi online, ha ridisegnato il mercato moderno negli ultimi anni, ma questa nuova forma di commercio è dotata di una serie di vantaggi e svantaggi rispetto ai metodi tradizionali. È quindi importante che le aziende guardino al di là delle mode del momento e sviluppino le proprie prospettive sul vero… Leggi tutto »Mettersi in proprio: l'e-commerce è adatto alla tua attività? I pro e i contro

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L’e-commerce, o l’atto di vendita di beni o servizi online, ha ridisegnato il mercato moderno negli ultimi anni, ma questa nuova forma di commercio è dotata di una serie di vantaggi e svantaggi rispetto ai metodi tradizionali.
È quindi importante che le aziende guardino al di là delle mode del momento e sviluppino le proprie prospettive sul vero valore dell’e-commerce, per le imprese e per i consumatori. E’ infatti interessante notare che ci sono molti vantaggi per i consumatori che potrebbero effettivamente essere uno svantaggio per le imprese di commercio.
Tra i principali vantaggi per l’avvio di un’attività di e-commerce ci sono: l’eliminazione dei limiti geografici, si acquisiscono nuovi clienti con visibilità sui motori di ricerca, ci sono minori costi di manutenzione e affitto e maggiore capacità per merci e consegne, mentre gli svantaggi principali dell’avvio di un’attività di e-commerce includono perdere il contatto personale dei rivenditori fisici, ritardare la consegna di merci o servizi e limitare la disponibilità di merci in quanto alcune merci non possono essere vendute online.

e-commerce vantaggi e svantaggiPro: clienti in ogni parte del mondo

Internet può essere considerato uno degli aspetti più importanti della società moderna: governa ogni cosa, dalla propaganda politica all’istruzione superiore, al modo in cui conduciamo noi stessi e le nostre imprese. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che il passaggio dalla tua azienda a un modello di e-commerce possa comportare una grande quantità di vantaggi. Il più banale? Puoi avere clienti in ogni parte del mondo senza mai spostarti dal tuo ufficio.

Pro: relativamente semplice acquisire contatti

Oltre a eliminare la necessità di lunghe code nei negozi fisici, i siti di e-commerce consentono alle persone che non si trovano nelle principali aree urbane di accedere ai negozi situati a distanza. L’e-commerce, di conseguenza, apre nuovi mercati per la tua attività, permettendoti di sviluppare un nuovo modello di business in espansione, orientato alla tua base di consumatori. In particolare, un e-commerce che si basi su una buona ottimizzazione dei motori di ricerca per aumentare il traffico gratuito verso il sito, può permettere di acquisire un buon numero di contatti da trasformare poi in clienti.

Pro: minori costi fissi

Dal momento che elimina anche la necessità di un negozio fisico, la tua azienda può risparmiare denaro in affitto e manutenzione dell’immobile destinato ad ospitare l’attività. Inoltre, poiché non esiste un limite al numero di articoli che possono essere venduti online, le scorte del tuo negozio possono espandersi in modo esponenziale passando a un modello di e-commerce e il negozio può rimanere aperto 24 ore su 24, 7 giorni su 7, in modo che i consumatori possano sfogliare le tue merci tempo libero.
Grazie all’e-commerce, i consumatori possono anche acquistare beni digitali come album musicali, video o libri istantaneamente e i negozi possono ora vendere copie illimitate di questi oggetti digitali. Ciò riduce anche le spese per il personale dipendente perché non è più necessario avere dozzine di dipendenti a settimana sul posto per vendere album musicali, libri, prodotti di ogni genere.

Pro: nessuna limitazione di spazio

L’e-commerce consente inoltre alla tua azienda di crescere più facilmente rispetto ai rivenditori fisici in quanto non è vincolato da limitazioni fisiche come lo spazio per archiviare le scorte. Naturalmente, la logistica diventa più dura man mano che l’azienda cresce, ma si può anche migliorare la propria logistica con la scelta del fornitore di servizi logistici di terze parti.
Poiché l’imprenditore di e-commerce acquisisce le informazioni di contatto sotto forma di e-mail, l’invio di e-mail automatizzate e personalizzate è abbastanza semplice. Inoltre, queste metriche consentono una migliore personalizzazione del negozio utilizzando i cookie e altri metodi di monitoraggio del comportamento dei consumatori.

Pro: minori costi logistici

Poiché l’intera catena di fornitura può essere interconnessa con i sistemi di e-commerce b2b, l’approvvigionamento diventa più veloce, trasparente e più economico, e non è necessario gestire banconote o contanti, riducendo ulteriormente i costi e le opportunità di errori contabili.
Infine, l’e-commerce consente alla tua azienda di monitorare la logistica, che è la chiave per una società di e-commerce di successo , oltre a vendere merci a basso volume. Sebbene il retail tradizionale si concentri sullo stoccaggio di merci in rapido movimento, l’economia del commercio elettronico consente di includere nel catalogo prodotti in movimento lento e persino obsoleti.

Contro: percezione d’insicurezza

Anche se può sembrare che l’e-commerce sia la scelta perfetta per risolvere i tuoi problemi di business, ci sono ancora una serie di svantaggi nel passare dalla vendita in un luogo fisico all’utilizzo della vendita online. Molti consumatori preferiscono ancora visitare i negozi fisici per via del loro tocco personale e del rapporto che i clienti possono sviluppare con un punto vendita al dettaglio. Inoltre, molti clienti desiderano sperimentare il prodotto prima dell’acquisto, soprattutto quando si tratta di abbigliamento, ma l’e-commerce elimina quel lusso.
Anche i rischi legati alla sicurezza e alle carte di credito sono enormi quando si tratta di acquisti online: i consumatori corrono il rischio di frodi sull’identità e altri rischi poiché i loro dati personali vengono catturati dalle attività di e-commerce, mentre le aziende rischiano attacchi di phishing e altre forme di frodi; entrambi possono soffrire di frodi con carte di credito.
Di conseguenza, i consumatori temono anche la loro incapacità di identificare truffe e truffatori. Il che significa che il tuo sito web deve essere straordinariamente protetto e verificato per la maggior parte dei consumatori, che devono fidarsi ad utilizzarlo.

Contro: assenza di gratificazione immediata

Se lo shopping riguarda la gratificazione immediata, i consumatori vengono lasciati a mani vuote per un po ‘di tempo dopo aver effettuato un acquisto su un sito di e-commerce poiché spesso devono pagare di più per la spedizione accelerata o aspettare diversi giorni mentre il servizio postale fa il suo lavoro. Inoltre, se non sono soddisfatti del loro ordine, molti rivenditori di e-commerce devono emettere un rimborso, il che richiede che la tua azienda espanda le sue funzioni di logistica inversa, vale a dire la rispedizione di merci e il rimborso dei costi.

Contro: complicazioni fiscali se si vende all’estero

Parlando di costi, c’è una molteplicità di regolamenti e tasse da prendere in considerazione con l’apertura di un negozio di e-commerce. E le autorità di regolamentazione non sono ancora chiare circa le implicazioni fiscali delle transazioni di e-commerce, che è particolarmente vero quando il venditore e l’acquirente si trovano in diversi territori.
Leggi anche: Fare impresa: 5 idee di business ecologici

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eBay app aggiornamento 2018: introdotto il Q-Code, annunci più facili da inserire https://www.business.it/ebay-app-aggiornamento-2018-introdotto-q-code-annunci/ Thu, 19 Apr 2018 17:15:02 +0000 https://www.business.it/?p=23417 eBay ha rilasciato un aggiornamento di app 2018 progettato per rendere più facile l’elencazione degli articoli in vendita sul proprio mercato online. Invece di compilare moduli vendita dettagliati sul piccolo schermo del tuo cellulare, potrai ora eseguire la scansione del codice a barre sull’elemento in questione o digitare una descrizione, scegliere le condizioni dell’articolo, quindi… Leggi tutto »eBay app aggiornamento 2018: introdotto il Q-Code, annunci più facili da inserire

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eBay ha rilasciato un aggiornamento di app 2018 progettato per rendere più facile l’elencazione degli articoli in vendita sul proprio mercato online. Invece di compilare moduli vendita dettagliati sul piccolo schermo del tuo cellulare, potrai ora eseguire la scansione del codice a barre sull’elemento in questione o digitare una descrizione, scegliere le condizioni dell’articolo, quindi fare clic su “elenca il tuo articolo” per rendere l’annuncio attivo sul sito eBay. Dopo aver analizzato o inserito la descrizione, l’app di eBay eseguirà una corrispondenza nel suo catalogo per aiutare a compilare le informazioni necessarie per quel determinato prodotto. Offrirà inoltre ai venditori una istantanea d’archivio precompilato oltre a inserire la raccomandazione sui prezzi di eBay e le condizioni di spedizione.

ebay-vendite-in-caloeBay aggiornamento app 2018: i numeri

L’aggiornamento dell’app di eBay ha lo scopo di ridurre il numero di passaggi necessari per elencare i propri oggetti in pochi secondi. E se il processo è meno ingombrante, eBay spera che più persone scelgano di vendere su questo e-commerce in contrapposizione al crescente numero di app di rivendita come OfferUp o LetGo, che sono attualmente più alte di eBay sull’App Store di Apple. Recentemente, anche il Marketplace di Facebook ha avuto un certo impatto sulle vendite di eBay, soprattutto in termini di vendite locali. Nonostante l’aumento della concorrenza, eBay continua a vedere oltre 13,4 milioni di inserzioni aggiunte al suo sito ogni settimana solo dall’app mobile eBay. L’app aggiornata di eBay con la funzione di scansione dei codici a barre per le inserzioni è ora disponibile sia su iOS che su Android.ebay-vendite-in-calo

Il ruolo di eBay nel business e-commerce

La ritrovata capacità dell’applicazione di elencare rapidamente l’oggetto utilizza la tecnologia come i dati strutturati e l’analisi predittiva per precompilare gli elenchi con le informazioni richieste, invece di affidarsi ai venditori per inserirli manualmente. Questo uso della tecnologia è qualcosa che l’azienda eBay ritiene sia un vantaggio competitivo rispetto ai nuovi arrivati ​​nel mondo e-commerce, oltre alla sua capacità di fornire accesso a milioni di acquirenti in tutto il mondo. “In eBay, ci dedichiamo a offrire un’esperienza di vendita uniforme ed efficiente sia per i venditori principianti che per i venditori stagionati,” afferma Kelly Vincent, VP di Consumer Selling Product & Engineering di eBay, in una nota sul rinnovamento dell’app. “Questo ultimo aggiornamento continua a sfruttare i dati strutturati di eBay, che aiutano a catalogare gli oltre 1,1 miliardi di articoli sulla piattaforma, per compilare istantaneamente i dettagli dei prodotti, i prezzi e le informazioni sulla spedizione nel flusso delle liste. Non solo il catalogo facilita un’esperienza di quotazione superiore, ma consente agli acquirenti di trovare facilmente le grandi offerte offerte dai nostri venditori”, ha aggiunto.
Leggi anche: Amazon Prime supera i 100 milioni di membri

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Banche e Fintech: Amazon e il futuro della finanza https://www.business.it/banche-fintech-amazon-futuro-finanza/ Thu, 22 Feb 2018 11:30:47 +0000 https://www.business.it/?p=19092 Altro che banche, sim, case d’investimento e mediatori creditizi. Nel settore finanziario i big del futuro potrebbero essere le aziende che oggi dominano già la rete di internet e il comparto tecnologico: Google, Amazon, Facebook e Apple, che i consulenti d’impresa identificano con la sigla Gafa e che da tempo meditano di allargare il proprio business in campi oggi… Leggi tutto »Banche e Fintech: Amazon e il futuro della finanza

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Altro che banche, sim, case d’investimento e mediatori creditizi. Nel settore finanziario i big del futuro potrebbero essere le aziende che oggi dominano già la rete di internet e il comparto tecnologico: Google, Amazon, Facebook e Apple, che i consulenti d’impresa identificano con la sigla Gafa e che da tempo meditano di allargare il proprio business in campi oggi dominati per lo più dalle banche e dalle case d’investimento.

L’avanzata del fintech, gli utenti sempre più digitali, l’espansione dei giganti tecnologici e il capolino della blockchain. Basta citare questi trend per capire quanti occhi aperti e quanta attenzione servano oggi per seguire la trasformazione digitale della finanza, alle prese con una rivoluzione senza precedenti. Tra il pressing delle startup e dei colossi tecnologici, i ritmi evolutivi della finanza sono diventati sempre più frenetici, con un’arena che ha visto un rapido innalzamento della competizione. Ed è in questo contesto che, seppur più consapevoli dell’impatto delle tecnologie sul settore, gli operatori finanziari scontano ancora un ritardo strategico.

A parziale conferma che le cose stanno cambiando in fretta, l’utenza viaggia verso il digitale a passo spedito: il 16% degli italiani ha utilizzato almeno un servizio fintech nel corso del 2017 e il 56% dei clienti bancari è attivo sui canali digitali, con il peso della componente mobile in crescita dal 9 al 15% in un anno. Non tutti gli istituti stanno lavorando per rispondere a questa domanda digitale ed è un temporeggiamento a perdere.

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amazon-lending-fintechLa partnership di Amazon

Arriva una pesante indiscrezione circa il recente accordo siglato dal colosso del commercio elettronico Amazon con il gruppo finanziario Bank of America- Merrill Lynch per offrire congiuntamente prestiti e finanziamenti. Questa alleanza rappresenta però soltanto una piccola tappa di un lungo percorso già iniziato da tempo e che probabilmente porterà molto lontano, verso una profonda trasformazione dell’industria del risparmio e del credito.

Cos’è Amazon Lending come funziona

Non una piattaforma di pagamenti digitali, ma di prestiti a piccoli imprenditori. È Amazon Lending, legata al colosso dell’E-commerce. Per ora funziona solo in Usa, Giappone e Regno Unito, ma ha già erogato circa 3 miliardi di dollari di prestiti. Anche qui, la vera forza è la velocità. Il prestito – dopo l’analisi quasi istantanea dell’azienda, compiuta da un algoritmo – viene erogato nel giro di 24 ore. I prestiti sono a breve termine (durata massima un anno) e vanno da un minimo di mille dollari a un massimo di 750mila. I tassi di interesse lasciano un po’ perplessi: si va dal 6 al 17%.

La vera forza di Amazon Lending quindi risiede nei dati. Un’istruttoria di un prestito dura al massimo 24 ore. Una velocità che non teme rivali e che poggia tutto sui potenti algoritmi di Amazon. Poter disporre della liquidità richiesta in un arco temporale così ridotto è sicuramente un punto di forza. E nasceva proprio da qui l’allarme lanciato da Francisco González e Ralph Hamers nei giorni scorsi: i dati in possesso di colossi come Amazon, Google, Facebook e Alibaba possono fare la differenza e risultare determinanti anche nel mondo della finanza e del credito.

La partnership fra Amazon e Bank of America Merrill Lynch è un segnale fortissimo di come Bezos abbia deciso di cambiare rotta. Fino a oggi, infatti, Lending era stato un servizio tenuto abbastanza nascosto. L’intento di Amazon era quello di esplorare il mercato e testarne il funzionamento. L’accordo con una vera e propria banca di investimenti, invece, cambia le carte in tavola, perché offre ad Amazon maggiore copertura. E questo potrebbe ripercuotersi fortemente sul mercato creditizio statunitense. 

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Il business dei pagamenti

Ma anche altri colossi della rete si stanno muovendo nella stessa direzione. Proprio poche settimane fa il social network più grande del mondo, Facebook, ha chiesto una licenza bancaria in Irlanda, con l’obiettivo di offrire poi in tutta Europa servizi di pagamento attraverso la propria piattaforma.

Stesso discorso per Apple e Google. Anche loro hanno scelto il business dei pagamenti elettronici (con i servizi Apple Pay e Pay with Google) per iniziare a esplorare il settore dei servizi finanziari. E’ difficile però che il loro raggio di azione resti circoscritto alle sole transazioni elettroniche. I big di internet, compresi quelli che operano in Cina come Baidu e Alibaba, hanno infatti un vantaggio competitivo invidiabile: hanno già conquistato miliardi di utenti in tutto il mondo su cui hanno raccolto una miriade di dati, riguardo alle loro abitudini di vita e di consumo.

La velocità della trasformazione digitale

“La velocità con cui si sviluppano le nuove tecnologie e si susseguono le spinte al cambiamento indotte dalla rivoluzione digitale porta a una continua ridefinizione dei confini della competizione e del modello di business dei soggetti finanziari e bancari – spiega Marco Giorgino, responsabile scientifico dell’Osservatorio Fintech & Digital Finance – Le spinte digitali esterne sono costituite dalle crescenti ambizioni delle aziende tecnologiche sulle attività finanziarie, dalla dinamicità delle startup fintech e dalla nascita di ecosistemi aggiuntivi al trust bancario come quelli basati su blockchain. Ma si assiste anche alla nascita di importanti motori di cambiamento interni, come la presa di coscienza dell’importanza della gestione dei dati, la rilevanza dell’intelligenza artificiale e forme organizzative agili più adatte alla finanza dal Dna digitale”.

Le spinte alla trasformazione digitale non derivano dunque solo dalle esigenze della clientela e delle imprese, ma anche da fenomeni esterni. Si sono ormai affacciati nuovi competitor come le società tecnologiche o come le startup innovative, in grado di raccogliere finanziamenti per 25 miliardi di dollari negli ultimi tre anni. Ed è interessante osservare come oltre 50 grandi imprese internazionali operanti in settori diversi da quello finanziario stiano espandendo le proprie iniziative su segmenti delle attività finanziarie.

Offrendo una o più soluzioni sviluppate internamente (il 60%), tramite partnership con banche e compagnie assicurative (24%) o con anche altre tipologie di attori, come società non finanziarie, startup e service provider (16%). Questa situazione sembra comunque destinata a durare, visto che gli equilibri della finanza digitale sono ancora tutti da scrivere.

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L'e-commerce conquista la moda: il fashion vale 74 miliardi https://www.business.it/le-commerce-conquista-la-moda-il-fashion-vale-74-miliardi/ Tue, 30 Jan 2018 10:00:07 +0000 https://www.business.it/?p=17733 L’e-commerce di moda cresce veloce, più velocemente degli altri settori: negli ultimi cinque anni, il tasso di crescita medio annuo delle vendite di abbigliamento online è stato pari al 30% circa, il doppio rispetto a quello dell’e-commerce nel suo complesso (+15% circa). Le logiche sottese alla virtualità, alla multimedialità e al Web 2.0 hanno imposto… Leggi tutto »L'e-commerce conquista la moda: il fashion vale 74 miliardi

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L’e-commerce di moda cresce veloce, più velocemente degli altri settori: negli ultimi cinque anni, il tasso di crescita medio annuo delle vendite di abbigliamento online è stato pari al 30% circa, il doppio rispetto a quello dell’e-commerce nel suo complesso (+15% circa).

Le logiche sottese alla virtualità, alla multimedialità e al Web 2.0 hanno imposto a tutti i settori economici di rivedere le proprie strategie comunicative e distributive, nella ricerca costante di nuove feconde vie da percorrere per scongiurare gli effetti negativi dell’attuale situazione economica.

 Anche il comparto moda ha subito una profonda trasformazione, decidendo spesso di sacrificare parte della propria dimensione elitaria sull’altare dei canali social e dei molti blog e forum tematici.

Qualcuno ha addirittura parlato di democratizzazione del settore moda, considerando il fenomeno talmente forte da influenzare trends e mercati. La nuova dialettica coinvolge ora in maniera più attiva i consumatori e rinnova la rosa degli influencer da far scendere in campo per indirizzare il gusto collettivo. Si moltiplicano le stesse strategie di vendita, i fashion brands cercano sempre più di sfruttare le potenzialità dell’e-commerce a supporto della relazione multicanale con i clienti.

Le griffe di moda più esclusive sono tutte sbarcate sul web: dopo anni di diffidenza hanno capito che vendere o anche solo presentare i propri capi online fa aumentare il giro d’affari. La svolta definitiva è stata l‘Opa di Richemont su Ynap.

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“Siamo molto contenti dei risultati raggiunti dal gruppo Yoox- Net-a-Porter guidato da Federico Marchetti e intendiamo supportare il management nel portare avanti le strategie e accelerare la crescita del business”: Johann Rupert, Ceo e azionista di riferimento di Compagnie Financièr Richemont ha commentato così l’Opa totalitaria lanciata la scorsa settimana su Ynap, il più grande portale europeo di e-commerce. L’Opa che segna la strada del lusso. 

“Intendiamo focalizzarci sul nostro canale online, che sta diventando estremamente importante per soddisfare i clienti del luxury” dice il presidente Rupert a proposito dell’Opa per il controllo di Yoox Net-A-Porter. L’idea esplicitata da Rupert è la ricerca odierna dell’innovazione attraverso l’acquisizione di un portale di vendite online.

La Compagnie Financière Richemont è tra i principali gruppi del mondo del lusso, attiva soprattutto nel settore dell’orologeria e della gioielleria. Attualmente ha un fatturato di circa 10 miliardi di euro e conta oltre 30mila dipendenti.

Cartier, Montblanc, Clohé, Officine Panerai, Vacheron Constantin sono alcuni dei suoi brand più importanti. Richemont fa capo a 21 Maison: ciascuna funziona come una società internazionale guidata da uno spirito familiare,  dall’attitudine imprenditoriale e dal rispetto per le tradizioni.

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Foto di Johann Rupert e Federico Marchetti.

“Oggi i business models prestabiliti sono sempre più travolti dai giganti della tecnologia. Ecco perché riteniamo importante accrescere la nostra leadership e il nostro modello, al fine di proteggere il carattere unico dell’industria del lusso”. Parole, quelle di Rupert, che potrebbero valere anche oggi, nel giorno dell’OPA.

Secondo un recente studio della società di consulenza Bain & Co, i consumatori benestanti stanno spendendo sempre più denaro per gli acquisti online: le vendite del luxury su Internet sono salite del 24% rispetto allo scorso anno. Secondo la ricerca, le vendite online di beni di lusso per uso personale arriveranno a coprire fino al 25% del mercato del luxury entro il 2025.

Da parte sua Yoox Net-A- Porter, e-commerce multibrand di fascia alta che ha ottenuto altissime valutazioni, è una sorta di faro in un panorama dove si parla molto della “morte della vendita al dettaglio” (e in diversi casi si vede), dove si assiste al rapido declino dei centri commerciali e dove moltissime aziende sentono il fiato sul collo del gigante delle vendite online Amazon. Da qui la necessità per Richemont di dotarsi di un “braccio” ad alto tasso di innovatività e tecnologia.

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Il costo dei regali non graditi e il business del reso gratuito https://www.business.it/il-costo-dei-regali-non-graditi-e-il-business-del-reso-gratuito/ Fri, 29 Dec 2017 06:09:00 +0000 http://www.business.it/?p=16122 Natale, tempo di feste, relax (per alcuni) e pranzi esagerati (quasi per tutti). E i regali? Lo scambio dei doni è prassi sia per i più grandi sia per i più piccoli. Ma se l’oggetto ricevuto proprio non soddisfa? Si può cambiare o restituire. Infatti, per i commercianti, il periodo successivo al Natale, è quello… Leggi tutto »Il costo dei regali non graditi e il business del reso gratuito

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Natale, tempo di feste, relax (per alcuni) e pranzi esagerati (quasi per tutti). E i regali? Lo scambio dei doni è prassi sia per i più grandi sia per i più piccoli. Ma se l’oggetto ricevuto proprio non soddisfa?

Si può cambiare o restituire. Infatti, per i commercianti, il periodo successivo al Natale, è quello in cui si lavora di più per cercare di accontentare i clienti insoddisfatti. Lo stesso vale per l’ecommerce, dove i resi andranno per la maggiore.

regali-resiSecondo i dati rilasciati dall’associazione European Ecommerce 2017, il valore complessivo delle imprese si aggirerà intorno ai 150 miliardi di euro. Per quanto riguarda invece la cifra spesa per tutti i regali acquistati, siamo intorno ai 602 miliardi, valore che ha superato anche quella dello scorso anno. Quale percentuale rappresenta i resi per quanto riguarda i negozi? Stando alle statistiche si tratta dell’8%, mentre per quanto riguarda l’ecommerce la cifra sale notevolmente. Sempre secondo l’associazione European Ecommerce, i resi rappresenteranno una percentuale che va dal 15 al 30%, fino al 40% per il settore abbigliamento.

Cosa comporta tutto ciò?

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In primo luogo si tratta di una pratica oramai adottata da tutti i siti che offrono appunto il “reso gratuito”. Come recita la dicitura, le spese sono a carico completo del rivenditore, cosa che costa in termini di procedure. Eppure viene garantito per fidelizzare maggiormente il cliente, facilitando le procedure di spedizione e invitandolo ad acquistare nuovamente, in tutta sicurezza.

reso_gratuitoA quanto pare, il reso gratuito c’è e funziona! Per l’ecommerce si tratta soprattutto di una perdita, visti i costi di gestione a carico del rivenditore, ma il cliente resta fedele e soddisfatto. Coloro che al contrario applicano resi difficili, attraverso procedure complicate, tendono a scoraggiare le vendite. Anche perché nell’era della rivoluzione digitale, il cliente è attento, esigente e beninformato. Alcune società hanno quindi trovato molti alternativi per “riciclare” i resi: ad esempio, Liquidity Service, è una azienda leader negli Usa. Si occupa di ritirare prodotti di elettronica per poi ricondizionarli e rivenderli attraverso le proprie piattaforme.

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Infine molte società puntano allo sviluppo del machine learning e ad incentivare funzioni di supply supply chain management e returns forecasting, ovvero si studiano le percentuali che andranno ad interessare le previsioni dei resi.

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Shopping online per il "black friday": solo in Italia vale 75 milioni di euro https://www.business.it/shopping-online-per-il-black-friday-solo-in-italia-vale-75-milioni-di-euro/ Mon, 20 Nov 2017 06:30:04 +0000 http://www.business.it/?p=14612 La festa del Ringraziamento è una celebrazione tutta americana. Istituita nel 1600, festeggiava la riconoscenza verso Dio per il raccolto dell’anno. Divenuta poi molto commerciale, come ogni festività americana che si rispetti, è stato il giorno che la segue a conquistare il mondo intero: il “black friday”, il venerdì dopo. Per chi ancora non sa… Leggi tutto »Shopping online per il "black friday": solo in Italia vale 75 milioni di euro

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La festa del Ringraziamento è una celebrazione tutta americana. Istituita nel 1600, festeggiava la riconoscenza verso Dio per il raccolto dell’anno. Divenuta poi molto commerciale, come ogni festività americana che si rispetti, è stato il giorno che la segue a conquistare il mondo intero: il “black friday”, il venerdì dopo. Per chi ancora non sa cosa sia, si tratta del primo giorno di saldi del periodo autunno/inverno. In America rappresenta una vera e propria corsa all’ultimo accessorio, inaugurando la febbre dello shopping natalizio.

Perché “black”? Perchè rimanda al colore usato nei libri contabili dei commercianti, dove in rosso erano segnate le perdite e in nero i guadagni.

Negozi e siti di e-commerce si stanno preparando al grande evento, lanciando prodotti che registrano sconti fino all’80%.

Non resta che capire come e quanto poter sfruttare questa giornata all’insegna della convenienza.

I rischi di incorrere in truffe di vario genere o comprare prodotti con prezzi rialzati anziché abbassati è dietro l’angolo.

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black fridayLe precauzioni per acquistare online in tutta sicurezza

Non è possibile prevedere ogni pericolo, in particolare nella rete, ma esistono precauzioni che si possono adottare al fine di effettuare uno shopping on line più sicuro e senza conseguenze negative.

In primo luogo, si stima che il prossimo 24 novembre “black frimai 2017” sarà preso d’assalto dalle donne in quanto i settori più gettonati sono segnalati come il settore fashion, i prodotti di bellezza e quelli per il benessere, e i viaggi. Ad una stima approssimativa si preannuncia un giro d’affari che sfiorerà i 75 milioni di euro.

Lo shopping on line è vincolato quanto quello nel negozio al detaglio. Purtroppo, spesso e volentieri, non leggiamo le informative che per velocità di acquisto, spuntiamo e basta.
In realtà sono norme che andrebbero studiate con attenzione prima di effettuare un acquisto on line, in quanto garantiscono le caratteristiche del prodotto scelto, l’affidabilità del venditore, il prezzo totale, le modalità di pagamento previste, l’assistenza, e sono previsti rimborsi o resi.

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Massima attenzione ai dettagli

Da fare attenzione anche alla variabilità del prezzo: in alcuni casi, su piattaforme diverse, lo stesso biglietto o oggetto possono costare diversamente. Per scongiurare questo rischio le soluzioni sono quelle di cancellare spesso la cronologia di navigazione, preferire la navigazione in incognito e disabilitare la geolocalizzazione.

Infine, estrema cura va riservata al metodo di pagamento e alle condizioni dell’imballaggio. I pagamenti on line sono diventati sempre più sicuri, nonostante ciò il sistema PayPal risulta essere quello più sicuro, come le carte prepagate, sulle quali è possibile caricare il solo importo del pagamento da effettuare.

Per quanto riguarda il pacco arrivato a destinazione, la prima cosa da fare è controllare che non ci siano danni esterni. Se si riscontrano, si può segnalare mettendo un’accettazione con riserva.

Il black friday non vi soddisfa o avete timore di essere insufficientemente preparati? Nessun problema, è già stato istituito il Cyber Monday lunedì 27 novembre per i ritardatari.

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Controtendenza: dall’ecommerce al negozio fisico, la scelta di Amazon e Facile.it https://www.business.it/controtendenza-dallecommerce-al-negozio-fisico-la-scelta-di-amazon-e-facile-it/ Fri, 03 Nov 2017 06:30:35 +0000 http://www.business.it/?p=13924 L’innovazione tecnologica ha concretamente rivoluzionato la vita di tutti i giorni. Lavorare, fare la spesa, comprare: tutto oggi è semplificato e diversificato grazie a servizi e applicazioni hi-tech. Il nostro stesso modo di agire e di essere consumatori è cambiato, contribuendo alla crisi del retail e allo sviluppo dell’ecommerce. Ma chi crede che il futuro… Leggi tutto »Controtendenza: dall’ecommerce al negozio fisico, la scelta di Amazon e Facile.it

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L’innovazione tecnologica ha concretamente rivoluzionato la vita di tutti i giorni. Lavorare, fare la spesa, comprare: tutto oggi è semplificato e diversificato grazie a servizi e applicazioni hi-tech. Il nostro stesso modo di agire e di essere consumatori è cambiato, contribuendo alla crisi del retail e allo sviluppo dell’ecommerce.
Ma chi crede che il futuro sia tutto nel web sbaglia, in quanto colossi come Amazon e Facile.it hanno deciso di puntare sul negozio fisico andando in controtendenza con la situazione attuale.
A quanto pare, non sarà il web a decretare la fine del retail, ma il futuro sarà tutto di quelle aziende che riusciranno a bene bilanciare l’online e il retail, creando un mix di ottime opportunità per il cliente.

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La situazione italiana

A causa della crescita esponenziale dell’ecommerce, sempre più negozi falliscono, ricreando completamente l’urbanistica della città. L’Ufficio Economico Confesercenti ha rilasciato dati significativi per comprendere il trend del settore: nel 2016 l’ambito del retail ha registrato una diminuzione pari a 7,7 miliardi di euro. Ciò significa 300 euro di spesa in meno a famiglia rispetto a sette anni fa. Oggi è più semplice cliccare e farsi spedire ciò che vogliamo, poiché questo comporta minor tempo da dedicare allo shopping e spesso qualche sconto in più. In Italia l’ecommerce registra una crescita del 17% all’anno, un trend lento ma costante.
Ma non tutti puntano solo al web. Ne è esempio Amazon, che pochi mesi fa ha stretto un accordo commerciale con la catena di supermercati Whole Foods Market, secondo sul quale la spesa verrà addebitata sul conto Amazon dell’acquirente. Si stratta solo di una delle soluzioni che provano a combinare con successo l’ecommerce e il retail, offrendo un nuovo servizio.

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La scelta di Amazon e Facile.it

L’Italia non resta certo a guardare. L’accordo non è l’unica novità del colosso di Seattle: Amazon ha lanciato gli Amazon Locker, punti di ritiro dove ogni cliente ha la possibilità di poter ritirare da sé la propria spedizione. Le città italiane coinvolte sono 43, la spedizione costa meno e ognuno può scegliere liberamente quando ritirare il proprio pacco. Un altro esempio calzante è quello di Facile.it: l’azienda leader nel settore degli annunci assicurativi online ha deciso di puntare sulla diffusione di negozi fisici. Ciò ha lo scopo di offrire una maggiore assistenza al cliente. I primi negozi del franchising sono stati aperti nella città di Varese. Visto l’immediato successo, l’azienda è pronta ad espandere il progetto su tutto il territorio nazionale.

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Il business di Via Calzabigi: tecnologia e tradizione che si fondono per un mix… stravagante https://www.business.it/business-via-calzabigi-tecnologia-tradizione-si-fondono-un-mix-stravagante/ Thu, 19 Oct 2017 05:30:57 +0000 http://www.business.it/?p=13580 Saper leggere il mercato significa anche anticipare e cavalcare le tendenze, vuol dire accorgersi dei trend che non ci immaginiamo, delle passioni virali che non sono nelle nostre corde, ma che coinvolgono migliaia e migliaia di persone, magari di altre culture o paesi diversi. Questa è la storia di un’impresa che si è gettata a… Leggi tutto »Il business di Via Calzabigi: tecnologia e tradizione che si fondono per un mix… stravagante

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Saper leggere il mercato significa anche anticipare e cavalcare le tendenze, vuol dire accorgersi dei trend che non ci immaginiamo, delle passioni virali che non sono nelle nostre corde, ma che coinvolgono migliaia e migliaia di persone, magari di altre culture o paesi diversi. Questa è la storia di un’impresa che si è gettata a capofitto in una rete commerciale quantomeno atipica, ma che racchiude una community numerosissima di adepti: questa è la storia di Via Calzabigi’.

“Il progetto è nato grazie ad un’attenta esamina del mondo dei social, grazie ad un buon background in social-media-marketing, abbiamo realizzato degli studi illuminanti, a proposito di prodotti decisamente insoliti. Controllando specialmente delle community attive su Instagram, nel mondo anglosassone, ci siamo accorti di una forte passione per l’universo dei calzini stravaganti. Questo ambito è, generalmente, tenuto in considerazione in modo relativo, si punta spesso sulla produzione e distribuzione di prodotti sobri, classici.”

A parlare è Alessandro Cirinei, CEO di Via Calzabigi, che ci spiega come ha preso corpo l’idea di realizzare calzini con motivi stravaganti e ricercati, dando ascolto alle richieste di molti appassionati, soprattutto britannici.

“Abbiamo capito che la richiesta di questa tipologia di prodotto proveniva principalmente dall’Inghilterra, per questo abbiamo puntato sulla realizzazione di articoli difficili da trovare nella semplice distribuzione, ricercando un modello di business che si basi sulla fidelizzazione, con la possibilità di effettuare abbonamenti speciali, che alimentino il prestigio ed i frutti dell’e-commerce.”

Via Calzabigi il business della calzetteria 2Per quanto riguarda questo specifico settore, l’Italia ha sempre avuto grande lustro, specialmente in Lombardia, terra in cui la calzetteria esprime il massimo della sua qualità, nello stesso tempo, però, non esistono molti marchi italiani specializzati in questo ambito particolare. È qui che Via Calzabigi gioca il suo asso, sfruttando il potenziale industriale qualitativo e coniugandolo con idee fresche ed innovative.

“Un’importante particolarità di questo prodotto speciale è che il calzino, probabilmente, è l’unico capo d’abbigliamento ricercato sia da donne che da uomini, e soprattutto si tratta dell’accessorio perfetto da regalare. Semplice, non eccessivamente dispendioso e sempre utile e piacevole da ricevere. Così ha preso vita il business di Via Calzabigi: un brand che segue i trend della moda internazionale, mantenendo intatta la tradizione qualitativa dei filati italiani d’eccellenza.”

È così che sono nate realizzazioni decisamente speciali, come i motivi ispirati ai grandi quadri astrattisti, si gioca con i colori e le forme, permettendo al cliente di sbizzarrirsi, di dare sfogo alla sua vena creativa. Il calzino è l’unico indumento che permette una reale libertà d’espressione, può essere stravagante anche in contesti dove si richiede forma ed eleganza, può diventare il nodo sciolto della nostra personalità.

Ma come stata la risposta del grande pubblico?

“Il successo è stato immediato. Spesso si trascura la passione delle persone per il dettaglio, per il particolare. Abbiamo avuto riscontri estremamente positivi in ogni direzione strategica da noi intrapresa. Infatti non abbiamo solo dato vita ad un e-commerce attivo e proficuo, grazie anche alla facilità di spedizione di questo particolare prodotto, ma abbiamo mantenuto anche una forte componente tradizionale, distribuendo le nostre creazioni nelle boutique.”

La direzione intrapresa dagli imprenditori di Via Calzabigi è chiara e decisa: la creazione di una community di adepti fedeli che acquistano costantemente, che intervengono attivamente all’interno delle piattaforme social, contribuendo a divulgare una passione sempre più diffusa e condivisa. Per quanto riguarda questo preciso obiettivo, è stata intrapresa anche la via di una sponsorizzazione speciale, che prevede l’ingresso in scena di fashion blogger, influencer e celebrità che indossano e personalizzano le creazioni.

“Abbiamo realizzato una linea speciale, un’edizione limitata in collaborazione con l’ex calciatore Francesco Coco. Il progetto prevede l’uscita di 5 diversi motivi colorati ispirati alle squadre in cui Francesco ha giocato. Dal rosso-nero del Milan, al nero-azzurro dell’Inter, passando per il glorioso blaugrana del Barcellona e finendo con due simili tonalità di rosso scuro: il granata del Torino e l’amaranto del Livorno. Anche la bellissima Francesca Leto, mette a disposizione la sua creatività e la sua competenza nel mondo della moda per dare vita a modelli irresistibili.”

Via Calzabigi il business della calzetteria

La fidelizzazione del cliente passa inevitabilmente attraverso foto, video, consigli di stile ed aneddoti divulgati gratuitamente sui social network e con l’utilizzo del mail marketing: ecco dunque la strategia di Via Calzabigi. Cirinei si approccia così alla concorrenza dei grandi colossi commerciali come Amazon o eBbay:

“Credo che ci siano prodotti per i quali sia assolutamente impossibile competere con i grandi e-commerce di caratura mondiale, penso ad esempio all’elettronica di consumo, alla ferramenta… Enormi potenze come Amazon possiedono gli strumenti ed hanno la forza per sfoderare prezzi incomparabili, con quelli della piccola distribuzione. Ma esiste un mercato parallelo, fatto di prodotti che mantengono un alto contenuto emozionale: l’abbigliamento è uno di questi settori, un universo che resta collegato alla comunicazione del prodotto ed alla possibilità di vederlo, provarlo e toccarlo nei negozi fisici, nelle boutique. La forza di Via Calzabigi risiede proprio in questo: riuscire sì ad utilizzare la tecnologia per canalizzare realizzazioni a forte impatto emozionale.”

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Moda cheap, lo sbarco di Amazon nel settore potrebbe preludere ad una vera guerra commerciale https://www.business.it/moda-cheap-lo-sbarco-di-amazon-nel-settore-potrebbe-preludere-ad-una-vera-guerra-commerciale/ Sat, 23 Sep 2017 05:29:35 +0000 https://www.business.it/?p=12853 Moda cheap, anche Amazon punta sulla fashion di bassa qualità per allargare il suo raggio d'azione

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La moda cheap è il prossimo campo di espansione di Amazon. Jeff Bezos non si accontenta dei successi inanellati e decide quindi di allargare il suo raggio d’azione con Amazon Moda, dando seguito alla capsule collection varata nel maggio scorso. Se allora si era trattato di una sorta di esperimento, ora però la collezione si è allargata a circa 500 capi, che saranno oggetto di un intenso lancio promozionale lungo tutto il territorio continentale, oltre che sui social media.

Un processo graduale, ma inesorabile

Amazon è arrivato a poco a poco alla moda cheap, mediante un graduale processo iniziato a metà del 2014. Il logico corollario di questo processo è la sfilata dei pezzi creati in partnership con Nicopanda, che ha già destato una certa curiosità, derivante dal suo carattere di moda veloce, che sarà a disposizione della clientela in meno di un’ora, facendo leva su Prime Now, ovvero il servizio di Amazon che punta sulla massima rapidità. A fare da base per l’esperimento sarà Milano con il suo hinterland, e proprio i risultati dovranno dimostrare il senso dell’operazione.
L’entrata in un settore estremamente affollato e nel quale si confrontano attori rilevanti, come quello della moda, in particolare online, potrebbe preludere ad una vera e propria guerra commerciale in cui il concetto di fast fashion potrebbe giocare un ruolo decisivo.

amazon moda cheap concorrenza agli altri marchi

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L’importanza di essere Amazon

Proprio la piattaforma, ormai oliata in ogni ingranaggio, potrebbe in effetti garantire a Amazon una rendita di posizione in cui non entrerebbe solo la moda cheap, ma l’intera proposta di un player universale, capace di offrire praticamente di tutto.
In questo scontro, il gigante diretto da Bezos potrebbe ritrovarsi a concorrere non solo con Google Shopping, ma anche coi portali che puntano sul comparto medio basso della moda, a partire da Zalando. Il risultato di questa scelta, però, potrebbe ripercuotersi a livello di qualità, in quanto si tratta di un segmento in cui la bontà del prodotto viene spesso sacrificata ad una disponibilità economica abbastanza limitata.
Per potersi accreditare in questo comparto, Amazon Moda dovrà perciò cercare di accreditarsi in qualità di marchio universale, in modo da dare vita ad una proposta inclusiva, per arrivare alla quale sarà appunto necessario cercare di raggiungere un punto medio che contrasta clamorosamente con la tensione della fashion a costruire una diversità tra stili.
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Anche Zara e H&M devono temere?

La moda cheap di Amazon andrà a concorrere con chiunque venda moda online, ma non tutti coloro che lo fanno hanno per ora ragione di temerne l’attacco. Se Zalando potrebbe scontare la concorrenza del gigante distributivo, molto minori potrebbero essere le conseguenze per Zara e H&M, impegnate nel cercare di promuovere un’idea di qualità, che magari sarà solo illusoria, ma che al momento riesce a calamitare un gran numero di consumatori.
Mentre non dovrebbero avere problemi la grandi case, quelle che sono in grado di proporre un prodotto più elitario, nel quale l’idea democratica di moda portata avanti dalle catene lascia il posto ad un’idea in cui proprio la differenza si trasforma in un valore aggiunto.
In particolare non dovrebbero temere l’attacco della moda cheap di Amazon le maison che guardano al Made in Italy e che continuano a proporre un’idea di moda che vede nel dettaglio in grado di creare l’unicità di un capo il proprio punto di forza. Un’idea di moda esclusiva e tesa a marcare la differenza che sembra destinata a rinsaldare le sue posizioni nell’immediato futuro.
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I cinesi non comprano più beni di lusso in Europa: ecco perchè https://www.business.it/cinesi-non-comprano-piu-beni-lusso-europa-perche/ Thu, 14 Sep 2017 05:30:03 +0000 https://www.business.it/?p=12535 L’Europa è da sempre la meta preferita per gli amanti del lusso. Inteso come beni materiali a livello di abbigliamento, accessori, oggettistica, cosmetica ectc, recarsi nel Vecchio continente a fare spese significa fare acquisti di alta qualità. D’estate come d’inverno, le nostre città sono prese d’assalto. Da Londra a Parigi, passando per Vienna e Roma, la clientela… Leggi tutto »I cinesi non comprano più beni di lusso in Europa: ecco perchè

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L’Europa è da sempre la meta preferita per gli amanti del lusso. Inteso come beni materiali a livello di abbigliamento, accessori, oggettistica, cosmetica ectc, recarsi nel Vecchio continente a fare spese significa fare acquisti di alta qualità.
D’estate come d’inverno, le nostre città sono prese d’assalto. Da Londra a Parigi, passando per Vienna e Roma, la clientela che spende di più proviene soprattutto dal lontano Oriente, che vive nel mito della cultura del beni di lusso occidentali.
I cinesi, in particolare hanno affollato i nostri negozi più costosi per anni, contribuendo alle nostre finanze e alla circolazione di un mito difficilmente attuabile.
Da qualche tempo, non è più così. La crescita esponenziale del turismo cinese nel settore del lusso si è fermata per poi arretrare.

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Ai cinesi non conviene più comprare beni di lusso in Europa

Il turismo cinese del lusso è in calo

Perché i cinesi non vengono più a comprare il lusso in Europa? Ce lo dice un’indagine appena effettuata da Deloitte e riportata dal noto periodico economico inglese Financial Times: i cinesi preferiscono comprare a casa loro, o meglio “da casa loro”. Stando a quanto riporta l’articolo, l’ecommerce è stato la causa principale del crollo delle vendite nel Vecchio Continente.
Dati alla mano, è una batosta più che una semplice notizia, poiché i cinesi acquistano circa un terzo  dei beni di lusso nel mondo. Se non viaggiano più nelle capitali europee per fare shopping dove vanno? Se ne stanno nelle loro città, dove i prezzi del lusso sono più economici,l così risparmiano anche il viaggio. Il loro PIL interno è infatti cresciuto a vantaggio del settore di prodotti di alta gamma, mentre da noi sono stati soprattutto l’abbigliamento e le calzature a farne le spese.

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i cinesi preferiscono investire nel loro mercato interno

Perché i cinesi non comprano più in Europa?

Come già riportato sopra un grande fattore causale per cui ai cinesi non conviene più fare acquisti di lusso in Europa, è dato dalla diffusione capillare dell’ecommerce. A livello mondiale lo shopping online, la sua immediatezza e semplicità, ha ridefinito l’assetto del comprare in modo tradizionale. Con i siti sempre più aggiornati e dettagliati, la possibilità di cambio e reso gratuiti e le consegne puntuali e assicurate, l’ecommerce crescerà ancora a svantaggio di quelle aziende che hanno investito poco e male nel digitale.
Oltre a questo, c’è poi un’altra motivazione fondamentale: c’è stato un vero e proprio deprezzamento del renminbi cinese a svantaggio dell’euro. Così il governo cinese ha cercato di fermare l’uscita dei capitali dal paese cercando di far circolare la moneta in casa. Il Financial Times ha chiamato questa tendenza “‘reshoring dello shopping” dei cinesi, stimolando e incoraggiando molte maison del lusso ad aprire filiali nel sol levante per non perdere una clientela tanto preziosa, visto quanto contribuiscono i cinesi all’andamento generale di questo settore.

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Il negozio del futuro potrebbe letteralmente rivoluzionare il mondo del commercio conosciuto sinora https://www.business.it/negozio-del-futuro-letteralmente-rivoluzionare-mondo-del-commercio-conosciuto-sinora/ Tue, 22 Aug 2017 06:00:55 +0000 https://www.business.it/?p=12104 Il negozio del futuro potrebbe essere sensibilmente differente rispetto a quello tradizionale da noi conosciuto. Secondo gli addetti ai lavori nell’arco di una decina d’anni si potrebbe arrivare ad uno store in cui al posto di clienti e addetti ci saranno solo intelligenze artificiali. Resta solo da vedere se il negozio digitale sarà accettato da una… Leggi tutto »Il negozio del futuro potrebbe letteralmente rivoluzionare il mondo del commercio conosciuto sinora

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Il negozio del futuro potrebbe essere sensibilmente differente rispetto a quello tradizionale da noi conosciuto. Secondo gli addetti ai lavori nell’arco di una decina d’anni si potrebbe arrivare ad uno store in cui al posto di clienti e addetti ci saranno solo intelligenze artificiali. Resta solo da vedere se il negozio digitale sarà accettato da una clientela comunque ancora legata al rito dello shopping, anche considerando il distacco e il senso di straniamento che si potrebbe provare con un’esperienza di questo tipo.
Leggi anche: Shopping-addicted: metà degli italiani compra abiti che non usa mai

Tutto senza muoversi da casa

Il vantaggio di questo nuovo modo di fare shopping risiede sostanzialmente nel fatto che non ci sarà bisogno di allontanarsi da casa e, magari cercare un parcheggio per la propria macchina. Basterà mettersi di fronte al proprio PC e utilizzare un motore di ricerca e gli occhiali per la realtà virtuale, per iniziare l’escursione nel negozio del futuro.
A sostituire il commesso sarà l’assistente virtuale, mentre gli unici incontri potrebbero essere quelli con gli avatar degli altri clienti che ispezionano il negozio, senza però muoversi dalla propria abitazione. Una volta terminati gli acquisti basterà quindi togliersi gli occhiali per tornare nel mondo reale e riprendere la propria vita di ogni giorno.

 
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Quale destino per i negozi tradizionali

Naturalmente sono molti gli osservatori che si chiedono quale potrà essere l’impatto della tecnologia sui negozi tradizionali. Se alcuni si spingono a preconizzarne la pratica scomparsa, in molti sono però pronti a scommettere su un loro mantenimento, che comunque dovrà avere come base l’adattamento alle nuove necessità dei propri utenti.
L’esempio in tal senso potrebbe essere quanto fatto da Millinsky, al secolo Alexandre Daillance, i cui prodotti d’abbigliamento hanno letteralmente spopolato facendo leva su Instagram. Nel suo caso, il sarto francese ha usato il negozio tradizionale soltanto per vendere alcuni pezzi unici, mentre il resto trovava sbocco sul commercio elettronico. In pratica, esso si è trasformato in una sorta di vetrina dello store telematico, cui è invece affidato il compito di fare i numeri veri in grado di assicurare le fortune del brand.
 
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Il caso di Amazon

Amazon, dal canto suo, ha già dato vita al suo negozio del futuro, puntando su Go, il supermercato in cui il cliente non dovrà confrontarsi con casse e cassieri, ma usare lo smartphone. Grazie al concorso dell’intelligenza artificiale, Amazon potrà in pratica capire quale sia il prodotto riversato nel suo carrello dal cliente, il quale potrà tranquillamente uscire senza dover sottoporsi alle stressanti code che caratterizzano i supermercati normali. Il conto sarà poi addebitato per mezzo della card associata all’account Amazon dell’utente grazie alla app telefonica.
 
Per il negozio del futuro basterà un pc e la tecnologia farà il resto
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Conseguenze di larga portata

Va peraltro ricordato come il commercio tradizionale si trovi già sotto attacco da parte di quello elettronico. Allo stesso tempo, però, sembra che i consumatori continuino a preferire l’esperienza di acquisto tradizionale, come testimonia il dato relativo agli Stati Uniti, ove il commercio elettronico costituisce meno del 12% del totale, pur avanzando di un punto percentuale all’anno.
L’allarme maggiore va forse registrato tra coloro che paventano l’avvento sempre più deciso dell’automazione nella vita degli umani. In tal senso la crescita dell’e-commerce potrebbe tradursi in una ulteriore perdita di posti di lavoro nel commercio. Un allarme che assume una valenza maggiore alla luce di quanto predetto da McKinsey, che in un recente report afferma come addirittura un miliardo di posti di lavoro, 50 milioni solo in Europa, sarebbero messi a rischio da un ricorso sempre più forte all’automazione.

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E-commerce, le nuove tecniche di vendita https://www.business.it/e-commerce-le-nuove-tecniche-di-vendita/ Fri, 14 Jul 2017 06:10:33 +0000 https://www.business.it/?p=10588 Tanti marchi di alta moda usano l’e-commerce per vendere i propri prodotti. Oltre alla vendita tradizionale, esistono altri due modi per acquisire clienti: “Click and Collect” e “See now Buy Now”. Con l’avvento dell’e-commerce anche il fashion retail sta vivendo dei cambiamenti. Ci sono aziende che sul web vendono solo alcuni prodotti; chi mantiene la… Leggi tutto »E-commerce, le nuove tecniche di vendita

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Tanti marchi di alta moda usano l’e-commerce per vendere i propri prodotti. Oltre alla vendita tradizionale, esistono altri due modi per acquisire clienti: “Click and Collect” e “See now Buy Now”.

Con l’avvento dell’e-commerce anche il fashion retail sta vivendo dei cambiamenti. Ci sono aziende che sul web vendono solo alcuni prodotti; chi mantiene la barra sulla compravendita tradizionale.
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La questione divide, perché se è vero che la vendita online sta crescendo in maniera esponenziale (come nei casi di Amazon), è altrettanto vero che tante persone preferiscono toccare con mano i prodotti e, se sono capi di abbigliamento, anche provarli. Ora che ci sono i saldi tanti vanno nei negozi o centri commerciali per approfittare delle occasioni.
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Le principali forme di e-commerce

La soluzione basilare del commercio online riguarda tre fasi: l’ordinazione, pagamento (carta di credito o contati al corriere) e consegna. Esistono però altre forme come “Click and collect” e “See Now Buy Now”. Così come si applicano a vari settori di vendita, anche in quello dei capi di abbigliamento c’è chi vende con questi metodi. Click and Collect è fra gli strumenti più usati poiché, come dice la parola, permette di ordinare della merce e poi ritirarla in negozio. In questo modo si coniuga l’innovazione commerciale con la tradizione di recarsi fisicamente in un punto vendita. Per questi motivi piace sia ai venditori che ai compratori. Innanzitutto si evitano costi (come quello di spedizione) e tempi (giorni o settimane per la consegna). Se piace una maglia o una giacca si può prenotarla online e poi prenderla nel negozio per avere un’ultima prova. Il See Now Buy Now è la forma più usata nel fashion retail. Con questo metodo il cliente può ordinare e comperare un vestito che ha visto a una festa, una sfilata o una presentazione. Capita di rimanere a bocca aperta di fronte a una camicia e pensare di indossarla; oppure di notare un braccialetto e prenderlo come spunto per regalarlo. Andando sui siti delle case di moda si può cliccare ed eventualmente pagare il capo preferito.
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I successi delle aziende famose

Ad oggi sono molti i marchi di moda che da quando si sono affacciati a nuove forme di commercio hanno incrementato i propri utili e rinnovato il proprio prestigio. Fra queste c’è H&M che con la tecnica del See Now Buy Now ha venduto molti prodotti e portato lustro alla firma. In occasione della Parigi Fashion Week ha messo online i vestiti che hanno indossato Nicky Minaj, Gigi Hadid e la sorella Hadid. Un altro nome dell’alta moda che usa questo metodo è Ralph Lauren che ha fatto così in diverse sfilate. Chi usa il “Click and Collect” è Yamamay che con l’arrivo dell’estate ha mostrato ai propri clienti i costumi. Così come Geox per la vendita delle famose scarpe.
 
Fonteprincipale originale: ninjamarketing.it

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Vino sul Web: aziende attente ai siti ma poco all'E-commerce https://www.business.it/vino-sul-web-aziende-attente-ai-siti-ma-poco-a-e-commerce/ Wed, 14 Jun 2017 06:00:16 +0000 https://www.business.it/?p=9418 Secondo una recente indagine, molte imprese del vino curano il proprio sito e i profili dei social-media. Nell’e-commerce è boom di start-up. Sono sempre di più i produttori di vino che si affacciano al web per raccontare loro stessi e i propri prodotti. Pochi però sono quelli che si affidano all’e-commerce, un terreno più battuto [...]

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Secondo una recente indagine, molte imprese del vino curano il proprio sito e i profili dei social-media. Nell’e-commerce è boom di start-up.

Sono sempre di più i produttori di vino che si affacciano al web per raccontare loro stessi e i propri prodotti. Pochi però sono quelli che si affidano all’e-commerce, un terreno più battuto dalle start-up. A dirlo è una ricerca di FleishmanHillard che ha analizzato le abitudini digitali delle aziende vinicole.

Maggiore attenzione per i vitigni autoctoni

Il dato più confortante riguarda la valorizzazione del territorio. Infatti il 53% delle aziende di vino ha concentrato la propria attenzione sul tema dei vitigni autoctoni e il 75% (+22% rispetto a 2016) al luogo di appartenenza. Oltre che rappresentare un gusto, una bottiglia di vino racconta anche un determinato luogo. Se si sente parlare del Brunello di Montalcino vengono in mente le colline verdeggianti del senese; se si legge “prosecco” si collega la parola al territorio del trevigiano; se si pensa al Passito la mente va alla Sicilia.
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Della sostenibilità, tema molto in voga al giorno d’oggi, parla il 37,5% delle aziende. Aumenta l’utilizzo dei social-media, in particolare di Instagram perché una foto di un vigneto o di un bicchiere di vino rosso fa sempre presa. Minori sono gli aggiornamenti di Facebook e Twitter che avvengono perlopiù una volta a settimana. “L’analisi ci conferma un trend di digitalizzazione del settore attraverso la presenza nelle principali piattaforme con una frequenza di aggiornamento lenta ma constante crescita”, dice Massimo Moriconi General Manager & Partner di FleishmanHillard Italia.
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Il vino e il digitale

La maggior parte dei siti delle imprese sono ottimizzati per mobile, segno che sono al passo coi tempi. Anche quest’anno l’azienda vitivinicola più attenta al settore digitale è stata la Compagnia De’ Frescobaldi, che dalla Toscana produce vini rossi e bianchi in tutto il mondo e su Youtube è la prima per numero di iscritti. Al secondo posto c’è la Cantina Antinori di Firenze (nel 2016 al quarto posto), seguita da Agricola Masi e Cavit Cantina Agricoltori al quarto posto.
Il settore che però è meno coperto dalle aziende storiche è l’e-commerce. Sul campione di 32 imprese solo 3 hanno un negozio online, mentre il resto si affida a ditte esterne. La maggior parte di queste sono start-up nate da poco e guidate da giovani che rivendono i vini. Tannico è la prima per bottiglie acquistate sul web, (oltre 500 mila all’anno) e una fidelizzazione di 50mila clienti. Se si vuole provare l’emozione di una bottiglia proveniente da una piccola cantina si può andare sul sito di Wineowine, start-up fondata dagli abruzzesi Eros Durante e Federico De Cerchio. I nostri vini sono molto apprezzati anche all’estero e, per attirare la nuova classe di ricchi cinesi, l’enoteca online Vino75 è stata la prima compagnia italiana ad aver siglato un accordo con il colosso cinese Alibaba.
Intanto il mercato totale del vino gira attorno ai 10 miliardi in Italia e 250 nel mondo.
fonte originale principale: www.wired.it

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E-commerce: ecco come sarà nel prossimo futuro https://www.business.it/e-commerce-ecco-come-sara-nel-prossimo-futuro/ Wed, 17 May 2017 06:00:05 +0000 https://www.business.it/?p=7130 L’e-commerce è in crescita, i negozi fisici stanno morendo, le nostre abitudini di acquisto cambiano radicalmente. Questi, tra dati e visioni future, alcuni dati sull’e-commerce. La tecnologia avanza a passi da gigante, e allora ci chiediamo: come sarà l’e-commerce del futuro? Quali sono i trends del settore? Come il commercio elettronico cambierà le nostre vite? [...]

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L’e-commerce è in crescita, i negozi fisici stanno morendo, le nostre abitudini di acquisto cambiano radicalmente. Questi, tra dati e visioni future, alcuni dati sull’e-commerce.
La tecnologia avanza a passi da gigante, e allora ci chiediamo: come sarà l’e-commerce del futuro? Quali sono i trends del settore? Come il commercio elettronico cambierà le nostre vite?
Dei magazzini futuristici di Amazon abbiamo parlato qui; proviamo ora a fare qualche riflessione di ordine generale per capire i fenomeni che stiamo vivendo nel presente e, chissà, provare ad anticipare il futuro.

1. Retail apocalypse

Detta anche “retail meltdown”: con questo termine qualche mese fa The Business Insider apostrofava la chiusura di migliaia di store fisici negli USA. Basti pensare al caso Sears (una delle più grandi catene retail americane), che dal 2000 a oggi è passata da 3500 a meno di 1500 store. L’e-commerce ha travolto tutti, e anche molte grandi catene non hanno saputo o potuto reagire.
Si racconta che nei grattacieli di New York si vedono cataste di pacchi marchiati Amazon all’ingresso degli uffici. Bisognerà progettare nuove architetture per contenere i pacchi dei colletti bianchi.
E-commerce

2. Un mondo di giganti

I numeri di Amazon, Ebay, Alibaba, sono ormai irraggiungibili. Pensate che solo gli utenti Prime di Amazon sono 65 milioni. È un mondo di giganti, e non è facile entrarvi per le piccole aziende (ne avevamo parlato qui). Ma sono proprio questi giganti che creano punti di raccolta fisici (Pick up points) dove gli shopper vanno a ritirare i pacchi ordinati on line oppure, sempre Amazon, inventano il Fresh pick up: acquisto di frutta e verdura fresca con consegna nel bagagliaio della macchina (per ora in via sperimentale negli USA). Solo i giganti, cioè, sono in grado di ammortizzare i costi di lancio di nuovi servizi innovativi e attendere che i consumatori recepiscano le novità.

3. Il livello di servizio migliora

Le consegne Prime di Amazon sono in un giorno. Prime Now a Milano consegna addirittura in due ore.
Con l’utilizzo dei chatbot e dell’intelligenza artificiale l’assistenza è sempre più immediata perché automatizzata (punto a mio avviso discutibile, ma tant’è). Il nuovo must del 2017 è lavorare su usabilità e personalizzazione dei siti, per fare in modo che l’esperienza utente sia sempre più “umanizzata”, percepita come unica e vicina alle aspettative del web shopper.
Sempre in quest’ottica si inserisce l’altro dogma del 2017, e cioè mobile first: l’utilizzo dei dispositivi mobile ha già da qualche tempo superato quello dei dispositivi desktop, e l’e-commerce si sta adeguando. Ecco quindi il diffondersi delle AMP – Accelerated Mobile Pages, pagine di siti e-commerce che da mobile si caricano in maniera molto veloce e, progettate adeguatamente, facilitano lo shopping on line aumentando il tasso di conversione di chi naviga da smartphone e tablet.
E-commerce

4. Pagamenti liquidi

La facilità di pagare in maniera liquida va di pari passo con l’ulteriore aumento delle vendite on line, almeno in linea generale. In realtà, a differenza di altri paesi e nonostante l’infrastruttura telematica sia più che efficiente, in Italia siamo ancora reticenti a pagare con la carta di credito on line, probabilmente a causa di un digital divide ancora troppo significativo nel nostro paese. La nostra media di operazioni on line pro-capite è molto al di sotto della media europea, peggio di noi solo Bulgaria e Grecia.
In ogni modo i dati continuano a crescere: ci aspettiamo quindi ulteriori incrementi dei pagamenti on line nel 2017 anche in Italia.

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Il volo dell’e-commerce italiano, in crescita del 16% https://www.business.it/il-volo-delle-commerce-italiano-in-crescita-del-16/ Tue, 16 May 2017 06:00:21 +0000 https://www.business.it/?p=8810 E-commerce italiano ancora in crescita: il valore degli acquisti online arriverà nel 2017 a quota 23,1 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2016. A dirlo è l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato i dati alla XII edizione del Netcomm Forum – l’evento [...]

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E-commerce italiano ancora in crescita: il valore degli acquisti online arriverà nel 2017 a quota 23,1 miliardi di euro, con un incremento del 16% rispetto al 2016. A dirlo è l’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm della School of Management del Politecnico di Milano, che ha presentato i dati alla XII edizione del Netcomm Forum – l’evento di riferimento in Italia sull’e-commerce e la trasformazione digitale.
e-commerce italiano, Roberto Liscia presidente Netcomm
Gli acquisti e-commerce italiano di prodotti cresceranno nel 2017 del 25%, a un tasso più che triplo rispetto a quello dei servizi (+8%). Per la prima volta nella storia dell’e-commerce italiano, il mercato online dei prodotti varrà tanto quanto quello dei servizi.

Il mercato online in Italia

A trainare la domanda di commercio online nel 2017 saranno quindi i prodotti. I settori determinanti, e particolarmente rappresentativi del made in Italy, sono quello alimentare (+37%) che da 593 milioni di euro del 2016 passa a ben 812 milioni; e l’arredamento, a quota 847 milioni (+27%). Crescono anche l’informatica e l’elettronica con 3.695 milioni (+26%), l’abbigliamento con 2.384 milioni di euro (+23%) e l’editoria che sfiora gli 800 milioni (+18%).
Per quanto riguarda i servizi, il turismo continua a crescere seppur in misura leggermente ridotta rispetto al 2016, ovvero +9% con un valore della domanda pari 9.347 milioni di euro, seguita dalle assicurazioni, che crescono del 6% sfiorando 1.300 milioni.
La vendita al dettaglio sta vivendo una trasformazione profonda dovuta al passaggio al digitale, non solo nelle modalità di acquisto ma anche e soprattutto con la convergenza tra i canali fisici e digitali, un nuovo ecosistema entro il quale si gareggia per ottenere l’attenzione degli utenti. Secondo i dati della ricerca Net Retail, elaborata da Human Highway per Netcomm, nel primo trimestre del 2017 i consumatori italiani che hanno acquistato online sono passati dai 20,6 milioni dello scorso dicembre a 20,9 milioni con una percentuale del 50% di famiglie italiane (pari a 12,2 milioni) che ha adottato lo shopping digitale come modalità di routine quotidiana.
e-commerce italiano con smartphone e carte
Al centro di questo ecosistema di perenne connessione finalizzata all’acquisto, c’è un dispositivo che spicca per rilevanza: lo smartphone. I dati del Net Retail mostrano che chi usa 3 device (pc, mobile, tablet) spende in media tre volte di più di chi utilizza solo il pc, così come l’everywhere shopper compra di più in tutti i canali e usa lo smartphone per orientarsi e acquistare offline. Nel 2017, su 100 acquisti online, 17,4 sono stati effettuati da smartphone, e 8,5 da tablet.
Cambiano anche i tipi di consegna, un aspetto che impone una riflessione anche sui modelli logistici a supporto. Inoltre, in nove casi su dieci in Italia il bene è recapitato dal sistema di consegna presso un indirizzo indicato dall’acquirente – più spesso in casa, talvolta presso un ufficio o un luogo terzo. Solo nell’8,6% dei casi i prodotti fisici acquistati online sono ritirati dal cliente presso un punto vendita o un punto di ritiro indicato dal merchant.

Si compra online, si paga soprattutto online
. Solo nell’8,8% dei casi gli acquisti vengono saldati alla consegna o nel momento di utilizzo del servizio (per esempio, al termine di un soggiorno in Hotel). Il 44% degli ordini online viene saldato al momento dell’acquisto con una Carta di Credito (o prepagata) e il 38,8% con PayPal (dove la transazione produce, nell’85% dei casi, un addebito su carta di credito).
 

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Come vendere on line con un sito e-commerce https://www.business.it/come-vendere-on-line-con-un-sito-e-commerce/ Fri, 05 May 2017 06:30:40 +0000 https://www.business.it/?p=8524 Come vendere on line: che siate una grande o una piccola azienda, sicuramente avete valutato di iniziare un’attività di e-commerce e aprirvi al mercato on line. Per le imprese che prendono vita oggi è indispensabile, per chi è già in pista da un po’ è una riflessione irrinunciabile, ma per passare dalla teoria alla pratica… Leggi tutto »Come vendere on line con un sito e-commerce

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Come vendere on line: che siate una grande o una piccola azienda, sicuramente avete valutato di iniziare un’attività di e-commerce e aprirvi al mercato on line.
Per le imprese che prendono vita oggi è indispensabile, per chi è già in pista da un po’ è una riflessione irrinunciabile, ma per passare dalla teoria alla pratica ci sono alcuni step da compiere e considerazioni da fare per far sì che l’investimento necessario non sia sottovalutato, le risorse siano impiegate al meglio e che il ritorno sull’investimento sia massimizzato.

Qualche dato sull’e-commerce

I dati Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano relativi al 2016 ci dicono che l’e-commerce in Italia è cresciuto del 18% sfiorando i 20 miliardi di € di volume di affari. Gli acquisti da smartphone arrivano a quota 3,3 miliardi di euro grazie a una crescita del 63%. Il settore più in voga è il turismo (44% della quota di mercato), seguito da elettronica di consumo e abbigliamento.
Si registra una crescita interessante di settori food & grocery, arredamento e home living, beauty, giocattoli. Ma, al di là dei dati, basta osservare il comportamento delle persone per capire che il fenomeno è penetrato anche in Italia in maniera importante cambiando le modalità di acquisto degli shopper sia nella fase di info-commerce che di e-commerce vero e proprio.
Come vendere on line con l'e-commerce
Tuttavia, accedere al mercato on line (sia italiano che estero) non è facile: non basta aprire un sito web con un carrello elettronico e associargli una carta di credito; non basta nemmeno investire un budget importante in advertising on line per portare traffico sul sito. L’e-commerce è un vero e proprio “mercato”, e per accedervi è necessario pianificare attentamente scelte e investimenti, scegliere una strategia vincente e, infine, stanziare risorse umane ed economiche per il progetto.
Le piccole e medie aziende italiane fanno difficoltà ad approcciarsi all’attività di e-commerce, e così negli ultimi anni sono nate alcune società che le affiancano nell’ingresso sui mercati on line. Da Brandon Ferrari di Paola Marzario a Filoblu e Triboo Digitale, queste aziende si rivolgono a brand e retailer che vogliono vendere on line, sia nell’accesso a marketplaces già esistenti, sia nello sviluppo di siti ex-novo, per i quali forniscono servizi che consentono alle aziende poco strutturate di esternalizzare l’attività di vendita on line a 360° includendo logistica, gestione dei resti, etc.
Noi abbiamo intervistato Andrea Risa, amministratore delegato di Digital Sales, azienda milanese che offre servizi di outsourcing per e-commerce, chiedendogli alcuni consigli per chi vuole iniziare a vendere on line.

Se siete una piccola azienda

Se siete una delle tante piccole ed eccellenti imprese manifatturiere italiane e volete vendere nel mondo i vostri prodotti, purtroppo fare e-commerce potrebbe rivelarsi difficile. L’eccellenza del prodotto infatti non è un requisito sufficiente a vendere on line, tutt’altro. “La prima cosa è essere consapevoli che non sarà un processo facile, ma lungo e costoso” ci dice Andrea Risa. “Vendere on line non significa solo aprire un negozio virtuale: significa soprattutto strutturare la propria organizzazione per svolgere una serie di attività che consistono nel vendere on line. Dallo sviluppo della piattaforma web (proprietaria o marketplaces altrui), alla gestione della logistica, al customer care.
“Per le piccole aziende, a volte anche per le medie, l’opzione migliore è affidarsi ad una società come la nostra ed esternalizzare completamente le attività. Questo perché entrare nel sistema della vendita on line, organizzare persone e attività può essere molto oneroso. Meno lo è, almeno all’inizio, affidarsi a chi ha già acquisito questo know how ed è fortemente specializzato nel campo”.
“È necessario inoltre fare un’accurata analisi del pricing e del posizionamento dei prodotti da vendere per capire come saranno percepiti dai consumatori, nonché le conseguenze che il nuovo canale di vendita avrà sull’attività di distributori o rivenditori già esistenti. Una volta stabilita la strategia di marketing e di vendita, si può procedere con l’implementazione della piattaforma e degli aspetti più operativi come la logistica e il customer care. Fare tutto questo per una piccola azienda poco strutturata può essere davvero complicato”. Il mercato comunque è in forte crescita, e così sarà negli anni a venire: indubbiamente vale la pena investire.
Come vendere on line con l'e-commerce

Se siete una grande azienda

Nel caso di un’azienda più strutturata con una disponibilità di risorse umane ed economiche significativa, si può invece pensare di internalizzare competenze e asset necessari a vendere on line. “Considerate però che, nel caso vogliate sviluppare un sito di e-commerce proprietario, dovrete competere con player di livello mondiale come eBay e Amazon, a meno che non vogliate “integrarvi” vendendo i vostri prodotti sui loro marketplaces”, continua Andrea. Sì, perché la grande questione dello sviluppare un sito proprietario oppure no incide fortemente sui costi dell’investimento e sulla riuscita stessa del progetto. Accedere ad un marketplaces già esistente consente di risparmiare sullo sviluppo della piattaforma e in parte sull’advertising, ma d’altra parte dà meno autonomia. In realtà le due modalità di vendita non sono mutualmente esclusive. “Spesso il problema per le grandi aziende è cambiare mentalità, predisporsi cioè a interloquire con i consumatori finali in un’ottica B2C, non più (o non solo) B2B, modificando le modalità di fare logistica e amministrazione”.
Anche in questo caso, quindi, uno dei punti nodali è il cambiamento organizzativo prima ancora dell’investimento economico. Per vendere on line bisogna entrare nelle logiche di internet e dei web shopper, ci dice Andrea: “Pensate, per esempio, a quanto è importante l’usabilità di un sito e-commerce: l’esperienza dell’utente durante l’acquisto incide tantissimo sulle vendite”. E quindi Informazioni giuste al momento opportuno, facilità di navigazione e chiarezza del processo sono requisiti indispensabili”.
Come vendere on line con l'e-commerce

Se siete un imprenditore e volete realizzare un e-commerce multibrand

Anche in questo caso vendere on line può regalare grandi soddisfazioni, ma bisogna calibrare in maniera molto attenta la strategia di marketing. Creare un e-commerce multibrand può essere proficuo, ma dovendo competere con player globali come Amazon e eBay (quest’ultimo soprattutto in Italia), è necessario individuare una nicchia di mercato molto ben delimitata per la quale costruire una proposta mirata. Andrea suggerisce che “Iniziare una conversazione con una community di affezionati, per esempio di sport, hobbystica, food, è un ottimo modo per individuare i loro bisogni e costruire un’offerta di prodotti che li soddisfi appieno. Bisogna sempre tenere presente che molto spesso lo stesso prodotto che voi proponete è disponibile su un altro marketplaces, e per far sì che il potenziale cliente acquisti da voi dovete motivarlo fortemente: con un buon prezzo, un’eccellente esperienza di acquisto, o l’acquisizione di nuove conoscenze relative al settore di loro interesse”.

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